Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Dafne    31/07/2006    9 recensioni
Una ragazzina appena investita con il nome di " Silver Saint di Linx " e con il desiderio di diventare maestra viene assegnata a Milo, portando una ventata di allegria al Grande Tempio... o meglio, un tornado di istinti omicidi. Ma è davvero tutto così allegro? Chi sta tramando nell'ombra, mietendo vittime a non finire? Nuovi personaggi, nuovi combattimenti, nuovi nemici. E stavolta, la posta in gioco è davvero troppo alta, persino per i Gold Saint.
Genere: Romantico, Comico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

Ashanti fissó a bocca aperta il ragazzo che aveva davanti, cercando di non urlare per la sorpresa: un Gold Saint! Un Cavaliere proprio davanti a lei e pergiunta bello! Forse stava sognando...

Lasció andare la mano di Kanon e inizió a schiaffeggiarsi il volto, sotto lo sguardo incredulo del cavaliere; quando prese a colpirsi piú forte, il ragazzo si affrettó a fermarla afferrandole il polso.

“Sei scema, per caso?” chiese, stupito. Lei si interruppe, voltandosi verso il cavaliere. Il suo viso assunse una sfumatura rossastra.

“Scusami...” mormoró, abbassando la testa. “Mi capita spesso di perdere il controllo, quando... sí, insomma...”

La ragazza rialzó gli occhi verso di lui, scrutandolo per bene ed alzando un sopracciglio; Kanon era ormai sicuro di avere un enorme punto interrogativo sulla testa.

“Sei tutto vero?”

Il silenzio che seguí diede tempo all’egiziana di rendersi conto di quanto aveva appena detto e di prepararsi a sprofondare sotto terra appena il ragazzo avesse aperto bocca; lui, da parte sua, non sapeva se scoppiare a ridere o provare a rispondere alla domanda con una battuta appropriata.

Non gli riuscí nessuna delle due ipotesi, cosí rimase imbambolato dov’era.

oddio... pensó Ashanti, diventando purpurea.

Alzó un mano verso di lui ed aprí la bocca nel tentativo di rimediare al danno, ma una vibrazione dentro di lei la fermó; rimase immobile, confusa. Spalancó gli occhi di scatto alla seconda vibrazione, piú violenta della precedente, che la costrinse a portare le braccia al petto.

“Che succed... ugh!” gemette, cercando di non urlare. Era come se il suo corpo si dilaniasse in mille pezzi e la testa prese a girarle vorticosamente.

“Ehi!” Kanon parve risvegliarsi da un sonno apparente, afferrando le spalle della ragazza ed iniziando a scuoterla. “Cosa ti sta...?”

Il cavaliere sentí una scossa abbastanza forte attraversargli il braccio e spostó lo sguardo sul volto della ragazza, lasciandola subito andare quando vide la sua espressione vacua e leggermente folle.

“Nasser?” mormoró lui, cercando di afferrarle nuovamente il braccio, ma lei lo respinse con cosí tanta forza da non sembrare umana. Quando Kanon provó ad avvicinarsi di nuovo, la ragazza inizió ad emettere un luce verde smeraldo, abbagliante tanto quanto una luce al neon;

Ashanti cadde in ginocchio, iniziando a tremare. “N-no... non di nuovo...” mormoró in un momento di luciditá; il corpo scosso da tremiti irrefrenabili sembrava fuori dal suo controllo. La ragazza si accasció al suolo, lottando contro quella che sembrava una bestia nascosta dentro di lei e che cercava di uscire ad ogni costo.

“Che diavolo ti succede?” chiese il ragazzo,allarmato, spalancando gli occhi alla vista della pozzanghera nerastra che si espandeva vicino alla testa della ragazza e che alla luce della luna non riusciva a definire; per un attimo rivide la stessa scena accaduta poco tempo prima, con Cristal accasciata al suolo ed una freccia conficcata nel petto.

“Dannazione!” imprecó il cavaliere, prendendo in braccio la ragazza e dirigendosi verso le stanze del Gran Sacerdote. Ashanti, ormai incosciente, non respirava piú.

 

 

La figura avvolta nel mantello sorrise, girando le spalle al Grande Tempio ed allontanandosi con passo felino. Completamente nascosta nel nero indumento, niente della sua corporatura lasciava prove sull’etá, né se fosse un ragazzo o una ragazza. Camminava piano, sicura che nessuno l’avesse vista; la scena a cui aveva assistito l’aveva rallegrata, la missione era riuscita e tutto era andato come imprevisto.

Strinse la piccola pergamena che teneva nella mano destra, mentre il sorriso si allargava ancora di piú.

“Non riesco a capire cosa ci trovi di cosí divertente...” mormoró una seconda figura apparsa da dietro gli alberi.

Era piú alta della prima e, a differenza di lei, nonostante il mantello nero coprisse buona parte del corpo, i muscoli e i pettorali lasciavano intendere che fosse un ragazzo sui vent’anni.

“Allora il capo ha ragione quando dice che sei tutto muscoli e niente cervello...” rispose di rimando l’altra, girandosi verso il compagno. La sua voce cammuffata da un apparecchio metallico parve fredda e distaccata dal resto del mondo.

L’interpellato si tolse il cappuccio, liberando i lunghi capelli castani raccolti in un codino e gli occhi neri come il carbone che puntó verso il Grande Tempio. “Avresti potuto ucciderla liberamente con quel maledetto incantesimo...” disse, indicando la pergamena nella mano dell’altra. “e invece hai preferito torturarla.

“Detta cosí la fai sembrare una colpa orribile...” rise freddamente la figura. “Ti ricordo che io almeno non ho disubbidito agli ordini di Noir, a differenza di te, Menfi.”

“Non è colpa mia se quella ragazzina dell’altra volta era cosí debole da non riuscire ad evitare una semplice freccia.”

“L’hai scambiata per Axis... Hai completamente sbagliato persona!”

Il ragazzo contrasse la mascella, iniziando ad irritarsi: non solo era costretto a prendere ordini da un tizio –o una tizia- di cui non sapeva neanche il nome, ma doveva perfino sentirsi rimproverato come un moccioso di cinque anni! Inaudito...

“Come potevo sapere che Axis era morta tempo fa?” sbottó, sulla difensiva. L’altra fece spallucce, voltandogli le spalle e ricominciando a camminare, in un gesto di superioritá che Menfi non riuscí e sopportare.

Accecato dalla collera, il ragazzo agguantó il compagno e lo immobilizzó contro un albero, premendogli l’avambraccio sulla gola.

“Se mi hai chiamato qui solo per divertirti a prendermi in giro, hai fatto male i conti!” ringhió, senza allentare la presa. “Ho solo commesso un errore, non c’è bisogno di fare tanto il superiore!”

“Ah, giá... ho dimenticato di dirti due cose...” mormoró la figura, senza fare una piega di fronte all’aggressivitá del compagno. “Primo: ti ho portato qui per farti conoscere il guerriero del vento...”

Menfi rise a quella dichiarazione, una risata molto simile ad un latrato. “Ma dai, un essere superiore come te non sa che sono io il cavaliere del vento e delle tempeste?”

La figura continuó  imperterrita. “Seconda cosa...” e qui, un raggio di luna riuscí a illuminargli metá viso, scoprendo il ghigno demoniaco che le deformava il volto. “Noir non accetta gli errori.”

Menfi non ebbe neanche il tempo di assorbire la risposta che strabuzzó gli occhi di scatto, soffocando un gemito; la figura spinse il pugnale ancora piú in profonditá, dilaniando la carne del compagno, che si piegó leggermente in avanti boccheggiando. Quando fu sicura che ormai per lui non c’erano possibilitá di salvarsi, poggió il piede destro sul suo petto ed estrasse violentemente l’arma.

Menfi cadde a terra, guardando con orrorre il suo stesso sangue scorrere velocemente per terra, bagnando l’erba del terreno; la figura si accucció alla sua altezza, accarezzandogli i capelli. “Tranquillo, tra poco sará tutto finito...” concluse, prima di ricominciare a sorridere. Gli occhi della vittima iniziarono a schiarirsi pian piano, mentre la sua vista si appannava. Sentí la mano della figura tirargli i capelli e la fredda lama del coltello premere contro la sua gola. “Muori sereno, Menfi, e gloriati di essere stato ammazzato dal guerriero del vento, nuovo cavaliere di Vayu.”

 

ab

 

Milo si dondoló avanti e indietro con la sedia, guardando ovunque tranne che dalla parte di Mu. Il Saint D’Ariete era a dir poco furibondo, camminava davanti al tavolo di marmo della sala senza riuscire a fermarsi.

“Non bastavano tutti i lavori che Atena ci ha fatto fare per questa maledettissima festa, non bastavano gli attacchi di un cavaliere folle apparso da chissá dove e pronto ad uccidere chiunque gli si parasse davanti, non bastavano le castastrofi che abbiamo predetto... oh, no! Mister faccio-tutto-di-testa-mia ha deciso di far evadere senza permesso la sua allieva rompiscatole dall’ospedale!”

No, mi correggo. Non era furibondo, era solo un tantino alterato, come dimostrava l’aura infuocata attorno alla sua persona.

“Mu, calmati, o perderai tutti i capelli...” cercó di scherzare Milo, alzandosi in piedi.

“Dannazione, ma ti rendi conto di cosa hai fatto???” Mu sbatté violentemente il pugno sul tavolo. “Tu, da solo, hai messo nei guai un intero ospedale!”

“Beh, all’isola di Andromeda ho fatto di peggio! Ed ero sempre da solo!”
”Non è una cosa di cui andare fiero!!” gridó il Gran Sacerdote con voce stridula, trattenendosi a stento dal strozzarlo. Milo aveva fiducia nella famosa pacatezza del Saint dell’Ariete, ma per precauzione si allontanó di qualche passo.

“Comunque...” riprese Mu, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “ho giá parlato con i responsabili dell’ospedale, pare che non avessero ancora avvisato la polizia. Domani dovró andare a finire l’accordo e Cristal potrá festeggiare il Natale con noi, a patto che” e qua assunse un’espressione del tipo guai-a-te-se-non-fai-cosí “ritorni in ospedale il 26 per un ultimo controllo.”

Milo non aveva mai abbracciato nessun uomo. Nessuno. Aveva giusto stretto il braccio di qualcuno per congratularsi o mostrare affetto. Eppure, appena il Saint D’Ariete aveva finito il discorso, gli saltó praticamente addosso. “Grazie, Mu! Tu sí che sei un amico!” esultó il Gold, rischiando di soffocare il Gran Sacerdote con una mossa tipo polipo tipica di Cris.

Mu stava pensando seriamente di usare la telecinesi per spedire Milo sulla luna, ma l’irruzione davvero poco delicata di Kanon buttó giú la porta e il Custode dell’Ottava casa fu costretto a fare un balzo indietro per non essere travolto.

“Scusate, non volevo disturbare...” mormoró Gemini, dopo un attimo di silenzio. “Certo non pensavo che a Milo piacessero gli uomin-”

“Kanon, per favore, evita!”

Mu sospiró pesantemente, chiedendosi perché non aveva né dei compagni né una dea normali; quando vide una figura indefinita tra le braccia del cavaliere della Terza Casa, peró, parve risquotersi. “Kanon... Che diavolo è successo?”

 

 

L’alba. Il sole iniziava a colorare di sfumature chiare il cielo mattutino, rendendo gradevole l’inizio del Natale. Camus girava per i corridoi della Tredicesima Casa, voltando la testa indietro ogni cinque secondi come se avesse paura di essere inseguito; certo, sebbene fosse Natale nessun cavaliere sano di mente sarebbe giá in piedi alle cinque del mattino –escluso lui stesso, ovvio- essendo uno dei pochi periodi di ferie, ma questo non lo rincuorava del tutto.

Non aveva chiuso occhio tutta la notte e le borse violacee sopra gli zigomi ne erano la prova schiacciante: aveva un bruttissimo presentimento...

“Camus!” eccheggió una voce per i corridoi vuoti, disturbando il silenzio tipico delle cinque del mattino: Shaina camminava veloce, con andatura decisa, guardandosi attorno con fare alquanto felino. Camus sentí ogni centimetro della propria pelle gelarsi all’istante (e il suo potere c’entrava ben poco), mentre le sue gambe lo portarono a nascondersi dietro ad una colonna abbastanza distante dalla ragazza: da quando le aveva rivelato il suo segreto, lei non aveva fatto altro che perseguitarlo, cercando di “farlo ragionare” e di “non ferire altre persone con il suo stupido orgoglio”, citando le sue testuali parole.

Il cavaliere aveva provato in tutti i modi a dissuaderla, ma Shaina dell’Ophiucus non era una ragazza qualunque: era forte, ribelle e, soprattutto, tosta... Il che, a volte, la rendeva quasi terrificante.

La Sacerdotessa in questione pareva perlustrare ogni centimetro dello spazio attorno a lei, gli occhi verdi in continuo movimento che non si soffermavano troppo nello stesso punto, fieri e combattivi ma anche curiosi. Aquarius la vide passare pericolosamente vicino alla sua colonna, fermarsi a scrutare tutte le crepe che essa mostrava e poi proseguire nella sua caccia, ormai quasi giunta al termine.

Camus si lasció scappare un breve sospiro di sollievo, voltandosi e deciso piú che mai ad andarsene da quel luogo, ma quando si ritrovó due occhi verdi accusatori davanti al viso, ci mancó poco che non gli prendesse un infarto, anche se riuscí a mascherarlo magnificamente.

“Ho come l’impressione che tu mi stia evitando...”

Non era una domanda, non necessitava risposta. Shaina si piantó i pugni sui fianchi, tenendo gli occhi fissi sull”unico cavaliere del Santuario che non si lasciava quasi mai scappare un sorriso, con quel suo fare freddo e distaccato dal mondo intero, ben diverso dai suoi compagni; la ragazza non sapeva quasi niente di quel che lui pensava o provava, sempre nascosto dietro quella maschera di ghiaccio che lo rendeva irraggiungibile ad ogni essere umano –tranne qualche eccezione chiamata “Milo di Scorpio” o “Hyoga di Cignus”-

“No, ti stai sbagliando, Ophiucus...” mormoró lui, con voce incolore.

Lei alzó un sopracciglio. “Non chiamarmi Ophiucus. Lo sai che non lo sopporto detto da te.”

Il cavaliere non fece una piega; Shaina se l’aspettava. “Volevo solo-”

“Non ora, Ophiucus” lei sbuffó leggermente “Sono desolato, ma ho affari urgenti da sbrigare...”

“Ti ha chiamato di nuovo Athena per presentarti un altro allievo?” fece la Sacerdotessa, scettica. “O forse stavolta devi rinchiuderti in Biblioteca con Milo per continuare le ricerche? Ah, giá, la Biblioteca è saltata in aria...”

“Devo andare ad una riunione.”

La risposta era ancora piú impossibile delle altre; Camus si morse segretamente il labbro.

“Da qui non vai da nessuna parte, se non nelle cucine.” Shaina non demordeva.

“È stata una decisione improvvisa.”

“E di cosa dovreste discutere di cosí importante in cucina? Mu vuole ancora avvelenare Saori?” la ragazza assunse un’espressione derisoria, pronta a scoppiare a ridere da un momento all’altro. “Oppure volete invitare questi nostri nuovi nemici a cena per cercare di trovare un accordo? Ah, ho capito, magari avete paura che uno di loro abbia il potere di trasformare i bigné in terribili zombie coperti di panna e con le fragole al posto degli occhi!”

Camus parve sconcertato da tanta schiettezza. “Smettila.” Le disse, all’improvviso, zittendola all’istante.

Shaina decise di non far caso al tono del Gold Saint, anche se avrebbe preferito mollargli un ceffone. “Come vuoi...” accettó, con un’alzatina di spalle. “Ad ogni modo...” e infiló la mano destra in tasca, come cercando qualcosa. “volevo solo-”

“Non hai capito...” fece lui, seccato. “Smettila. Smettila di far qualunque cosa!”

Lei si immobilizzó, tornando a fissare confusamente il cavaliere che le stava di fronte. “Come....?”

“Smettila di seguirmi in continuazione, smettila di voler parlare con me, smettila di far finta di sapere come stanno le cose...” Camus agitó un braccio, in un gesto di stizza. “ E soprattutto smettila di interessarti al mio problema con Cristal!”

La sacerdotessa boccheggió un istante, non aspettandosi una reazione del genere dall’algido Aquarius; poi, non potendo sopportare tutte quelle accuse, scoppió anche lei. “Io mi interesso a chi e a cosa voglio!” esclamó, indignata.

“Stai ficcando il naso in problemi che non sono affari tuoi e che io non voglio risolvere!”

“Stai facendo del tuo meglio per rovinare la vita di una persona, per caso?” la mano che prima teneva in tasca pizzicava. Shaina ora moriva dalla voglia di schiaffeggiare quell’iceberg codardo fino a deformargli la faccia. “Sembri non capire cosa siano l’affetto, l’amicizia o persino l’amore!”

Camus rise, sprezzante, chinandosi leggermente ed guardando la ragazza dritto negli occhi. “Non mi faccio dire certe cose da una che andava dietro a Seiya come un cagnolino fino a morire per lui, per poi essere scaricata come un oggetto senza valore!” soffió, seccato.

 

Eccolo lí, il tasto dolente, Aquarius non si era preoccupato solo di schiacciarlo, ci era saltato sopra allegramente fino ad incastrarlo.

Shaina rimase lí, immobile, con lo sguardo vuoto di chi non ha piú l’anima e Camus ebbe quasi l’impressione che da lí a poco la fiera Sacerdotessa sarebbe scoppiata a piangere. Si stava giá preparando delle scuse, quando lei alzó la testa di scatto e gli lanció un piccolo pacchetto in faccia, tanto forte da sembrare uno schiaffo indiretto.

‘‘Volevo solo darti questo’’ sibiló lei. “Non sono io quella che crede di sapere tutto, evidentemente.” Finí, calma, con la voce leggermente incrinata ma con gli occhi verdi ancora fieramente asciutti.

Fu il turno di Camus a rimanere immobile, senza cercare minimamente di fermarla quando la Sacerdotessa giró i tacchi per andarsene e sparire dalla sua vista; restó cosí per parecchio tempo, senza reagire, con il piccollo pacchetto ancora tra le mani.

 

 

 

 

 

Scusate per l’ennesimo ritardo, ma pare che tanto ci abbiate preso l’abitudine ^^;;;;;

Non vi siete dimenticati di me, vero? T_T

Perdonatemi se non ringrazio tutti coloro che hanno recensito uno per uno, ma da quando sono qui nelle Filippine (dove ci sono tutti i parenti di mia madre) il computer lo posso usare solo una volta alla settimana perché quel moccioso del figlio di mio cugino (che abita assieme a noi) deve per forza usarlo dalla mattina alla sera... -.-****

Dato che qua ci devo stare fino al 30 Agosto (e dato che quando l’hanno deciso i miei sono stati cosí carini da non chiedere la mia opinione...) volevo scrivere un capitolo molto piú lungo, ma pare sia impossibile.

 

Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno recensito, avvisandoli che appena torno in Italia modificheró leggermente i capitoli precedenti; quando ho iniziato questa fic volevo fare solo qualcosa di comico, e invece ho tessuto una trama leggermente complicata... ^O^;;;

 

Auguro a tutti buone vacanze e spero che siano meglio delle mie!

 

Bacioni e non scordatevi di me T_T

 

Dafy

 

 


 

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Dafne