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Autore: kumiko095    10/12/2011    4 recensioni
Ti amo, ti amo, futili parole al vento se sussurrate a nessuno.
Ti amo Lovino, ti amo, ma ti lascerò a lui, Antonio.
Ti amo Feliciano, ti amo, ma ti lascerò andare da lui, Ludwig (anche se crucco mangiapatate mi piace di più...)
E se un incomprensione separasse due persone che si amano?
E se la riflessione li ricongiungesse?
E sue due lettere, chiuse in un cassetto fossero viste solo all'ultimo momento?
Lovino e Feliciano, due corpi, un cuore.
Due Italie, ma una.
"Non è vero, non mi ami. Non puoi amare me e non amare lui" si voltò e sorrise "Siamo in due ma siamo la stessa persona"
"Tu lo ami?"
"Non puoi neanche immaginare quanto"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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14 Capitolo -Parlami di te... (e tanto altro ancora...)
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Feliciano si era ritrovato  a curare il fratello pieno di ferite, dopo…aspetta quanto tempo era passato?
O meglio, quanto tempo era passato da quando avevano abitato nella stessa casa, pianto, riso e scherzato insieme?
Le mani tremavano, mentre sfilava piano la felpa di Lovino e osservava, strabuzzando gli occhi, le ferite profonde del fratello svenuto.
Lo sguardo passò subito ad una ferita particolarmente profonda che perdeva molto sangue.
-Lud, passami l’ovatta e il disinfettante, per favore- si voltò e con una calma velata di paura chiese al tedesco il necessario per curare, almeno in parte, il fratello.
Quando Ludwig glieli diede si voltò e iniziò a disinfettare piano la ferita.
Lovino intanto aveva ripreso conoscenza e dopo un primo momento di confusione, aveva sentito un dolore lancinante al fianco e aveva dato un urlo acuto.
-Feliciano,cazzo!Mi stai facendo un male cane!- squittì come una ragazzina isterica, allentando le mani del fratello da sé.
-Veh, scusa fratellone! Non volevo, scusa,scusa!-
Solo allora Lovino si accorse che il minore stava tremando.
Poteva ancora leggergli la paura negli occhi, le lacrime stavano per uscire come un fiume in piena.
-Continua…-disse allora imbarazzato, voltando la testa di lato e stringendo tra le mani i jeans insanguinati.
Si accorse che nella stanza c’erano –purtroppo- anche i crucchi.
Ludwig stava provvedendo ad estrarre cerotti e bende, pomate antidolorifiche e quant’altro, mentre Gilbert se ne stava bellamente seduto con le gambe accavallate sul divano di fronte, mentre sorseggiava una quantità impressionante di birra.
Probabilmente, pensò Lovino, l’incazzatura non gli era ancora passata.
Dopo pochi minuti, Feliciano aveva disinfettato tutte le ferite al livello della vita e aveva provvisto anche a  fasciarlo per bene.
Lovino non poté trattenere una risata quando vide il viso corrucciato del fratello mentre guardava le bende pulita tingersi nuovamente di rosso.
“Sei stupendamente buffo” avrebbe voluto dirgli, ma si trattenne.
Feliciano poi era passato alle ferite alle braccia, applicando cerotti su quelle più piccole e fasciandogli entrambi i polsi.
Quest’ultimo sospirò, Lovino non si era più lamentato per il dolore, ma in fondo lo sapeva di fargli male e anche cercando di essere il più delicato possibile, il dolore continuava ad esserci.
Dopo aver fatto girare il fratello di spalle, era passato alle ferite della schiena.
Appena Lovino si voltò trattenne il respiro: sopra le innumerevoli cicatrici nuovi tagli ad X facevano la loro comparsa.
La schiena era immersa di sangue fino alla fasciatura che Feliciano aveva già effettuato, ma il sangue continuava a scorrere in superficie.
Ripulì con calma ed attenzione, sussultando ogni volta che Lovino dava segno di dolersi.
Poi dopo aver disinfettato tutte le ferite, bendò anche la parte superiore del petto di Lovino.
Quando Feliciano finì di bendarlo, Lovino guardò il proprio riflesso nello specchio piazzato sulla parete davanti al divano: sembrava una mummia.
Avete per caso presente le mummie di Halloween,quelle fatte bene però, non quelle avvolte di carta igenica!
Quelle che sembrano vere, che hanno anche le bende macchiate di sangue e sembrano dei veri e propri cadaveri?!
Bene, Lovino era nello stesso e identico stato.
-Feli?-chiamò il fratello, che nel frattempo stava mettendo a posto il kit del pronto soccorso.
-Che c’è, fratellone?!- rispose prontamente l’altro, voltando e sorridendo, di un sorriso triste e preoccupato.
Lovino aveva notato che stava ancora tremando, la paura forse era stata così tanta che Feliciano non era ancora riuscito a riprendersi.
-Credi che vincerei un premio a Carnevale, conciato così?!- chiese con un sorrisetto ironico, giusto per smorzare la tensione che si era creata.
Feliciano si voltò verso di lui, con lo stesso sorriso stanco stampato in volto –Si, penso di si- poi si alzò e chiuso il kit del pronto soccorso, si apprestò a riportarlo nello scaffale del bagno –Però ti preferirei vestito in un’altra maniera, fratellone-disse dall’altra stanza,sospirando.
Il sorriso di Lovino si smorzò. Il tentativo di rasserenare il fratello era ufficialmente fallito.
Voltò lo sguardo verso Ludwig e Gilbert e li ritrovò assorti in una discussione, a quanto pareva, molto interessante.
-Eh?West, ma dici sul serio?- chiese il prussiano, allontanando il boccale di birra dalle labbra e guardando il fratello con un’espressione stupita.
-Si, dico sul serio, Gilbert!-rispose l’altro, mentre si passava, esausto, una mano sul volto –Gott!Quante volte altre te lo dovrò ripetere?!- sfilò dalle mani del fratello il boccale di birra e ne bevette un lungo sorso.
-Ehi!Quella era mia!- protestò l’altro.
Il prussiano si accasciò sul divano con fare stanco –E bravo il mio Bruder! Finalmente  ti sei deciso a compiere il grande passo!- L’albino sorrise, scompigliando i capelli biondi del tedesco.
-Gilbert!- Ludwig lo riprese, imbarazzato –Smettila! Devo ancora riflettere! E smettila di parlare dei fatti miei a destra e sinistra!Insomma, è irritante!-il più piccolo si voltò dall’altra parte, offeso.
-Va bene!Va bene!Non ti arrabbiare!- rise Gilbert, riprendendosi il suo boccale di birra.
Lovino notò come l’espressione fosse cambiata rispetto a quella di qualche minuto prima.
Adesso il prussiano conversava amabilmente, ridendo e scherzando come sempre, lanciando sfrecciatine dirette al fratellino, che puntualmente rispondeva colto sul vivo e quello continuava ridere.
Di cosa stessero parlando poi, per Lovino rimase un mistero.
Chissà, forse l’avrebbe scoperto un’altra volta.
Scosse la testa. Ma cosa gli passava per la mente? Voleva sapere di cosa parlassero i crucchi?!
Ma che cazzo gliene poteva fregare! Lui era un italiano, e come tale non dovevano interessargli dei tedeschi, ma di altri italiani come lui, magari uno in particolare.
Magari quello che stava entrando ora nella stanza con un vassoio pieno di biscotti al cioccolate e quattro tazze di camomilla.
Lovino squadrò il fratello.
Possibilmente sembrava stare peggio di prima, come se avesse pianto di nuovo, solo e senza farsi vedere, cosa che non aveva mai fatto.
Feliciano piangeva sempre in pubblico.
Era un modo per attirare l’attenzione su di sé, per fare tenerezza (o più spesso pietà) al nemico, per farsi coccolare o magari condividere la tristezza.
Feliciano non avrebbe mai pianto da solo, o almeno così pensava, Lovino.
L’italiano posò il vassoio sul tavolino e sedette sul divano, affianco al fratello.
-Volete una tazza di camomilla?- propose, sorridendo cordiale –Dei biscotti?! Sono buonissimi, ve lo assicuro!-
Gilbert e Ludwig si scambiarono un occhiata d’intesa per poi sorridere in contemporanea.
Probabilmente anche loro si erano accorti del nervosismo persistente di Feliciano.
-Danke!- rispose Ludwig, affrettandosi a prendere una tazza con la camomilla fumante e un biscotto.
-Io passo- disse invece Gilbert –Credo che il misto camomilla-birra farebbe venire un indigestione al mio magnifico stomaco!-
Feliciano rise sottovoce, per poi concentrarsi su Lovino, che continuava a guardare con insistenza la camomilla senza decidersi a prenderla.
-Fratellone, dovresti berla, qualcosa di caldo ti farà bene-
sorrise il minore, posando la propria tazza e porgendone un'altra al fratello.
Ma non una qualsiasi, sia chiaro.
Anche la tazza come le t-shirt era “Ti amo Italia”, un piccolo dettaglio che in quella casa non mancava mai, un piccolo omaggio alla loro nazione e loro stessi, in fondo.
-Grazie- Lovino prese la tazza e iniziò a sorseggiare piano la camomilla, sperando che lo calmasse almeno in parte.
Per un po’ nessuno parlò, ognuno impegnato a sorseggiare la propria bevanda, chi la camomilla, chi la birra e nella stanza sembrava essersi stagnato un silenzio glaciale.
-Insomma!-Sbottò Gilbert, sbattendo il boccale di birra vuoto sul tavolino e facendo sobbalzare tutti –Vuoi dirci che ti prende?!-disse poi, con un cipiglio incavolato, rivolgendosi a Feliciano.
-Eh?- il diretto interessato non seppe che rispondere.
Ludwig posò anch’egli la tazza e guardò serio il fidanzato –Questa volta devo dare ragione a Gilbert. Feli, cosa c’è che non va?-
Feliciano si specchiò negli occhi azzurri di Ludwig, vide gli occhi gonfi e arrossati, le mani che continuavano a tremare e il viso stremato e stanco.
Si, stanco di mentire.
Mentire a Ludwig, che lo trattava con gentilezza ed era dolce e comprensivo con lui, anche nelle più piccole cose.
Ma ora Feliciano non lo amava, non più.
Ora Feliciano amava Lovino, ed era infinitamente preoccupato per lui, perchè quella non era la prima volta che succedevano queste cose e prima o poi, ne era sicuro, ci sarebbe rimasto secco.
Il settentrionale sapeva chi era a procurare tutte quelle ferite al fratello, ma continuava a stare zitto, a far finta di nulla, solo perchè sapeva che Lovino odiasse parlarne.
Lui aveva sempre odiato parlare dei suoi problemi, anche dei più piccoli.
-Cosa c’è che non va?- chiese retorico Feliciano, abbassando lo sguardo sulla tazza. –Ci sono tante di quelle cose Lud, non puoi neanche immaginare…- sorrise mestamente, certo che fingere non gli riusciva proprio bene! –Sono solo preoccupato, va bene?- alzò lo sguardo sul tedesco, che lo guardava sconcertato, senza sapere cosa rispondere.
-Preoccupato?- ripeté quello.
-Si, sono preoccupato perchè questa storia va avanti da troppo tempo e tu Lovi,- si voltò verso il fratello, che lo guardava interrogativo –Non fai mai niente!Non me ne parli e tieni tutti i problemi per te!-
Lovino, dopo un attimo di stupore iniziale, si riprese e guardò serio il fratello, serrando i denti –Non sono cazzi tuoi- sputò duro, fissando il fratello negli occhi.
Feliciano si accigliò –Ecco, hai visto?Perchè fai sempre così?Perchè non mi parli mai di te e dei tuoi problemi, Lovino? Sono tuo fratello!Vuoi capirlo o no che io mi preoccupo per te!-afferrò il braccio di Lovino per richiamare la sua attenzione, cercando di tenere un espressione seria senza scoppiare in lacrime –Ti stanno divorando, Lovino. Ti uccidono giorno per giorno e io non posso fare niente! Non ho bisogno che tu mi dica i loro nomi per sapere chi è stato a ridurti così!Io so…- prese un lungo respiro, serrando la mascella –Io so che sono stati quei tre stronzi!- concluse, lasciando tutti sorpresi per aver detto una parolaccia.
Feliciano di solito non le diceva. Anzi, più che di solito, mai.
Lovino stava per rispondere quando si ritrovò a imprecare a mezza voce contro il campanello che era improvvisamente suonato, facendo alzare Feliciano per aprire la porta, il ciuffo ribelle che si agitava furioso.
Chi cazzo era a quell’ora?!
L’italiano posò la mano sulla maniglia e l’aprì velocemente, ritrovandosi davanti chi non si sarebbe mai aspettato.
-Eh?Antonio, cosa ci fai qui?!- chiese, mentre uno spagnolo ubriaco fradicio si afflosciava contro di lui.
-Lovinito~- ululò, abbracciando il settentrionale.
L’altro italiano si voltò e quasi non urlò alla scena che gli si ritrovò davanti.
-Lovinito, mi manchi- Antonio aveva afferrato Feliciano per le spalle e ora la guardava fisso negli occhi- Torna da me, por favor- e detto questo, prese il viso dell’italiano tra le mani e avvicinandolo al proprio, lo baciò.
 



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Veh a tutti! *ormai lo dico sempre,quindi...*
ecco a voi il super  ritardario cronico capitolo 14 che oroprio non si voleva scrivere!!!
Scusate l'immenso ritardo di un mese! E ora passiamo alle notizie del giorno:
*sigla del TG1*
capitolo assai noioso e in parte molto di transizione, perchè senza un po' di spiegazioni non saremo potuti andare avanti, Lovino viene curato e si ritrova a fare la mummia di Carnavale, Feliciano si preoccupa perchè Lovino non gli parla mai della mafia che lo sta uccidendo lentamente Ludwig e Gilbert parlano...

Ma di cosa?!
Volete saperlo?! Beh, se continuerete a seguirmi lo saprete (sperando che "Kutestabacatasenzaispirazione" posti regolarmente) tra uno o due capitoli!!!!
Antonio arriva per il gran finale e bacia Feliciano scambiandolo per Lovino!
Un gran bel casino vero?! Anche la mia testa è nello stato!

Beh, pazientate un altro po' e le cose si sbroglieranno, stiamo a vedere che succederà!
*sparisce con dissolvenza lasciando tanta tanta suspance perchè fa tanto figo^_^*
RECENSITE!!!!
Kissuuuuuuuuuuuuuuu
Kumiko095

 

  
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