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Autore: Chemical Lady    10/12/2011    15 recensioni
Come avrete immaginato la mia storia sarà incentrata sul personaggio di Blaine e sulla sua storia…. Ecco, a dire il vero no!
Essendo una fiera sostenitrice dei Warblers, ho pensato di scrivere questa storia per dare una voce e una personalità a questi ragazzi...
Pezzo tratto dal capitolo 01: .... Wes, come suo solito, prese in mano le redini della situazione prima che si arrivasse ad usare le poltrone come armi illecite “Coraggio, proviamo! Non c’è tempo da perdere, le Locali sono alle porte…”
Blaine lo guardò grato prima di iniziare a scaldarsi la voce.
“Non prendertela” gli disse sottovoce David.
Quello per risposta scrollò le spalle “Avere una vita privata in questa scuola è pressoché impossibile…”
Wes a quel punto ammiccò muovendo le sopracciglia “Fa già parte della tua vita privata, la piccola spia delle New Direction?”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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bananissima

Il capitolo non è stato betato, chiedo scusa per eventuali errori di battitura o sviste.
Meno due alla fine!
Enjoy.

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#33 Big Plans brings Big Responsibilities.

 

 

Quando udì un suono secco, Wes alzò gli occhi dalle pagine evidenziate in mille colori diversi del suo libro di Algebra, osservando attentamente Thad.

“Perché prendi a testate il tavolo?” domandò, mentre affianco a lui Karter sbadigliava senza ritegno.

“Perché sono distrutto, Montgomery” replicò acidamente il ragazzo, afferrando la matita “Vorrei conficcarmi questa nel collo…. Così poi posso prendermi una giornata libera andando all’ospedale.”

“Manca poco all’esame, resisti” gli fece notare David.

“La cosa non mi conforta.” Rilanciò sarcasticamente Harwood “Credo sia proprio per questa mancanza di tempo che mi ammazzerò, più tardi”

Troy e Elias, un altro ragazzo del loro anno, si scambiarono uno sguardo stranito prima che quest’ultimo si voltasse verso Thad “Amico…. Non c’è nessuno più preparato di te e Wes, datti una calmata o ti esploderà un’emicrania”

“O direttamente la testa, Harwood” voltandosi, Thad si trovò davanti Kirk che lo guardava con espressione saccente “Scommetto che hai la scatola cranica imbottita di dinamite…. Per quello non usi mai il cervello, è compresso, povero….”

Il ragazzo roteò gli occhi “Simpatico James, davvero…

Ethan e Richard apparvero dietro di lui, e il primo scosse il capo lentamente prima di indicare la sedie vuote “Possiamo unirci a voi?”

Wes, con un gesto della mano, li invitò a prendere posto, prima di cambiare libro e prendere quello di Arte.

“Che due palle” sbottò di punto in bianco Karter, lanciando il libro di Aritmetica Avanzata al centro della grande tavola tonda, beccandosi subito uno sguardo imbufalito fa parte della bibliotecaria.

Non era il posto adatto per avere delle crisi, quello, rischiavano di venir scuoiati vivi da un momento all’altro da una sessantenne isterica.

David fece girare tra le dita una matita di un insano color arancione fosforescente, prima di passare gli occhi su ognuno dei suoi amici. Eccetto Wes che, nonostante fosse preparatissimo, leggeva morbosamente quel libro come se all’interno delle pagine indicate dai post-it ci fosse la verità divina, nessuno stava realmente studiando.

“Che progetti avete per il futuro?” domandò vago, più che propenso a fare una bella paura.

Karter colse la palla al balzo “Io vado a Dallas, a studiare Architettura…. Ho parenti là che saranno ben lieti di ospitarmi”

Elias ridacchiò “Io e Troy ci prendiamo un anno sabbatico” dichiarò trionfale, chiudendo con falsa nonchalance il libro di Geografia.

Il suo amico annuì alle sue parole “Prendiamo la nostre ragazze e ci facciamo un bel giretto in Europa. Sapete no? Lisbona, Barcellona, Parigi, Milano, Berlino….”

“Io credo che non riprenderei mai gli studi, poi” intervenne Moore, smettendo per un istante di smangiucchiare il cappuccio della penna a sfera e scambiando uno sguardo con Kirk “Insomma…. Un anno a far niente e divertirsi e poi tornare all’Università? Già ho poca voglia ora”

“Non dire eresie, per favore” lo riprese il biondone “Non mi abbandonerai, chiaro?”

“Andate insieme?” chiese curioso Wes, abbandonando lo studio, in favore di quella piacevole conversazione.

Ethan annuì, lievemente imbarazzato, mentre Kirk prendeva in mano la situazione con la solita pacatezza “Già… Ci siamo iscritti alla Ohio University di Athens, dipartimento di Storia…. A circa un’ora e quaranta da qui”

“L’abbiamo già visitata” sottolineò Moore “è un bel posto, e anche se la cittadina è davvero piccola, è molto carina….”

Thad sbuffò “Rimarrete davvero in questo buco di stato?”

“Anche io non me ne vado, non mi va di trasferirmi in qualche grande città quando ho della valide università in zona” disse David, sorridendo appena “Mi sono iscritto al corso di Economia alla Ohio State University di Columbus…. Sono anche più vicino…. Ci metto circa venticinque minuti ad arrivare in città.”

“Rimani a vivere qua allora?” chiese Karter, appoggiandosi con i gomiti al tavolo.

Il ragazzo di colore scosse la testa con energia “Assolutamente no, prendo un appartamento là…. Il prossimo anno se ho capito bene viene anche Duvall a studiare a Columbus,  quindi poi smezzeremo l’affitto. Per il primo anno ho un amico che deve dare gli ultimi esami….”

“Perché Duvall rimane in Ohio? Io avevo sentito parlare di Miami!” disse ironico Harwood, beccandosi uno schiaffetto da Wes.

“Ha la ragazza ora, vorrà stare con lei no? Visto che lavora non ha la possibilità di spostarsi.... tu Richard? Che progetti hai?”

“La mia ragazza, Michelle, ha una casa a Providence” spiegò il ragazzone, stirando verso l’alto le braccia e stendendo la schiena “Così ho guardato le università in zona e ho scoperto che alla Brown c’è un programma davvero molto interessante di Studio del Suono e delle Tecniche Sonore in ambito musicale…. Mi sembra perfetto per me.”

“Anche secondo me è perfetto” gli disse Et, sorridendo.

“Voi andate a New York, giusto?” chiese Troy guardando verso Wes e Thad.

Harwood gonfiò il petto con orgoglio “Sì, esatto!”

“So già che me ne pentirò” disse con tono divertito Wes, buscandosi una gomitata nelle costole “Scherzo!”

“Taci, cane!” disse acidamente Thad “Grazie a me, che ho accettato di portarti in questa eccitante avventura nella Grande Mela, avrai la possibilità di studiare Chirurgia alla Langone University. È una delle più rinomate in questo campo…

“Oh, lo so bene” disse l’asiatico, prendendo dalla tasca dei jeans il cellulare per controllare quanto tempo stavano perdendo.

“Wow, chirurgia…. Figo” disse ammirato Moore, prima di voltarsi verso Thad per poterlo guardare attentamente “E tu cosa studierai a New York?”

“La sola cosa che papà mi finanzia: giurisprudenza” disse ovviamente il ragazzo, senza però la benché minima traccia di rabbia o frustrazione nella voce “Non lo sa ma io diventerò un grandissimo avvocato e userò le mie conoscenze contro di lui” concluse poi con un sorrisetto vagamente inquietante “Ho già fatto domanda alla Columbia, quindi devo fare un bel esame finale per venir ammesso.”

“Idem” si intromise Wes.

“Andrete benissimo, ragazzi” li rassicurò David “Poi dovrete ospirarmi

L’asiatico sorrise “Quando vuoi, amico…

“Sarà strano, dopo quattro anni insieme, non vederci più” sottolineò Wes, riponendo la penna ormai inutile nell’astuccio.

“Sarà triste” aggiunse Ethan.

“Non stiamo per morire, dopotutto” replicò ovvio Kirk “Prendere strade diverse non significa non vedersi più, no?”

“Si ma non canteremo più insieme…” sussurrò a voce bassa Ethan.

“Non è detto” Si intromise Thad “La vita è imprevedibile e io mi ci vedo a ottantasei anni con un catetere che mi esce dal fianco a cantare ancora con voi…. Almeno fino a che non si staccherà del tutto la dentiera.”

Ridacchiarono sommessamente, beccandosi una strigliata dalla bibliotecaria, prima di rimettersi tranquilli e scambiarsi qualche sorriso.

“Ragazzi, Warbler una volta, Warbler per sempre…. E la Dalton te la porti nel cuore a vita” concluse Montgomery “Ora però vediamo di finirla qui e darci dentro nello studio, o saremo Warbler anche il prossimo anno”

“A me non dispiacerebbe, ad essere onesto” disse Ethan, mentre Thad tirava fuori il cellulare che insistentemente vibrava nella sua tasca.

Wes lo osservò con la coda dell’occhio mentre leggeva con attenzione un sms particolarmente interessante e poi, senza nemmeno rispondere, ripose i suoi libri nella borsa “Ragazzi ho un impegno improrogabile. Ci vediamo domani sempre qua per l’ultimo ripasso, ok?”

Ma….” David lo guardò alzarsi e allontanarsi “Dove vai?”

Thad sorrise furbescamente, voltandosi un’ultima volta verso il tavolo e alzando una mano, salutandoli e mostrando a tutti il bracciale borchiato che stava davvero molto bene con la maglietta dei Sex Pistols e i pantaloni al ginocchio stracciati che indossava quel giorno.

Scusate…. Ho una partita di Lacrosse…

 

 

“…. L’atmosfera è sempre più tesa…. E io non li sopporto, litigano davvero in continuazione e credo per davvero che mamma lo butterà fuori a giorni”

Kurt abbassò gli occhi sul viso del suo ragazzo, che teneva il capo appoggiato alle sue gambe e il resto del corpo sulla panchina, sulla quale si erano mollemente abbandonati tutto il pomeriggio.

La scuola era finita e il parco di Lima brulicava di vita, ma a nessuno sembrava importare poi molto di quei due ragazzi che, lievemente in disparte sotto all’ombra di un grande pino si erano scambiati carezze continue e baci fugaci.

Portò una mano sulla guancia di Blaine, passandovi sopra la punta delle dita dalla tempia fino al mento, costatando che, nonostante tenesse gli occhi chiusi, non era affatto rilassato.

“Stanno per…. Divorziare?” domandò tentennante, scendendo con la mano sul collo.

Il petto del moro si alzò leggermente, prima di abbassarsi in un profondo sospiro “Sì…. Credo di sì…

“E tu come ti senti?”

A quel punto Blaine aprì gli occhi, scontrandoli con quelli chiarissimi di Kurt “Non lo so…. Sai, una parte di me vuole che quell’uomo se ne vada, lasciando in pace me, Chad e la mamma…. Penso che così potremmo anche diventare una famiglia decente e un minimo unita…. Però è comunque mio padre, e prima del mio coming out eravamo davvero molto uniti…” alzò una mano, premendo gentilmente l’indice sulle punta del naso di Kurt, che gli regalò un sorriso dolce “Quindi, tirando le somme, sono abbastanza combattuto. Prendo quello che viene, diciamo”

“Mi dispiace non poter far nulla per te….”

Blaine alzò le sopracciglia “Fai anche troppo, davvero…. Grazie a te sto fuori di casa dalle otto di mattina a dopo mezzanotte quasi ogni giorno. Chad praticamente vive dalla sua ragazza…

“Se vuoi fermarti ogni tanto a casa mia…. Papà non credo dirà nulla. Possiamo rimanere tutta la notte sul divano del salotto. È comodo”

Blaine sorrise “Tuo padre prima o poi mi ucciderà…

Nah, penso che tu gli piaccia un sacco invece. Se no lo avrebbe già fatto!”

Il ragazzo portò la mano dietro al collo di Kurt, premendo sulla nuca per farlo abbassare mentre, al contempo, lui si alzava premendo un gomito sul legno della panchina, incontrando così le sue labbra a metà strada.

Si riabbassò con uno sbadiglio, appoggiandosi una mano sugli occhi mentre sentiva Kurt trafficare con la sua tracolla, segno che, come ormai ogni giorno, lo avrebbe lasciato dormire un po’ mentre si dedicava alla sua lettura pomeridiana.

Si accomodò meglio con il capo quelle sue cosce, sospirando rilassato e lasciandosi andare verso il tepore del sonno.

Prima che gli tornasse in mente qualcosa…

“Kurt, stamattina per messaggio non hai detto che volevi parlarmi di qualcosa?”

Levò il braccio in tempo per vedere Kurt sbiancare leggermente e rischiare di far cadere a terra il libro.

Dalla nottata passata insieme dopo il ballo della Dalton, Kurt aveva cercato in tutti i modi di far capire a Blaine che si sentiva ‘pronto’ per passare ad un piano più fisico….

Gli era costato davvero tanto coraggio infilargli una mano nei boxer, qualche sera prima, ma c’era riuscito. Solo che la scarsa collaborazione di Blaine nell’andare fino in fondo non aveva portato a grandi risultati se non al suo primo lavoro di mano su qualcuno che non fosse se stesso – anche se Kurt avrebbe preferito morire piuttosto che ammettere cosa faceva sotto alla doccia quando era solo in casa.

Aveva quindi deciso di parlargli chiaramente, ma era incredibilmente imbarazzante come discorso. E non aveva idea su come introdurlo.

Blaine intanto si era alzato a sedere, allarmato dal cambiamento di tonalità che la pelle, già di per se candida, del suo ragazzo aveva fatto.

“… Kurt?”

“Blaine, penso che dovremo farlo.”

Chiuse gli occhi, mordendosi le labbra.

L’aveva detto, aveva ammesso che voleva fare l’amore con il suo ragazzo senza morire di vergogna, nonostante stesse velocemente passando da un biancore mortale ad un livido porpora da post-pestaggio.

Quando Anderson non disse nulla, lentamente Kurt riaprì gli occhi, trovandosi di fronte un Blaine alquanto confuso “Cosa?”

“Cosa, cosa?”

“Fare cosa?”

Kurt era certo che se fosse stato un fumetto giapponese, a quel punto sarebbe caduto a terra con un tonfo secco.

Non poteva davvero non avere capito…. Lui no…. Semplicemente no….

“Fare quello, Blaine…

Il riccio rimase zitto ancora un istante, cercando di arrivarci, e quando infine ci riuscì, abbastanza in fretta, in effetti, sgranò gli occhi “Oh…. Oh.”

Già…

La faccia gli stava andando a fuoco e di li a breve avrebbe anche iniziato a sudare per l’ansia. Perché Blaine sembrava così tanto scioccato? Forse a lui non andava? Pensava ancora che Kurt fosse un cucciolo di pinguino con il sex appeal di una cassapanca? Credeva che….

“Pensavo che non fossi pronto…” Sussurrò sottovoce Blaine, facendosi più vicino a Kurt dopo essersi guardato attorno per un fugace istante. Nessuno li stava guardando.

“Non lo ero…. Ma poi…. L’altra sera….”

“Non mi devi spiegazioni” Blaine sorrise quasi timidamente, appoggiando una mano su quelle di Kurt, raccolte in grembo “Solo pensavo che questo momento non sarebbe arrivato così presto….”

Tu…. Vorresti?”

“Assolutamente si.”

Kurt affondò il viso tra la spalla e il collo di Blaine, se possibile ancora più imbarazzato di prima. Aveva fatto una tragedia per niente come al solito, visto quanto Blaine sembra quasi tranquillo sull’argomento.

Forse era semplicemente più sicuro di sé, o forse era Kurt che si ritrovava particolarmente sensibile nel parlare di approcci sessuali, ma il riccio sembrava tenere tutto sotto controllo, come sempre.

“Se questo ti reca problemi…. Possiamo sempre aspettare” Lo rassicurò con dolcezza Blaine, abbracciandolo con entrambe le braccia per farlo appoggiare al suo petto. “Sai che non farei mai nulla che possa metterti a disagio”

Kurt appoggiò la guancia all’altezza del suo cuore, stringendo le mani sulla maglietta rossa del suo ragazzo “No io…. Io non mi sentirò a disagio con te…”

Blaine lo strinse un po’ di più, sorridendo “E quando…. Lo vorresti fare?”

L’altro ci pensò su un istante “Venerdì sera ho casa libera”

Anderson sgranò un po’ gli occhi “Dopodomani?”

“Si ecco…. Papà e Carole sono a Toledo, e sono certo che se lo chiedo a Finn lui passerà del tempo con Rachel lasciandoci soli”

“Per me va bene….”

Kurt appoggiò entrambe le mani sul petto del suo ragazzo, spingendosi piano un poco lontano da lui e guardandolo negli occhi, ancora imbarazzato come all’inizio della conversazione “Blaine posso chiederti un piacere?” attese che l’altro annuisse, poi prendendo coraggio chiese “Potresti procurarti tu…. Il necessario? Io faccio in modo che casa sia vuota ma tu prendi…. Quello che sai che serve per…. Lo sai!”

Blaine sbattè le palpebre un paio di volte prima di esplodere a ridere sonoramente, beccandosi un paio di schiaffi sui pettorali “Ahio, Kurt!”

“Non prendermi in giro!” sbottò sempre più rosso Hummel, entrando in un visibile stato di crisi “Smetti!”

“Ma sei buffo quanto ti vergogni e…. Ahia! Sei più forte di quello che pensavo!”

Kurt sbuffò, facendo per scostarsi dal suo ragazzo che però lo trattenne stretto, baciandolo con un po’ troppa enfasi.

Sembrava non ricordarsi affatto che erano in un luogo pubblico.

A Lima.

Che Azimio e i suoi amici potevano sbucare fuori da un momento all’altro per andare a fare due tiri al campetto di football li vicino….

Anche Kurt avrebbe voluto dimenticarlo, e per un istante assecondò Blaine, prima di staccarsi lentamente, strusciando il naso contro quello del riccio.

“Penso a tutto io” gli sussurrò sulle labbra Blaine “Tu stai tranquillo, ok? Ti fa male diventare così isterico” riprese a ridacchiare, prendendosi un’altra pacca, stavolta sulla spalla “Che dici, accantoniamo l’argomento ok? Non voglio troppi lividi addosso!”

“Sei un coglione, Anderson” sbottò Kurt senza nemmeno troppa intenzione, sistemandosi sulla panchina e lasciando che Blaine si stendesse di nuovo appoggiando il capo alle sue gambe.

“Mi ami anche per questo, no?”

“Vorrei poter dire di no, ma lo sai che odio dire le bugie….”

 

Il tramonto filtrava nella stanza colorando con toni caldi il tessuto bianco e semi trasparente delle tende della sua stanza.

Dal letto, Thad poteva ammirare in tutta la sua magia quel fenomeno naturale che si irradiava dal sole, posto poco al di sotto delle cime degli alberi.

Adorava il tramonto perché portava alla sera, la sua parte preferita della giornata.

Si girò sul fianco scoprendosi appena, portando un braccio sotto al capo e osservando attentamente quello spettacolo.

Sospirò socchiudendo gli occhi, deciso a non riaddormentarsi.

Non così, per lo meno.

Stava ancora pensando a come risolvere quella situazione quando una mano calda accarezzò la sua schiena nuda in tutta la sua lunghezza, fermandosi poi sul fianco e facendo cadere ulteriormente il lenzuolo, scoprendolo ancora di più.

Il ragazzo dietro di lui si appoggiò con il petto alle sue scapole, parlandogli direttamente nell’orecchio “Già sveglio?” sussurrò con fiato caldo, portando la mano sul suo ventre mentre con l’altra si teneva sollevato al materasso.

“Si, Sebastian, se no non avrei gli occhi aperti, non credi?” disse ironico Thad, mentre il giovane iniziava a baciargli e leccargli con avidità il collo.

Chiuse gli occhi, mordendosi le labbra, prima di scattare a sedere per levarselo di dosso. Arrotolò il lenzuolo attorno ai suoi fianchi, alzandosi in piedi e guardando Sebastian negli occhi, scoprendo che non si era per nulla scomposto o imbarazzato nel ritrovarsi totalmente nudo davanti a lui.

Dopo tutto quello che avevano fatto quel pomeriggio, forse, ne aveva anche ragione.

Si accomodò meglio sul fianco, guardandolo ancora affamato come quando aveva varcato quella soglia alcune ore prima “Dove vai?”

“A studiare” rispose ovvio Thad “Domani ho l’esame”

“Se vieni qui ti aiuto io a ripassare qualcosina…. Che di certo ti servirà molto di più nella vita di qualsiasi altra nozione appresa sui libri…” rilanciò maliziosamente l’altro.

“A dire il vero Smythe, c’è qualcos’altro che potresti fare per me…

Il più piccolo sorrise maliziosamente, sporgendosi in avanti dopo essersi messo seduto “Qualsiasi cosa….”

“Levati dalle palle, grazie”

Sebastian ci rimase di sasso “…. Cosa?”

“Vattene e, già che ci sei, cancella il mio numero, levami dagli amici di Facebook, cancellami anche dalla tua memoria perché è la stessa cosa che sto per fare io”

Smythe inarcò un sopracciglio, afferrando i boxer da terra con un gesto secco e scazzato “Sai che ti dico, Harwood? Non vali nemmeno la pena di un’altra scopata”

“Oh immagino che passare a Blaine sarà molto più divertente per te…” disse Thad saccente, sogghignando all’occhiata vagamente spiazzata di Seb “Io ho le mie fonti….”

Il più giovane sbuffò una risata amara, afferrando anche i pantaloni neri e la polo bianca e infilandoli velocemente “Fottiti, Harwood. Nessuno mi tratta così, hai capito?” sibilò avvicinandosi all’altro.

Thad però non si scompose affatto, anzi sorrise “Sai quale è il punto, troietta? Tu credi di essere il dono di Dio ai froci, ti senti figo e irresistibile e sai che con la tua stronzaggine vincerai sempre. Ma, notizia del giorno, cocco…” Smise di sorridere, guardandolo con espressione penetrante “Io sono molto più stronzo di te o di chiunque altro incontrerai o incontrerò. Chiaro il messaggio? Ora levati dalla mia vista e non tirarti la porta in faccia, coglione”

Sebastian si avviò alla porta, ferito nell’orgoglio, aprendola.

Ma Thad non aveva finito “Hey, ragazzino…. Spera di non avermi attaccato la sifilide o qualche altra malattia venerea presa dai camionisti che te lo mettono in culo nelle stazioni di servizio il venerdì sera o verrò a cercarti!”

La porta sbattè con così tanta violenza che Thad credette di vedere le finestre andare in frantumi.

Per fortuna non accadde, così, guardandosi attorno, lanciò il lenzuolo sul letto afferrando i suoi vestiti da terra e dirigendosi in bagno con un sorrisetto trionfale.

Non gli era mai piaciuto quel tipo, ma sapeva che poteva dargli un’importante lezione di vita. Cosa più importante, lui poteva darne una a quello stronzetto insegnandoli che non era il padrone del mondo e, al contempo, divertirsi un po’.

Andare avanti per capire che non c’era solo Kurt al mondo e che, New York, avrebbe potuto divertirsi davvero parecchio solo se si fosse slegato dal fantasma dell’amore per quel ragazzo.

In definitiva, avevano vinto entrambi quindi.

Decisamente non si era mai sentito così soddisfatto in tutta la sua vita.

 

 

 

L’enorme orologio appeso alla parete segnava le tre in punto del pomeriggio.

Wes lanciò uno sguardo alla porta grigia che Thad si era chiuso alle spalle quasi un’ora prima, passandolo poi sui volti dei suoi tre compagni di corso.

Il suo esame si sarebbe tenuto dopo quello di Jonhson e quello di Kirk…. Non sarebbe sopravvissuto altre due ore o forse più seduto su quella maledetta sedia.

Si costrinse a rileggere nuovamente quel paragrafo di Chimica che davvero non voleva entrargli in testa.

Ormai i giochi erano fatti, e sembrava pensare lo stesso anche Moore.

Et aveva deciso di passare il pomeriggio lì con loro ben consapevole che sarebbe stato l’ultimo. Doveva assomigliare ad una sorta di tortura cinese, più che a un favore agli amici.

A Kirk…

Dei passi per il corridoio lo fecero voltare in quella direzione e subito si ritrovò davanti Blaine Anderson, sorridente.

“Ciao” disse  affiancandosi a lui “Chi c’è dentro?”

“Harwood” rispose funereo Wes “Poi tocca a Jonhson, poi Kirk, poi io e alla fine Moore…. L’attesa mi uccide”

“Allora esci con me un istante?”

“Per fare cosa, esattamente?”

“Un giro” insistette Anderson “Prendere una boccata di aria sana non ti farà che bene e sai meglio di me che ripassare ora, con la tensione dell’esame, non serve assolutamente a nulla.”

Il ragazzo asiatico sospirò, spostando i libri su un’altra sedia e seguendolo arrendevole dopo averlo visto scambiare due parole con gli altri tre ragazzi.

Il giardino della Dalton, ben curato, era accarezzato dai raggi del sole del primo pomeriggio.

Camminarono sulla ghiaietta per qualche minuto prima che Wes decidesse di rompere il silenzio “Hai bisogno di un consiglio, vero?”

Blaine si voltò sorpreso “Perché me lo chiedi?”

“Ti stai torturando le labbra a sangue, non parli…. Mi hai chiesto di uscire con te quando potevamo benissimo rimanere dentro con tutti gli altri…” l’asiatico si fermò, asciugandosi la fronte lievemente imperlata di sudore e allentando il nodo della cravatta.

Faceva decisamente troppo caldo per la divisa scolastica, nonostante indossassero la versione primaverile, i pantaloni risultavano comunque troppo pesanti e lo stesso valeva per il blazer.

Anderson tentennò, mentre l’amico si fermava proprio davanti a lui, con le mani infilate nelle tasche “Io…. Non vorrei metterti in imbarazzo ma…. Non ho molti amici con cui parlare…

“Sentiamo, quale è il problema?” Lo incoraggiò l’altro, con un sorriso.

Blaine arrossì, abbassando lo sguardo a terra e dondolando sui piedi “Diciamo che…. Sono un po’ preoccupato…. perché….”

 

 

“…. Io e Blaine abbiamo deciso di entrare più in intimità….”

Rachel e Mercedes si scambiarono uno sguardo furbesco, mentre Kurt, facendo finta di nulla, iniziava a sventolarsi con una delle riviste che stavano tranquillamente sfogliando sulla sua veranda.

Iniziava a fare molto caldo…. Troppo.

Berry si fece più vicina, osservandolo attentamente con espressione maliziosa “E dimmi…. Quando?”

“…. Presto” disse vago Kurt, arrossendo ancora di più, oltre il possibile.

Mercedes si espresse in un risolino che al controtenore non piacque affatto “Non prendertela, Marshmallow” disse la giovane di colore, accarezzandogli i capelli sulla nuca “Ma lo stai dicendo come se fosse una cosa brutta”
“Non è così!” rispose prontamente Hummel “Ma…. Non è nemmeno semplice! Io non ne sapevo nulla qualche mese fa e continuo a saperne davvero poco! Non ci siamo spinti molto in là e credo che farò una figuraccia!”

“Beh, quale sarebbe il problema?” domandò senza capire Rachel “Non mi pare che Blaine sia il tipo da prenderti in giro o lasciarti, nel caso in cui qualcosa andasse…. Storto”

“Non è questo!” replicò stizzito il ragazzo, frustrato dal fatto che le sue migliori amiche sembravano davvero non capire “Solo voglio che la nostra prima volta sia perfetta. Non pretendo altro se non poterla ricordare per tutta la vita senza dovermi vergognare di essere nato!”

Le due ragazze si scambiarono un altro sguardo, stavolta di comprensione.

“Secondo me andrai benissimo, tesoro” disse Mercedes, abbracciando le spalle dell’amico.

“Vi amate molto, e questa è la cosa fondamentale..” continuò Rachel “Non ti serve altro se non un briciolo di sicurezza”
“Ma io non so niente”

“Beh, documentati…” suggerì Berry, buscandosi un’occhiataccia.

“Io non guarderò uno di quei filmacci!”

“Non ci sono solo i porno da cui attingere informazioni!” lo corresse Mercedes “Puoi ricercare anche informazioni più…. Teoriche e meno pratiche”

“Se è come in matematica, sapere la teoria non mi aiuterà ad avere la sufficienza in pratica” Kurt sospirò, prima di sorridere timidamente “Però avete ragione…. Ci amiamo, e questo basterà.”

le sue amiche parvero decisamente soddisfatte, suggellando quel momento con un forte abbraccio.

Kurt le strinse, decisamente sollevato “Grazie ragazze, avete ragione voi….”

 

 

“…. Ne ho fatto una tragedia, ma alla fine è qualcosa che dovrebbe essere ‘naturale’, hai ragione tu…

Wes annuì comprensivo “Io non so come farete, non sono molto pratico del sesso tra uomini ma posso dirti una cosa: la mia prima volta con Lily non è stata come nei film. Non abbiamo prenotato una stanza in un hotel lussuoso o acceso candele…. Abbiamo messo un po’ di musica e ci siamo lasciati andare” il modo sicuro e per nulla imbarazzato con cui Wes stava parlando a Blaine era tutto ciò che il ragazzo si aspettava dall’amico: sicurezza. “Quello che importa e soprattutto quello che ricorderai per il resto dei tuoi giorni della tua prima volta non è come vi siete organizzati o cosa hai preparato per rendere la serata speciale…. Ma solo la persona con cui sei stato. Focalizza la tua attenzione su Kurt e sul vostro legame…. Avete anche troppa chimica, quindi fossi in te non mi preoccuperei. E stai rilassato, lui  non credo ci riuscirà.”

“Non hai molta fiducia nel mio ragazzo” osservò Anderson, sorridendo sinceramente per la prima volta in tutta quella giornata. Si sentiva come se un grosso peso si fosse appena dissolto.

O per lo meno alleggerito.

“Va meglio?”

Il sorriso sul viso di Blaine si allargò ancora di più “Molto, grazie davvero Wes…

L’asiatico scrollò le spalle “A che servono gli amici, se no?”

“Oddio non fatemi assistere a scene gay di questo tipo!”

Blaine si voltò lentamente verso l’ingresso della scuola, vedendo arrivare con passo di marcia un Thad particolarmente soddisfatto.

“Devo dedurre dal quel sorrisetto strafottente che l’orale è andato bene?” domandò Wes, guardando l’amico mentre si sistemava i Rayban da aviatore, neri a specchio, sul naso. Reggeva il blazer sotto al braccio mentre la cravatta sembrava essersi smarrita, visto che la camicia del ex capo consiglio era aperta per i primi tre bottoni.

“Si, Smythe non è affatto male” rispose vago Thad, facendo confondere Blaine e alzare un sopracciglio a Wes “Comunque anche l’esame è andato bene. sapete che significa?”

Blaine lo guardò mentre si avvicinava ad un bidone delle immondizie, aprendolo con espressione disgustata “Che te ne vai una volta per tutte?”
“Esattamente, Anderson” rilanciò Harwood, cestinando con un solo gesto il blazer “Sono un uomo libero!”

Wes lo guardò con disappunto “Thad…

“Domani sera da me” disse trionfale l’altro, prendendo le chiavi dell’auto e avviandosi al parcheggio “Non mancare Wes, dobbiamo pensare agli ultimi dettagli sul trasferimento!”

Gli altri due lo fissarono mentre si allontanava verso la sua auto.

“Non vedo molti progressi” osservò Blaine, guardando l’amico negli occhi a mandorla.

Wes ridacchiò, appoggiandogli una mano sulla spalla “Fidati, ne sta facendo molti. Ora, tornando a noi…. Forse ho un paio di dritte per te, prima di tornare dentro e prepararmi per la mia fine…

 

 

Continua….

 

 

 

 

…. Ora.

 

Venerdì sera.

Kurt si guardò attorno con attenzione.

Il salotto era in ordine, la cucina era pulita, la sua stanza pronta….

Prese un respiro profondo, torturandosi le mani e chiudendo per un istante gli occhi.

Ok, aveva provato a documentarsi come avevano suggerito le sue amiche ma non era andata affatto bene. Più leggeva quelle cose meno credeva di essere in grado di farle.

Non doveva farsi prendere dal panico….

Prese un altro respiro profondo, sedendosi sul divano con le mani in grembo e lo sguardo basso.

Lui si sentiva pronto, ne era certo, avrebbe donato tutto se stesso al solo ragazzo che sentiva di poter amare fino in fondo, quella sera.

Doveva smetterla di preoccuparsi.

Avrebbero mangiato una pizza e guardato un film nel mentre, per sciogliersi, poi tutto il resto sarebbe venuto da se.

Sapeva che Blaine era molto più deciso e sicuro di lui, ed era altrettanto certo che sarebbe bastato davvero poco per farlo sciogliere.

Come quella sera alla Dalton.

Come quasi sempre, a pensarci bene.

Per farsi coraggio decise di attingere sempre ai consigli delle sue amiche e pensare seriamente a lui e Blaine, a tutto quello che era successo in quei tre mesi di relazione.

Detto così sembra poco tempo, e poco tempo portava alla fatidica frase ‘ è troppo presto’ che Kurt stava cercando di esorcizzare in ogni modo.

Certo, se si prendeva in considerazione la ‘quantità’ allora poteva anche sembrare poco, ma era la ‘qualità’ che faceva la differenza.

Avevano passato molto tempo insieme, scambiandosi emozioni.

A Kurt sembra passato molto più tempo, tanto che stentava a ricordare come fosse la sua vita prima di conoscerlo.

Dalla prima volta che aveva incontrato i suoi grandi ed espressivi occhi da gatto si era come smarrito nella loro profondità dorata. Aveva incontrato qualcuno di affine a lui, finalmente, quel qualcuno che forse lo avrebbe aiutato ad affrontare i suoi demoni e a disinfettare le sue ferite.

Peccato che gliene aveva procurate altre, e non irrilevanti.

Il suo modo di volergli bene come ad un caro amico o, al limite un fratello, Jeremiah, quel discorso a San Valentino, il bacio con Rachel….

Poi lui e Thad si erano baciati e per un solo, brevissimo, istante, Kurt si era chiesto se non fosse il caso di lasciarlo perdere e pensare a qualcun altro…

Ma Blaine lo aveva colto in contropiede, dichiarandosi.

E ricordava ogni singola parola che gli aveva detto quel pomeriggio, mentre decorava la bara di Pavarotti nella stanza adiacente alla saletta.

Quando lo aveva baciato, sussurrandogli che lo aveva cercato per tutta la vita. Ci aveva messo il suo tempo, ma alla fine era arrivato alla conclusione che Kurt aveva raggiunto molti mesi prima.

Da lì c’erano stati molti baci, carezza, sussurri dolci, qualche ti amo sentito….

Il campanello suonò, riportandolo alla realtà.

Si alzò con un sorriso entusiasta, camminando fino alla porta con decisione.

Sarebbe andato tutto bene, ne era certo.

Aprì la porta con un sorriso elettrizzato, che però gli morì subito sulla labbra appena vide che non era Blaine.

Ma Finn, con Rachel.

E tra le mani reggevano un enorme scatola di pizza al metro.

“Cosa ci fate qua?!” domandò, quasi isterico.

Il fratellastro lo guardò senza capire “Prima mi hai chiesto se pensavo di mangiare fuori perché eri solo a casa, così ho pensato di stare tutti insieme!”

“Cosa?!” sentiva gli occhi sul punto di saltargli fuori dalle orbite “Io ho detto che dovevi andare a mangiare fuori perché volevo stare a casa da solo!”

“Ma i tuoi non ci sono” intervenne Rachel “Da me ci sono i miei papà e io e Finn pensavamo di farti compagnia per cena e poi lasciarti la casa.”

“Ve ne andate dopo?”

I due si scambiarono uno sguardo “No, andiamo in camera mia” disse poi Finn, con un’alzatina di spalle.

Perfetto.

Serata finita.

Rovinata.

Kurt sospirò angosciato, e quando il campanello suonò nuovamente andò alla porta lentamente, senza più alcuna traccia dell’entusiasmo che prima lo aveva smosso.

Blaine si sorprese molto quando lo vide così abbattuto “Ma…. Che succede?” domandò stranito, chiudendosi la porta alle spalle e seguendolo in salotto, dove Rachel e Finn stavano servendo la pizza su tre piattini.

“Oh Blaine, ci sei anche tu!” disse con entusiasmo la giovane, mentre il Warbler nascondeva la sua cartella di scuola dietro alla schiena, come se contenesse una bomba o dei documenti della CIA. Certo, la bomba c’era davvero lì dentro.

“TI prendo un piatto, accomodati” disse Finn, andando in cucina.

Kurt si afflosciò deluso sul tappeto, guardando con espressione disgustata il suo pezzo di pizza.

Blaine lo imitò, sospirando.

Addio serata.

“Ragazzi ma che avete?” domandò la ragazza, senza capire.

Kurt scosse il capo irritato “Niente…

Lei lo fissò un istante, mentre anche Finn tornava con un bicchiere, piatto e posate per Blaine, e capì “Oddio…. Era… stasera Kurt?!”

Lui la fulminò con lo sguardo e lei fece per dire qualcosa da Finn, ma Hummel la bloccò “Non importa, sarà per la prossima.”

Passare il resto della serata, la loro serata, quella che sarebbe dovuta essere la più speciale di tutte, insieme a Finn e Rachel fu davvero deprimente, e il massimo che riuscirono a fare prima di addormentarsi nel letto di Kurt furono giusto un paio di coccole.

E la promessa che non avrebbe più programmato nulla, lasciando che gli eventi facesse il loro corso, senza forzarli.

Sarebbe successo, dovevano solo aspettare il momento adatto.

 

 

 

Continua….

(stavolta per davvero xD)

 

 

 

 

Nda:

lo so, sono una bastarda perché non li ho lasciati consumare!

Ma un piccolo indizio per voi….

Manca ancora un paio di capitoli alla fine, ergo c’è tempo!

Che ne pensate del capitolo?

Sebastian…. Mi vien da dire povero perché a me piace tanto ma quel che ha fatto Thad…. Ci sta!

Thad for president….

È davvero il più bastardo perché, a differenza di Sebastian che stronzeggia solo per ottenere le cose, lui stronzeggia gratuitamente, senza secondi fini xD

 

 

Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo e alle 138 persone che mi hanno inserita nei preferiti!

 

Per problemi tecnici il capitolo non è stato betato e io da sola non trovo gli errori (sono celebro- down). Chiedo scusa per eventuali porc*te all’interno del testo!

 

A presto con il penultimo capitolo!

Se volete un indizio a riguardo andate Qui

 

 

Un bacione Jessy

 

 

 

 

  
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