L’intervista
Finalmente sono riuscita ad avere un’intervista con il
bellissimo e talentuoso attore Gerard Butler. Sono moltissimi i giornali e le
riviste che, con i loro inviati, vorrebbero essere al mio posto in questo
momento. Dopo tutte le foto, gli scoop, le confessioni di amici e colleghi per
non parlare dei colpi di scena, eccomi qui ad intervistare il diretto
interessato. Il direttore di questa rivista è stato in trattative per diverse
settimane con la signorina Susy Adams, l’assistente dell’attore, per questa
intervista.
Mi ha dato appuntamento nell’accogliente salottino del piccolo
hotel in cui alloggia durante le riprese del film di cui è interprete “The New
Day” che uscirà nelle sale solo fra qualche mese. Seduta su un comodissimo
divanetto, rivestito di morbido tessuto color crema, lo aspetto con un po’ di
trepidazione mista a curiosità quando alzando lo sguardo lo vedo uscire
dall’ascensore.
Ha indosso abiti casual: jeans scuri ed una t-shirt altrettanto
scura, che mettono in risalto il fisico asciutto e muscoloso. Sul viso
un’espressione serena con un sorriso appena accennato che si distende appena mi
scorge. Mi alzo per stringergli la mano e salutarlo.
E’ la prima volta che lo intervisto e ad essere sincera sono
un poco impacciata (chissà perché!) ma le sue maniere sono impeccabili e
con modi gentili mi mette subito a mio agio. Parliamo qualche minuto prima
dell’intervista vera e propria e quasi mi obbliga a dargli del tu.
Beh, non mi faccio
pregare e lo assecondo (e quando mi ricapita
un’occasione del genere!).
Mi spiega molto brevemente il perché abbia accettato di
concedere a noi di VanityStars
un’intervista che lui definisce a cuore aperto. Mi ha confessato di leggere,
certo non sempre, la nostra rivista ed è rimasto impressionato dalla veridicità
di alcuni servizi ed interviste fatte ad alcuni suoi colleghi, perciò si augura
che le sue parole non vengano travisate o alterate. Chiedo se ci sono argomenti
di cui non desidera parlare, a livello personale o professionale, ma con un
alzata di spalle e un sorriso che definirei illegale (ma forse il mio parere è di parte perché lo
ritengo un uomo da mangiare con gli occhi!) mi risponde negativamente.
Bene! Spero che l’intervista di seguito catturi il vostro interesse, che vi diverta e che vi
emozioni. Ma soprattutto che riesca a trasmettere le sensazioni che ho provato
io stessa alle parole di questo straordinario attore.
I: Ciao Gerard, grazie
per aver concesso alle lettrici di VanityStars questa intervista. Come mi hai
precedentemente annunciato, non ci saranno argomenti o domande tabù alle quali
non risponderai, giusto?
G: Esattamente. Solitamente rilascio interviste a scopo
professionale e quasi mai sulla mia vita personale ma ritengo sia venuto il
momento di farlo. Quindi forza e coraggio!
I: Beh, di certo le
nostre affezionatissime lettrici ne saranno deliziate. Iniziamo, allora!
I: Una tua virtù? Un tuo difetto?
G: Mhm … il difetto ti posso rispondere immediatamente. Tendo
ad essere prepotente e dispotico, sul set ma soprattutto in famiglia, troppo
spesso ahimè. Tra l’altro, ho da poco scoperto di essere tremendamente
possessivo. Mentre per la virtù forse, e dico forse, la generosità.
(Sorride mentre risponde e l’atmosfera si fa ancora più
distesa e rilassata)
I: Prepotente,
dispotico e pure possessivo? Beh, non l’avremmo mai immaginato. Approfondiremo sicuramente dopo ma ora dimmi,
nel tuo armadio quale capo d’abbigliamento non manca mai?
G: Jeans e
t-shirt in assoluto. Credo
che la comodità e la praticità siano doverose se non in ogni occasione almeno
nella maggior parte. Certo questo esclude il red-carpet!
(Entrambi sorridiamo mentre un giovane cameriere ci porta da
bere due cocktail)
I: Cos’è che ti
spaventa? Qual è la tua paura più grande?
G: Sicuramente perdere ciò a cui tengo, la mia famiglia e la
donna che amo. Questo è quello che mi terrorizza più di qualsiasi altra cosa.
Poi, ci sono fobie e paure meno rilevanti come la mia claustrofobia (la paura dei luoghi chiusi o di quelli
troppo stretti ndr).
I: La tua frase
preferita o il tuo motto?
G: Beh, sarò sincero, fino a un paio d’anni fa, ti avrei
risposto con la frase “Ognuno è artefice
del proprio destino: solo scelte e cambi di rotta ne indirizzano il percorso” mentre
ora ti risponderò citando una frase de La Divina Commedia di Dante Alighieri
che in quest’ultimo anno e mezzo ho fatto mia “L’amore è la forza che move il sole e l’altre stelle”.
I: Eccoci
all’argomento che mi premeva chiarire. L’amore … cos’è per te l’amore? Cosa
comporta? Ma soprattutto chi è la donna che ha fatto capitolare uno dei più
ambiti scapoloni d’oro del cinema?
(Scoppia a ridere ed io con lui. Appena riesco a riprendere
fiato noto con dispiacere che il mio buonissimo cocktail fruttato è quasi finito,
ma Gerard con un gesto ne fa portare altri due. Lo vedo sistemarsi meglio sul
divanetto, che occupa di fronte a me, e pensare alla risposta.)
G: L’amore … un argomento spinoso ma tremendamente
affascinante! Guarda, per non far torto a poeti e filosofi che prima di me si
sono cimentati nella descrizione di questo sentimento così potente, ti dirò
come lo vedo io.
L’amore per me è svegliarsi tutti i giorni con la persona
amata accanto e rendersi conto di amarla ogni giorno di più. L’amore è una
sensazione di trascinamento, un sentimento così grande e così forte che non ti
accorgi di provarlo e di esserne schiavo finché non distrugge tutto il resto.
E’ la sensazione di dolore e di soffocamento che mi prende quando, per esempio,
non la vedo. Quando non riesco a vedere i suoi occhi o il suo sorriso, quando
non sento la sua risata o semplicemente la sua voce. E’ qualcosa che mi
travolge e di cui non posso fare a meno. Qualcosa di cui non ti vuoi liberare
perché è proprio quello che ti aiuta a vivere e che ti fa respirare ogni
momento, di ogni ora, di ogni giorno. L’amore per me è lei, la mia Sophie. Lei
è tutto questo e anche di più. Lei è allegria e gioia, paura e smarrimento. E’
protezione e rabbia allo stesso tempo.
I: Oh mamma mia. Le
tue parole … sono emozionata! Scommetto che le tue fans pagherebbero fiumi si
dollari per essere al suo posto.
(Lui scoppia a ridere ed io mi interrompo un momento dopo le
sue parole.)
I: Parlaci di lei, ti
prego. Molti paparazzi rinuncerebbero a dormire e mangiare per un giorno intero
pur di riuscire a fotografarla o a parlarle e scoprire qualcosa di lei.
(Ride ancora ed annuisce)
G: Si, Sophie è molto timida e riservata, non è abituata a
fotografi, luci, flash o notorietà in genere perciò se ne tiene alla larga. Siamo
entrambi riservati. Sophie ora è la mia vita ed è anche per questo che ho deciso
di tenerla alla larga da voi. Ho adottato, insieme ad alcuni membri del mio
stuff, alcune misure preventive.
I: Hey, ma così mi
offendi!
(Ride della mia espressione da finta offesa)
G: Oh, no per niente. Alle volte, voi giornalisti o
paparazzi, riuscite a rendere la vita di noi attori e personaggi dello
star-system un vero inferno. Comunque, come ti ho detto prima non ci saranno
segreti e presto la conoscerete tutti. Mi accompagnerà, fra qualche mese, alla
Mostra del Cinema di Venezia, per l’uscita del film che sto girando The new day.
I: Sarebbe la vostra
prima uscita ufficiale, giusto? Sotto i riflettori e gli sguardi di tutto il
mondo?
G: Ebbene si e non vedo l’ora!
I: The new day è il
progetto che stai seguendo al momento. Di cosa parla il film?
G: Il film ha come protagonista un uomo Mark Stone
intelligente, molto oltre la media, ma anche profondamente disturbato. Affetto
da gravi problemi d’ansia e di depressione si rinchiude lentamente in un suo
bozzolo personale con la sola compagnia di alcool, pensieri ed illusioni. Non
ha famiglia, non ha amici né conoscenti di rilevanza. E’ così spaventato dagli
altri e impaurito da se stesso che comincia a creare un mondo tutto suo. Un
mondo in cui lui non è diverso dagli altri, un mondo in cui si sente accettato,
un mondo popolato da strane creature differenti una dall’altra che però lo
rassicurano e le sole con le quali riesce a relazionarsi. Il film è incentrato
sulla vita di questo uomo, un poeta, che nei deliri della sua mente produce
degli scritti di inimmaginabile bellezza e ricchezza interiore. E’ grazie ai
suoi scritti e tramite le sue parole che il film prosegue, tra flash-back ed
illusioni. Un film assolutamente anticonvenzionale ma che mi ha catturato fin
da subito.
I: La trama sembra piuttosto
interessante.
G: Si, lo è. E’ una produzione indipendente, non è un opera
ad alto budget come i miei precedenti film. Il mio ruolo è quello di Mark, il
protagonista.
I: Come ti sei
preparato ad interpretare il personaggio?
G: Non è stato difficile a livello fisico, quanto più a
livello mentale. Cercare di entrare nella mente di Mark Stone è stato piuttosto
complesso ma anche stimolante. Ho passato giorni, anzi cosa dico settimane, a
leggere i suoi scritti; li ho analizzati e studiati da ogni angolazione
cercando di interpretarli al meglio.
I: Credi di esserci
riuscito?
G: Spero di si. Ma valuterete voi, quando uscirà il film.
I: Ti è piaciuto
lavorare in una produzione indipendente?
G: Si, molto. Una prospettiva del tutto differente dalle
precedenti. Poco tempo per girare, pochi soldi e tutti fanno tutto. Nessun
tempo morto, nessun capriccio da star. E’ stato una boccata d’aria nuova,
davvero entusiasmante!
I: Passiamo ora
all’argomento clou: Sophie St. Louis . Puoi parlaci di lei e di come vi siete
conosciuti?
G: I genitori di Sophie sono amici della mia famiglia da
moltissimi anni. Suo padre era scozzese ed era amico del mio, purtroppo è
scomparso quando lei era ancora molto piccola. Sophie è nata in Italia e nonostante
le sue origini non era mai stata in Scozia. Vi è venuta per la prima volta due
anni fa ed è allora che ci siamo conosciuti.
I: E’ vero che
all’inizio facevate fatica a capirvi?
(Ride alle mie parole)
G: Si, è assolutamente vero. Quando ci siamo incontrati lei
si era appena laureata eppure parlava pochissimo inglese e neppure tanto
correttamente. Sbagliava la maggior parte dei tempi verbali e anche qualche
parola, non ti dico la pronuncia. Ero uno spasso per me correggerla ogni volta!
I: Forse non per lei,
però.
(Sorrido anche io)
G: No, infatti. Si arrabbiava e sbraitava quanto la nostra
lingua fosse tremendamente complicata. Secondo lei utilizziamo troppe parole
uguali per esprimere stati d’animo o azioni completamente diverse. Ora però va
molto meglio.
I: Beh, menomale.
Comunque la capisco. Deve essere difficile imparare una lingua nuova dall’oggi
al domani e parlarla in maniera impeccabile.
G: La cosa buffa è che sembra avere difficoltà solo con la
nostra di lingua perché parla francese e spagnolo alla perfezione, oltre
all’italiano naturalmente.
I: Beh, però… forse
siamo solo noi inglesi a non piacerle. E tu come sei messo con la sua di
lingua? L’italiano?
G: Oh, lasciamo perdere. Un vero disastro! La loro grammatica
è esageratamente macchinosa. Dopo più di un anno sono ancora a livello base.
Irrecuperabile insomma! Infatti quando
ci capita di discutere oppure di litigare si arrabbia e alle volte mi schernisce
in italiano per non farmi capire!
(Scuote il capo sconsolato mentre io rido allegramente)
I: Se devo essere
sincera, qualche foto della tua Sophie gira già in rete e sembra essere molto bella.
G: Sicuramente saranno degli scatti rubati. Comunque, si è
vero. E’ bellissima e assolutamente irresistibile. (ride e si passa una mano
tra i capelli)
E’ così affascinante ed intrigante da rendermi pazzo di
gelosia, quando in realtà non sono mai stato geloso in vita mia. Sono diventato
addirittura possessivo!
(Annuisco e nei suoi occhi si accende una luce che prima non
avevo notato. Lo incito a continuare)
I: Caratterialmente?
G: Se devo essere onesto, inizialmente non facevamo altro che
litigare. Anche se le nostre madri erano, e sono tutt’oggi, migliori amiche e
cercassero di arginare la cosa. Lei non mi sopportava e per me era lo stesso
con lei. Quando eravamo nella stessa stanza non potevamo evitare di
punzecchiarci, tanto che eravamo arrivati al punto che non potevamo rimanere
nella stessa stanza per più di qualche minuto. O usciva lei o lo facevo io,
assurdo! Assolutamente inconcepibile se pensi che ora non possiamo restare
troppo tempo lontani senza soffrirne! Mi credeva un riccone super viziato e
pieno di capricci. Mentre io la vedevo solo come una ragazzina scontrosa,
irritante e asociale. Ma mi divertivo da matti a farla impazzire e a
stuzzicarla facendole scherzi e dispetti di ogni tipo.
I: E poi? Cosa è
successo?
G: Beh, avevo notato quanto fosse attraente ma ne respingevo
l’idea. Con l’andare del tempo ho potuto conoscerla meglio, soprattutto grazie
a malintesi e ad alcuni suoi particolari
incidenti e mi sono reso conto che non era scontrosa o asociale ma solo
molto riservata. Sophie è una donna particolare. E’ molto intelligente con idee
e valori ben precisi. Ha un lato creativo molto marcato; adora dipingere e
disegnare, parla correntemente tre lingue straniere oltre alla sua ed è una
cuoca fantastica. E’ forte e sensibile, è solare ma anche molto orgogliosa.
Vuole fare sempre tutto da sola, accetta raramente aiuto dagli altri. E’ una
femminista super-convinta!
I: Immaginarla così
sembra non abbia difetti. Sembra la donna perfetta! E’ così?
G: Per me lo è. E’ perfetta per come sono fatto io ma, come
tutti, ha anche dei difetti. Per esempio è tremendamente goffa, inciampa continuamente
a volte col rischio di farsi male sul serio. Sono sempre in ansia quando non
sono con lei, è pazzesco! Ha la curiosa ossessione, soprattutto quando è
nervosa o in ansia per qualcosa, di pulire dappertutto. E’ lunatica da morire:
riesce, non so come, a passare dal riso al pianto in un batter d’occhio. Tende poi
ad essere impulsiva, a volte testarda e dice sempre quello che pensa. E’
davvero particolare!
… Sai, alle volte penso che Sophie sia fatta a strati e che,
per quanto mi sforzi, non riuscirò mai a conoscere tutto di lei. E’ una
continua sfida ed io … beh, adoro le sfide!
La cosa che più amo in lei è che riesce a sorridere di
continuo. Riesce a trovare il lato positivo in ogni cosa e in ogni persona, sempre.
E’ sempre così allegra, gioiosa e solare. Sorride e ride moltissimo. Sono
innamorato del suo sorriso, del suo carattere ed pure della sua goffaggine.
Sono innamorato pazzo di lei, in tutto e per tutto.
Sophie è il mio sole … senza di lei
sarei solo ombra.
I: Beh, non c’è che
dire … l’ami davvero molto.
G: Si, moltissimo. La mia famiglia e gli amici più stretti
dicono che da quando c’è lei sono cambiato.
I: Ed è vero? Ti senti
cambiato?
G: Questo non lo so, non credo. Di sicuro ora ho uno scopo. Voglio
essere felice e la mia felicità dipende da lei. La mia felicità è lei. Se lei è
felice lo sono anche io.
I: Qual è la cosa che
fa più paura a Sophie?
G: Ho da poco scoperto che ha una paura smisurata per i
clown. Ho cercato su internet e credo si chiami coulrofobia. Ho letto che
sembra essere piuttosto diffusa ed è qualcosa che non si riesce a controllare.
Pensa che la settimana scorsa uno dei miei migliori amici, Jared (Jared Leto ndr), per farle una sorpresa, dato che
io sono lontano da circa tre settimane, l’ha portata al circo. E beh, non è
andata bene.
I: Cioè? In che senso
non è andata bene?
G: A Sophie non è mai piaciuto il circo, capirai bene il
perché. Beh, Jared l’ha portata prima dello spettacolo dietro le quinte a farle
vedere acrobati, animali, giocolieri e i clown. Io non ne sapevo nulla e questo
me lo ha raccontato lui. Mi ha detto che lei ha fatto un poco di rimostranze ma
che poi dietro sua insistenza ha ceduto. Jared ha detto che erano insieme vicino
alla gabbia di un elefante quando un clown le si è avvicinato. Soph ha cominciato
ad urlare come impazzita. Piangeva e urlava come se la stessero torturando e ad
un certo punto, dopo qualche minuto, è svenuta.
I: Oh mio Dio, che
cosa orribile! Ma perché non l’ha portata via fin da subito invece di tenerla
lì fin quando non è svenuta?
G: Guarda non so bene come siano andate le cose e fino a quel
giorno non sapevo neppure avesse questa fobia, perché lei detesta parlarne. Jared
neppure, voleva solo farle una sorpresa e pensava le sarebbe piaciuto, tutto
qui. Quando lei ha iniziato a gridare e a tentare di scappare lontano prima Jared
poi il clown hanno cercato di aiutarla, senza capire che la causa della sua
crisi fosse proprio lui. Ti lascio immaginare la mia reazione. Avrei voluto
essere da lei, proteggerla e rassicurarla ma soprattutto avrei voluto uccidere
Jared e quel pagliaccio!
I: Prima mi hai detto
che soffri molto per lontananza. E’ a questo che ti riferivi, vero? E’ in
questi momenti che stare lontano da lei ti fa più male?
G: Già, hai centrato in pieno! E’ in questi momenti che mi
sembra di sbagliare. Mi sembra di mettere il mio lavoro davanti a lei. Sophie è
la mia vita ed io le sono lontano. E sto malissimo per questo. Pensa che l’ho
sentita poco prima di scendere per l’intervista, quindi più o meno un paio
d’ore fa, ed ora ho già bisogno di risentirla. Di sentire la sua voce, di
sentirla ridere o di sentire semplicemente il suo respiro al telefono.
I: Posso solo provare
ad immaginare cosa tu stia passando. Avere lontano la persona che ami di più al
mondo e sapere che non puoi vederla. Anche lei soffre molto di questa cosa,
vero?
G: Si. Ogni volta che devo andare via, anche solo per qualche
giorno, piange. Piange tutte le volte. (Scuote la testa e mi guarda con occhi un poco tristi. Dopo
pochi minuti mi chiede di proseguire)
I: Per tornare
all’incidente di Sophie, anche in questo caso, posso solo immaginare come possa
essersi sentita. Per me è lo stesso, o quasi, quando devo andare dal dentista.
Rimando, rimando, rimando finché mia sorella non mi ci porta di peso. E’
orribile!
(Ridiamo insieme)
I: Quali sono i vostri
progetti?
G: Abbiamo appena comprato casa, in Scozia vicino ad
Edimburgo, per viverci stabilmente. Entrambi però amiamo viaggiare quindi …
boh, si vedrà.
I: Come mai proprio in
Scozia? E non negli States? O magari nella sua bella Italia?
G: Beh, tanto per cominciare è in Scozia che ci siamo
conosciuti ed è un luogo importantissimo per entrambi. Negli Stati Uniti non mi
sembrava il caso, troppo lontano dalla sua famiglia e dai suoi affetti. Non
potrei mai farle una cosa del genere, nemmeno per esigenze di lavoro. Per
quanto riguarda l’Italia in realtà è stata proprio lei a scartarla. A me sarebbe
piaciuto molto, ma lei era decisissima ad opporsi. Ha detto che sarebbe stato
complicato per il mio lavoro e che saremmo stati troppo lontani dai nostri
comuni amici. Avevamo anche valutato alcune proposte immobiliari a Londra, una
ad Oxford ed una a Bristol ma alla fine abbiamo deciso per altro.
I: Quindi è una cosa
seria? Dobbiamo metterci il cuore in pace, definitivamente?
G: Direi di si. Sono follemente innamorato di Soph. E’ legata
a me come io lo sono a lei e sono intenzionato a rimanere tale.
Anzi
maschietti, vi avviso, statele alla larga. Lei è mia!
I: Sono contentissima
per te, anzi per entrambi. Io e tutta la redazione di VanityStar vi auguriamo
tantissima felicità.
G: Grazie. Grazie mille.
Sarah Marcy di VanityStars
Avevo fatto bene a seguire il consiglio di Susy e ad affidare
la mia intervista a VanityStars. Rileggendola, solo qualche giorno dopo, mi
resi conto che erano state riportate le mie esatte parole. La giornalista non
aveva cercato di travisare o tradurre e parafrasare nemmeno una parola.
Sorrisi chiudendo la rivista e posandola sul basso tavolino
situato ai miei piedi. Mi spostai di lato e, facendo qualche passo, lanciai
un’occhiata alla nostra camera da letto. La porta era aperta ed io mi appoggiai
allo stipite incrociando le braccia al petto e mi incantai ad osservarla.
Amavo da matti guardarla dormire. Rimanevo a guardarla
dormire per ore ed ore, soprattutto dopo aver fatto l’amore.
Era sdraiata a pancia in giù con un braccio quasi
completamente sotto il cuscino e l’altro piegato vicino al petto, quasi a
volersi proteggere. Le labbra rosse e gonfie dei miei baci erano socchiuse, il
suo respiro lieve e appena accennato, l’alzarsi e l’abbassarsi regolare del
petto e delle spalle. Il viso era sereno e disteso. Le gambe leggermente piegate
e le cosce lisce e sode velate da un sottile lenzuolo bianco.
In silenzio e quasi sovrappensiero mi avvicinai al letto. Guardarla
e toccarla era, per me, come respirare. Non potevo farne a meno. Cercando di
non fare rumore, in modo da non svegliarla, mi sdraiai accanto a lei. Mi strinsi
ancora di più fin quando non sentì il suo respiro sul mio viso.
Il dolce profumo della sua pelle mi avvolse.
Cocco
… profumava sempre di cocco.
Le accarezzai delicatamente una guancia con le dita, le
circondai la vita con un braccio e sussurrandole Ti Amo chiusi anche io gli occhi.
Angolino
Ciao a tutti! J Come prima cosa il nome della
rivista e quello della giornalista sono inventati. L’idea dell’intervista mi
frullava da un pezzo per la testa e così, qualche mese fa, seguendo l’istinto
ho iniziato a scrivere… e questo è il risultato.
Cosa ve ne pare? Vi piace? Non vi piace?
Per quanto riguarda paure, abitudini, difetti e pregi anche
quelli li ha creati la mia mente… ho preso spunto dalle strane fobie di cui
sono affetti le star hollywoodiane.
Baci baci
Iry