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Autore: piperina    11/12/2011    7 recensioni
I pensieri di Harry Potter da amico a ragazzo. Ricordi di episodi che, come pezzi di un puzzle, mettono insieme il mosaico dei suoi sentimenti.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
- Questa storia fa parte della serie 'Harry&Hermione - Harmony'
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Scritta su commissione.

 

Pairing: Harry/Hermione

Rating: massimo arancione

Ambientazione: tra il primo e il quarto anno

Richiesta da: Dreamwolf91 The Weaver of Tales

 

 

 

*Only Act*

– Feelings –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La prima volta che provò quello strano istinto di protezione fu al primo anno. Il professor Raptor era svenuto nel bel mezzo della Sala Grande dopo aver annunciato la presenza di un troll nei sotterranei.

– Hermione!– fermò Ron tirandolo per la manica – Lei non lo sa, è nei bagni. Dobbiamo andare da lei!–

Nonostante il tentativo di calma di Silente, gli studenti erano nel panico e seguivano agitati i Capiscuola che li avrebbero scortati ai dormitori.

Harry però decise di disubbidire, cosa che in seguito scoprì essere un lato particolarmente forte del suo carattere, e corse a cercare Hermione insieme a Ron. Vederla strisciare e rannicchiarsi subito dopo per evitare di essere colpita dal troll l’aveva dapprima paralizzato: cosa avrebbe potuto fare per aiutarla? Sarebbe davvero stato in grado di risolvere la situazione?

 

 

 

 

 

La seconda volta accadde l’anno successivo. Hermione si era impegnata tanto senza far pesare loro le lunghe ore di ricerche sul mostro liberato dall’erede di Serpeverde, ed era stata pietrificata.

– Potter, Weasley.–

Non era un bon segno, per niente.

– Seguitemi per favore.–

Il volto della professoressa McGranitt era troppo teso e pallido, e li stava conducendo in infermeria.

                Dov’è Hermione?

Pietrificata. Immobile su un lettino.

                Perché?

 

 

 

 

Quando scoprì che Hermione aveva frequentato tutte le lezioni con una Giratempo era rimasto estremamente colpito dalla sua forza di volontà ed impegno. Amava così tanto studiare, conoscere – ed essere sempre la migliore – da aver sfruttato ogni fibra del suo essere, ogni goccia di energia che aveva in corpo.

E, come sempre ormai, lei era la chiave della sua salvezza.

Non gli erano sfuggite le occhiaie e il volto stanco, l’andatura sempre meno fiera e veloce, o i momenti in cui sembrava non ascoltare quello che le stavano dicendo lui e Ron.

Si era sentito solo, escluso da lei e dai suoi pensieri, da quel pezzo di vita che aveva deciso di vivere senza coinvolgerli.

Forse non si fida di me, aveva pensato un giorno in cui era stata particolarmente assente.

                Lui si fidava di Hermione.

 

 

 

 

 

Un ragazzo l’aveva invitata al ballo prima di Ron. Beh, non che fosse difficile, Ron si era ridotto quasi all’ultimo secondo e ancora non era sicuro di chiederglielo davvero.

Lui aveva ricevuto il due di picche di Cho Chang, la prima ragazza che aveva destato il suo interesse dopo di lei e doveva trovare al più presto qualcuno da portare con sé al ballo.

Che Ron avesse una cotta per Hermione era abbastanza palese per lui, ma Hermione ricambiava? Una parte di lui sperava, per la serenità del gruppo e la pace interiore di Ronald, che anche lei provasse qualcosa.

Ma un’altra, piccola parte di lui, sperava non succedesse mai niente tra loro.

Aveva giustificato quel pensiero con il timore di vedere il Trio sfasciato per una relazione che avrebbe potuto essere eterna o di breve durata. Non voleva perdere i suoi amici, si era detto.

 

In quel momento, però, quello in cui Hermione fece la sua timida apparizione in cima alle scale, vestita, truccata e pettinata come una principessa – ai suoi occhi – capì che la piccola parte di lui che tanti pensieri gli aveva procurato, era in realtà mossa da un sentimento più profondo dell’amicizia.

Capì di amare Hermione come amica e come ragazza. La voleva nella sua vita e sapeva che in futuro, qualunque cosa fosse successa, l’avrebbe sempre amata nel modo in cui si ama un primo amore.

 

– Stai fraternizzando col nemico!– esclamò Ronald, rosso in faccia e palesemente geloso di Viktor Krum.

Hermione sembrava Cenerentola nel momento in cui le sorellastre le strappano il vestito tanto amato della madre.

Piangeva, mostrava apertamente il suo dispiacere, la sua tristezza, il malessere

provocato dalle parole di Ron.

                Se le cose stavano così, non aveva speranza.

Si sedette sulle scale accanto a lei e le porse un fazzoletto – Tieni.–

– G… Grazie…– balbettò lei tra un singhiozzo e l’altro.

La osservò in silenzio mentre si asciugava le lacrime e tentava di rimediare al trucco semi sciolto.

– Mi dispiace.–

– Perché ti scusi tu?– sorrise appena – E’ Ron che ha sbagliato. Ha esagerato. Ha rovinato tutto.–

Ma a lui dispiaceva di non essere la causa del suo malessere, perché avrebbe potuto esserne anche la cura. Gli dispiaceva di non poterla aiutare davvero, e di non essere oggettivo nel guardare le cose: Ron non capiva i suoi sentimenti, allora perché non guardare lui?

 

Harry Potter, però, era troppo onesto per approfittarne.

 

Decise di limitarsi ad essere l’amico di cui Hermione aveva bisogno. Le passò un braccio intorno alle spalle e la tenne appoggiata a sé per il resto della serata.

 

L’avrebbe fatto per tutta la vita.

 

 

 

 

 

 

   
 
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