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Autore: reilin    09/12/2011    5 recensioni
Era tutto finito per davvero: la Spirale di Sangue era stata finalmente sconfitta una volta per tutte, e dopo tanti mesi di lotte durissime e dopo tante incolmabili perdite, finalmente i cercatori avevano potuto tirare un sospiro di sollievo e riposare.
Il vivace chiacchiericcio al piano inferiore risvegliò Zhalia dal sonno leggero nel quale era caduta solo qualche ora prima: emise un sospiro e si alzò svogliatamente dal letto che Sophie le aveva fatto preparare la sera precedente.

[Zhalia Moon centric][Sequel di Je bent mijn overvangbaar Bloem][Possibile presenza di Spoilers]
[Partecipante al TOHPP con il prompt 065.morte]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Paradise'
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fatal desire
I died in my dreams
reaching out for your hand
My fatal desire
The Rasmus – Funeral Song -


Mijn dodelijk Verlangen


Era tutto finito per davvero: la Spirale di Sangue era stata finalmente sconfitta una volta per tutte, e dopo tanti mesi di lotte durissime e dopo tante incolmabili perdite, finalmente i cercatori avevano potuto tirare un sospiro di sollievo e riposare.
Il  vivace chiacchiericcio al piano inferiore risvegliò Zhalia dal sonno leggero nel quale era caduta solo qualche ora prima: emise un sospiro e si alzò svogliatamente dal letto che Sophie le aveva fatto preparare la sera precedente. Da quando Dante se ne era andato, erano diventati tutti così iperprotettivi nei suoi confronti: Lok e Sophie cercavano di non lasciarla da sola nemmeno per un istante, mentre Metz aveva insistito affinché lei si facesse vedere dagli psicoterapeuti della Fondazione Huntik . Le avevano prescritto ogni sorta di antidepressivo, ma lei aveva sistematicamente finto di assumere quelle sostanze: non voleva stordirsi fino a dimenticare tutto, fino a non provare più dolore, perché era proprio quest’ultimo il suo unico legame con la realtà, l’unica cosa che ancora la faceva sentire viva.
Dal giorno in cui Dante l’aveva lasciata per sempre, la vita aveva smesso di assumere significato per Zhalia, tuttavia ciò che la faceva andare avanti era la profonda convinzione di dover proseguire la missione e sconfiggere il Traditore anche per lui, che aveva dato la propria esistenza per questo. Era questo il motivo per il quale, pur sentendosi morire dentro, aveva continuato a combattere insieme ai suoi compagni di squadra.
Ora finalmente aveva adempiuto alla sua missione ed era libera, pensava, mentre scendeva le scale della residenza Casterwill ed osservava di nascosto Sophie e Lok scherzare e scambiarsi tenere effusioni. Si morse con forza il labbro per trattenere le lacrime  che le bruciavano negli occhi per fuoriuscire: lei e Dante non avrebbero potuto mai più passare del tempo insieme, le sue braccia forti non l’avrebbero mai più stretta, non avrebbe mai più sentito il profumo della sua pelle…
Facendo attenzione a non fare rumore, la cercatrice uscì dal portone principale dell’abitazione e si incamminò a piedi lungo le calli di Venezia.
Dopo una decina di minuti, eccola giunta di fronte alla casa di Dante: il luogo che più di qualunque altro aveva considerato come casa, nel quale erano custoditi i suoi ricordi più cari. Era da quando si era infiltrata nella Spirale di Sangue che non vi metteva più piede, ed il cuore le batteva forte in petto mentre la chiave girava nella serratura dell’uscio: per lei era come fare un dolorosissimo quanto necessario salto nel passato. L’ampio salotto di casa Vale sembrava esser rimasto intatto, con i divani in pelle bianca e gli esotici soprammobili in bella vista: sfiorò con le dita il tavolinetto basso al centro della stanza e, osservando la polvere che si era depositata sulle sue mani, si ritrovò a piangere pensando a quanto tempo era trascorso dall’ultima volta che il padrone di casa era stato lì, domandandosi cosa poteva aver fatto Dante, cosa poteva aver pensato e rammaricandosi di non essere stata accanto a lui. Si sedette nel posto che il cercatore dai capelli rossi occupava di solito e, nascondendosi il viso fra le mani, si concesse alcuni minuti di sfogo: i gemiti ed i singhiozzi della ragazza risuonavano malinconicamente nella casa vuota, aumentando il suo senso di vuoto e la sua disperazione.
Dopo aver ripreso un po’ il controllo di se stessa, Zhalia salì al piano superiore, dirigendosi nella stanza di Dante: aprì l’armadio del cercatore ed un flebile sorriso animò le sue labbra quando si trovò davanti ad un’infinità di trench gialli tutti uguali, il segno distintivo del suo perduto amore. Prese un impermeabile e lo indossò, stringendolo forte attorno al suo corpo: su quell’indumento si poteva ancora sentire il profumo di Dante: quell’odore così buono che le faceva perdere la testa ogni volta che lui le era vicino e le faceva battere il cuore come se fosse una liceale.
Prima di richiudere il portone di casa alle sue spalle, la giovane donna lanciò un’ultima intensa occhiata all’interno di quella abitazione, poi scese in strada e prese un taxi, diretta verso l’aeroporto.

Poche ore dopo Zhalia camminava per le strade affollate del centro di Rotterdam, la sua città natale: là dove tutto era cominciato, tutto avrebbe avuto fine. Il vento gelido le sferzava la faccia e le scompigliava i capelli: lei si stringeva più forte nell’impermeabile di Dante e continuava ad avanzare senza una meta precisa. Si fermò un attimo davanti alla vetrina di un negozio e rimase stupita dalla figura che lo specchio rifletteva: una donna dal viso scavato e pallido, gli occhi arrossati ed i capelli scuri scarmigliati, che avvolgeva il suo corpo magrissimo in un trench giallo che le andava enorme.
Certo, che era ridotta ad uno schifo, si disse ironicamente: ora capiva perché tutti le rivolgevano quegli sguardi preoccupati e le imponevano di recarsi dallo strizzacervelli!
Continuò a camminare senza veramente preoccuparsi di dove era diretta fino a che non si fece sera, incurante delle persone che la guardavano storto, incurante della pioggia che lentamente aveva iniziato a scendere dal cielo: solo quando le sue gambe incominciarono ad accusare i primi segni della stanchezza, Zhalia prese una stanza in un piccolo albergo del centro.
Il suo alloggio era costituito da una piccola camera da letto con vista sul porto di Rotterdam: di notte, era uno scenario davvero suggestivo, dovette ammettere la ragazza.
Si sedette stancamente sul letto e, sospirando, pensò che avrebbe davvero voluto fare una bella dormita, solo che ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva il corpo di Dante freddo ed immobile in quella bara. Tirò fuori dalla sua borsa un flacone con i sonniferi che le erano stati prescritti e si disse che per  una volta avrebbe anche potuto prenderne uno, così si riempì un bicchiere d’acqua e poi, con un sorso, mandò giù una pillola. Beh, non era stato difficile, ma forse una sola compressa era troppo  poco, così ne prese un’altra, ed un’altra ancora, fino a vuotare l’intero contenitore.
Sapeva cosa sarebbe successo ora: al torpore che già stava avvolgendo le sue membra, sarebbe subentrata una sonnolenza sempre più pesante; i battiti del suo cuore ed i suoi respiri sarebbero rallentati sempre più fino a che il suo non sarebbe diventato un sonno eterno.
Zhalia Moon non si era mai posta domande su cosa accadesse dopo la morte, ora però, mentre la sua coscienza si assopiva lentamente, si ritrovava a sperare con tutte le sue forze che ci fosse Dante a risvegliarla dal suo sonno mortale.

When she was just a girl,
She expected the world,
But it flew away from her reach,
And bullets catch in her teeth.
Life goes on,
It gets so heavy,
The wheel breaks the butterfly.
Every tear, a waterfall.
In the night, the stormy night,
She closed her eyes.
In the night, the stormy night,
Away she flied.

Paradise - Coldplay




Questa storia partecipa al The One Hundred Prompt Challenge con il prompt 065.morte.

The One Hundred Prompt Project




♠ reilin's corner ♥
Come chiesto da alcuni di voi, alla fine ho deciso di scrivere il sequel della DeathFic "Je bent mijn overvanbaar Bloem": un'altra Deathfic su Zhalia Moon. Sì perchè io non riesco a concepire la vita di Zhalia senza Dante. Io credo che lei si comporterebbe proprio così: porterebbe a termine la missione nella quale il suo amore ha perso la vita e poi cercherebbe di ricongiungersi a lui in qualche modo.
Il titolo della fanfiction è in olandese èd è traducibile come "Il mio desiderio fatale".
Ecco, mi sa che riprendere in mano i tankoubon di Versailles no Bara  non mi ha fatto bene, visto che non faccio altro che scrivere storie tristi! Prometto solennemente che la prossima fic che scriverò sarà almeno una lime a rating arancione! >.<
E mentre, come molte di voi, aspetto la puntata di Huntik di domenica nella quale assisteremo alla dipartita di Mr.Vale, vi saluto e ringrazio chiunque leggerà, recensirà, aggiungerà la storia ai preferiti o seguiti!

   
 
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