Harry sedeva sul suo letto a Grimmauld Place in silenzio.

I suoi occhi erano pieni di lacrime, ma non avrebbe pianto.

Sulla coperta nera era poggiata una foto magica che aveva appena trovato.

Raffigurava due giovani ragazzi che si abbracciavano sorridendosi.

Uno era alto, aveva lunghi capelli neri, profondi occhi grigi e un sorriso beffardo, l'altro aveva spettinati capelli castani ed occhi nocciola.

Il Prescelto - come amavano chiamarlo i maghi del suo tempo - sobbalzò per il bussare insistente di qualcuno.

Prese la fotografia e la nascose sotto il cuscino.

- Avanti - invitò.

Il primo ragazzo della foto - più vecchio e con i capelli più lunghi - entrò nella camera.

- Oh, sei tu! - disse allora il giovane.

- Chi volevi che fosse? - chiese l'altro con un sopracciglio alzato.

- Credevo che la Signora Weasley volesse.. - cominciò il ragazzo.

- Oh si, hai ragione. In effetti Molly aveva intenzione di salire, ma le ho detto di lasciarti in pace - concluse l'altro con un sorriso.

- Cos'è quello? - continuò Sirius alludendo al cuscino.

Harry si voltò verso di esso e si limitò a sottolineare l'ovvio.

- È un cuscino, Sirius. Cosa ti sembra?

- Non quello, questo - precisò avvicinandosi al letto e sfilando la foto dal nascondiglio.

- Scusami, non volevo, io l'ho trovata e.. - cominciò Harry.

L'altro lo liquidò con un gesto della mano.

- Non la ricordavo nemmeno.

Si rivolse verso Harry e gli sorrise. Il ragazzo notò una strana luce negli occhi nel padrino.

Nostalgia.

- Qui è al Quinto Anno, Grifondoro aveva appena vinto la Coppa del Quiddich e stavamo festeggiando. Io, Remus e Peter avevamo seguito tutta la partita dalla tribuna professori poiché la McGranitt temeva potessi incendiare la scopa di quell'idiota di Perkins. Ovviamente se io ero lì sopra anche gli altri venivano con me.

Peter aveva portato la macchina fotografica, ma non era capace ad usarla, quindi Remus, paziente come sempre, aveva provveduto a scattare la fotografia. Coda aveva saltellato come un idiota per tutta la partita ed era troppo emozionato per fermarsi. Ramoso era al settimo cielo. Erano mesi che Grifondoro non vinceva contro Serpeverde - raccontò fissando la foto.

Ogni volta che nominava Peter Minus la sua voce diventava più dura e i suoi occhi brillavano di rancore per un secondo.

Scosse la testa per scacciare tutte i ricordi che erano affiorati nella sua mente - o sarebbe scoppiato a piangere come un bambino – e si voltò verso il figlioccio.

Il ragazzo si affrettò ad asciugare una lacrima solitaria e finse di grattarsi la fronte.

Sirius sorrise.

Tale e quale a James.

- Manca tanto anche a me - dichiarò Black.

Harry lo guardò e lasciò andare la maschera.

- Ti rendi conto che non so niente di lui? Non ricordo nulla. Non so quale sia il suo colore preferito, il suo profumo, la sua squadra di Quiddich del cuore. Non ho mai potuto parlare di scope da corsa con lui, o di ragazze; dei troppi compiti e di quelli troppo difficili. Non gli ho mai potuto dire che gli voglio bene, non gli ho mai dato il regalo alla Festa del Papà, o a Natale, o al suo compleanno. Non so niente di lui, niente.

Tutti questi desideri nascosti erano stati riversati su Sirius più velocemente di quanto si aspettasse.

In quel momento, più che mai, desiderò poter riportare il suo migliore amico indietro, anche solo per non dover sentire queste cose.

A lui James mancava da morire, ma Harry stava ancora peggio.

Lui non l'aveva conosciuto, non sapeva nulla di lui.

Lui era suo figlio e non lo conosceva.

- Magari non sarà la stessa cosa, ma a qualche domanda posso risponderti io. Il suo colore preferito era il verde, immagina tu il perché. Teneva per i Tornados, impazziva quando vincevano una partita, ovvero sempre. Profumava di miele e metteva sempre un profumo ai mirtilli, aveva sentito dire a tua madre che erano i suoi frutti preferiti. Ti amava da morire ed amava tua madre come nessuno. Lui non sa che lo so, ma quando sei nato si è chiuso in camera sua a piangere - concluse con un sorriso amaro.

- Mi manca da morire - disse Harry triste.

Sirius si avvicinò a lui e lo abbracciò, per poi sussurrargli qualcosa all'orecchio.

Harry lo osservò uscire dalla stanza e chiudere la porta.

Sentì la voce dell'uomo discutere con qualcuno e si portò le ginocchia al petto.

Harry nel silenzio della sua camera, pianse come non faceva da anni, mentre nella sua testa rimbombavano le parole di Sirius.

- Lui vive in te, lui vive in me, è nella mente sulla terra e in ciel. Nell'acqua pura, nei tuoi perché, nel tuo riflesso, lui vive in te.

***
Angolo Autrice:
Leggendo alcune frasi Disney mi sono venute in mente alcuni personaggi di Harry Potter ed ho deciso di scriverci utilizzando le citazione disneyane. Questo primo capitolo (mi scuso per l'eccessiva sentimentalità, ma credo che ogni tanto ci voglia ù.ù) narra del rapporto James-Harry. Sottolineo una cosa: per Harry Lily è importantissima, ma ogni tanto bisogna pensare anche a James. Ditemi se alcuni punti non sono chiari in modo che possa correggerli :D
Non conosco i tempi di pubblicazione soprattutto perché non so quanti capitoli ci saranno, quindi comincerò col pubblicare almeno una volta a settimana -o due se si riveleranno troppi. Baci!
Ah, la citazione ''Lui vive in te, lui vive in me, è nella mente sulla terra e in ciel. Nell'acqua pura, nei tuoi perché, nel tuo riflesso, lui vive in te.'' è del Re Leone!