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Autore: _ L a l a    11/12/2011    4 recensioni
Un combattimento, la pioggia ed una grotta scavata in profondità.
cosa c'è nel fondo?
(non lo volete sapere, fidatevi di me u.u)
Incredibilmente mi cimento in qualcosa di più lungo di una one-shot. e in qualcosa di non troppo deprimente.
[manca Johnny nei personaggi D:]
Genere: Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Allen
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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 02. La Stanza

 

- Lavi! –

Allen gli si fionda addosso, il cuore che gli martella in gola con una forza inaudita mentre s’inginocchia al suo fianco scostandogli i capelli dalla fronte.

Sono cresciuti parecchio, dall’ultima volta che si sono visti e, Dio, gli sembra passata un’eternità. Quasi non ci può credere.

Gli passa piano le mani sul volto, mentre i suoi occhi si abituano alla semi-oscurità permettendogli finalmente di vedere ogni singolo dettaglio sul viso dell’altro, a partire dai graffi e dai tagli. Il suo stomaco si stringe in una morsa poco piacevole, al pensiero di come se li è procurati.

Il rosso apre lentamente l’occhio, sbattendo più volte le palpebre, e probabilmente la prima cosa che vede sul serio è Kanda che entra nella stanza sbattendo con malagrazia la porta – e Allen sa che è stupido, ma avrebbe tanto voluto essere lui, la prima cosa vista dal rosso.

Poi Lavi alza lo sguardo ed incontra gli occhi di Allen, fissi su di lui. Stiracchia il volto in quello che dovrebbe essere il solito ghigno ma che in realtà è più una smorfia poco definita.

- ehi – li saluta con un filo di voce, come se non fossero mesi che non si vedono ma solo qualche giorno, e cerca di tirarsi a sedere, forse per togliersi di dosso quella parvenza di completo abbandono.

Ad Allen viene quasi da piangere per il sollievo, mentre lo aiuta a sistemarsi meglio contro il muro, ma Johnny lo batte sul tempo: si accovaccia accanto al rosso, un sorriso gigantesco a dipingergli le labbra mentre grosse lacrime gli solcano le guancie.

- Johnny, ti prego, non guardarmi con quell’aria sognate – ride Lavi, finendo con il tossire forte. Allen si trattiene dal toccarlo, per paura che possa svanire tra le sue dita nonostante non l’abbia fatto prima, e si scambia un’occhiata con Kanda, che lo guarda stranito, e l’albino sa che se anche l’altro non lo dà a vedere è sollevato tanto quanto lui.

Johnny balbetta qualcosa di indefinibile, tirando su con il naso.

- che ti hanno fatto? – sibila Allen, stringendo le mani a pugno mentre sente una non-tanto-insolita rabbia montargli nel petto. – dov’è Bookman? –

Lavi arriccia il naso, e si morde il labbro inferiore rimanendo fermo per qualche attimo senza nemmeno respirare. Allen teme sia sul punto di vomitare, ma subito dopo il rosso prende un profondo respiro scuotendo lievemente la testa.

- no.. non lo so. Penso.. con i Noah –

Allen fa finta di non notare che ha poco elegantemente ignorato la sua prima domanda che, ad essere sinceri, è quella che gli preme di più. Niente contro Bookman, figurarsi, - Allen non riesce proprio ad odiarlo, nonostante possa strappargli Lavi da un momento all’altro. -  ma l’incolumità del rosso, ora, è la cosa più importante.

- e tu che ci fai qui? – grugnisce Kanda, stringendo l’elsa della katana fino a farsi diventare le nocche bianche. Lo sguardo di Lavi si perde nei meandri del soffitto, come se avesse scollegato per qualche attimo le comunicazioni con il mondo esterno, – e Allen sa che in quel momento sta sfogliando tutti i suoi ricordi per giungere ad una risposta -  prima di replicare:

- non ne ho effettivamente la più pallida idea. Forse è.. umh, una sorta di prigione? – scrolla le spalle, rantolando poi per il dolore, ed Allen lo guarda con aria preoccupata. – comunque, - continua il rosso, posando lo sguardo affascinato sulle dita delle proprie mani che si muovono – credo di aver perso la cognizione del tempo da.. beh, un po’. – ridacchia stupidamente, pulendosi subito il rivolo di sangue gli scende dal labbro inferiore. – quanto tempo è passato dalla missione? –

- quattro mesi -  risponde meccanicamente Kanda e Lavi lo fissa con aria inebetita, come se facesse fatica a registrare l’informazione appena ricevuta.

- cos.. cosa?! –

- hai sentito, idiota – borbotta Kanda, con aria truce. Lavi ridacchia un’altra volta, meno convinto di prima, portandosi con fatica una mano alla testa per grattarsi. Il movimento si blocca a metà e Lavi sembra quasi piegarsi su sé stesso per il dolore. Si lascia sfuggire un gemito sofferente nonostante i denti stretti.

Dopo qualche minuto in cui il rosso respira affannosamente mentre Allen lo sostiene, la situazione sembra tornare normale.

- diamine, Lavi! – ringhia l’albino, cercando di contenere la preoccupazione, e Johnny sobbalza per il tono di voce troppo altro – si può sapere che cosa ti hanno fatto? –

Lavi prende un profondo respiro, premendosi due dita sul setto nasale mentre scuote la testa.

- n.. non. Non lo so, okay? –

Quella risposta non convince nessuno, e Lavi lo sa, ma nessuno indaga oltre, perché per le domande ci sarà tempo dopo ed ora devono pensare a come uscire di lì senza farsi notare. Cosa decisamente impossibile, visto il precedente combattimento, ma la speranza è sempre l’ultima a morire.  

- andiamocene. – decide Kanda, e Allen scatta subito in piedi, chinandosi poi ad afferrare Lavi così da sostenerlo. Il rosso fa qualche passo malfermo sulle proprie gambe, prima di sentire le ginocchia sul punto di cedere, rassegnandosi quindi ad appoggiarsi al più piccolo – che tanto più piccolo non è, constata con fare vagamente sorpreso. – potrebbe arrivare un Noah da un momento all’altro. –

- ottima intuizione, Esorcista –

Lavi s’irrigidisce di colpo, udendo la voce melliflua che ha parlato, e Kanda si volta lentamente fino a trovarsi davanti un Noah.

Non l’ha mai visto prima, e la prima cosa che nota è lo sguardo leggermente allucinato. Gli viene fa pensare che non sia totalmente a posto, ma quale Noah lo è?

La seconda sono i capelli, lunghi, di un colore che va dal marrone scuro al nero, tenuti stretti in una coda più simile ad una treccia che ad altro. L’assurda frangia triangolare gli lascia scoperte le stigmate ai lati della fronte. A Kanda viene in mente un ananas, ma non sa bene perché e nemmeno vuole saperlo. L’unica cosa che il suo cervello registra, ora, è la presenza di un nemico da abbattere.

Allen trova strano come le cose più stupide siano le prime a saltare all’occhio. Infatti, quello che nota Allen ad una prima occhiata, sono gli orecchini triangolari che porta e i calzoni bianchi che indossa (e che lo fanno somigliare ad una mongolfiera. Un giorno, Allen vorrebbe tanto salire su una mongolfiera, magari con Lavi.)

- e tu chi diavolo saresti? – ringhia il giapponese, sguainando con un colpo secco la spada e puntandogliela a pochi centimetri dal naso.  Il Noah ghigna, inclinando lievemente la testa  verso sinistra. Non dice nulla, e le sopracciglia di Kanda sembrano volersi fondere, tanto sono accigliate.

Dopo qualche istante di silenzio teso, in cui l’unico rumore percettibile è il respiro di Lavi che si fa sempre più affannoso, il Noah amplia il proprio ghigno e mostra loro la lingua. All’inizio Allen non vi trova nulla di particolarmente strano – a parte il fatto che il Noah dev’essere davvero un po’ più matto degli altri - e quasi non ci fa caso, perché il gemito di dolore di Lavi lo costringe ad aiutarlo ad appoggiarsi a terra.

Ma è quando Johnny emette un verso di stupore e disgusto che Allen alza lo sguardo, seppur riluttante, e vede.

Si ritrae d’istinto, rabbrividendo per l’orrore che quella cosa bitorzoluta e piena di occhi che esce dalla bocca del Noah gli fa. Anche Kanda rimane un attimo interdetto, e la presa su Mugen trema piano, prima di tornare salda.

Il Noah ridacchia, ritraendo la lingua, e Allen si chiede stupidamente come, esattamente, quell’ammasso poco definito riesca ad entrare senza problemi nella bocca del Noah.

Kanda lo attacca in un attimo, fendendo l’aria con Mugen, senza mai riuscire a raggiungere il Noah che ha iniziato a saltare all’indietro evitando i colpi dell’esorcista. Allen non ci pensa troppo, lascia Lavi a Johnny che, inginocchiato a terra, lo sostiene con le braccia tremanti,  e corre a dar man forte a Kanda.

Lavi fa fatica anche solo a respirare, e si accartoccia su sé stesso nel tentativo di contenere il dolore che sta dilagando per il suo corpo. Non è la prima volta che sta male in questo modo, e Lavi detesta doversi mostrare debole davanti agli altri – davanti ad Allen.

- La.. Lavi? – balbetta Johnny, terrorizzato, guardandolo boccheggiare trafelato. Il rosso scuote la testa, udendo distrattamente Allen urlare qualcosa a Kanda. Johnny si è voltato verso di loro, il viso teso, ma Lavi non riesce, non ha la forza nemmeno di alzare lo sguardo dal punto imprecisato del pavimento che sta guardando.

- La.. Lavi, dobbiamo tirarci indietro. – gli sussurra Jhonny, prendendolo per le braccia e cercando di trascinarlo un po’ più lontano dal combattimento. Lavi lo segue, ed una parte del suo cervello, quella ancora abbastanza lucida, gli ordina di non abbandonarsi sul terreno a peso morto. Ma l’altra parte, quella che il dolore sta molto lentamente avvolgendo, non fa altro che urlare, e contorcersi, e confonderlo, e Lavi comincia a non distinguere più i contorni delle cose, a non capire più dove inizia la realtà e dove la sua mente che, dio, già è abbastanza incasinata di per sé.  

Non sa quanto tempo passa, sente solo l’eco del proprio cuore affannato rimbombargli in testa, insieme alle grida di Allen e Kanda, ai colpi violenti e al respiro di Johnny. Ogni tanto gli sembra di poter riemergere da quella pozza viscosa che è il dolore, ma l’attimo dopo percepisce qualcosa muoversi dentro di sé e ripiomba nella confusione.

Una risata lo fa sobbalzare, e voltare in direzione del combattimento.  Ci vuole un po’ prima che riesca a mettere completamente a fuoco la situazione,  e forse quel po’ è meno lungo di quanto si sarebbe aspettato.

Il Noah è inginocchiato in mezzo alla sala, il volto rivolto verso il soffitto contratto in un ghigno sadico. Allen lo tiene legato con i lacci di Crow Clown, e alcuni sono avvolti stretti intorno al collo del nemico, contro il quale è puntata Mugen.

Sia Allen che Kanda sembrano pieni di ferite, e lividi, ma quando si tratta di un combattimento nessuno dei due sembra mai farci troppo caso.

Kanda solleva Mugen, pronto a tranciare via di netto la testa al Noah, quando quest’ultimo volta completamente indietro il volto fino a guardare Allen in una posa decisamente innaturale. L’albino rabbrividisce e arriccia il volto in una smorfia di disgusto, osservando quel ghigno capovolto.

- lo sai, Quattordicesimo?  - chioccia, con la voce resa roca dai lacci stretti attorno al suo collo. Allen si irrigidisce impercettibilmente e Kanda alza un sopracciglio, indeciso se lasciar finire il discorso al Noah o meno. – lo sai che se uccidi me, - si passa la lingua sulle labbra – il virus che ho piantato nel tuo amico rosso, là – fa un cenno con la testa verso Lavi, - lo distrugge dall’interno? –

Allen si volta di scatto verso Lavi, notando improvvisamente come i capelli rossi risaltino sul volto pallido dell’altro. Il rosso fissa il Noah, l’unico occhio sgranato un po’ per il dolore che lo arrovella, un po’ per lo stupore.

Poi il suo sguardo passa a Kanda, che ha ancora la mano sollevata e fissa il Noah con un misto di diffidenza e odio. Il Noah schiocca le labbra contento, sicuro di averla vinta.

Sente che Johnny trattiene il respiro, stringendolo per le spalle senza riuscire a staccare gli occhi dalla scena.

Ed è in quel momento che, per la prima volta in tutta la sua vita, Bookman Jr si ritrova ad avere ragione e sentimenti concordanti: - ammazzalo! – urla, stringendosi la gola che ha iniziato a bruciare in un modo insopportabile. – YU! Uccidilo, cazzo, uccidilo! –

E Kanda esegue, senza nemmeno pensarci, e la testa del Noah rotola sul pavimento. Il corpo – ed anche la testa staccata – del Noah, comincia a ribollire, come se sotto la pelle ci fosse qualcosa che spinge per uscire, finché quella cosa davvero non esce, causando un’esplosione poco discreta.

Lavi comincia a tossire forte per il fumo e la polvere.

- idiota! – ruggisce Allen, sul punto di prendere a pugni Kanda. – perché l’hai fatto? –

Kanda non risponde, lo guarda con la solita aria truce che, se possibile, irrita ancora di più Allen.

- senza il Noah non la troviamo, una cura al virus! –

- è incredibile come tu ti beva ogni singola parola degli altri – ribatte astioso il giapponese.

- è vero, Yu – interviene Lavi, passandosi una mano tra i capelli con un sospiro pesante, come se sul suo petto gravasse un incredibile peso. – non credo esista una cura. – scrolla le spalle con non curanza, alzando lo sguardo al soffitto, come se non gli interessasse.

Johnny lo guarda stranito, gli occhi sgranati e lucidi.

- e allora perchè? – sibila Allen, sull’orlo di un pianto frustrato.

Perché?

Perché, in un attimo di assurda lucidità, ha capito che sarebbe stato meglio morire e portare con sé all’inferno anche un Noah. 

Perché gli fa male tutto, anche respirare, anche sbattere le palpebre, e ha pensato che se davvero il virus l’avrebbe ucciso almeno tutto quel dolore sarebbe finito una volta per tutte.

Perché                 quel lurido bastardo meritava di morire per il semplice fatto di aver chiamato Allen Quattordicesimo.

Perché..

Non riesce a formulare nemmeno un altro pensiero che il virus comincia a muoversi, ad espandersi fino al suo cervello, facendolo quasi impazzire. Si morde le labbra per non urlare, sentendo i muscoli del suo corpo iniziare a contrarsi di propria iniziativa, facendogli ancora più male – cosa che riteneva piuttosto impossibile.

Cerca di continuare a pensare lucidamente, ma la cosa si rivela parecchio ardua, tanto che decide di lanciare un ultimo sguardo al viso di Allen. Se deve morire, almeno vuole morire con la sua immagine impressa nella retina.

 

 

Nda.

Lol, questo capitolo già mi piace di più, ma ho come la sensazione che manchi qualcosa di fondamentale. Non so che, ma ormai è fatta.

Deeetto ciò, v’informo che decidere come far combattere Allen e Kanda contro Fiddler è stata dura. Nella mia mente c’era solo l’immagine finale, ovvero Allen con i lacci che strangola Fiddler, Fiddler che ha la testa girata in modo molto innaturale verso di lui e Kanda che ha Mugen pronta a sferrare il colpo.

Così ho optato per un: combattono ma io non lo faccio vedere perché anche Lavi ha bisogno della sua fantastica introspezione. Yay.

In più, non ho la più pallida idea di come combatta Fiddler. Fosse stato Tyki, o Road, allora la storia sarebbe stata diversa. Ma Fiddler non l’ho mai visto in azione, quiiindi, ho deciso che era meglio non inventarmi niente. (e avete mai notato che i suoi capelli sono più castani che neri? Bah.)

All’inizio Lavi doveva urlare “Ammazzzalo, Allen!” ma poi ho considerato che è Kanda quello con la spada in mano e puntata alla gola del nemico. vabbè, diamo un po’ di spazio anche al povero Yu-chan *pat-patta*

E Johnny, porca miseria! Non faccio altro che dimenticarmelo.  Johnny, ti odio >___>                                           

Beeene, il prossimo è quello conclusivo.

Speriamo di riuscire a scriverlo presto :3

Adieeeeu :3      
   
 
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