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Autore: fila    09/12/2011    6 recensioni
Alistair ha pochi amici e Carlisle è uno di questi. Ma a volte seguire i consigli degli amici può comportare enormi guai.
«Altro che misantropo, io sono masochista!» pensò Alistair suonando alla porta di casa Cullen.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Questa storia è dedicata a Vannagio. Non essendo stata portata di peso davanti alla vetrina del negozio, questo è ciò che la mia fantasia malata ha partotito.

Tanti auguri Tesoro <3

 

Per chi non lo avesse già fatto vi conviene leggere prima la storia di OttoNoveTre “Il vecchio e la bambina”. Comunque questa one-shot si può leggere anche da sola.

 

Vincoli d'amicizia

 

 

 

 

Alistair stava controllando che gli umani da lui pagati per restaurare il suo maniero stessero facendo un buon lavoro quando sentì che qualcuno si stava avvicinando. Sospirò e scosse la testa.

Poi uscì dal castello e si sedette su una panchina ad aspettare.

«Cosa fate in queste lande tu e la tua compagna?» domandò in tono scortese dopo mezzora.

«Siamo felici anche noi di vederti, amico mio», rispose Carlisle con un sorriso.

«Mmmh, già, che bello rivederti. Anche se questo comporta sempre guai per me.»

«Guai? Perché, amico caro?»

«Beh, l'ultima volta... non importa!» chiuse brusco il discorso Alistair. «Che cosa vuoi da me?»

«Purtroppo hai ragione: ho bisogno di un grosso favore da te», disse Carlisle.

«Lo sapevo. Le visite portano sempre male.»

«Avremmo bisogno di una tua testimonianza», interloquì Esme.

«Impossibile! Io non so nulla e non ho visto nulla. Lasciatemi fuori da qualsiasi problema o diatriba. Con chi, poi, avete dei conflitti?»

«Ho solo bisogno che tu dica onestamente quello che vedrai. Nulla di più. Ciò non ti comporterà pericoli» disse il dottor Cullen.

«Con chi?» insistette Alistair.

Carlisle e Esme si guardarono e sospirarono. «I Volturi.»

«Cosa? Non se ne parla nemmeno!! Perché non mi dai fuoco subito e non ne parliamo più?» urlò Alistair, in preda al panico.

«Ti scongiuro, amico mio, non fare così. Non ti sto chiedendo di metterti contro di loro, solo di venire fino a Forks, parlare con una persona e poi riferire ai Volturi ciò che avrai visto. Nulla di più.»

«No, non sono mica un aspirante suicida. Lo vedi il motto sotto lo stemma? “Bene vixit qui bene latuit”. Ecco questo è il modo in cui sono rimasto vivo, per quello che lo possono essere quelli come noi, malgrado la Famiglia Reale viva a due passi da qui!»

«Ma non dovrai fare nulla contro di loro. Anzi, sono certo che Aro sarà felice di avere un giudizio imparziale come il tuo» lo blandì Carlisle.

Alistair scosse la testa.

«Pensi che proporrei qualcosa di pericoloso a un mio grande amico? Tu sai che, per me, il vincolo di amicizia è sacro. Solo un'occhiatina veloce, ti prego.» lo scongiurò il biondo Cullen. «Hai aggiunto nuovi libri alla tua mirabile collezione ultimamente? Perché sai, io avrei trovato quel rarissimo volume sugli stemmi irlandesi...»

«Stai giocando sporco!» lo rimbrottò Alistair, sconfitto.

 

 

«Altro che misantropo, io sono masochista!» pensò Alistair suonando alla porta di casa Cullen.

«Benvenuto», disse Edward, facendolo entrare in casa. «La mia famiglia corre un grave pericolo.»

«Lo sapevo! Ma che cavolo di amico sei, Carlisle?» disse Alistair voltandosi per tornare sui suoi passi.

«Aspetta un attimo. Lasciami finire ti prego. Prima di spiegare ti chiedo solo una promessa: ascolta fino alla fine. Poi potrai decidere di fare ciò che vuoi. Scappare, denunciarci, unirti ai Volturi.» rispose Edward.

«Va bene! Amico, non basteranno tre collezioni di libri rari e quella magione isolata nel Lake District per questo favore, sappilo!» dichiarò aspro.

Carlisle sorrise. « Quello che vuoi. Tutto ciò che è mio può essere tuo, a parte la mia famiglia, naturalmente.»

«Sai che me ne faccio di loro» borbottò il vampiro inglese.
Alla fine si fermò ad ascoltare la storia di Reneesme anche se si rifiutò categoricamente di farsi toccare.

«Certo che a voi Cullen piace proprio complicarvi la vita! Che bisogno avevi di una compagna umana? Insomma, fai quello che vuoi con lei e poi uccidila. Così niente guai e niente italiani in arrivo.»

Edward ringhiò il suo disappunto.

«Che cretino questo qui! Voleva morire? Poteva accendere un falò e buttarsi dentro. Solo un demente andrebbe dai Volturi!» pensò Alistair. «Poi se la sposa pure dopo averla abbandonata. Rimane incinta. Capita, a quanto pare. Sopprimi l'infante e il problema è risolto.»

Si ritrovò contro il muro con Esme e Carlisle che cercavano di togliergli di dosso il figlio.

«Scusalo ... è un po' nervoso.»

«L'ho notato amico» disse Alistair andando a rinchiudersi in soffitta.

 

Un giorno prima di Natale, Alistair sentì una presenza estranea ai confini del bosco. Qualcuno, in maniera molto discreta, li stava sorvegliando.

«Eccoli, sono arrivati», pensò. «Tutta colpa di questa stupida infante! Mi hanno sempre creato rogne questi inutili mocciosi! E anche seguire quello che dice Carlisle. Proprio come novant'anni fa.»

 

 

Subito dopo la Grande Guerra, quando ancora non c'era bisogno di numerarle, Carlisle aveva insistito molto per fargli incontrare la sua nuova famiglia. Non che ad Alistair interessasse tale conoscenza, ma il suo unico amico era talmente entusiasta che li aveva invitati a Londra.

Si era trovato di fronte un ragazzino ribelle e musone di diciassette anni e una donna decisamente troppo dolce e appiccicaticcia per i suoi gusti. Ma per il suo amico erano perfetti. Per cui strinse i denti e sopportò tale compagnia per qualche giorno.

La sera prima della sospirata partenza dei suoi ospiti, Alistair e Carlisle si trovarono in biblioteca da soli.

«La tua collezione di libri sull'araldica è stupenda. Vedo che dall'ultimo nostro incontro hai aggiunto un pregevole Ciclo Bretone del 1300», disse Carlisle fermandosi davanti a una serie di tomi dalla copertina color ocra.

«Sì, ci ho messo quasi dieci anni a rintracciarne uno nuovo con un'edizione soddisfacente. Ma per noi cosa vuoi che sia un decennio? Comunque ne sono molto orgoglioso», replicò Alistair.

«E il vecchio? Cosa nei hai fatto? So che non ami separarti dai tuoi libri», si stupì il dottor Cullen

«È perduto», rispose Alistair con un tono che non ammetteva repliche.

«Non ti senti solo, amico mio?» chiese il primo guardando le pregevoli miniature del secondo volume.

«Sono un misantropo, ricordi? » replicò l'amico.

«Anch'io pensavo di avere tutto il necessario finché non ho incontrato Esme. Lei ha dato un senso nuovo alla mia vita, ora mi sento finalmente completo. Forse dovresti provare ad avere rispetto delle donne che incontri. Conoscile, parla con loro. Finché ti limiterai a una fugace esperienza fisica e poi ad un pasto sarai sempre solo.»

«Mi piace la solitudine, grazie» tagliò corto Alistair.

 

Si era liberato dei Cullen, però il tarlo della curiosità instillato dalla conversazione era rimasto. Così aveva voluto provare a fare come suggerito dall'amico.

Aveva cercato una ragazza non troppo molesta e aveva cercato di aver rispetto come consigliato dal dottore. Aveva frequentato Ruth per un paio di mesi, avendo con lei un paio di rapporti intimi.

Poi la ragazza aveva chiesto, insistentemente, di parlargli.

«Cosa vuoi?», chiese brusco.

«Non sto molto bene, grazie per l'interessamento», rispose lei piccata.

«Che cosa è successo?», domandò Alistair.

«Ho un ritardo.»

Lui la guardò con sguardo interrogativo.

«Sono incinta.» chiarì Ruth.

«Non è possibile. È semplicemente, fisiologicamente impossibile. Dunque non è colpa mia.» comunicò il vampiro.

«Ma per chi mi hai preso!», esclamò la ragazza offesa.

«Sono l'uomo sbagliato» disse Alistair andandosene.

Il giorno dopo, però, se la trovò sotto casa che lo attendeva.

«Devi prenderti le tue responsabilità! Se non lo farai ti denuncerò alle autorità. Ho conoscenze importanti, cosa credi», urlò Ruth. «Dirò al mondo intero che farabutto che sei!»

Alle parole “autorità” e “dire al mondo intero” Alistair ebbe la netta visione di un gruppo di mantelle scure che si avvicinavano minacciose. Fu preso dal panico.

«Maledetto il giorno che ho dato retta a Carlisle», pensò. Poi si avvicinò a Ruth.

«Perché non vieni su in casa? Nel tuo stato sarai stanca», le propose con un sorriso stentato.

Lei lo precedette nel suo appartamento, sicura di aver vinto.

Il pasto del vampiro fu rapido e soddisfacente. Il corpo di Ruth non fu mai ritrovato. Alistair si trasferì a Oxford e cambiò identità.

 

 

«Pensavo di aver imparato la lezione novant'anni fa. Ma a quanto pare non mi è bastata. Guarda in che situazione mi ha infilato Cullen. Ora i Volturi ci uccideranno tutti, stupido che sono!» borbottò camminando avanti e indietro nella soffitta.

«Devo fare qualcosa prima che sia troppo tardi», pensò disperato.

Poi udì Bella avvisare che sarebbero andati a festeggiare il Natale a casa di suo padre ed ebbe l'illuminazione: avrebbe sfruttato la loro scia olfattiva per andarsene alla chetichella.

«Vampiri a pranzo da umani! La follia dei Cullen cresce di giorno in giorno. Per fortuna sono riuscito ad uscirne indenne» pensò mentre correva nei boschi alla periferia di Forks.

 

Ad un tratto sentì un fruscio provenire da un albero vicino, ed ebbe una strana sensazione: come se le ombre si fossero allungate un attimo.

«Avrei dovuto saperlo che i Volturi non s'ingannano!» pensò fermandosi.

 

 

 

Note: Ecco cosa succede a seguire i dotti consigli degli altri invece che la propria natura ;)

Ringrazio OttoNoveTre per avermi permesso di usare il suo bellissimo motto “Bene vixit qui bene latuit”. Considero questa One-shot una specie di missing moment della sua magnifica “Il vecchio e la bambina”. Grazie ancora Chiara.

Ringrazio anche Dragana che mi ha betato la storia. Inchino a tutte e due.

Spero Giovanna il regalo sia stato di tuo gradimento. Tanti auguri.

 

  
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