Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Epicuro    10/12/2011    7 recensioni
Seiya, tanto per cambiare, è finito in coma per parare il deretano della dolce Saori, da uno dei divini parenti della dea. Però, grazie ad una vecchia debolezza del fu Sion (incredibile, ma vero: anche lui qualcosa di utile l’ha fatto!) non tutte le speranze sono perdute! Quindi Atena e il G.S. decidono di mandare in missione Saga e Aiolos... sperando di levarseli entrambi definitivamente dalle scatole!
Ce la faranno i nostri due eroi a non uccidersi a vicenda e, già che ci sono, salvare anche la vita a Seiya?
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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AVVERTENZE:

 

Afrodite è Afrodite e pensa e parla solo di una cosa...Perdonatela!

Quindi se quando c’è lei nei paraggi i dialoghi rasentano lo scurrile, portate pazienza.

 

Non tutte le ciambelle escono col buco

Parte 3

 

Gira e rigira, a rimetterci, è sempre il solito pirla!

 

Ormai tutto era pronto per la cena e il dopo cena.

I Generali di Poseidone ripassavano lo spettacolo hard in onore di Afrodite dietro le quinte del palco allestito per l’occorrenza. Le cucine erano in fermento e Palmira e Carlos erano intenti ad impartire ordini e a realizzare capolavori culinari degni dei palati più fini dell’Olimpo, mentre i più fedeli guerrieri di Ade e di Atena facevano bella mostra con le loro armature, in perfetto stile “tappezzeria da parata” nel salone d’onore del Tredicesimo Tempio, adibito a lussuosa sala per simposio. Radamante era truce, impettito e composto come da protocollo del perfetto spectre, Eaco era visibilmente scazzato, mentre Minosse guardava sconcertato il puccioso e sorridente Shun nella sua armatura rosa, Ikki che scrutava con sguardo da duro tutti i presenti in sala, mentre infilzava spilli su una bambola vudù con le sembianze del saint di Virgo*, Hyoga intento a rimorchiare un’ancella facendosi consolare con la scusa della madre morta, Shiryu tutto preso a lucidare il suo scudo infrangibile fino a prova contraria e il leggendario Seiya che sgranava il rosario mentre guardava preoccupato Saori, che gli lanciava sguardi tutto zucchero. (tenendo conto che Saori da piccola voleva ficcarlo a novanta per fargli fare il cavallo, con tanto di frustino, sono comprensibili i timori del povero ronzino).

«Ehm... Rada... ricordami perché siamo qui a fare da belle statuine con questi cinque marmocchi»

«Perché siamo i migliori armati di Ade e siamo quindi qui per rappresentare la potenza del nostro signore ed intervenire in caso di emergenza; ergo sorveglianza all’ingresso e buttafuori.»

«E loro?»

«Sono le guardie del corpo personali della dea Atena.»

«Ah! Ma con tutti i guerrieri cha ha a disposizione proprio quelli doveva scegliere?»

«Credo che in realtà siano gli unici idioti disposti a rischiare seriamente l’osso del collo per salvarla. Quindi o pessimi gusti o sfiga. Sinceramente non l’ho ancora capito.»

 

Intanto gli inviati di Zeus si erano accomodati sui triclini su invito di Atena, che, da perfetta padrona di casa aveva dato il via al banchetto insieme a Persefone, Ade e Poseidone.

Così, mentre i gold, sotto la guida di Tatsumi, servivano le portate (tranne Camus, che essendo l’addetto a versare il vino era stato praticamente accalappiato da Dionisio e quindi si era subito rassegnato a stare impalato vicino al signore della sbronza per riempirgli ogni tre secondi il calice), gli dei si abbuffavano e... trincavano di brutto, facendo onore ai leggendari bagordi sull’Olimpo tramandati fin dall’epoca del Mito!

Epicuro quindi, per non far mancare il prezioso nettare rosso agli dei e tenere sotto controllo la situazione, aveva dimesso momentaneamente i panni del G.S. per riassumere quelli di maggiordomo e rivestire il compito di coppiere degli dei.

«Coppiere, altro vino!» disse Poseidone.

«Ottima idea!» esclamò Hermes: «Versa ad Apollo, che lo vedo giù di tono e se si sbronza dopo lo spenno meglio a poker! »

«YAWN! Perché, no? Un goccetto non fa mai male! Mannaggia, non pensavo che il viaggio dall’Olimpo fin qua mi avrebbe stancato così tanto! Mi sono addormentato nell’idromassaggio e non so nemmeno per quanto ho dormito!» sbadigliò il dio del Sole.

Epicuro si apprestò quindi a versare il vino ad un Apollo ancora visibilmente mezzo addormentato, ritrovandosi a pensare: “Natalia ci è andata giù pesante con Apollo! Radamente è un uomo fortunato. Bellissima, sexy e stramaledettamente fedele! Piuttosto di tradirlo, ha imbottito il drink che ha offerto al dio del Sole, con un potente sonnifero fornitole da Ipnos! L’ho sempre detto; Camus è stato un fesso a farsela sfuggire!” per poi essere attirato dalla voce poco cordiale di Poseidone:

«Ehi, e a me non versi il vino? E da quando è iniziata la cena che salti sempre me, Ade, Persefone e Atena, mentre agli altri non fanno in tempo a svuotare il bicchiere, che tu glielo hai gia riempito!»

«Se non lo faccio ho i miei buoni motivi. Fidatevi di me» disse quindi a bassa voce Epicuro, per poi passare a servire con galanteria Artemide e Demetra, intenta a sniffare la maria-rosa che Ade le aveva offerto, sotto lo sguardo attonito della dea della Caccia, che mai in vita sua aveva visto la dea delle messi andare così d’accordo con il fratello.

«Che diavolo avrà in mente quell’uomo?» chiese quindi Poseidine a Persefone seduta vicino a lui.

«Non preoccuparti e mantieniti sobrio e con un atteggiamento composto!» sorrise furbescamente la regina degli inferi.

Intanto, poco più in là Afrodite (la dea), ormai completamente brilla, aveva iniziato a dare consigli non richiesti ad Atena (che iniziava ad alterarsi) su come vestirsi e rimorchiare i ragazzi:

«Insomma Atena, se ti vesti così è normale che poi nessuno ti fili! E non venirmi a raccontare la favola sul fatto che vuoi rimanere vergine, altrimenti perché richiamare intorno te tutti questi manzi da monta!» disse Afrodite intenta a palpare il fondoschiena dei camerieri che le capitavano a tiro, con una toccatina di riguardo in più per il povero Shaka, che cercava disperatamente di passere il meno possibile nei pressi della dea dell’Amore.

«Questi manz... ehm, volevo dire cavalieri, non sono qui per sodd... ehm servire me, ma per proteggere l’umanità e la giustizia!»

«Seee come no! Guarda che ho notato come spogli con gli occhi il tuo puledro alato. Certo andrebbe un po’ svezzato, ma chissà che con un corso intensivo io non possa trasformarlo in uno stallone da competizione e...»

CRAK

Il bicchiere che Atena aveva in mano andò in frantumi e gli occhi di Saori si fecero due fessure incandescenti, mentre la sua favella divina andava a farsi benedire:

«Provaci a toccarlo e giuro che ti infilo il bastone di Nike su per...»

«Allora finalmente lo ammetti che è dall’era mitologica che ci provi con il saint di Pegaso! E da un pezzo che lo sospettavo! Comunque potrebbe essere un’esperienza interessante... è bello lungo e du...» disse Afrodite osservando interessata lo scettro di Atena. Saori si ritrovò a guardare la parigrado completamente scioccata.

«Mamma! Un po’ di contegno!» esclamò Eros.

Afrodite fece spallucce: «Ho fatto di peggio Eros!» per poi rivolgersi a Saori: «Rilassati Atena, orami dopo la performance di questo pomeriggio l’unico che voglio è Shaka della Vergine e poi... non sono un’amante dell’orrido! Ma come fai ad andare dietro a quel tipo» fu il commento di Afrodite.

«L’amore è cieco, madre!» replicò Eros.

«E anche pirla a quanto vedo...» rispose Afrodite osservando Seiya parlottare con Shiryu senza accorgersi che Minosse lo aveva preso per un tiro al bersaglio usando della gomma da masticare e un foglio di cartone arrotolato come cerbottana.

«Smettetela di parlare in questo modo di Seiya, non riesco proprio a capire perché lo sfottano tutti! E si che lui è così valoroso, intrepido, leale, caparbio...»

«Ne hai una bella dose!» ridacchiò Eros.

«Peccato che era dopo era non ti abbia mai filata di striscio... non è che per caso sei vergine non per scelta, ma perché l’unico uomo di cui ti sei innamorata è ben lungi dal dartelo e preferisce fare a cazzotti con gli spectre che passare il tempo con una frigida come te?» disse Afrodite andando a ficcare il coltello in una piaga.

«...» fu il commenti di Saori, mentre Epicuro si affrettò ad intervenire prima che scoppiasse una rissa.

«Somma Afrodite, lo spettacolo realizzato apposta per voi dai Generals Dream Men, dove, per l’occasione, si esibirà anche Kasa...ehm, Shaka della Vergine, sta per cominciare nel locale adibito a discoteca!»

«Se c’è Shaka allora corro!» esclamò Afrodite in estasi.

Epicuro sospirò: “Mi sa che il vero Shaka mi ammazzerà per questa ennesima lesione alla sua immagine, ma è per il bene di Atena” pensò, mentre Afrodite si fiondava di corsa nella sala attigua.

«Epicuro»

«Sì, o mia divina»

«Credi davvero che Seiya preferisca fare a botte piuttosto che stare in mia compagnia?»

«Non si preoccupi, ha solo quattordici anni e le posso garantire che fra qualche anno cambierà idea. Nel frattempo non dia retta ad Afrodite e non pensi a queste cose fino a quando non avrà raggiunto almeno la maggiore età.» rispose il G.S. tirando un lungo sospiro rassegnato, per poi andare alla ricerca di Ipnos.

 

Intanto nella sala adibita a discoteca le divinità ormai brille da far schifo, tranne Ade, Poseidone e Persefone, si davano alla pazza gioia, tanto da lasciare sconvolti i Saint, gli insevienti, i Generali e i Giganti presenti, mentre Spaccaossa in veste da DJ, metteva le musiche più in voga del momento.

Afrodite infatti, finito lo strip dei Generali, che per accontentarla avevano visto i sorci verdi, aveva deciso di esibirsi a sua volta in uno spogliarello con tanto di lap dance, usando uno sconvolto Shaka (questa volta quello vero e non Kasa, che, esausto per il tour de force nel pomeriggio e il bis post strip, aveva deciso di ritirarsi) come palo, con movimenti degni delle più disinibite porno strar. Dionisio vomitava in un angolo insieme ad Eros. Apollo, ormai come Latona lo aveva fatto, per aver avere perso pure le mutande giocando a poker con Hermes, rincorreva le ancelle in perfetto stile Zeus di Pollon, dimostrando di essere il degno figlio di suo padre. Demetra nel contempo, cercava di spacciare le rose narcotizzanti di Afrodite (di Pesci) a destra e a manca, con l’ausilio di Salvatore.

«Ora capisci cara perché non ho mai voluto partecipare alle gozzoviglie organizzate da mio fratello sull’Olimpo?» disse Ade con una smorfia di disgusto sul volto.

«Per tutti i dannati, sono peggio dei comuni mortali in discoteca!» disse Persefone sconvolta.

«E poi sarebbero loro quelli degni del nome di divinità?» chiese Poseidone.

«Da chi credete che gli uomini abbiano imparato i comportamenti peggiori, se non imitando gli dei dell’Olimpo?» disse Epicuro: «Sommo Ipnos, state filmando tutto?»

Il dio del sonno annuì.

«Sommo Poseidone, se non vi ho versato il vino era per evitare che vi riduceste come loro, comportandovi come dei mortali dissoluti. Così, nel caso provassero a riferire a Zeus la vostra non idoneità come divinità, basterà far recapitare al sommo padre degli dei questi filmati e poi voglio vedere chi è più meritevole di chi!» disse il G.S.

«Sagace, quindi è per quello che li hai fatti sbronzare! In modo che perdessero di credibilità per poterli eventualmente ricattare» disse Poseidone.

Il G.S. Annuì.

«E Atena?» chiese Persefone.

«L’ho lasciata alla custodia di Seiya e i bronz. Anche se è la reincarnazione di una dea mitologica è pur sempre ancora una ragazzina di tredici anni. Quindi non mi era sembrato educativo farle vedere tutto questo.» disse Epicuro per poi ritrovarsi pensoso a guardare i presenti: «Umm... mi sembra che manchi qualcuno...» per poi girarsi allarmato verso le altre divinità ed esclamare: «Artemide!»

 

Nel frattempo in uno dei corridoi del Tredicesimo Tempio.

SCIAF

Penelope schiaffeggiò per l’ennesima volta il dio della morte, che ormai aveva la faccia più gonfia di una zampogna.

«Perché continui a rifiutarmi infarto del mio cuore?» disse Tanatos.

«Perché sei un irritante dio della morte, puzzi di cadavere e non sei biondo; riassumendo mi fai schifo!» disse Penelope per poi girare sui tacchi, venendo però bloccata dal dio contro la parete del corridoio.

«Non fare così crisantemuccio mio, dammi una possibilità, posso cambiare!»

«Sinceramente... non credo proprio!» disse impassibile Penelope piantando una tremenda ginocchiata a Tanatos, proprio dove non batte il sole.

«Per Ade che dolore! Sei impazzita, volevi castrarmi?»

«Sei perspicace!» e Penelope glaciale sparì dietro una porta di uno dei bagni del Tredicesimo Tempio, lasciando Tanatos piegato in due nel corridoio.

 

«Certi uomini sono proprio fastidiosi! Se una ti dice che le fai schifo, le fai schifo!!!» borbottò Penelope sistemandosi il trucco davanti allo specchio.

«Hai ragione, anche a me gli uomini fanno schifo, ma tu si che sai come rimetterli in riga! Mi piaci!»

La voce alle spalle di Penelope le fece prendere un colpo e l’avvocato si ritrovò ad osservare il volto della dea della Caccia alle sue spalle, riflessa nello specchio:

«Ti ho spaventato?»

«Non immaginavo foste qui, somma Artemide»

«Non sopportavo la vista di tutti quegli inutili ammassi di muscoli privi di cervello intenti a pavoneggiarsi con Afrodite»

«Vi capisco. Non capirò mai perché Atena continui a circondarsi di uomini, che sono facilmente corrompibili con una minigonna e una profonda scollatura, quando le donne sono più valorose, integerrime e leali.»

«E io non capisco perché una donna come te continui a rimanere tra le schiere di Atena. Entra a far parte delle mie Ninfe e ti posso assicurare che saprò essere molto generosa in cambio dei tuoi favori!» replicò Artemide, che nel frattempo si era avvicinata all’avvocato, tanto che Penelope riusciva a sentire il suo fiato sul collo che, puzzava terribilmente di vino.

«Ehm... somma Artemide... non è che per caso avete alzato anche voi un po’ troppo il gomito?»

«Cosa te lo fa pensare?»

«Il vostro alito e la vostra mano sul mio fondoschiena»

«E devo farti i miei complimenti! Nemmeno quello di Callisto è così sodo!»

«Eh? No aspetti, c’è stato un malinteso... si insomma io non...» farfugliò in preda al panico l’avvocato.

«Non c’è nulla di male per una Ninfa amare con tutta se stessa la propria dea, quindi lascianti andare e non avere timore o soggezione della mia natura, intanto non verrà a saperlo nessuno!»

«Ehi, un momento! Quindi le vostra attenzione nei miei riguardi non era legata alle mie qualità di guerriera e avvocato!»

«E che ti aspettavi? Per via della tua schiena non puoi più essere utile in battaglia e poi io sono una dea che vive sull’Olimpo; quindi che me ne faccio di un avvocato?» Disse Artemide cercando di sbottonare la camicetta di Penelope, che incazzata nera replicò allontanandola da se in malo modo:

«Che foste diversa dai vostri parenti! Ma ora almeno ho capito che l’unica dea, per me degna di devozione, è soltanto Atena e che solo per lei e la giustizia darò sempre e solo tutta me stessa!»

Un lampo di odio balenò negli occhi di Artemide, mentre il suo cosmo esplose azzittendo l’avvocato, che indietreggiò.

«Atena, sempre lei! É mai possibile che il sogno proibito di ogni donna dell’altra sponda debba sempre essere quella strega della dea della Guerra? Cos’ha lei in più di me, tolto lo scettro di Nike, il conto in banca del vecchio Kido, la fama di essere imbattibile, il primo posto nella classifica delle dee più potenti del Mondo e una quarta di reggiseno, mentre io ho solo una seconda imbottita!» sibilò Artemide.

«Eh?» esclamò Penelope, mente Artemide, in preda all’ira, sbottò frustrata:

«Persino le mie Ninfe hanno il suo poster in camera con lei in armatura divina! Ma e se io non posso avere una donna non potrà averla nemmeno lei!» disse la dea della Caccia inviperita come una iena.

«Ehi, un momento, c’è stato un malinteso! Io sono etero!»

«Cosa? Quindi era tuta una montatura per cercare d’ingannarmi ed ottenere il mio favore!»

«Non è affatto come credete...»

«Umana, non sono scema, ho capito benissimo che tutto questo è stato allestito solo per rabbonirci e se ho retto il gioco era solo per aggiudicarmi anch’io la mia fetta di torta e aggiungere un’altra bambolina alla mia collezione, ma visto che così non è stato e che per una divinità, essere rifiutata ad un mortale, è fonte d’infamia, ora dovrò fare in modo che tu non possa raccontare il mio insuccesso!»

«ARGH!»

 

Intanto, nella sala dei banchetti...

 

Ikki, Shun, Shiryu e Hyoga stavano parlottando del più e del meno tendendo però un orecchio in direzione di Seiya che, poco più in là, era stato costretto a tenere compagnia a Saori.

«Seiya...»

«Ditemi Lady Saori»

«C’è una cosa che volevo chiederti da diverso tempo!»

Seiya deglutì: «Cosa?»

«Il motivo che ti spinge a sacrificarti sempre fino all’ultimo respiro per salvarmi»

«Le esigenze del copione....» sfuggì a Ikki, che poi si affrettò a tornare a parlare con Shun, facendo finta di non aver sentito e detto nulla, dopo aver incrociato lo sguardo inceneritore di Saori.

Il saint di Pegaso cercò di tergiversare per non confermare le parole diella Fenice:

«Sinceramente non saprei... la devozione?... un ideale?... la giustizia?»

Il farfugliamento del Saint di Pegaso venne però interrotto da Artemide che fece irruzione nella sala dei banchetti, armata di tutto punto.

“Fiu, appena in tempo” pensò Seiya, che svicolò dalla situazione critica, mentre la dea della Caccia urlò inviperita puntando la sua freccia contro Atena:

«E COSÍ PENSAVI DI RIUSCIRE A RAGGIRARMI COME I MIEI FRATELLI, MA TI È ANDATA MALE: HAI SCELTO LA PEDINA SBAGLIATA E LA MIA VENDETA SARÁ FUNESTA!!!»

«Aspetta Artemide, parliamone...» esclamò Atena, per poi sbiancare alla vista della freccia scoccata dalla sorella nella sua direzione.

Tutto si consumò in un attimo e quando la dea della Guerra aprì gli occhi si ritrovò sana e salva a sorreggere Seiya centrato in pieno dal dardo di Artemide:

«Seiya, allora è come sospettavo, lo fai perché in fondo mi ami!» esclamò Atena commossa.

«Sinceramente... è solo che ormai ci ho fatto l’abitudine!» disse il saint di Pegaso prima di esalare l’ultimo respiro tra le braccia di Saori.

 

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NOTE

 

* Per chi non lo sapesse: Virgo scartavetra le cosidette a Ikki per convincerlo a diventare suo allievo e intraprendere così anche lui la via dell’illuminazione. Vi lascio immaginare la gioia di Ikki, che cerca in tutti i modi di levarsi di torno il logorroico e altero Shaka. Per i dettagli rimando ad “Halloween party”)

  
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