Capitolo
2
Continuai
a leggere le varie notizie che mi ero portata con
me quando una voce attirò la mia attenzione.
<< Scusami, posso? >> chiese un ragazzo
indicando il posto accanto al mio. Corrugai la fronte dandogli comunque
il
permesso di sedersi. Era alquanto strana come cosa. Per tutto il
viaggio ero
rimasta senza compagno di viaggio ed ora, invece, un ragazzo veniva a
chiedere
se poteva sedersi qui? Sospirai scuotendo il capo tornando a leggere.
<<
Noto che vai anche tu a Mystic Falls >>
Voltai il capo verso di lui. << E cosa te lo fa
dedurre? >>
Indicò con un cenno del capo i fogli che tenevo in mano.
<< Quelli – guardai i fogli – e poi
sei su di un aereo che va in Virginia
>>
<< Il fatto che io vada in Virginia non significa che
io vada a Mystic Falls e questi – mossi la mano che stringeva
i fogli – non
vogliono dire lo stesso. Chi ti dice che non sia interessata a queste
strane
morti? >> chiesi leggermente acida.
Il ragazzo mi guardò inizialmente serio e poi sorrise,
mostrando due perfette fossette ai lati della bocca. Per la prima volta
prestai
attenzione all’aspetto di quel ragazzo. Capelli chiari,
biondi e corti, occhi
tra il verde e l’azzurro, labbra piene. Bel ragazzo, in
pratica. << Nik
>> disse allungando la mano che guardai inizialmente
scettica.
<< Ariel >> dissi senza stringergli la mano
e
tornando a guarda davanti a me.
<< Che carattere peperino >> disse
divertito.
<< Senti – mi girai verso di lui –
siamo in viaggio da
più di cinque ore, mi spieghi perché sei venuto
ora a stressarmi l’anima?
>> Non mi rispose ma socchiuse leggermente gli occhi.
<< Non mi fai
paura con quella faccia >>
Scoppiò a ridere. << Ragazzina non parleresti
così se
solo sapessi la verità >>
<< Che verità, eh? Sei un serial killer che
sta
programmando il prossimo massacro? >> dissi ridendo.
Dopo quello scambio di battute nessuno più parlò.
<< Sai cosa si dice di Mystic Falls? >>
<< No, cosa? >>
<< Che ci siano creature oscure >>
<< Vampiri? Licantropi? – risi – Non
dirmi che ci sono
anche i Puffi! >> risposi notando come i suoi occhi si
erano illuminati
di una strana luce e la cosa mi preoccupò leggermente. Che
non stesse
scherzando sull’essere un serial killer?
Finalmente l’hostess avvisò che eravamo in
procinto di
atterrare. “Grazie a Dio”. Non appena fummo
atterrati e le porte furono aperte,
mi alzai in piedi e svelta scesi dall’aereo. Fu un
meraviglioso sollievo
sentire l’aria fresca sulla pelle, nei polmoni e vedere
finalmente qualcosa che
non era una immensa fila di sedili e di oblò. Mi avviai con
ampie falcate a
recuperare le mie valige. Ne presi una dal nastro, posandola poi a
terra, e
feci per prendere la seconda quando percepii una strana presenza alle
mie
spalle.
<< Zuccherino, ci rivedremo presto >> disse
la
voce dello stesso ragazzo presente sull’aereo con me al mio
orecchio. Ero
pronta a girarmi, lasciargli una manata in pieno viso e a prenderlo a
parola
quando, una volta che mi girai, non trovai nessuno. Del ragazzo, di
quel Nik,
neanche l’ombra. Che me lo fossi immaginato soltanto? No,
eppure avevo
percepito il suo respiro contro il mio orecchio, la sue pelle che
sfiorava
leggermente la mia. No, era stato reale eppure.. Sbuffai lasciando
perdere. Il
mio unico obiettivo, in quel momento, era andare a casa.
Per farmi spiegare dove fosse la casa dovetti chiamare la
scuola. Mi recai, quindi, verso casa. Sentendo il telefono vibrare, lo
presi
dalla tasca e controllai chi fosse. Ero pronta a rispondere quando mi
andai a
scontrare contro qualcuno. Alzai
la
testa girandomi verso lo sconosciuto.
<< Mi scusi, ero distratta >> mormorai
scusandomi.
<< Impara a guardare dove cammini invece di usare il
telefono >> rispose scontroso il tizio.
Corrugai la fronte. << Ho detto che mi dispiace
>> ribadii leggermente inacidita.
Il ragazzo alzò un sopracciglio << Non so che
farmene
>> e si rigirò dandomi le spalle.
<< Sei sempre così stronzo con le persone che
chiedono
scusa, eh? >> dissi stizzita, facendolo fermare.
<< Senti ragazzina – mi inchiodò con
lo sguardo
facendomi deglutire a vuoto – non sono in vena di scherzare
per cui modera i
termini >>
<< Oh poverino, ha avuto una giornata storta il
signorino. – feci un passo verso di lui – Resta
comunque il fatto che sei uno
stronzo! >> ribadii sorridendo innocentemente.
Lui socchiuse leggermente gli occhi. << Non sai con
chi parli. Si vede che sei nuova di qui >>
mormorò solamente.
<< Illuminami! E poi.. Come chi ti dice che sono
nuova? >> lo sfidai.
<< Non ho tempo da sprecare con delle bambine. Ho
questioni più importanti – si risistemò
la giacca – Ti basta sapere che mi
chiamo Damon >> e così si girò,
riprendendo a camminare.
Io invece strinsi le labbra e i pugni. << La prossima
volta ti faccio vedere io se sono una bambina o no. Stronzo!
>> mi girai
sbuffando e ripresi a camminare. Non era passato neanche un giorno da
quando
ero arrivata e già stavo odiando questa stupida cittadina.
Prima il tizio
inquietante dell’aereo, ora quel grandissimo stronzo.
“Dio, ma dove sono
finita?”
Mi grattai la testa e svoltai l’angolo trovando la palazzina
in cui era situato il mio appartamento.
Situato al terzo piano, l’appartamento non era poi male.
Ampio soggiorno con vista sulla città, cucina, due bagni e
due stanze da
letto. Come avevo
detto, non male. Mi
recai in una delle stanze da letto e scelsi quella più
ampia. Depositai le
valige sul letto e mi avvicinai alla finestra per guardare fuori.
Sperai che i
prossimi giorni fossero migliori di quello che stavo vivendo in quel
momento.
Abbassai leggermente lo sguardo verso la strada e per poco non mi venne
un
infarto. Appollaiato sul davanzale, un enorme corvo nero faceva bella
mostra.
Mi guardava e gracchiava, battendo con il becco contro la finestra.
<< Sciò! Va via! >> dissi
battendo la mano
contro il vetro. Il corvo non voleva spostarsi per cui aprii di scatto
la
finestra. << Vuoi andare via!? >> dissi
gesticolando con le mani.
Ciò provocò il volo del volatile. “Oh,
finalmente”.
Richiusi la finestra e poi le tenda. << Se anche i
prossimi giorni saranno così, giuro che prendo e torno in
Italia! >>
sbottai lasciandomi cadere sul letto, chiudendo gli occhi.
MA buongiorno e buona Domenica!
Come va? Io tutto bene *_* cosa stranissima per la mia salute!
Allora.. Zan zan zan zaaaaaaan.. Ariel ed il suo viaggio verso la Virginia. Come si suol dire, si possono fare veramente tanti strani incontri ù.ù
Ariel incontra questo strano tizio di nome Nik.. Poi, una volta a terra incontra Damon, che si rivela essere simpatico come... come... in questo momento non mi viene in mente un giusto esempio, ma mi avete capita, no? Prima impressione di Ariel riguardo Mystic Falls? Credo che l'ultima sua frase la dica lunga su cosa pensa xD
Vorrei ringraziare i lettori silenzioni, le splendide persone che commentano, colore che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare e chi mi ha messo tra gli autori preferiti.. Me ringrazia calorosamente!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e di leggere vostre opinioni.. Per qualunque cosa vi aspetto sul gruppo di Facebook ;)
A domenica :*
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