Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: olor a libros    10/12/2011    1 recensioni
Cambio ancora una volta punto di vista. Racconto sempre di lei, la mia Taylor, ma vista attraverso occhi di personaggi diversi. Sono occhi di legno, questa volta. Forse è una scelta insolita, ma vi assicuro che hanno visto tanto, questi occhi, ed hanno tante cose preziose da raccontarci.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei mi parlava. Lei si confidava con me, ed io la consolavo.
Come?
Sempre loro, le note.
Taylor mi parlava attraverso le sue dita che scorrevano sul mio manico - a seconda delle corde che premevano mi facevano sentire un'emozione diversa - mi parlava attraverso le note, le metteva insieme e metteva insieme per me una storia - cambiavano note, cambiava storia.

Capitava spesso che arrivasse a casa con il cuore pieno di note tristi. Arrivava da me come se non aspettasse altro, come se quello fosse l'unico motivo per il quale si era svegliata quel giorno. Tutti i giorni, in realtà. Capitava spesso.
Perché capitava spesso che quei ragazzetti là in quella sua scuola la ferissero - no, non le facevano niente, e il fatto è proprio questo: non le davano quello che chiedeva, e tutto ciò che lei chiedeva era semplicemente un po' di amore.
Eppure a me sembrava facile, amare una ragazzina così speciale - occhi umani, stupidi ciechi occhi umani!, possibile che solo i miei occhi di legno vedessero quant'era speciale?
Loro no, loro di sicuro non lo vedevano - non la vedevano.
Quindi lei tornava sempre a casa con il cuore vuoto - cuore che loro non avevano voluto riempire - e lo riempiva di note.
Per fortuna c'ero io, per lei.
Ma perdincibacco, la vedevate, no?, la vedevate lì fuori ad aspettare che la faceste entrare nel vostro mondo! Non sapevate che avrebbe dato qualsiasi cosa per esserne parte, per esser parte di voi, per trovare un suo posticino lì in mezzo? Ora è troppo tardi, ma vi rendete conto che avreste potuto farla entrare, anche solo un sorriso, avreste potuto fare qualcosa, invece di accorgervene solo quando era ormai tardi?
Ora lei non c'è più. Non lì fuori, non da voi.
Non è più lì a sbirciare dalla finestra della vostra casa - del vostro mondo - aspettando di veder aprirsi una porta.
Lei scriveva canzoni, quando tornava a casa triste. Lei non aveva voi come amici, ma aveva me.
Non dovete preoccuparvi, non le avete fatto tanto male. Il dolore non la toccava, perché lei aveva qualcosa in più di voi: aveva la sua chitarra, aveva la musica, aveva se stessa.
Voi la facevate soffrire e lei si rifugiava da me, ora è tutto impregnato nel mio legno quello che le avete fatto. Ma neanche per questo vi dovete preoccupare. Io lo custodisco, quel male, lo custodisco con piacere insieme a tutto il resto, perché so che ora lei ha avuto quel che meritava. Tutto il mondo s'è reso conto di quanto è speciale! L'hanno vista tutti, finalmente, la scintilla che ha sempre avuto.
Ed ora, forse ora anche voi ci siete arrivati.
Troppo tardi, ovviamente, troppo tardi come sempre.
Ma forse in questo caso non proprio troppo troppissimo.
   
 
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