A
very Supernatural Christmas!
«
Ti
sembra questo il modo di
sistemare l’albero? »
«
Perché,
esiste un modo? »
«
Sì,
e a quanto pare non ne sei a
conoscenza! »
«
Fallo
tu, allora, visto che sei
un saputello! »
«
Mi
dispiace farti notare che
l’alce, fino a prova contraria sia tu »
«
La
smetti con questo soprannome
idiota? »
«
Sei
alto sì o no? »
«
Ti
odio, Jensen Ackles »
«
Ti
odio anch’io, Jared Padalecki »
La
vigilia di Natale sembrava non passare mai in quella casa, le luci
colorate
abbellivano le strade in modo meraviglioso illuminando la
città di una nuova
prospettiva, quella natalizia. L’odore dei dolcetti era ormai
intriso nella
routine delle famiglie americane, i bambini erano così
eccitati di ricevere
regali da Babbo Natale tanto da non riuscire a dormire la notte e, di
conseguenza, tenendo svegli i genitori, costretti a restar in compagnia
dei
loro piccoli, a leggergli una favola, a canticchiare qualche stornello
sul
Natale, a rimembrare la propria infanzia, gli amori perduti e gli amori
ritrovati. In una sedia a dondolo un’anziana signora avrebbe
raccontato ai suoi
nipoti di come il marito fosse riuscito a tornare a casa in tempo per
Natale,
nonostante la guerra, di come fosse riuscito a cucinare una stupenda
cena
natalizia in compagnia di sua moglie e dei suoi due bambini, di come
avessero
scartato i regali felici spargendo nei cuori quella gioia che, forse,
in quel
periodo veniva a mancare.
E
Jared e
Jensen? Non erano certamente da meno. A battibeccare sotto a un albero
immenso,
con le luci calde e colorate, le ghirlande color oro a incorniciare il
tutto, una
buona bottiglia di birra e il solito bisticcio giornaliero.
Insieme,
con le rispettive mogli, non esisteva modo migliore per festeggiare il
Natale.
«
Gen!
» chiamò Jared,
ormai
esasperato dalla presenza e dalle risatine di Jensen.
«
Sto
facendo i
biscotti! » ricevette
come risposta, e l’amico scoppiò a ridere.
«
Forse
dovresti
lasciar perdere »
infierì quest’ultimo «
Non
sembri molto esperto con gli addobbi »
«
La
vuoi piantare?
Prima che ti sbatta questa pallina sulla testa! »
«
Come
siamo violenti! » continuò a
ridacchiare il
biondo, e dovette nascondersi dietro il verde dell’abete
prima che quella palla
decorata gli arrivasse sul serio sulla fronte.
«
Gen!
» chiamò per la
seconda volta,
Jared, sbuffando « Ho
bisogno di una mano!»
La
moglie
dovette mantenere la calma e con un sospiro infornò un altro
vassoio di
biscotti alla cannella e al cioccolato.
«
Dovrebbero
bastare » la rossa Danneel
contemplò
il lavoro della mora masticando passivamente una manciata di pop-corn « Ne
hai già fatti
parecchi »
Il
tavolo
della cucina era stracolmo di biscotti e dolcetti di ogni tipo,
decorati inevitabilmente
per l’occasione: Su un vassoio vi erano dei biscotti allo
zenzero con dei
piccoli Babbi Natale disegnati sopra con dello zucchero, la crostata
alla
ciliegia di fianco ad essi sfoggiava una ghirlanda di praline colorate
proprio
al centro.
«
Ho
paura possano
finire in un baleno, tra Jared e West non ho idea di chi possa finirli
per
primo! »
«
Gen! »
si sentì ancora chiamare, e la mora perse la pazienza
scambiandosi una truce occhiata con la rossa.
«
Tuo
marito chiama » Danneel
ridacchiò cercando
lentamente di avvicinarsi ai biscotti alla sua destra, ma fu in un
attimo
intercettata dalla mano di Genevieve.
«
E’
colpa del tuo,
sai? E.. sarò anche incinta ma i miei riflessi sono sempre
gli stessi! »
aggiunge dando uno schiaffetto sulle nocche
della rossa che borbottò qualcosa contrariata. Genevieve
sospirò avventurandosi
nel fantastico mondo di quei due poppanti di suo marito Jared e di quel
burlone
di Jensen.
E
in quel
momento Danneel, rimasta sola, potè approfittarne allungando
la mano verso il
suo obiettivo, gustandosi, finalmente, un dolcetto fatto in casa.
«
Cosa
diamine c’è,
adesso? »
Lo
spettacolo che la mora si trovò davanti era parecchio
esilarante: Jared era
malamente incastrato tra i fili delle luci colorate, le braccia inermi
e
caoticamente annodate, e un Jensen palesemente divertito, nascosto
dietro
l’albero con due palline ai suoi piedi, in frantumi.
Il
campanello suonò e Genevieve preferì andare ad
aprire piuttosto che commentare
i disastri di quei due.
«
Babbo
Natale è
arrivato! » Gen scoppiò
a ridere di gusto alle parole dell’amico Misha, travestito da
aiutante di Babbo
Natale, con in braccio il figlioletto West agghindato per
l’occasione di rosso,
con una barba finta sul musetto imbronciato.
«
Ecco
il mio
salvatore! » sbottò
Jared cercando inutilmente di districare i nodi e poter finalmente
liberare le
braccia dall’impedimento dei fili intrecciati, non facendo
altro che peggiorare
la situazione.
«
Cosa
state
combinando, si può sapere? » Misha rise divertito alla
vista dell’amico disperato e contrito, e di
un Jensen che si faceva beffe di lui.
«
Addobbiamo
l’albero! » rispose il biondo non
riuscendo più a trattenere lo scoppio di risa.
Misha
alzò gli occhi al cielo e mollò il figlio a
gironzolare per casa.
Inevitabilmente corse ad abbracciare le gambe fasciate dai jeans della
mamma,
Victoria.
«
Scommetto
che persino
West saprebbe fare di meglio » continuò Misha,
cominciando a rimboccarsi le maniche per
aiutare i due amici in difficoltà.
Così,
con
l’aiuto del volenteroso Misha Collins e lo zampino del
piccolo West, Jared
riuscì a liberarsi dall’impiccio dei fili e
sistemare l’albero come si deve,
ovviamente sotto lo sguardo scettico di Jensen e le sue battutine
sarcastiche.
Le
mogli,
impegnate in cucina, discutevano allegramente delle faccende dei loro
mariti
brontoloni, che non facevano che lamentarsi su quanto avessero fame. E,
a
quanto pareva, l’unico che avesse avuto il permesso di
sgranocchiare biscotti
era il piccolo West, seduto sulla lavastoviglie, il cappello rosso
calato sugli
occhi, la barba finita chissà dove e le labbra sporche di
cioccolato.
Più
di
una volta Jared cercò di trafugare uno o due biscotti, ma
senza risultato,
poiché i riflessi della moglie, quella sera, sembravano
essersi amplificati.
Genevieve aveva occhi dappertutto: aveva beccato Jensen con le mani ad
un passo
dalla meravigliosa crostata, Misha sui biscotti allo zenzero e per due
volte
Jared su quelli al cioccolato. Ma non sembrava avere occhi per suo
marito che,
di tanto in tanto, cercava di strapparle qualche bacio romantico
proprio
sull’uscio della cucina dove, puntualmente, Jensen rimaneva
bloccato per minuti
a causa loro.
«
Sto
morendo di fame! » si lamentò per
l’ennesima
volta Jared, dondolandosi sulla sedia come un bimbo annoiato.
«
Sono
solo le nove! »
«
Mi
aggrego
all’appello di Jared, ahimè »
dovette ammettere Jensen, e subito dopo il suo stomaco
brontolò « Non
resisterò tanto a lungo »
«
Io
ho rubato mezzo
biscotto a West » si
pavoneggiò Misha con un sorrisetto sornione e fu fulminato,
in men che non si
dica, dalla moglie.
«
Cosa
avresti fatto? » incalzò lei « A
proposito, dov’è
finito West? »
Inevitabilmente
lo sguardo della donna si posò su quello del marito che
alzò le mani,
innocente. Genevieve si alzò in piedi, allarmata,
cominciando a chiamare il
piccolo West a gran voce. In fondo, la casa era parecchio grande,
sarebbe
potuto finire in qualsiasi meandro a sua disposizione, e conoscendo il
figlio
di Misha, non era il tipo da farsi intimorire dall’estensione
di una casa.
«
Pensavo
fosse con te!
» continuò
Victoria
accusando il marito, che non sembrava per nulla preoccupato.
«
Ma
dove vuoi che sia
andato? Sarà da qualche parte al piano di sopra »
«
Ne
dubito, avrà
seguito l’odore dei biscotti »
ipotizzò Jared.
In
quel momento Genevieve fece capolino in salotto «
Ho
controllato, in cucina non c’è »
«
E nemmeno in bagno »
annunciò Jensen.
«
Hai
appena
controllato in bagno? »
gli chiese l’amico Jared.
«
Sì
»
«
Ma
sei idiota? Pensi
che un bambino si nasconda al cesso? A giocare con la carta igienica e
i
tampax, magari! »
«
Ragazzi,
smettetela.
Non è il momento di litigare »
proruppe Victoria in tono greve, evidentemente
preoccupata per il figlio « Andrò
a controllare al piano superiore »
Danneel
e
Gen si affiancarono alla mora « Ti
accompagniamo! »
Jared,
Jensen e Misha si precipitarono nelle camere da letto e al secondo
bagno, sotto
consiglio del biondo, mentre Danneel, Genevieve e Victoria salirono al
piano
superiore, perlustrando le stanze una per una.
«
Trovato?
» chiese Jensen raggiungendo
le donne.
«
No »
rispose Victoria, scuotendo
il capo « West,
smettila di giocare, vieni fuori o niente biscotti per tutta la sera!
Mi hai
sentito? West! »
«
Victoria!
» urlò Danneel
dalla camera da
letto di Jared e Gen « Credo
di averlo trovato »
Tutti
si precipitarono
di corsa nella stanza, trovando la rossa accovacciata sul pavimento ad
ammirare
la grande cabina armadio dei Padalecki. La porta era aperta e il
piccolo West
indossava una scarpa da ginnastica, vistosamente più grande
della sua taglia,
sul piede sinistro mentre sul piede destro portava uno stivale maschile
che gli
aveva coperto l’intera gamba e parte del ventre. Sulla testa,
il cappello rosso
e bianco ancora sugli occhi, faceva compagnia ad un paio di occhiali da
sole di
Jared e sulle mani teneva stretto un enorme biscotto al cioccolato,
mordicchiato ai lati.
Jensen
scoppiò a ridere e Victoria si precipitò sul
figlio spogliandolo degli abiti
enormi per quel piccolo dagli occhi azzurri.
«
Ho
sempre sospettato
che avesse una passione per la moda! » sbottò Misha
facendo ridere tutti a crepapelle. Il
piccolo West ridacchiò divertito mordendo goloso il biscotto
e sporcandosi
maggiormente di cioccolato. La mamma lo prese in braccio e tutti quanti
ritornarono in salotto, pronti e famelici per affrontare uno squisito
cenone di
Natale.
«
Si
mangiaaaa! » cantilenò il
moro
trascinando il figlioletto sulle spalle e facendolo divertire.
Danneel
e
Victoria diedero una mano all’ingravida ma operosa Genevieve,
servendo la cena
sul lungo tavolo in fondo alla stanza, decorato di rosso, oro e
argento, con un
centrotavola meravigliosamente luccicante per via delle luci istallate
al suo
interno.
«
Buon
appetito e buon
Natale! » augurò la mora
sorseggiando lo champagne a piccoli sorsi e, successivamente baciando
con
passione il suo uomo al suo fianco.
Jensen
si
gettò, letteralmente, sul cibo, affamato com’era e
lo stesso fece Jared quasi
tra i due ci fosse un’intensa competizione. Genevieve scosse
la testa,
sorridendo.
«
‘n
Natale! » cinguettò il
piccolo West e
tutti quanti risero. Misha gli baciò una guancia
sistemandogli il cappello
rosso sulla testa e aiutandolo a sgranocchiare un pezzo di crostata
alla
ciliegia.
«
E
se cantassimo
qualcosa? » propose
Jared con una strana luce negli occhi.
Jensen
non risparmiò un sorrisetto sarcastico «
Tu
è meglio se non canti ».
«
Che
vorresti
insinuare? »
«
Che
è meglio non far
piangere West a causa tua! »
«
Vuoi
dire che sono
stonato? »
«
Chi,
tu?
Assolutamente no, sei il nuovo Barry White! »
Jared
si
alzò offeso, cercando di scaraventare un biscotto in
direzione del biondo, che
riuscì perfettamente a schivarlo nascondendosi sotto al
tavolo, facendo ridere
West.
«
Ragazzi,
siete
incorreggibili! »
commentò Misha non riuscendo a trattenere le risate «
Dovreste girare un film comico! »
«
Misha!
» lo rimproverò
la moglie,
dandogli un colpetto sul braccio «
Non
dargli corda! »
«
Ti
conviene scappare,
finchè sei in tempo! »
Jared fulminò Jensen con lo sguardo, e
quest’ultimo cominciò a correre attorno
al tavolo fingendo di essere terrorizzato. West cominciò a
ridere a crepapelle
e la sua risata cristallina contagiò il padre e
così anche le mogli. E la cena
sembrò finire così com’era iniziata.
Danneel e Genevieve iniziarono una lotta
all’ultimo biscotto, e la mora trangugiò
più di venti biscotti in pochi minuti.
La rossa la guardò scioccata e lei si giustificò
indicandole la pancia e dando
la colpa alle sue insaziabili voglie. Misha si dedicò
completamente al figlio
insegnandogli delle filastrocche natalizie completamente inventate e
prive di
senso che, comunque, lo fecero ridere. E Jared e Jensen passarono la
serata a
rincorrersi come due mocciosi con il moccolo al naso, apostrofandosi e
strillando battute a più non posso. Jared più di
una volta inciampò e cadde
suscitando l’ilarità dell’amico, e il
biondo intonò Jingle Bell Rock correndo
per casa, saltellando.
Nessun
Natale sarebbe stato più felice se loro non fossero stati
insieme, così vicini,
così uniti, così amici.
«
Continua
a scappare, ma sappi che
ti prenderò prima o poi!
»
«
Io
sono qui, che aspetti? »
«
Dannazione.
Se ti prendo mi offri
il pranzo per un mese! »
«
Blablabla,
sei troppo lento! Hai
delle gambe lunghe un chilometro e non riesci a prendermi? Mi fai
ridere! »
«
Sei
invidioso delle mie gambe,
ammettilo »
«
Continua
a sognare! »
«
Ti
ho preso, ah-ah! »
«
Ti
voglio bene, Jared Padalecki »
«
Forse
ti
voglio bene
anch’io, Jensen Ackles »