Crossover
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Autore: telesette    10/12/2011    3 recensioni
In un mondo fantastico, popolato da cavalieri e maghi, due innamorati sono vittime di un maleficio: saranno sempre insieme, ma non potranno mai amarsi; lei costretta ad essere un falco durante il giorno, lui lupo durante la notte...
Questa la trama di un meraviglioso capolavoro di cinema "fantasy" del 1985, intitolato "Ladyhawke". Probabilmente nessuno dell'attuale generazione ricorderà il fascino di questo genere di storie, ciononostante proverò a ricreare una storia sentimentale e avventurosa ( XD speriamo bene! ) con questa mia modesta parodia dedicata ai due personaggi che più AMO del mondo di Naruto...
Genere: Avventura, Fantasy, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Ci vollero alcune ore perché Hyugarre si riprendesse. Vedere Tenten per quel breve attimo e non poterla neanche toccare era troppo doloroso, perfino per un tipo freddo e impassibile come lui. La maledizione del Vescovo lo aveva colpito proprio dove era più vulnerabile trasformandolo, da guerriero lucido e straordinario che era, in un uomo disperato senza più alcuna gioia nel cuore. Uccidere colui che era stato causa di tanta sofferenza, anche nel modo più spietato e violento possibile, non avrebbe cancellato i due anni di tormento che lui e Tenten avevano trascorso insieme… Insieme e divisi, proprio come le parole della profezia. Eppure il desiderio di vendetta è una fiamma difficile da estinguere, specie per chi è convinto di non avere più nulla da perdere eccetto la vita.
Hyugarre aveva appena finito di indossare la sua armatura quando, con gran disappunto, si accorse che la sua spada era scomparsa.

 

***

 

Rock Lee, Jirayus e il gigantesco Gamabunta erano tutti e tre accovacciati in cerchio. Dopo gli eventi occorsi la scorsa notte, nessuno aveva voglia di parlare ma ciò che pensavano non era certo un mistero. Ognuno di loro si sentiva responsabile per l’accaduto e, malgrado le buone intenzioni, non potevano fare altro che rimuginare su quanto patetico fosse il loro atteggiamento rassegnato.
Hyugarre si avvicinò, senza nemmeno notare le loro espressioni, e domandò a Rock Lee che fine avesse fatto la sua preziosa spada. Con sua grande sorpresa però, il ragazzo non era più intimorito dal suo modo di fare autoritario e anzi sembrava molto arrabbiato.

- Non hai bisogno di una spada - rispose Rock Lee. - Quello che ti serve è il cervello, ammesso che te ne sia rimasto là dentro!

Gli occhi sbarrati e la fronte aggrottata, Hyugarre non batté ciglio per l’insolenza del ragazzo tuttavia ripeté la sua domanda con voce ancora più fredda e tagliente di prima. A quel punto Rock Lee scattò in piedi furioso e, gettando a terra la coperta che aveva addosso, affrontò il cavaliere a muso duro per dirgli chiaramente quello che pensava.

- Tu pensi veramente di poter risolvere i tuoi problemi, facendo la voce grossa e minacciando il prossimo? Cosa ti fa credere di avere il diritto di trattare gli altri come immondizia, ti fa sentire forte per caso? Pensi di essere l’unico a soffrire in questa storia, e a Tenten non pensi ?!?
- Attento a quello che dici, ragazzino…
- Altrimenti che fai, sentiamo?
- Rock Lee, calmati - intervenne Jirayus, cercando di trattenerlo per le spalle.

Purtroppo Rock Lee era troppo furioso per contenersi. L’egoismo di Hyugarre e la sua insulsa sete di vendetta erano prova di una grande vigliaccheria e scorrettezza nei confronti di Tenten… E questo non lo poteva proprio tollerare.

- Il Vescovo ti ha colpito con la maledizione, ma anche Tenten ha condiviso la tua stessa sorte - proseguì il ragazzo con veemenza. - Ti sei mai fermato un attimo a pensare se la tua vendetta è ciò che vuole anche lei… Oppure non te ne frega niente della sua opinione?
- Colui che le ha fatto del male pagherà - ribatté secco Hyugarre. - E’ solo per lei che sto facendo questo!
- Stronzate, la verità è che sei solo un grande egoista!

La mano di Hyugarre fu più svelta della lingua dell’altro e lo afferrò violentemente per il bavero, stringendolo con forza.

- Avanti, grand’uomo, mostrami quanto sei bravo - fece Rock Lee imperterrito, senza neanche opporre resistenza. - Per te quella spada e la tua vendetta contano più di qualunque altra cosa, anche di te stesso, anche di lei…
- Basta ora, sta zitto!

Malgrado Hyugarre lo considerasse solo uno sciocco ragazzino esaltato, le sue parole erano andate molto più a fondo di una lama in pieno cuore. Per quanto gli desse fastidio ammetterlo infatti, Rock Lee aveva pienamente ragione: lui non intendeva uccidere il Vescovo per Tenten ma per sé stesso, per soddisfare il suo desiderio di vendetta, e così metteva avanti il suo orgoglio ferito alla felicità di entrambi. Ovviamente non poteva sopportare che uno sciocco ragazzino insolente gli facesse notare i suoi errori ma, prima che potesse metterlo a tacere con i suoi sistemi, Jirayus intervenne per separarli e Rock Lee si liberò dalla sua stretta. Nella colluttazione, la casacca del giovane si strappò all’altezza del petto cosicché Hyugarre notò subito gli evidenti segni rossastri e le lacerazioni che aveva addosso.

- Come si è procurato quelle ferite? - domandò il cavaliere perplesso.

Jirayus lo guardò severo, prima di rispondere.

- Questo ragazzo ha sfidato la morte per salvare Tenten… Quando tu stesso hai rischiato di ucciderla, in un momento di follia incontenibile!

La rivelazione dell’eremita era sconcertante eppure la prova era lì, davanti ai suoi occhi. Rock Lee aveva salvato entrambi, rischiando persino la propria vita, e lui invece si era rifiutato persino di ascoltarlo; aveva giurato di proteggere Tenten e invece, se non fosse stato per quel giovane coraggioso, l’avrebbe uccisa… Hyugarre si morse il labbro superiore con disappunto. Non era abituato a chiedere scusa a nessuno ma, date le circostanze, non poteva negare di essere in debito con Rock Lee per molte cose.

- Mi dispiace - mormorò, con voce talmente bassa che era impossibile udirlo.
- Eh, come - esclamò Rock Lee, rimettendosi in piedi a fatica. - Come hai detto?
- Mi dispiace!
- Questa poi, tu che chiedi scusa a me!

- Ho detto che mi dispiace, non esageriamo adesso - puntualizzò l’altro, inarcando il sopracciglio. - Ad ogni modo, grazie… per aver salvato Tenten!
- Adesso però devi permettermi di salvarti da te stesso!
- Che intendi dire?

In quella intervenne Jirayus.

- Hyugarre, per favore ascolta: la profezia di cui ti ho parlato è l’unico modo per far cessare la maledizione; non si presenterà altra occasione che questa, tu devi ascoltarci…

Hyugarre rifletté in silenzio sulle parole del vecchio eremita ma, non appena Tenten scese ad appollaiarsi sulla sua spalla, non poté fare a meno di chiedersi se stesse seguendo la via giusta. Tenten si fidava di lui ciecamente, forse anche era pronta a morire per seguirlo, ma tale fiducia era davvero meritata? Se anche dopo aver ucciso il Vescovo la maledizione fosse rimasta immutata, che cosa avrebbero fatto entrambi negli anni a venire? La profezia di Jirayus era vaga, assurda o semplicemente priva di logica… ma era l’unica remota possibilità di porre fine al loro tormento.

- D’accordo - rispose infine, puntando lo sguardo verso i compagni in attesa. - Aspetterò fino a domani per affrontare il Vescovo, ma non un minuto di più; se all’alba del prossimo giorno non accadrà nulla, io entrerò nella cattedrale da solo e strapperò con le mie mani il cuore di quell’essere malvagio!
- Per ora pensiamo a come poter entrare in città, al resto penseremo dopo!

La voce di Gamabunta fece voltare tutti di scatto ma, non appena lo videro, non riuscirono a trattenere il loro stupore.

- Ga… Gamabunta - fece Jirayus con voce strozzata. - Ma co… come diavolo hai…
- Non credo ai miei occhi - fece eco Rock Lee, sfregandosi ripetutamente i pugni sulle palpebre.

Il gigantesco rospo, solitamente grande quanto un elefante, aveva incredibilmente ridotto le proprie dimensioni. A vederlo sembrava appena più alto del vecchio Jirayus, anche se il suo aspetto e il faccione da rospo tradivano chiaramente la sua identità.

- E’ impossibile per me passare inosservato, nelle mie reali dimensioni almeno - spiegò il rospo. - Così invece potrò seguirvi ed esservi maggiormente d’aiuto, qualunque piano escogiteremo per oltrepassare le mura!
- Avete qualche idea, forse? - domandò Hyugarre.

Nessuno rispose.

- Un momento - fece ad un tratto Rock Lee, sollevando lo sguardo come ispirato. - Ora che ci penso, a Konoha c’è qualcuno che ci può aiutare…
- Dici davvero, Rock Lee?
- Assolutamente - confermò il ragazzo, strizzando l’occhio e sollevando il pollice davanti a sé. - Non posso dirvi come e in che modo, ma so per certo che è una persona buona e non ci rifiuterà il suo aiuto!

 

***

 

La bottega del fornaio Akimichi, circa a mezzo chilometro da Konoha, era circondata dagli odori allettanti del pane fragrante appena sfornato. A volte la bottega funzionava anche come taverna e, per quanto piccola e poco frequentata, c’era sempre qualcuno che si fermava a bere un goccetto o ad assaggiare le specialità della casa. Purtroppo a volte capitava che, bevendo un goccetto di troppo, alcuni avventori trovassero l’ambiente così piacevole da non volersene più andare… Proprio come quel viaggiatore smilzo, con i capelli scuri legati ritti sopra la testa, che stava appunto “ronfando” sul tavolo da diverse ore.

- Ah-Ehm - tossì il corpulento fornaio, cercando di svegliarlo. - Mi dispiace disturbarti Shikamaru ma, nel caso non te ne sia accorto, dovrei chiudere…
- Sì sì, d’accordo - mormorò l’altro, tenendo la guancia sopra il tavolo, senza nemmeno aprire gli occhi. - Fai piano con la serratura, mi raccomando!

Il povero Choji si grattò la testa perplesso. Shikamaru era uno dei suoi migliori clienti ma anche un noto scansafatiche e, data la loro amicizia, sovente tendeva ad approfittarsene un po’ troppo.

- Andiamo, Shikamaru - supplicò il fornaio. - Non fare lo stupido, lo sai che non posso farti dormire qui dopo la chiusura, tra poco arriveranno le guardie per il giro di ronda!
- Sempre meglio del terzo grado di mia moglie Temari, quando rientro a casa - replicò Shikamaru, sbadigliando. - Non vorrai farmi torturare, spero?
- Beh no, ma…
- Andiamo, nascondimi sotto al telo per coprire il tavolo e buonanotte!

Choji sbuffò rassegnato ma, una volta compreso che era inutile discutere, si accinse subito a seguire il suggerimento. Nascosto sotto al telo infatti, Shikamaru sembrava solo uno dei tanti rigonfiamenti sotto la stoffa. Nonostante fosse un pigro e insopportabile dormiglione, riusciva sempre ad escogitare qualche trovata semplice e geniale per togliersi d’impiccio. Ormai lui e Choji si conoscevano da una vita e, malgrado certi stratagemmi discutibili, il buon fornaio era sempre disposto a reggere il sacco ad un amico.
In quel preciso momento Choji sentì bussare alla porta.

- Ehi voi, della taverna - urlò qualcuno con voce severa, picchiando duramente contro il legno. - Che cavolo ci fanno le lanterne ancora accese? L’orario di chiusura è passato da un pezzo!
- Che esagerati - pensò Choji, accingendosi però ad aprire. - Saranno passati nemmeno cinque minuti e…

Prima ancora che potesse finire la frase, la mano guantata di un ufficiale del Vescovo spinse violentemente l’uscio verso l’interno. Choji barcollò all’indietro e, con grande disappunto, vide i soldati irrompere nella sua bottega come se niente fosse.

- Per quale motivo le tue lanterne sono ancora accese? - domandò secco l’ufficiale.
- Forse perché stavo appunto andando a spegnerle - rispose il fornaio, aggiustandosi la casacca. - Faccio presente a lor signori che, tra riassettare e sistemare, la chiusura di un locale richiede il tempo che prende!

L’ufficiale aggrottò i sopraccigli irritato.

- Bada a quello che dici, ciccione - esclamò. - Vai subito a spegnere tutto, altrimenti ti sbatto dentro!
- Ci… Ciccio… Cooosa ?!? - al solo sentire quella parola, Choji diventò paonazzo.
- Ehi, che diavolo ti prende, sei impazzito?

Di tutti gli insulti che il buon fornaio era disposto a tollerare, quelli riguardanti il suo peso e le sue dimensioni erano il modo più sicuro per fargli perdere completamente le staffe. Subito dopo aver usato la parola “ciccione” infatti, l’ufficiale si ritrovò le mani di Choji che lo tenevano stretto per le spalle. Naturalmente i soldati sollevarono le lance ma, prima che potessero intervenire in suo aiuto, qualcuno alle loro spalle gli fece cambiare subito idea.

- Che aspettate, idioti ? - sbraitò l’ufficiale, vedendo che i soldati non intervenivano a fermare il fornaio furibondo. - Muovetevi, che cosa…

Quando finalmente costui si rese conto che i suoi soldati erano stesi a terra, sotto gli effetti di una gragnola di sberle, poté vedere chiaramente Rock Lee, Jirayus e Gamabunta in piedi sulla soglia che sorridevano soddisfatti.

- Ma… Ma voi chi… Chi diavolo siete?
- Clienti, naturalmente - rispose Rock Lee, scrocchiandosi le nocche e finendo di tramortire con un cazzotto uno dei soldati che cercava di rialzarsi. - E siamo anche affamati, perciò…
Smammate!
- Pagherete caro il vostro gesto, stupidi ribelli che non siete altro, il Vescovo verrà informato!
- Ma non mi dire - fece Choji sarcastico, sollevando all'indietro il proprio pugno. - Tecnica dell’Espansione Parziale!

Il pugno diventò subito otto volte più grande, e con un solo colpo ben assestato scagliò l’ufficiale fuori della porta, lasciando una scia di metallo, capelli e denti lungo tutto il pavimento.

- Solo un momento - disse dunque il fornaio ai nuovi venuti, facendo tornare la mano alle dimensioni normali. - Mi libero dell’immondizia e sono subito da voi…
- Faccia pure con calma, non abbiamo mica fretta!

Choji riconobbe immediatamente il ragazzo davanti a lui, lo stesso che aveva aiutato alcuni giorni addietro, ed era così piacevolmente sorpreso che si dimenticò perfino dei soldati tramortiti sul pavimento della sua bottega.

- Ma guarda un po’ che sorpresa - esclamò sorridente. - Lieto di rivederti, ragazzo! Qual buon vento ti porta qui, stavolta?
- Beh, ecco - mormorò Rock Lee imbarazzato, grattandosi la nuca. - A dire la verità, in effetti… Non si tratta proprio di una visita di cortesia!
- Capisco - osservò il fornaio. - Beh, sedetevi pure e spiegatemi con calma la situazione, ne parleremo davanti a un bel piatto di focaccine calde!

( continua )

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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