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Autore: Requiem_Poetica    11/12/2011    7 recensioni
Questa fanfic è un'alternativa alla serie GT. Goku non è tornato bambino e parte con Vegeta alla ricerca delle Sfere del Drago con le stelline nere. Ma proprio quando a mancare all'appello è una sola Sfera, le cose si complicano.
Si guardarono. Lei aveva smesso di cantare ad alta voce e adesso gli soffiava parole incomprensibili sul viso, a circa dieci centimetri di distanza. Vegeta fissava le labbra scure e carnose muoversi, dando vita ad una specie di danza ipnotica.
In quel momento ebbe l'istinto di morderle.
La guardò negli occhi. Erano gli occhi più grandi che lui avesse mai visto.
Brillavano di una strana luce. Aldilà dell'oro, vedeva qualcosa splendere, qualcosa di soprannaturale.
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Out of the water...I will love you.'
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Ok, è l'epilogo.
Prima di iniziare a leggere l'ultima, piccola parte di questa storia, tu che stai scorrendo queste parole, devi sapere una cosa.
Questa storia è nata senza troppe pretese. È stata spontanea al cento per cento. Si è evoluta da sola in qualcosa di più grande, divenendo forse la mia preferita tra quelle che ho scritto. Doveva servirmi solo come svago, una scrittura leggera, un intermezzo tra la stesura di storie che, superficialmente, ritenevo migliori, o peggio, più importanti.
No.
La più importante, almeno fin'ora, è questa.
Se l'hai seguita e sei riuscito a captare questa percezione, allora ne sono pienamente soddisfatta.
Se non l'hai sentita, pazienza. 
Sarà per la prossima storia.
Intanto, il finale.

 ***

Goku, Gohan e Piccolo atterrarono sulla piccola fortezza del Supremo. La prima cosa che notarono, fu che era stata ridotta ad un cumulo di macerie. 
<< Eh...si riconosce il tocco di Vegeta >> commentò Goku, facendo sarcasmo sull'irruenza del principe. Piccolo, intanto, aveva notato Dende a terra, privo di sensi, e si era precipitato in suo soccorso. Gohan lo spalleggiò.
Goku passò avanti.
Notò la carcassa di un essere a lui sconosciuto, martoriato, in un lago di sangue scarlatto. Che fosse Hödur, la creatura a cui aveva accennato vagamente Vegeta?
Vegeta. 
Eccolo, lo vedeva. Sembrava assorto. In piedi, rigido, le braccia lungo il corpo, gli occhi sgranati. 
Lo raggiunse, allarmato. Gli mise una mano sulla spalla.
Il principe dei Saiyan neppure si voltò. Ghignò appena.
<< Ciao, Kakaroth >> .
Goku lo studiò, sospettoso.
<< È finita? >> azzardò. Vegeta sospirò: << È finita >> .
Pausa silenziosa. Riflessione.
<< E le Sfere? >> domandò ancora, desideroso di chiarimenti. Vegeta non rispose subito. Abbassò lo sguardo. Scosse le spalle, vagamente.
<< Non ho fatto in tempo, quello schifoso già aveva espresso il suo desiderio >> fece un cenno della testa verso la carcassa di Hödur. Goku arricciò un sopracciglio, poco convinto.
<< Sei sicuro? E cosa ha espresso? >> cercò ulteriori conferme, sospettoso. D'altronde l'esplosione, Piccolo che rinsavisce, erano tutte cose accadute prima dell'apparizione di Shenron. 
<< E che ne so, non ho capito >> mentì a regola d'arte. << E mollami! >> scosse la spalla nervosamente, di nuovo il solito scontroso, per divincolarsi dalla presa di Goku.
Il Saiyan fece un passo indietro, guardandolo intensamente.
Istintivamente, gli avrebbe risposto col solito Vegeta, non raccontare balle.
Ma non era quello il momento.
No, stavolta andava bene così.
Stavolta glielo poteva concedere.
Immaginava. Non capiva e non ne era certo, ma poteva immaginare.
E non doveva fargli altre domande.
Andava bene così, per tutti.
<< Eh...Ehi! >> esclamò ad un tratto, come ad risveglio da un lungo sonno assorto. << Questo...questo vuol dire che dobbiamo ripartire per cercare di nuovo le Sfere?! >> esclamò, sconcertato.
Vegeta ghignò.
Mise le mani in tasca, fece per allontanarsi, divertito.

<< Che c'è Kakaroth? Non ti va di passare altri nove mesi assieme a me? >>

 

***



Ok, è la fine.

Devo ammetterlo, sono un po' triste.
Prima di concludere definitivamente, però, voglio svelarvi qualche curiosità:

Il nome Freyja è stato ripreso volontariamente da quello della dea norrena dell'amore, della fertilità, della seduzione e delle virtù profetiche; stesso discorso per Hödur, nome anglicizzato di Höðr, dio cieco della guerra.

Il canto intonato più volte da Freyja durante la storia è una canzone popolare gaelica, Newry Boat Song. Per darvi un'idea su cosa mi ha ispirato, potete andare a sentire la cover di Mèav del pezzo.

I poteri di Freyja sono chiaramente ispirati a quelli delle Sirene Irlandesi, che stregano gli uomini col loro canto. Poi, sono un po' sirenetta anche io, visto che adoro cantare. :)

Ok, stavolta è la fine davvero. Ringrazio tutti coloro che hanno letto e seguito questa storia, significa molto per me. E non precludo la possibilità di un seguito...staremo a vedere cosa mi suggerirà la mia fantasia.

  
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