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Autore: Jane41258    09/12/2011    2 recensioni
Fanfiction scritta per l'iniziativa Give Black on Christmas day
Prompt: paese addobbato
Tradizione natalizia: Messico
Frase: "Non è il Natale l'unica occasione in cui ci si ubriaca per amore dei bambini?"
In onore dell'Allenza Foglia-Sabbia le autorità di Suna invitano una delegazione di Konoha a festeggiare il primo giorno delle festività natalizie secondo la tradizione di Suna, il 16 dicembre.
Shikatema.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari, Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
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NdA: Yes it sucks.
Ma che ci volete fare XD? Sotto scadenza tendo a fare schifo. L'ho scritta in treno in due ore :S e non l'ho ricontrollata. E poi non sono portata per l'het, no no. A rating verde poi O_O
Licenze poetiche: -Solo per questa storia Suna si trova a molti gradi di latidutine da Konoha
-Sì nel mondo di Naruto c'è il Cristianesimo. Non mi chiedete come XD, tanto è solo per questa fanfiction :) Al max fate
jhhhhhhhhhhhhhhhconto che non è il Giappone Feudale, ma il futuro remoto.




E’ ancora il tredici dicembre, ma Konoha è già vestita a festa per il Natale. Le strade sono illuminate da luci elaborate in composizioni a tema, che raffigurano renne, slitte e Babbi Natale infagottati nei loro vestiti rossi di lana, montagne ricoperte di neve, madonne in viaggio, comete sfavillanti, grotte e arabeschi di fantasia; le ringhiere sono avvolte da ghirlande di pungitopo, sui battenti delle case brillano insegne augurali; i negozi sono stracolmi di gente che sfidavano il freddo per comprare i regali, ma nonostante ci siano da fare lunghe file le persone non si attaccano o cercano di fregarsi come il resto dell’anno, ma si salutano con le guance rosseggianti di affetto sincero, quasi felici di aspettare la fila insieme. E’ la magia più grande del Natale: benché porti tanto freddo per le strade e i boschi, scalda il cuore delle persone.

“Ino-pig!”
Sakura molla una busta piena di pacchi nella mano sinistra di Naruto e saluta Ino con allegria.                        
Il negozio sembra una piccola bomboniè, agghindata con palle dorate, polvere argentata e milioni di ghirlande verdi spruzzate di neve finta. In ogni angolo c’è un alberello di Natale ricoperto di dolcetti  e neve finta e dagli scaffali risuonano tantissimi carillon con le loro dolci canzoni di Natale.
“Fronte Spaziosa, come stai?”
Ino si fa’ largo tra la gente con un sorriso minaccioso che ha ben poco di natalizio e raggiunge Sakura.
“Cosa fai qui?”
“Io?” risponde Sakura con fare misterioso “Oh nulla! Io sto comprando… regali… sì regali eheheh!”
“Anch’io sto comprando regali!” replica Ino fissando il soffitto.
“Regali?” s’intromette all’improvviso Naruto con un sorriso ingenuo.
“Sì certo!” conferma Sakura pestandogli un piede “Shikamaru-san, come va?”
Shikamaru agita le buste e sbuffa: “Sono terribilmente stanco”
“E ci credo!” rincara Naruto “Come ha fatto Ino a convincerti ad accompagnarla a fare shopping? Cioè… è strano, dattebayo!”
Shikamaru fa’ per parlare, ma Ino lo interrompe.
“Ma perché è un ragazzo generoso, così caro, ahah… allora la nostra fila è quasi risolta, noi andiamo, eh?”
“Sei generoso! Cioè per un… pigro come te…” conferma il biondo ammirato.
Ino si volta e si avvia verso il reparto mantelli.
Sakura la ferma afferrandole l’avambraccio.
“A chi devi regalare un mantello da viaggio, Ino-pig? Andate da qualche parte quest’anno?”
“Nooooooooo!” risponde Ino con un sorriso fintissimo “Ma cosa ti viene in mente?”
“Ino-chan, smettiamola con questa pagliacciata.”  Interviene Shikamaru con un tono annoiato “Su invito esplicito del Kazekage, Tsunade-sama quest’anno ha deciso di inviare una delegazione? Umh il termine non è dei più appropriati, comunque… una delegazione in rappresentanza di Konoha al Villaggio della Sabbia in occasione dell’inizio dei festeggiamenti di Natale. Io personalmente la vedo solo come un’immensa inutile seccatura, ma Tsunade-sama ha detto che simili occasioni mondane rinsaldano le alleanze e allora perché non ci va lei? Bah…”
Sakura trapassa Ino con uno sguardo accusatorio.
La bionda cerca di alleviare il senso di colpa per essere stata coinvolta in una missione diplomatica mentre Sakura ultimamente svolge solo lavori di bassa manovalanza, come aiutare i muratori nel restauro delle sale operatorie dell’ospedale distrutte durante la Guerra.
Questo è il primo Natale dopo la Guerra e nonostante il conflitto avesse portato tanta morte e distruzione, Konoha ha deciso lo stesso di vestirsi a festa.
“Sakura cara, non è come pensi, io…”
“Tsk” la zittì l’altra poggiandosi una mano su un fianco “I tuoi tentativi di scusarti sono patetici. Forse nessuno avrà sprecato tempo a dirtelo, ma io e Naruto facciamo parte della delegazione”
Ogni traccia di compassione sparisce dal volto della Yamanaka.
“Tsunade t’avrà coinvolto soltanto per pietà, Fronte Spaziosa. Ultimamente manco vai più in missione, impasti solo cemento! Impasta impasta, che la forza da maschio ce l’hai!”
“Vuoi insinuare che io non sia femminile?” ribatte Sakura sorpassando bruscamente una vecchietta.
“No, ma come? Tu sei ultra-femminile, soprattutto il petto… un vero esempio di femminilità!”
“Oh sì, tu avrai anche più tette di me, ma almeno a me non sono mosce!”
“Cosa?! Ti paiono tette mosce queste?!”
“Eh sì con quei reggiseni rinforzati che ti metti!”
“Meglio dei tuoi reggiseni imbottiti!”
Il commesso le guarda intensamente e si schiarisce la voce per attirare l’attenzione.
“Le signorine cosa vogliono?”
Sakura inizia ad elencare
“Dovrei pagare questi tre mantelli, questi vestiti di lana, due maglioni, scaldamuscoli, questo pantalone imbottito da uomo, mutande a gamba lunga, cazettoni, queste cinque sciarpe, cappelli, guanti, occhiali anti-neve, cappotti…”
Naruto scaricò sul bancone una tonnellata di capi d’abbigliamento.
“Vacanze al nord?”
“No, andiamo a Suna” risponde orgogliosamente Sakura, poi lancia un’occhiata al paesaggio innevato e rabbrividisce “Chissà quanto freddo patiremo durante il viaggio!”
Fuori nevica. La neve è il più bello degli addobbi, è l’addobbo della natura, l’addobbo che Dio ha donato agli uomini.  Ricopre i tetti delle case, le strade, le montagne, le inferriate di un manto bianco che rende tutto più puro e scintillante ed evoca un’atmosfera eterea, quasi angelica.
La neve è l’addobbo natalizio per eccezione.
“Ino” l’avverte Sakura andandosene “Credi di cavartela con un misero mantello a testa? Si gelerà quest’anno”
                                                                                                          ***
Temari si fa aria con un piccolo ventaglio, esatta riproduzione in miniatura del suo possente ventaglio da combattimento e alza gli occhi verso il cielo, esasperata.
È quasi un’ora che aspetta sotto il sole cocente l’arrivo della delegazione da Konoha, dei principi del cazzo. Lei è abituata al sole e al caldo, ma questo Natale è uno dei più caldi degli ultimi cento anni per il paese del vento.
“Dio mio” impreca sottovoce “Kankuro, mi passi dell’acqua?”
Kankuro la guarda male. “Ora ti permetti anche di fare l’insofferente? Sei tu che hai fatto questa stupidissima proposta di celebrare l’inizio dei festeggiamenti con quelli di Konoha”
Temari arrossisce, imbarazzata dall’assurda insinuazione del fratello.
“Io” si affretta a chiarire “Ho solo messo in luce che non è salutare per l’Alleanza incontrarsi solo quando ci sono problemi”
Kankuro ridacchia, si mette le mani in tasca, da le spalle alla sorella e si allontana, troncando il discorso.
Temari incrocia le braccia e lo fissa, cercando di farlo sentire a disagio.
“Smettetela”
La voce di Gaara è dolce e serafica, ma molto più autoritaria della loro, quasi minacciosa.
E’ una voce da kage, piena di carisma.
“Stanno arrivando” continua Gaara puntando lo sguardo sull’orizzonte.
“Fosse anche ora!” borbotta Kankuro, apparentemente di malumore.
Le sagome dei ninja di Konoha si delineano nell’atmosfera tremolante del deserto di Suna, si fanno sempre più nitide man mano che le figure si avvicinano.
Kankuro è stanco, irritato e assetato, avrebbe preferito restare a casa a far esperimenti con le sue marionette; Temari si sente a disagio senza un motivo preciso e rimpiange di non aver indossato qualcosa di più elegante, qualcosa di più adatto ad un occasione diplomatica; Gaara sorride ed è impaziente di vedere Naruto e di salutarlo: gli deve molto e non dimenticherà mai quello che il juink di Konoha ha fatto per lui ed gli è legato da un sincero e profondo affetto.
Non può corrergli incontro purtroppo, ma ha imparato ad aspettare.
Naruto si avvicina lentamente. Lui e i suoi compagni di Konoha sono infagottati in vestiti di lana, tute imbottite e mantelli da viaggio invernali.
La temperatura è di circa quaranta gradi all’ombra.
Il trio della sabbia ghigna divertito. Se loro hanno sofferto il caldo, quelli di Konoha devono essere fusi come un panetto di burro in pentola.
Il tanfo di sudore infatti raggiunge  Gaara prima della voce di Naruto.
Il biondo di Konoha si toglie un guanto di lana e porge la mano al Kazekage.
“Buon Natale, Gaara”
“Idiota, devi dire Gaara-sama” lo corregge Sakura pizzicandogli dolorosamente il fianco “Ci scusi, Kazekage-sama”
Gaara afferra saldamente la mano sudatissima di Naruto.
“Benvenuto a Suna, Naruto Uzumaki.”
Il Kazekage fissa per qualche secondo il sorriso  di Naruto e poi sorride a sua volta, in maniera spontanea e naturale, dolce.
Temari aspetta qualche secondo e poi interviene.
“Benvenuti a Suna, ninja di Konoha. In quanto ambasciatrice vi accompagnerò ai vostri alloggi e poi se lo desiderate vi farò fare un giro della città”
Cerca con lo sguardo Shikamaru Nara, ma Shikamaru sembra concentratissimo a guardare le nuvole che s’inseguono nel cielo azzurrissimo.
E’ Neji Hyuuga, il jonin della delegazione a rispondere.
“E’ un onore per noi”
                                                                                          ***
Shikamaru se ne sta in canottiera e boxer sul letto, sbuffa, guarda il soffitto, si gira verso la parete. Vorrebbe alzarsi e uscire a fare un giro, fosse anche per vedere com’era addobbata Suna per Natale, ma il problema è che non ha proprio voglia di alzarsi, di cercare qualcosa di decente da mettersi e di vestirsi.
“Tra cinque minuti” si promette, ma sa che tra cinque minuti non farà assolutamente nulla, perché è un’ora che rimanda di cinque minuti.
E’ spossato dal viaggio e dal caldo che ha patito durante il viaggio.
Se ne sta sul letto a fissare il bellissimo soffitto laminato d’oro.
Gaara in uno slancio di folle generosità gli aveva messo a disposizione più di venti alloggi, tutti nel palazzo del kazekage. Erano sicuramente sovrabbondanti siccome la “delegazione” era composta soltanto dal team Asuma, dal team 7 e dal team Gai.
Stuprando la propria volontà, Shikamaru si alza e raggiunge la finestra, guarda la città dall’alto.
Il suo sguardo si perde tra le file di palazzi color biscotto, tremolanti nell’aria afosa. La linea dell’orizzonte è malferma e il cielo celestissimo sembra quasi schiacciare il deserto.
Konoha a Natale è una bomboniera, accesa di mille luci, benedetta dalla neve, agghindata con ghirlande e sfere d’oro, Suna invece sembra quella di sempre, sabbiosa e opaca, dimentica del Natale.
Nessun addobbo la impreziosisce.
Shikamaru non odia Suna, per lui odiare richiede troppo sforzo emotivo, Shikamaru semplicemente disprezza quel villaggio così arido in confronto a Konoha.
Se ha deciso di smuovere le chiappe dalla bella e rigogliosa Konoha e affrontare tre giorni di viaggio nel deserto infagottato in abiti invernali non è certamente per andare a una stupida festa natalizia.
Shikamaru ha accettato di entrare nella delegazione soltanto per vedere lei, Temari della Sabbia. Temari è una vera seccatura, una ragazza più grande di lui, presuntuosa e mascolina, arida quanto il deserto in cui è cresciuta, ma Temari gli ha salvato la vita, è una delle poche persone che ammira sinceramente, è una delle sue amiche più strette e Shikamaru sarebbe pronto a dare la vita per lei.
Shikamaru vorrebbe passare più tempo con lei, ma la maledetta distanza tra i loro Villaggi lo costringe a vederla ogni sei mesi, se gli va bene.
Ora che è a Suna, lo shinobi vorrebbe cercare di passare con lei ogni attimo disponibile, ma non è sicuro che lei voglia vederlo con tutto ciò che ha da fare. Lei è un jonin, mica una pigra scansafatiche come lui.
Raggiunge con calma la sacca da viaggio e cerca il pacchetto delle sigarette.
Solo Ino tra tutti i suoi amici sa che lui non ha smesso di fumare dopo aver vendicato la morte di Asuma: non che lui sia dipendente dal tabacco, semplicemente non ha voglia di smettere.
Aspira una boccata di fumo, profondamente, lascia che la nicotina gli impregni bene gli alveoli polmonari, morde il filtro.
Dei  colpi secchi e forti risuonano  sulla porta di legno, rompendo la quiete della stanza in maniera quasi dolorosa.
Shikamaru spegne frettolosamente la sigaretta sul davanzale, si stringe il codino e va ad aprire la porta.
“Temari” l’accoglie seccamente.
Non è esattamente un colpo di scena, ma spesso ciò che accade è proprio ciò che è più prevedibile.
“Salve Crybaby”
Temari parla con sussiego, ma fa vagare gli occhi sul corpo del ragazzo, studiandone attentamente le forme.
“Finita la radiografia?” chiede lui nascondendo un lieve disagio dietro un tono nettamente sarcastico.
La jonin ignora il sarcasmo e sorride.
“Oh, scusa avrei dovuto dire ‘Salve Cryman’”
Ora Shikamaru è compiaciuto, ha colto il messaggio tra le righe, ma ben lungi dal mostrarsi trionfante -non è il suo stile- sorride appena e la lascia passare.
“A cosa devo l’onore della tua visita?”
La ragazza si siede sul letto, a suo agio. Sente l’odore di tabacco, vede i resti della sigaretta sul davanzale, sa che Shikamaru fuma ancora, ma non dice nulla.
Non è affar suo.
“Il programma per domani” spiega accavallando le gambe.
“Domani” ripete meccanicamente il ragazzo fissandola.
“Sì domani, Crybaby! Non ti sei informato sulle tradizioni natalizie di Suna prima di venire?”
“No”
“Va bene. Non ti sei nemmeno chiesto perchè vi abbiamo invitato proprio questo week end?”
“No”
“200 di QI completamente sprecati. Comunque devi sapere che a Suna i festeggiamenti natalizi iniziano il 16 dicembre con las posadas.”
“Nome straniero”
“Sì, non m’interrompere, come ti dicevo noi iniziamo il 16 e durante la settimana che va dal 16 al 24 dicembre si svolgono queste posadas. Uno gruppo di persone vestiti da re Magi portano in processione le statue di Giuseppe e Maria, oppure sono guidati da due ragazzi vestiti come Giuseppe e Maria, e vanno di casa in casa a chiedere ospitalità ricevendo esito negativo ogni volta. Solo una casa, detta posada, li accoglierà, offrirà loro da bere e da mangiare e allora si svolgerà il gioco della pinata, in cui un bambino bendato deve rompere una pentola di terracotta appesa ad una corda e stracolma di leccornie, dolci e frutta candita. La tradizione deriva dalla leggenda secondo la quale la Sacra Famiglia in fuga da Erode bussò a tante porte prima di trovare una famiglia di brave persone che la ospitasse”
Temari è seria mentre spiega le tradizioni del suo villaggio e Shikamaru non riesce a riderne anche se quelle tradizioni appaiono sciocche e ridicole ad un ateo come lui.
Shikamaru non crede in Dio, né in Gesù, lui crede soltanto alla Volontà del Fuoco che si trasmette tra le persone. Per lui il Dio dei Cristiani è meno credibile e reale di Jashin, il dio malvagio di Hidan e il Natale è soltanto una festa consumistica e si stupisce che una donna intelligente e pragmatica Temari abbia quelle credenze infantili e che in un Villaggio di guerrieri come Suna si festeggi il Natale in maniera tanto religiosa.
Anzi Shikamaru aveva dedotto dalla mancanza di qualsivoglia decorazione natalizia che nemmeno si festeggiasse il Natale a Suna.
“Che c’è?” gli chiede Temari leggermente irritata.
“No, niente” risponde il ragazzo “E’ solo che non credevo che voi festeggiaste il Natale, insomma manco avete addobbato il paese”
Temari arriccia le labbra piene e lo contraddice.
“Il paese è addobbato”
Shikamaru raggiunge la finestra e le fa un cenno con la mano, invitandola ad avvicinarsi.
“Guarda, non si vede niente” dice Shikamaru indicando l’ammasso di case color sabbia.
Temari guarda lui invece ed è perplessa: effettivamente non sa di cosa Shikamaru stia parlando.
Il ragazzo risponde brevemente, com’è nel suo stile, ma gli brillano gli occhi perchè sta parlando della sua Konoha.
“A Konoha è un po’ tutto distrutto dalla Guerra” spiega “Ma noi la stiamo vestendo a festa per Natale. Abbiamo montato delle luci un po’ dappertutto, luci colorate che rappresentano i più comuni simboli natalizi, stelle e tutta quella roba lì e inoltre è tutto imbiancato di neve. Quando guardi dall’alto, la vedi che brilla come un diamante, mentre se guardi dall’alto Suna vedi un mucchio di case di terracotta, quì non sembra proprio Natale.”
Temari non schiaffeggia il ragazzo come merita per aver offeso il suo villaggio.
Le piace che sia schietto, perchè lei è altrettanto schietta.
“Forse ‘dall’alto’ non è il miglior modo di guardare qualcosa” sussurra la ragazza stringendo le spalle.
Shikamaru la guarda perplesso, non capisce, è intelligente ma irrimediabilmente più immaturo di lei.
“Capirai domani sera, Shikamaru”
***
Temari è infastidita, spalanca gli occhi di scatto e arriccia la bocca.
“Se non stai ferma un secondo, non posso lavorare” la richiama Kankuro carcellando stizzosamente lo schizzo di eye-liner sulla palpebra “Guarda cosa mi hai fatto fare”
“Tsk” borbotta la kunoichi “E’ strano che sia mio fratello a truccare me, una ragazza”
“Sei tu ad essere strana, se un ragazzo sa usare cipria e ombretto meglio di te” rimbecca il ragazzo spennellando col fondotinda una macchia scura sulla fronte della sorella.
“Sei tu ad essere strano se sai usare cipria e ombretto, fratello. Se non ti conoscessi bene avrei scommesso sulla tua omosessualità”
“Ah-ah-ah, sei divertente come la sabbia nel boxer. Io mi trucco dall’età di nove anni, fa parte del mio outfit ninja. Se io sono gay perchè mi trucco, allora tu sei lesbica perchè non ti trucchi. Stronzate.”
Temari non lo asseconda mai, ma questa volta Kankuro ha palesemente ragione.
“Hai ragione da vendere, fratellino. Gli stereotipi sessuali sono stronzate”
Kankuro annuisce e socchiude gli occhi per concentrarsi, mentre le applica il mascara.
“Splendida, Temari, sei splendida. Guardati pure allo specchio, ora”
Lei accarezza la spalla del fratello e si volta verso lo specchio per guardarsi il viso: il lavoro di Kankuro è perfetto, la pelle è rosea e appare priva di imperfezioni ma naturale, gli occhi sono intensi, sottolineati dal kohl e illuminati dall’ombretto color oro, le labbra rosse e piene.
“Tieni, prendi il velo”
Temari afferra il velo e se lo posiziona sul capo e sulle spalle.
“Sei una Madonna bellissima” borbotta distrattamente Kankuro mentre si pettina e lancia sguardi di sfida allo specchio.
Temari guiderà il corteo principale alla ricerca della posada nelle vesti della Madonna, mentre Gaara li aspetterà alla posada. L’anno precedente fu Kankuro a interpretare Giuseppe, ma quest’anno per celebrare la solidità dell’Alleanza tra Foglia e Sabbia il ruolo di Giuseppe è stato assegnato a Shikamaru, ambasciatore ufficiale di Konoha.
Quando l’ha saputo Kankuro ha fatto il diavolo a quattro, lanciando accuse improbabili a Temari e a Gaara, come quelle di essersi alleati contro di lui e di trattarlo come un fratello di seconda scelta soltanto perchè era quello di mezzo.
Ora invece sembra sereno, sembra che non gli importi nulla di essere stato rimpiazzato da Shikamaru della Foglia.
“E’ pronto tuo marito?” si limita a dire con una bonaria ironia.
“Ah! Non mi spreco nemmeno a rispondere alle tue battute squallide” replica lei lisciandosi la tunica di lino rosa “Comunque si starà preparando, lo sa che deve fare Giuseppe, c’è scritto sul rotolo che gli ho lasciato”
“Ieri sei stata due ore su da lui e non avete nemmeno parlato del corteo?” chiede Kankuro incredulo, poi sorride malizioso “Ah, scusa ho capito!”
“Invece non hai capito proprio un cazzo” gli fa Temari con un sorriso di sufficienza “Abbiamo soltanto parlato”
“Uh e di cosa?”
“Di varie cose” risponde lei sinceramente, ma senza scendere nel dettaglio.
Kankuro srotola il papiro per controllare di aver indossato tutti gli accessori di scena.
“Ok avete solo parlato” dice distrattamente, senza alzare gli occhi “Ma avresti voluto fare altro”
“Cosa vuoi dire?” reagisce la ragazza bruscamente, stringendo all’improvviso la presa sulla spazzola.
“Non farmi scendere nei dettagli, sorella, poi mi sgridi perchè sono volgare” risponde lo shinobi “Comunque si vede che quel Nara della Foglia ti piace e parecchio anche”
Temari scuote la testa con energia, sicura di sé stessa. Se Shikamaru le piacesse in quel senso, lei lo saprebbe. Lei non ha mai considerato Shikamaru nella sua sfera sessuale, lui è troppo piccolo, abita troppo lontano, è fisicamente poco interessante e ha un carattere irritante e infantile.
Kankuro ha preso un abbaglio, sicuramente.
“Tu sei schizofrenico, fratellino” gli dice con un sorriso di scherno “Giochi troppo con le marionette, sei alienato dalla realtà”
“Sì sì certo” ridacchia il ragazzo “Continua a tirartela e vedi che te lo sfilano sotto gli occhi. Le ragazze di Konoha sono tutte belle, soprattutto l’amica bionda del Nara. Quella bionda è una vera strafiga, una donna con la D maiuscola e se non stai attenta ti frega alla grande”
Temari si siede e sogghigna sprezzante. Pensa che Shikamaru è troppo furbo per essere attratto da un’oca come la Yamanaka, al contrario di Kankuro che, ovviamente, si è lasciato incantare dalla frivola bellezza della bionda di Konoha.
“Dì la verità, Kankuro” gli dice divertita “Stai soltanto cercando un modo per agganciare la Yamanaka”
“Cosa?” reagisce lui fintamente offeso.
“Vuol dire che non la vuoi agganciare?” sogghigna la sorella.
“Certo che voglio aggarciarla, ovviamente. Sarei un gay se non volessi rimorchiare una tipa simile.” risponde lo shinobi “Ma so conquistare una ragazza da solo, non mi servono stupidi trucchetti. Comunque anche Gaara è convinto che ti piaccia il Nara e se ne è convinto Gaara allora è vero”
Temari si preoccupa, il suo viso s’adombra, punta gli occhi nel vuoto.
Se ne è covinto Gaara, allora la sua obiettività è messa in discussione, pensa amareggiata. Deve assolutamente mettere le cose in chiaro col Kazekage.
“Devo andare a controllare che quel pigraccio si stia preparando come si deve” dice improvvisamente nervosa “Ci vediamo dopo Kankuro”
“Si ciao, attenta a non sporcare il vestito. E torna quì dopo che devi finire di sistemare i capelli e il trucco.” la saluta lui con tono vago.
Temari non fa nemmeno caso alla battuta, esce e si richiude la porta alle spalle.
Deve assolutamente parlare con Gaara, ma prima dovrebbe veramente controllare che quel crybaby indolente non stia dormendo, così devia e sale le scale, diretta alla stanza di Shikamaru.
La porta non è chiusa a chiave, ma Temari preferisce bussare per non rischiare di beccarlo seminudo. Non è perchè le piace, sia chiaro, è solo per educazione.
Temari bussa e non riceve risposta, così bussa ancora. Busserà fin quando non le sarà aperto.
Al trentesimo colpo circa, vede la porta schiudersi. Shikamaru la guarda, stanco.
Non si sta assolutamente preparando per fare Giuseppe, anzi sembra appena svegliato.
Ha lo sguardo pesante, gli occhi semichiusi, la bocca deformata in una smorfia di disappunto. E indossa soltanto i boxer neri e una canottiera stropicciata dello stesso colore.
Temari non può evitare di guardare in basso, alle gambe nude.
Sono perfette, muscolose, ricoperte da una peluria nera decisamente non folta, ma neppure rada, da uomo.
La canottiera gli aderisce perfettamente alle spalle squadrate, ai pettorali ben sviluppati e agli addominali definiti, visibili persino attraverso la stoffa nera, e lascia scoperte le braccia muscolose, allenate per il lancio dei kunai.
Temari non può fare a meno di notarlo e non può fare a meno di notare quanto il nero doni ad una carnagione scura come quella di Shikamaru e quanto anche i boxer siano molto, troppo, aderenti.
Si rende perfettamente conto di ciò che sta succedendo, di come sta guardando Shikamaru, ma attribuisce tutta la colpa alla farneticazioni fantasione di Kankuro che l’hanno suggestionata.
Si tratta unicamente di suggestione, niente che non si possa controllare e reprimere con facilità, è solo suggestione.
“Che cazzo vuoi?” l’apostrofosa Shikamaru con tutta la maleducazione di qualcuno che è stato appena strappato dalle braccia di Morfeo.
Lei s’indispone lievemente per la cafonaggine dello shinobi e gli risponde con freddezza.
“Perchè non sei ancora pronto?”
“Pronto per cosa?”
“Hai letto il rotolo, vero?”
Il tono di Temari è minaccioso e Shikamaru sorride colpevole e si gratta la nuca.
“No, l’ho dimenticato. Comunque perchè sei vestita in maniera così ridicola?”
“Ridicolo ci sarai tu, stupido poppante. Comunque...” borbotta lei irritata “devi vestirti da Giuseppe, perchè in quanto ambasciatore del Villaggio ospite sarai alla testa del corteo”
“Uh fantastico” commenta lui scegliendo un tono spiccatamente sarcastico “Che seccatura.”
***
Shikamaru si guarda attorno, quasi ammirato.
E’ alla testa di un corteo e già questo gli sembra incredibile, perchè lui non è mai stato un leader, nè un intrattenitore di folle.
E tutti lo stanno guardando.
Anche Shikamaru guarda a sé stesso, indossa una tunica di seta verde smeraldo e un mantello di pura lana di cammello, ai piedi ha calzari costosi e nella mano destra stringe un bastone d’oro.
Shikamaru dubita che Giuseppe abbia mai indossato abiti tanto ricercati e costosi, sembra piuttosto un Re.
E Temari accanto a lui sembra davvero una regina, splendida nella sua tunica di lino rosa, avvolta nel velo bianco.
Ha un’aspetto candido e verginale, riflette Shikamaru, accentuato dal trucco dalla tinte rosee. I capelli le sono stati arricciati, ma solo qualche ciocca sfugge al velo e le scende lungo il viso.
Temari è bellissima  e lui la guarda e sente uno strano sfarfallio nello stomaco e la testa alleggerirsi.
E’ talmente bella che Shikamaru all’improvviso desidera baciarla solo per l’atto fine a sé stesso, solo per sfiorarle le labbra così soffici all’apparenza con le proprie e passare tra le dita il ricciolo biondo, solo per toccare con mano quel viso così bello da sembrare etereo.
Ma si guarda bene dall’esprimere tali sentimenti, preferisce sdrammatizzare sputando critiche scocciate.
“La roba che abbiamo addobbo costa più di quella casa lì secondo me”
dice indicando un bel palazzo residenziale “Non è realistico se dobbiamo interpretare la Sacra Famiglia, loro erano poveri.”
“Crybaby, la ricchezza delle nostre vesti rappresenta simbolicamente l’importanza che ebbero San Giuseppe e la Vergine Maria. Ricorda che stiamo parlando sempre dei genitori di un Re” gli spiega Temari sottovoce.
“E dove sarebbe questo Re? Avete affittato un neonato?” ribatte lui insolente.
“Sì sarà un neonato figlio di schiavi, perchè Gesù si è incarnato in un uomo umile ed è diventato servo dei servi”
Shikamaru trova ridicolo che si usino diverse chiavi d’interpretazione, ma non ha assolutamente voglia di litigare così non ribatte e rivolge l’attenzione al corteo alle sue spalle.
Sono una decina di persone, probabilmente quasi tutte appartenenti all’alta nobiltà di Suna. Riconosce un paio del Consiglio in tuniche in fibra d’oro, ingioiellati in smeraldi e rubini, forse per rappresentare uno dei Re Magi, e Baki-sensei, dignitosamente vestito da pastore, in cotone spesso e marrone.  Kankuro è vicinissimo a Temari, più di quanto preveda la scenografia e dagli oggetti di scena Shikamaru deduce che lui è Melchiorre.
Di Konoha ci sono Naruto e Sakura: Naruto è abbigliato da Re Magio, quasi irriconoscibile, è fasciato in una tunica di seta porpora e indossa un copricapo di oro e pietre preziose. Sembra nato per fare il Re, è maestoso e bellissimo, i suoi capelli sembrano d’oro e nei suoi occhi azzurri brilla una nobiltà a cui Shikamaru non aveva mai fatto caso.
Sakura accanto a lui è una pastorella vestita in una vestito semplice, di cotone bianco, e uno scialle di lana di pecora. Ha i capelli tinti di castano e regge persino un agnello tra le braccia ed è sudata e irritata dallo sforzo di tenere a bada l’animale.
Sicuramente si è calata perfettamente nel ruolo.
Gli altri Shikamaru non li conosce ma conta sette Re Magi e tre pastori: un ritratto poco realistico dell’episodio biblico, un ritratto molto realistico della vanità umana.
“Temari-sama”
Una ragazza forse della loro età si avvicina. E’ vestita di stracci e ha la pelle e i capelli sporchi; tra le braccia stringe un neonato avvolto in un lenzuolo vecchio ma pulito.
“Per me è un onore” dice abbassando la testa e porgendo il bambino a Temari.
Quest’ultima accoglie delicatamente il bambino tra le braccia ma non degna di uno sguardo la madre, poi si gira appena verso Shikamaru.
“Possiamo partire”
La ragazza vestita di stracci si allontana, Temari solleva lievemente il bambino verso il cielo stellato e il corteo si avvia lentamente per la strada principale di Suna.
La strada è sgombera, probabilmente c’è un divieto di transito per i carri e gli animali da soma, ma ai bordi delle strade si accalca una folla di curiosi che osserva con muta ammirazione il corteo.
Shikamaru nota che alcune porte sono ricoperti da lenzuoli bianchi e lenzuoli bianchi pendono da quasi tutti i balconi.
“Che sono quelli?” sussurra Shikamaru appena inqiuetato nell’orecchio di Temari.
“Omaggio della povera gente a Gesù” risponde la ragazza a mezza bocca.
Ogni cento metri circa c’era un tavolino coperto di fiori bianchi e rosa, su cui era poggiato la rappresentazione in legno di una culla con il Gesu neonato.
L’effetto era molto bello, anche se leggermente inqiuetante.
A volte appesi agli stipiti delle porte c’erano grosse comete di paglia, quasi come un addobbo natalizio.
“Mi sbagliavo” farfuglia Shikamaru “Qualche forma di decorazione c’è”
“E non hai ancora visto il meglio” gli anticipa Temari “La piazza principale è uno spettacolo, te l’avevo detto che il punto di vista migliore non è dall’alto. Bisogna guardarle dall’interno le cose per conoscerle”
Shikamaru annuisce, poi torna con lo sguardo curioso sulla realtà circostante.
“Ecco scegliamo una di queste case dove fermarci”
Temari si blocca all’improvviso alzando un pugno per ordinare anche agli altri di fermarci.
“Quella porta” indica una porta di legno dipinta di rosso, con attaccate varie stelline di carta.
“Busso io?” chiede Shikamaru.
La bionda annuisce e il ragazzo si avvicina cautamente alla porta.
E’ seccato e imbarazzato.
Una signora anziana gli apre appena e saluta Temari con un mezzo inchino.
“Vi prego signora” supplica la sorella del Kazekage “Siamo poveri viandandi e Re Erode perseguita il nostro bambino, offriteci ospitalità”
“Andate via!” soffia la vecchia sbattendo la porta.
“Ma che modi” commenta Shikamaru seccato.
“Fa parte della recita” risponde Temari.
La processione riprende lentamente, mentre l’aria diventa sempre più fredda e il cielo si oscura sempre di più e cominciano ad apparire le prime stelle.
Man mano si procede verso il centro (e Shikamaru lo sa bene che sta andando in centro, è stato a Suna talmente tante volte per missioni diplomatiche più o meno necessarie che ormai la conosce come il terrazzo di casa propria), cominciano a comparire banchetti che espongono simboli religiosi di ogni genere, croci, rappresentazioni della Vergine col bambino, presepi in miniatura, incisioni a forma di pesce e altri simboli strani che Shikamaru non conosce.
“E’ bello” riesce soltanto a commentare guardandosi attorno.
Qualche banchetto espone anche del cibo, soprattutto dolci a forma di stelle e di Madonne.
Non è bello per la ricchezza e lo scintillio dei decori, è bello perchè Shikamaru sente che a Suna il Natale si festeggia nella sua natura primitiva, la più ovvia ma anche la più ignorata, la natività di Gesù.
All’improvviso tutti gli addobbi di Konoha, le luci, le ghirlande dorate, i Babbi Natale, tutto pare privo di senso, senza fondamenta.
“Siamo quasi vicino alla piazza” annuncia Temari cullando leggermente il neonato.
Shikamaru la guarda sconvolto dalla naturalezza con cui lei tiene il bambino e lo stringe al seno e dalla bellezza del quadro famigliare e si sente di nuovo le farfalle nello stomaco e il cuore inizia a battere velocemente, senza alcun motivo apparente.
“Saresti una mamma meravigliosa” le sussurra rapito.
“Sì certo” risponde lei scettica e brusca “Quella porta, stavolta io busso e tu parli”
“Ok”
Temari si avvicina ad una casetta e bussa delicatamente alla porta di legno, che viene aperta da un omone dall’aria minacciosa, il coprifronte sistemato a mo’ di bandana e una spada corta e spessa nella mano destra.
“Deve essere 2.00 m per 120 Kg” pensa Shikamaru degludendo poi si fa coraggio e parla: “Mi scusi signore potrebbe...”
“No” lo fredda il signore sbattendogli la porta in faccia, di nuovo.
“Comincio a capire come devono essersi sentiti quei poveretti” borbotta seccato il ragazzo.
Temari sorride con superiorità e a cenno al corteo di proseguire.
Si fermano a chiedere ospitalità ad altre famiglie ricevendo sempre rifiuti.
Alcuni si limitavano ad un secco “NO” come il grosso shinobi, altri scuotevano il capo con le espressioni contrite, altri ancora accampano scuse ridicole.
Un capofamiglia ha persino spiegato di avere diversi cadaveri in casa, ma Shikamaru non è sicuro che sia una scusa.
Finalmente arrivano al centro di Suna e il Nara semplicemente resta a bocca aperta davanti  alla maniera in cui è addobbata la piazza centrale.
La pietra cotta che costituiva il pavimento dello spiazzo è stata ricoperta di rocce e terra ed erba, in maniera da sembrare un terreno incolto. Attorno alla piazza diversi negozi espongono scritte in aramaico e pezzi d’epoca, la facciata di un palazzo è stata modificata in maniera da farlo apparire come una locanda israelita e sotto il portico della chiesta è stata costruita una stalla, in cui è ambientato un presepe vivente con un Giuseppe trentenne ma dall’aria trascurata, una Maria appena ragazzina, bionda e candida e in abiti semplici, molto diversa dalla Madonna regale interpretata da Temari, un asino, un vitello e tre pecore.
Shikamaru geme sorpreso quando nota che la ragazza è veramente incinta e giace stancamente in un letto di paglia.
Temari si fa il segno della croce davanti la stalla poi prende una scalinata ai lati della Chiesa e si avvia verso il Palazzo personale del Kazekage che si erge maestoso e potente al centro di Suna.
Lo stratega di Konoha bussa con titubanza, ma nessuno sembra voler aprire.
Guarda la compagna, indeciso, ma lei gli sorride rassicurante.
E’ il Kazekage in persona ad aprire.
“Possiamo…” recita ancora Temari “Gentile signore le chiediamo ospitalità, il mio bambino è perseguitato da un tiranno malvagio che ne teme il potere, la prego…”
“Prego, sono onorato di accogliere te e la tua famiglia nella mia umile dimora” risponde Gaara con un sorriso generoso.
La luce dell’interno della casa investe violentemente il corteo e il bambino scoppia a piangere. Temari sorride, posa elegantemente la sua mano sull’avambraccio di Shikamaru, entra e fa cenno al resto del corteo di entrare.
L’atmosfera è festosa, diversi tavoli sono disposti in parallelo e sono imbanditi con ogni tipo di cibi e bevande, le pareti sono dipinte e raffigurano episodi biblici dal Vangelo di Matteo.
Al soffitto è appesa un vaso di terracotta e diversi ragazzetti bendati stanno già gareggiando a romperlo con un bastone.
“Temari-sama”
Un si bambino si distacca dal corteo e si avvicina alla sorella del Kazekage.
“Posso partecipare anch’io alla pinata? Poi se vinco, divido tutto con gli altri”
“Certo” risponde Temari con un sorriso di benevolenza “Fatti dare benda e bastone da Mito-sensei”
“Arigatou!” il bambino s’inchina.
“Possiamo iniziare a mangiare, eh Gaara?” chiede Naruto con gli occhi spalancati e la bava alla bocca davanti a tutto quel ben di Dio.
“Certo” risponde pacato Gaara “Servitevi pure, questa sera casa mia è casa vostra”
“Certo che tu Naruto l’educazione, eh…” lo rimprovera Sakura sdegnosa.
“Vogliate scusarmi” interviene Kankuro passando tra la sorella e il Nara “Ma io ho una missione importantissima”
Shikamaru nota che si sta dirigendo verso Ino, provocante e brillante nel suo vestitino dorato, e scuote la testa.
“Shh shh” mormora Temari al neonato “Sta zitto moccioso, ah ecco tua madre”
La madre del bambino, la ragazza vestita in stracci si avvicina e prende suo figlio tra le esili pallida braccia. La presa sembra malferma ma il piccolo si quieta all’istante.
“Su, mangiamo” propone la kunoichi bionda.
***
Shikamaru sbuffa sazio.
Ha mangiato qualcosa come quattordici porzioni a base di carne e pesce, dolci, verdura fritta e insalate di tutti i tipi.
Getta uno sguardo a Chouji: è al settimo cielo, sta ancora mangiando con gusto e ha anche fatto amicizia con una bellissima ragazza del Villaggio.
Ino invece ha scaricato velocemente Kankuro e sta organizzando una partita a carte di gruppo.
Temari sorseggia un bicchiere di sake, forse il settimo o l’ottavo, ma è ancora lucida e misurata nei gesti e nelle parole.
Shikamaru invece non ha bevuto tanto, fedele al suo stile sobrio e poco casinista.
“Naruto!” urla Sakura con le guance rosse e il tono esasperato “Smettila di mangiare e bere come un maiale! Guarda! Ti stanno guardando tutti! Anche tu Sai, persino, tu! Guardati, non ti reggi più in piedi!”
Sai in tutta risposta, crolla con la testa nel piatto.
“Eh ehm…” si scusa la kunoichi dai capelli rosa imbarazzata e civettuola a un tempo “Deve scusarlo, Gaara-sama, non è ancora esperto di buone maniere…”.
“Non preoccuparti, Sakura-san” mormora Gaara “Non è il Natale l'unica occasione in cui ci si ubriaca per amore dei bambini?
Shikamaru-san, devi un bicchiere anche tu”.

Shikamaru annuisce con un sorriso forzato e si riempie un bicchiere di vino.
E come per confermare le parole di Gaara, Naruto si alza e, del tutto brillo, prende in braccio una bambina, se la mette a cavallo sulle spalle e inizia a correre in giro per la stanza.
“Dovresti vergognarti” sussurra Temari nell’orecchio del Nara “Una donna che beve di più di te”.
Forse non le così lucida, perché la voce le trema e la pelle del viso è caldissima.
“Questa è una sfida?” gli mormora Shikamaru con un sorriso orgoglioso “Nel caso intendessi sfidarmi, sia mai che mi faccia battere da una donna”.
“Vediamo chi crolla prima” gli propone Temari “Però devi bere, prima di iniziare, sette bicchieri, altrimenti sei avvantaggiato”.
“Ok”
Senza indugi il ragazzo afferra una bottiglia di vino e la svuota velocemente nella propria gola.
“No tutti insieme, idiota” lo riprende Temari strappandogli la bottiglia ormai vuota di mano.
“Sto bene” la rassicura Shikamaru “Iniziamo”.
E sta bene davvero per qualche attimo.
Poi sente lo stomaco rigirarsi, la testa implodere, tutte le articolazioni del corpo cedere come se fossero di carta, il campo visivo sdoppiarsi e oscurarsi ai lati.
Scivola dalla sedia e si aggrappa alla gamba del tavolo.
Ora non sta per niente bene, ora si sente morire.
“Shikamaru, oddio cazzo! Aiutatemi!”
Anche Temari si sente morire. S’inginocchia davanti a lui, preoccupatissima, si morde il labbro per sopportare il senso di colpa.
Non avrebbe dovuto proporre una sfida del genere, ma che ne sapeva che quel ragazzo fosse tanto sconsiderato? Si è sempre comportato in maniera razionale.
Shikamaru ingoia un sorso di saliva, reprimendo l’impulso a vomitare, alza la testa e guarda Temari.
La ragazza gli sembra circondata da un alone dorato, come se brillasse di luce propria.
Il ragazzo prova ad articolare un pensiero logico, ma gli viene soltanto in mente che Temari vestita come Maria Vergine e circondata da tutta quella luce gli sembra davvero la Madonna. Ed è bellissima.
“Sei bellissima”
Shikamaru da voce a quello che si agita nella sua mente, nuotando in un mare di sake.
“Temari…”
“Come ti senti?”
La voce di Temari gli giunge debole, ma non gli è mai sembrata tanto armoniosa.
“Darei la vita per te” continua Shikamaru senza riuscire a fermarsi, senza sapere ciò che sta dicendo “Io credo… non…”
“Calmati. Sakura, vieni un po’ qui”
Temari gli mette una mano sulla fronte e finalmente Shikamaru sa cosa deve dire.
“Ti amo, Temari, io… ti amo. Tu mi ami?”
“No” gli risponde la kunoichi decisa “E nemmeno tu ami me. Sei ubriaco”
Ma non può evitare di sperare che ciò che il ragazzino sta dicendo sia vero, anche se è stupido un pensiero del genere.
Lui le afferra la mano e, come in trance, le strattona il braccio attirandola verso  di sé e facendo collidere le loro labbra.
Shikamaru trattiene il fiato quando sente la bocca carnosa e lucida di rossetto di lei premere sulla propria e anche se è ubriaco, sa che è così che vuole restare per tutta la vita. E Temari non si ritrae e Shikamaru sa che è come se gli stesse dicendo “Ti amo anch’io


 

 
 
 
 
   
 
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