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Autore: Sakura_____    11/12/2011    2 recensioni
Erano passati cinque anni da quel maledetto giorno, eppure Konan non aveva mai sentito tanto la sua mancanza.
Yahiko era per entrambi l'ossigeno e andandosene per sempre li aveva distrutti. Alla fine si ritrovavano sempre lì, in quella camera affittata da tempo nella quale consumavano lentamente le loro giornate, in attesa di qualcosa che potesse donare un senso di pace ai loro animi sconvolti. Konan in lacrime e Nagato a sostenerla.
Konan/Nagato
{Turno Sfida}
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Konan, Pain
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Konan sfida le Dodici Stanze'
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                                                                                                                  UnusualLove





 
 
               Erano passati cinque anni da quel maledetto giorno, eppure Konan non aveva mai sentito tanto la sua mancanza. Ora era lì, seduta sul letto con in mano quella fotografia stropicciata dal tempo e dal disordine. Le due persone ritratte però - sorridenti e felici - sembravano non aver conosciuto alcuna usura. Konan girava quel ricordo tra le mani come alla disperata ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi.
Da quel giorno una parte di lei aveva smesso di vivere, l'altra respirava solo perché era costretta a farlo dall'unica persona che le era rimasta accanto. Poi erano passati ore, giorni, settimane, mesi e anni; ne erano già trascorsi cinque.
Senza averlo più accanto.
All'inizio aveva sofferto forse perché ancora troppo immatura per capire il dolore, oppure troppo stanca di vedere le persone a lei care scomparire, una ad una. Tuttavia la situazione era migliorata, fino a qualche ora prima. Konan non stava bene, non avrebbe mai potuto esserlo ancora, ma aveva imparato a convivere con quell'accaduto.
Purtroppo il destino correva dalla parte opposta alla sua e così si era ritrovata quella fotografia in mano mentre metteva in ordine l'armadio della stanza affittata in albergo. Ed era rimasta fissa sul letto per molte ore, con quel foglietto in mano, ad ammirarlo.
Il bianco si era ingiallito, ma l'arancione dei capelli di Yahiko sembrava splendere come il sole in una mattinata estiva; il suo sorriso sgargiante era ancora uno dei più belli che la donna potesse mai ricordare. Le mancava.      Le mancavano il suo calore, i suoi abbracci.
Le mancava Yahiko.                                                                                                                           
Era come tornare indietro nel tempo, provare nuovamente quel dolore che le aveva lacerato il cuore, tornare al quel giorno in cui la sua vita era drasticamente cambiata.
Nel pomeriggio in cui per salvarla, Yahiko era morto. Si era sacrificato.
Improvvisamente gocce salate che Konan credeva di non avere più, tante ne aveva versate in quegli anni, scesero lungo il suo viso, lasciando scie al loro passaggio. Quante volte si era svegliata, nelle poche volte in cui riusciva a prender sonno, durante la notte urlando il suo nome? Quanti giorni, e forse anche più, era rimasta chiusa in camera sua? Per quanto tempo aveva vissuto come in coma, isolata dal resto del mondo?
Troppo. Ed ora il destino voleva continuare a prendersi beffa di lei con quella maledetta foto, ora bagnata.
Solo allora Konan se ne accorse e con la manica della felpa scura rimediò ad asciugarle, posando il dito - involontariamente - sul volto di Yahiko.                                                                                               
Poi non c'era riuscita. Non era stata in grado di fermarsi, il dolore assopito con forza si era risvegliato prepotente a ricordarle che la sua sofferenza sarebbe continuata. Si era accasciata ai piedi del letto, trattenendo a sé le ginocchia con le braccia e si era risentita piccola piccola, in quella grande stanza di quel malandato albergo. Insignificante rispetto al resto del mondo.
"Konan.." un bisbiglio quello di Nagato. Perchè in fondo lei non era l'unica ad aver sofferto, Yahiko era morto nella mani del compagno ed amico, l'unico che si era preoccupato per lei, aiutandola e sostenendola come nessuno, facendo finta di indossare una maschera per nascondere il vuoto che quel loro amico aveva lasciato in entrambi. La stessa maschera che aveva da sempre indossato per non rivelarle niente, per non farle capire che lui avrebbe potuto sostituire Yahiko, se lei lo avesse voluto.
Ancora una volta, senza chiedere nulla in cambio, le si era avvicinato scostandole le braccia dal volto rigato dalle lacrime e sempre senza sentirsi un degno sostituto l'aveva abbracciata. E lei si era aggrappata a lui, come una figlia alla propria mamma.
Yahiko era per entrambi l'ossigeno e andandosene per sempre li aveva distrutti.                                             
Alla fine si ritrovavano sempre lì, in quella camera affittata da tempo nella quale consumavano lentamente le loro giornate, in attesa di qualcosa che potesse donare un senso di pace ai loro animi sconvolti. Konan in lacrime e Nagato a sostenerla. Sempre. In qualsiasi momento. Solo per lei.
Mai una volta si era beato di averla accanto oppure stretta tra le sue braccia poiché mentre prima Yahiko era vivo, ora non poteva certo imporre al mondo di sostituirlo. Perchè lui lo ammirava. Ammirava tutti e due, soprattutto Konan che cercava in tutti i modi di sopravvivere.
L'uomo si accontentava di darle una specie di quiete per non vederla affogare. Desiderava, e avrebbe dato tutto se stesso per questo, sentirla ridere come faceva con Yahiko ogni volta che li vedeva insieme. Per lui Konan non era un oggetto, avrebbe aspettato. Anche in eterno.
Intanto la teneva stretta a sé, carezzandole la schiena con calma. Poi era successo, si erano avvicinati, forse per cercare ancora una volta l'ossigeno che li teneva in vita e le loro labbra si era sfiorate. Per sbaglio. Ma nessuno dei due si era tirato indietro, combattendo contro la paura, si erano avvicinati maggiormente, baciandosi con foga sentendo quasi il respiro mancare.
Per forze di circostanza poi i loro corpi avevano come perso tutto il vigore iniziale, subito pentiti del gesto appena compiuto. Era come dire che potevano vivere senza Yahiko.
Eppure quando Nagato, accostatosi a Konan ancora una volta, l'aveva baciata sollevandola quel tanto che bastava a far combaciare perfettamente le loro labbra, lei non si era opposta. Al contrario, si erano comportati come due calamite. Entrambi allo stremo delle forze, ma stanchi di rimaner fermi ad attendere.          
Attendere chi non sarebbe tornato mai più.
Le mani di Konan si erano perse tra i capelli di Nagato, attirandolo a sé, mentre quelle dell'uomo vagavano sul suo corpo esperte, come se lo avessero fatto da una vita intera. Il resto era stato dettato dall'improvvisa quanto piacevole passione ed avevano finito per fare l'amore. Senza sentire il rimorso del loro amico.
Proprio nello stesso letto in cui Konan si svegliata sudata e urlante la notte, poiché non aveva più le braccia di Yahiko a stringerla.
Ora erano altre braccia a farlo, le stesse che da anni l'avevano desiderata ma mai avuta.
Altre voci sparse nella camera, altre emozioni quelle che regnavano sovrane in quell' atmosfera serena.
In quel momento Nagato e Konan erano tornati, anche se per un attimo, a vivere.
 
Le lenzuola erano aggrovigliate ai due copri, anche loro uniti in un abbraccio dopo ciò che era successo. Konan si era svegliata ed aveva avuto paura di trovarsi accanto ad un altro uomo, con il capo poggiato su un altro torace. Ciò che le faceva più paura era la felicità che provava in quel momento. Con colui che non avrebbe mai potuto immaginare di fare l'amore.
Aveva leggermente spostato il braccio di Nagato e, avvolgendosi ad un lenzuolo, stava andando via.
"Dove stai andando?" eccola la domanda che non voleva sentire per nessun motivo, tuttavia non ebbe neanche il tempo di rispondere che l'uomo l'aveva riavvicinata a lui e fissandola negli occhi le aveva chiesto "E' stato solo uno sfogo?"
Konan lo aveva fissato, sentendosi uno schifo. Non era stato uno sfogo, lei lo aveva veramente amato quella notte, senza pensare a Yahiko. E non sapeva spiegarsi perché. “Non è come pensi” aveva sussurrato infine lei. Nagato l’aveva spinta verso di sé cercando di trasmetterle tutto l’amore che provava in quel momento, ed anche questa volta la donna si era appoggiata a lui. Diversamente. Non più per essere sostenuta, ma per aiutarsi a vicenda. Anche se Yahiko sarebbe rimasto con loro per sempre, sapevano con certezza che non li avrebbe mai ostacolati. Finalmente Konan poteva dire di aver trovato pace assieme all’unica persona che l’aveva realmente amata.                                                            
Quella camera d’albergo aveva unito due anime sole.
 
 
 
 
 
 

Appunti dell’autrice:
 

Salve boys and girls,


Eccovi il “Turno Sfida” direttamente dalla cartella delle storie da postare entro l’anno prossimo XD
Seriamente, visto che sono sempre più incasinata con i compiti e robe varie!!  ç_ç Povera me!!
Comunque, non voglio trasmettervi la mia tristezza, quindi vi lascio ringraziandovi per essere arrivati a leggere fin qui … perdonate la solita malinconia del racconto, ma purtroppo va a periodi!

Se volete lasciarmi un commentino, sappiate che siete ben accetti, eh! G R A Z I E !

Alla prossima,

Sakura_____
 
P.S.: Eccovi il giudizio!;)
 
Grammatica e sintassi: 10/10
Stile: 4/5
Prompt pacchetto: 5/5
Pers. Base: 4/5
Luogo:2 /2
Originalità: 2/3
Gradimento Personale: 4/5
Tot: 31

  

 

   
 
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