-Bryce! Bryce Larkin, ti odio!
-Chuck Bartowski... passami quel filo!
Sbuffo e afferro uno a caso dei sette cavetti+uno che sono aggrovigliati sul tappeto.
-Ragazzi! Non vi sembra poco consono...
-ZITTO PERKINS!
Su una cosa almeno siamo d'accordo.
-Ragazzi, Perkins ha ragione: siamo alla Stanford!
-Infatti!- ringhio io -Ed è inammissibile che due studenti della Stanford, due studenti che si stanno per laureare in ingegneria informatica, non siano capaci di montare una Play Station!
Bryce borbotta qualcosa inerente ad un libretto delle istruzioni andato perduto e afferra un altro cavetto a caso.
-Aspetta... quello rosso dovrebbe andare lì!- lo blocco.
-No, lì!- mi blocca.
-Ragazzi, va nel buco a destra.- ci informa Jill in tono piatto.
-Che ne sai?
Siamo d'accordo anche su questo.
-Il buco è rosso come il cavetto, non ci vuole una laurea in ingegneria informatica!
-Ehi!- scatta Bryce -Hai qualcosa da ridire contro gli ingegneri informatici?
-Ho qualcosa da ridire contro di voi!
E' fatta. La Play resterà per sempre così: un groviglio informe di cavi e fili elettrici in attesa della fine del litigio tra Bryce e Jill.
Ovvero in attesa infinita.
Un po' come gli operatori telefonici.
Prendo un cavetto: è blu. Cerco un buco blu: è lì, dietro la Play.
Forse Jill aveva ragione, non è così complicato... prendo un altro cavo: blu anche quello.
Forse aveva ragione Bryce, è davvero complicato.
-Bryce Larkin: smettila di minacciarmi con la centrifuga per i cromosomi!
-E tu non mi sventolare in faccia il bisturi dell'aula di biologia!
O forse avevo ragione io: meglio lasciar perdere...