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Autore: Ptolemaios    09/12/2011    3 recensioni
La mia prima fanfic horror. Siate clementi ^^
Neil è un giovane in carriera, che vive ad Atlanta. Da tempo manca dalla
casa in cui è cresciuto, in campagna. Ma quando dovrà tornarci in occasione
di una tragedia, ricorderà poco a poco i motivi per cui da quella casa, è scappato.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di certo non immaginava che sarebbe dovuto tornare per quello. Sì, i suoi genitori erano anziani, ma stavano bene. Sicuramente non avrebbe mai pensato che sarebbe successa una cosa del genere. Neil non era mai stato a molti funerali nella sua vita, ma quello che ricordava meglio erano i visi cupi, i fiumi di lacrime, magari aiutati dal collirio. Beh, in ogni buon funerale che si rispetti ci devono essere i parenti pronti ad avventarsi sul patrimonio del defunto. Altrimenti che scopo hanno le feste dopo la cerimonia funebre? Neil aveva cercato il più possibile di non pensarci a un’eventualità del genere. Di allontanarla dalla propria mente fino a quando non ci si sarebbe dovuto scontrare. E, per quanto lui non lo volesse, quel giorno era arrivato.

Morti entrambi, all’apparenza senza alcuna causa particolare. L’esame del medico legale avrebbe poi rivelato che la causa della morte era stata un arresto cardiaco, ma c’era comunque qualcosa di strano. Almeno secondo Neil.
Possibile che fossero morti tutti e due nel medesimo giorno? Quasi allo stesso momento? Oltre a Neil anche la polizia aveva sospettato qualcosa. Ma le indagini condotte non avevano portato a niente. “Morte naturale” così recitava il referto finale. Sta di fatto che caso o non caso, Neil era in viaggio verso Palmetto, la città dove avevano vissuto i suoi genitori. La città dove era cresciuto. La città dalla quale era scappato.

Se qualcuno gli chiedeva come mai dalla calma della campagna si era trasferito nel caos di Atlanta, Neil rispondeva con un semplice “Non succede mai niente laggiù”. Almeno, quella era la scusa ufficiale. La verità non l’aveva mai detta a nessuno, nemmeno al suo psicanalista da 500 dollari l’ora. Bè, dopotutto fare il caporedattore per l’Atlanta Voice, rendeva abbastanza. E lui di problemi ne aveva fin troppi da sviscerare. Un lavoro che lo soddisfa ma una vita che lo distrugge. Una combinazione perfetta. Single, ma non per scelta. E quando la scelta non è tua, non è tanto divertente.

La verità era che cercava di pensare a qualsiasi altra cosa tranne che al funerale imminente. Fin i suoi problemi andavano bene, pur di non pensare a quello. Anche se ormai, quasi senza rendersene conto, aveva già attraversato Fairburn. Il che voleva dire che mancava poco meno di un quarto d’ora per Palmetto. Cazzo, se c’era un motivo per cui odiava la campagna, era perché sembrava tutto morto. Potevi girare lo sguardo dove volevi, sembrava di stare nelle cittadine di campagna di “The Walking Dead”. Zombie esclusi, ovviamente. Era tutto uguale. Case tutte uguali, vie tutte uguali, anche le macchine parcheggiate fuori a momenti erano tutte uguali. Uno dei motivi per cui era scappato da lì, no?

Sbagliato.

Mentiva solamente a se stesso in quel modo. Era scappato da altro. Molto altro.
"Eccoci arrivati… Dio che schifo di posto. Mi mancano già i clacson nel traffico…"
Un’altra bugia anche quella? Al momento non aveva molta voglia di chiederselo. La strada principale del paese non era molto lunga, e casa dei suoi genitori era in una delle ultime traverse. Aspettava di trovarsi diverse persone sulla strada per casa dei suoi. Ma non c’era nessuno. E la cosa era piuttosto strana.

Era per caso arrivato in un’ora di fiacca? Era pieno pomeriggio…

Eccolo arrivato, finalmente. La traversa era anch’essa deserta, con qualche macchina parcheggiata qui e la. Neil posteggiò l'auto e guardò l’orologio.
"Ecco perché non c’è nessuno, sono in anticipo di un’ora. Tanto vale entrare in casa…"
L’atmosfera spettrale rimaneva comunque, anticipo o no. E non aveva molta voglia di rimanere fuori al sole. Prese le chiavi di casa dalla tasca (Le aveva sempre tenute a casa ad Atlanta, in caso di bisogno. Ma quando le riprese quella mattina prima di partire, erano così impolverate che per poco non starnutì) e si avviò verso la porta.
Un tale silenzio c’era nell’aria. Neil era molto stranito da tutta questa calma, tanto che si guardò dietro le spalle un paio di volte, come a cercare qualcuno che gli facesse compagnia.
Le chiavi scattarono nella serratura e Neil rimise piede in quella casa. Come a conferma dell’atmosfera generale del paese, anche in casa non c’era nessuno. O forse sì?

"C’è qualcuno? Sono Neil, il figlio di Andrew e Sheila! C’è nessuno?"
Nulla, nessuna voce in risposta.

Ma proprio mentre Neil stava per andare in salotto per mettersi comodo, qualcosa lo bloccò. Al piano di sopra, una porta sbatté fortissimo, preceduta da un cigolio.
Un cigolio che assomigliava più a una risata sommessa.

Qualcosa, aveva dato il benvenuto a Neil.

  
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