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Autore: May_Z    09/12/2011    2 recensioni
Nuances, sfumature. Sono colori, colori che rappresentano un aspetto della vita di una persona.
Si tratta di una raccolta di flashfic (più o meno lunghe) nelle quali parlerò di una "sfumatura" del carattere di un personaggio abbinandolo ad un colore che, penso, lo possa rappresentare.
*Capitolo 1: Nero - Jenny Humphrey
*Capitolo 2: Marrone - Chuck Bass
*Capitolo 3: Oro - Nate Archibald
*Capitolo 4: Argento - Blair Waldorf
*Capitolo 5: Rosa - Dorota
*Capitolo 6: Giallo - Dan Humphrey
*Capitolo 7: Azzurro - Serena Van Der Woodsen
*Capitolo 8: Rosso - Eric Van Der Woodsen
*Capitolo 9: Viola - Vanessa Abrams
*Capitolo 10: Grigio - Lily Rhodes
*Capitolo 11: Bianco - Georgina Sparks
*Capitolo 12: Beige - Ivy Dickens
*Capitolo 13: Arancione - Juliet Sharp
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Autore: May_Z
Titolo: Beige
Personaggi: Ivy Dickens
Timeline: 5x09 – Rhodes to Perdition
Introduzione: Ivy fissò per un istante lo schermo del telefono, il nome del mittente dell'ultima chiamata ancora illuminato in piccoli caratteri ordinati; poi se lo gettò alle spalle, facendolo atterrare sul soffice letto della vecchia stanza di Serena. La sua stanza.

 

 

 

 

 

12#

Beige

 

 

Ivy fissò per un istante lo schermo del telefono, il nome del mittente dell'ultima chiamata ancora illuminato in piccoli caratteri ordinati; poi se lo gettò alle spalle, facendolo atterrare sul soffice letto della vecchia stanza di Serena. La sua stanza.

Ormai la sera se n'era andata, lasciando libera la notte di espandere il suo dominio tra gli imponenti grattacieli di Manhattan, costellati da una moltitudine di piccole luci che, inutilmente, tentavano di ricreare i colori del giorno, illudendosi di rappresentare innumerevoli soli per i rari passanti che attraversavano quelle strade.
Piccoli bagliori bugiardi che fingono di essere ciò che non sono.
Proprio come lei.

Ivy abbandonò l'immensa vetrata e sedette sul letto, attenta a non rovinare il vestito di raffinato tessuto beige che le avvolgeva la vita sottile.
Le era sempre piaciuto quel colore, sin da quando era ancora quella bambina dalla trecce bionde che viveva in un piccolo cottage in campagna.
Ivy ricordava ancora quelle fredde giornate invernali che sferzavano l'aspetto altrimenti piacevole della Pennsylvania, quelle giornate in cui la nonna sedeva su quella vecchia e consunta poltrona incisa dai profondi graffi provocati dalle affilate unghie del gatto e iniziava a lavorare a maglia, creando, come per magia, quelle meraviglie di lana.
In quei momenti lei si accoccolava sul tappeto, dinanzi all'allegro crepitio del fuoco nel caminetto, osservando con occhi sognanti la sciarpa di lana beige che andava formandosi tra le mani rugose della nonna.
Sì, le piaceva tanto il beige, il colore dell'infanzia a cui ripensava continuamente con inesprimibile nostalgia. Il colore che assumevano i prati della Pennsylvania quando l'autunno avanzava prepotente.
Il colore della nonna. Il colore di una vita che le era stata strappata troppo presto.
Il colore dell'unica famiglia che avesse mai avuto.

Ivy sollevò lo sguardo dai pregiati ricami del vestito e lo posò nuovamente sulla vetrata, dove il suo riflesso si stagliava nitido nell'oscurità.
Una lacrima si staccò dall'angolo dell'occhio e scivolò verso le labbra chiare, inumidendo di amaro tepore la guancia lievemente arrossata.
Repentinamente la ragazza cancellò dal suo viso quell'improvviso sintomo di debolezza e voltò la schiena al suo riflesso, dirigendosi a passi decisi fuori dalla stanza.

«Charlie, tesoro! Finalmente sei tornata! Volevamo fare un ultimo brindisi! Fatta quella telefonata?».
«Certo. Arrivo, Lily!». Ivy scese prudentemente l'ultimo gradino, facendo attenzione a non inciampare sull'orlo dell'abito, e si avvicinò al gruppo di persone radunate al centro del salotto con in mano lunghi calici ricolmi di liquido dorato.
Ivy sorrise, tentando di reprimere il senso di colpa che la dilaniava dentro.
Sorrise, fingendo che tutto andasse bene, che non ci fosse qualcuno appena fuori dal palazzo che minacciava di distruggere la fiaba che era riuscita ad ottenere.
Sorrise, ignorando il fatto che stesse prendendo in giro delle così brave e gentili persone.
Tanti erano i pensieri negativi, ma Ivy sorrideva.
Sorrideva perché, finalmente, aveva di nuovo una famiglia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice
Ne sono consapevole, ci ho messo un sacco di tempo ad aggiornare la raccolta: diciamo che ho avuto un calo d'ispirazione, non riuscivo a fare un abbinamento colore-personaggio che mi soddisfacesse.
Poi, dopo interminabili giorni, la scorsa settimana, guardando la puntata di GG (la 5x09, se non erro) sono stata folgorata da quest'idea: la flash è quindi ambientata alla fine della suddetta puntata.
Perché ho deciso di scrivere proprio di Ivy? Perché mi ha colpito il suo confessare a Carol di desiderare una vera famiglia con cui vivere: mi ha fatto vedere il personaggio sotto un'altra prospettiva, ecco.
I riferimenti all'infanzia e al passato di Ivy sono di mia invenzione: spero siano abbastanza plausibili.
Perché la Pennsylvania, mi chiederete? Semplicemente perché è un nome che mi piace. Già, mi piace proprio tanto. Pennsylvania.
Ok, visto che le NdA stanno diventando più lunghe della flash!fic stessa, è meglio che vada.
A presto!
M.

 

  
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