- Ehi, è troppo buio qui - esclamò improvvisamente Kurogane estraendo Ginryu con un gesto fluido. Al suo fianco Fay si affrettò ad agitare una mano creando un piccolo globo di luce azzurra, quanto bastava per rischiarare le pareti della grotta dove si erano rifugiati per sfuggire alla tormenta di neve che continuava ad infuriare da ore su quelle montagne deserte.
Lo spettacolo che si offrì ai loro occhi fece aprire la bocca a Shaoran come un bambino. Tutto l'interno della grotta era ricoperto di ghiaccio scintillante, dal soffitto pendevano lunghe stalagmiti azzurrine che si andavano ad unire a grosse stalattiti che si alzavano dal suolo. Nel mezzo, una piccola pozza di acqua perfettamente cristallina rifletteva ora la tenue luce del mago scomponendola in migliaia di frammenti accecanti. A parte il suono delle loro voci e dei loro passi il silenzio era perfetto.
Si misero nell'angolo più lontano dall'acqua, ad aspettare che la neve decidesse di smettere di cadere o almeno che l'infuriare del vento si placasse. Restarono così a lungo, senza dire niente, finché dal silenzio parve nascere un lieve rumore regolare, come di gocce che cadessero nella pozza. Fay spostò di poco la luce, ma non videro nulla. Era tutto immobile come quando erano entrati. Lo sgocciolio però continuava, anzi, sembrava amplificarsi, diventare sempre più nitido e scandire con precisione il tempo, sembrava dilatarsi e zittire persino il ringhio del vento di fuori.
- Usciamo - cominciò a dire Fay, con un tono improvvisamente serio.
- Perché… - cominciò a chiedere Shaoran, ma non riuscì nemmeno a finire la parola. La pozza d'acqua esplose improvvisamente di luce, una luce accecante che impediva di capire cosa stesse succedendo.  Poi la luce parve raggrumarsi in una figura fluttuante che si voltò verso di loro e sorrise.
 
Lunghi capelli neri che ricadevano come una cascata d'ombra. Bianco candido il kimono rituale cinto di rosso scarlatto, i sacri rami nelle mani morbide come piume.
- Sei qui Yoo? Sei proprio tu? E' così tanto tempo che ti aspetto… Sei diventato grande e forte. Vieni, anche tuo padre vuole vederti.
La figura bianca tese una mano, sorrise, sorrise, sorrise...
Kurogane impallidì,la sua mano si fece molle sull'elsa di Ginryu che scivolò a terra con uno stridore assordante.
 
Lunghi capelli candidi  sparpagliati davanti al viso.. Grigia la veste stracciata dagli stenti, ma gli occhi erano più luminosi del cielo. Solo un sussurro: - Yui?
Sorriso, sorriso, sorriso… - Guardami Yui, sono tornato! Non era questo il tuo desiderio? Sono qui!
Fay apre la bocca per gridare, ma non gli esce alcun suono. Solo sente con un bruciore insopportabile il suo cuore fermarsi.
 
Corti capelli biondi arricciati in morbide onde. Sorriso di bambina felice, voce trillante di campanelli: - Siete tornati! Come sono contenta! Venite, dobbiamo festeggiare!
Shaoran allunga una mano verso quella di lei, vuole toccarla, sentirla di nuovo. E' così tanto tempo che sono in viaggio, gli manca così tanto…
 
L'urlo arriva inaspettato, arriva facendo tremare le pareti della grotta, graffiando come metallo spaccato, la pozza si riempie di sangue, la bocca ridente si contorce, gli occhi prendono fuoco, la luce si dissolve. Ecco ritorna il buio. Fuori si sente ancora il verso da gufo della tempesta.
Fay, con un gemito, si rialza. A fatica riaccende la sua piccola sfera luminosa. Shaoran è caduto accanto a lui, ma non sembra essersi fatto male. Kurogane invece è inginocchiato, immobile, sull'orlo della pozza. Nella mano stringe Ginryu e sembra che l'abbia immersa a trafiggere l'acqua. - Un'illusione - dice - era solo un'illusione.
Il mago gli mette una mano sulla spalla e si accorge che trema.
- Era solo un'illusione - ripete. Quando alza il viso, Fay vede, incredulo, che ha gli occhi pieni di lacrime.
Questo lo sconvolge più di tutto, perché lui non piange mai, non lo ha mai visto, né per il dolore né per la paura, mai. Anche se dura solo un attimo e poi si rialza e i suoi occhi tornano ad essere feroci e taglienti come sempre, quel bagliore di lacrime gli fa male più dei suoi stessi ricordi.
 
- Guardate - dice Shaoran che forse, per fortuna, non si è accorto di nulla. - Dentro l'acqua.
Sul fondo della pozza un luccicare d'argento, collane, bracciali, anelli… un biancheggiare di ossa. Lievi ciocche fluttuanti, brandelli di un abito ricamato… catene.
Fay sembra scrutare tutto con disgusto. Resta a lungo in silenzio, a guardare le piccole ossa, la disposizione degli oggetti. - L'hanno sacrificata - dice alla fine con un sussurro. - L'hanno offerta alla montagna. Era una bambina.
Rimangono per un po' in silenzio senza muoversi. Il grido di quel piccolo spirito senza pace gli risuona ancora nelle orecchie.
Alla fine Fay pronuncia un incantesimo, è lungo e mormorante come acqua. Col suo ultimo gesto otto fiammelle azzurre si accendono sulla pozza, mandando i loro bagliori tutto attorno.
- Ecco. Questi fuochi veglieranno su di te finché il tuo spirito non troverà la pace. Non dovrai più avere paura del buio.
Tutti e tre chinano il capo mormorando una preghiera, ciascuno a suo modo. Poi si riavvolgono nei mantelli e si riaffacciano fuori. Il vento è cessato e anche la neve ha smesso di cadere. Un mondo di puro ghiaccio si apre davanti a loro. Nel cielo finalmente sgombro si è alzata la luna.