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Autore: _ L a l a    08/12/2011    3 recensioni
Un combattimento, la pioggia ed una grotta scavata in profondità.
cosa c'è nel fondo?
(non lo volete sapere, fidatevi di me u.u)
Incredibilmente mi cimento in qualcosa di più lungo di una one-shot. e in qualcosa di non troppo deprimente.
[manca Johnny nei personaggi D:]
Genere: Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Allen
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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01. La Grotta.

 

Allen socchiude gli occhi, tossendo per la polvere che l’attacco degli Akuma ha sollevato.

Kanda si sta dando alla pazza gioia, Mugen saetta come impazzita trafiggendo qualsiasi nemico si trovi alla sua portata. 

- lasciane un po’ anche a me, Bakanda! – protesta l’albino, brandendo la propria spada. Kanda ringhia qualcosa che Allen non sente, perché troppo occupato a schivare le pallottole di un nugolo di livello uno.

Dopo qualche attimo, gli alberi intorno a loro finiscono disintegrati e i livello uno esplodono sotto i colpi dell’albino.

Johnny si sporge da dietro il masso dove si è rifugiato, osserva Kanda saltare ed abbattersi con forza su un Akuma. Il proiettile che questi gli aveva destinato va ad abbattersi contro una parete rocciosa, frantumandola.

Sono troppi per un bosco sperduto nel nulla. Ragiona l’albino, girando agilmente su sé stesso e trapassando tre o quattro Akuma che l’avevano accerchiato. Questi esplodono in nuvole di quella che sembra cenere, lasciando dietro di sé scie di vapori tossici.

Kanda libera i suoi insetti infernali, colpendo accidentalmente anche Allen che sobbalza quando una delle simpatiche creaturine gli azzanna amorevolmente una gamba.  

- sta’ attento, Bakanda! – gli ringhia accigliato, quando vede il ghigno soddisfatto sul volto dell’altro. – o ti raso a zero! –

Il più piccolo colpisce un Akuma, schiva l’ennesimo colpo e la (solita) parete rocciosa cui sta dando le spalle frana ancora un po’. Kanda non commenta, si limita a digrignare i denti poco finemente prima di tranciare di netto la testa ad uno dei due livello tre, la cui unica colpa era quella di essersi avvicinato troppo al giapponese.

L’altro livello tre è appollaiato su uno spuntone roccioso particolarmente alto, creato dalle frane della parete rocciosa. Allen alza lo sguardo verso di lui, poi prosegue ed osserva il la fiancata innalzarsi fino quasi a toccare le basse nuvole che coprono l’intero bosco e che minacciano pioggia.

Torna a guardare il livello tre, che lo fissa di rimando con un ghigno ben poco rassicurante. Allen chiude gli occhi, prende un sospiro e striscia lentamente il piede destro sul terreno fino a portarlo più avanti rispetto all’altro. Stringe la presa sulla spada e scatta: con un balzo si ritrova a quasi alla stessa altezza dell’Akuma,  il mantello che gli volteggia sulle spalle.  Mena un fendete, che va a vuoto perché l’Akuma si sposta  ed Allen è costretto a lasciare la spada per aggrapparsi ad una sporgenza della roccia, evitando la caduta.

- saaalve, Quattordicesimo ~ -  canticchia l’Akuma, ora appeso a testa in giù al suo spuntone. Allen gli lancia un’occhiata piena d’odio che fa ridere l’Akuma. L’albino si lascia cadere verso il basso, questa volta pronto ad atterrare, e riafferra la propria Innocence. Lancia uno sguardo di sfida al proprio avversario, che non aspetta certo un suo invito per lanciarsi all’attacco. Allen si abbassa, schiva il colpo e con un movimento agile si gira e trapassa l’Akuma che lo guarda stupito. Ma lo stupore passa in un lampo, ed Allen è costretto a sfilare la spada dal ventre del proprio nemico per schivare i spessi aghi intrisi di veleno che l’Akuma gli sta sputando addosso. Rotola via dalla portata d’attacco dell’avversario e sta per rialzarsi, quando la lama affilata di Mugen taglia via di netto la testa anche a questo Akuma.

- ehi – protesta Allen, puntando la propria spada contro Kanda. – quello era mio –

- sei troppo mammoletta per uccidere un livello tre – ribatte Kanda, rinfoderando la propria katana con fare vagamente soddisfatto. Allen sbatte un attimo le palpebre prima di cogliere appieno il senso della provocazione.

- guarda che io ho ucciso anche dei livello quattro! – lo rimbecca, alzandosi in piedi e lasciando che la propria Innocence riprenda la forma del suo braccio.

- grazie a me e Linalee, Mammoletta – ghigna l’altro Esorcista, scoccandogli un’occhiata di superiorità. Allen assottiglia lo sguardo e balza in piedi.

- è Allen! –

Si bloccano entrambi, Kanda sul punto di aprire bocca e fare qualche commento pungente, Allen già pronto a sferrare un pugno dritto sulla faccia dell’altro.

Entrambi si voltano di scatto nella stessa direzione, ritrovandosi a fissare il tronco avvizzito di un albero.

 Allen sbatte le palpebre e per qualche attimo il suo cervello non riesce a comprendere appieno la mancanza che sta registrando. Poi se lo ricorda – si ricorda che Lavi è disperso, che non si sa nemmeno da dove partire, che è per questo che non è lì a ridere del loro battibecco – e si dà dello stupido. Chissà perché, poi, si è aspettato di dover sentire la risata di Lavi. Non è la prima volta che succede, da quando Kanda e Johnny l’hanno ritrovato, ma quando era ancora all’Ordine e andava in missione con Kanda non gli succedeva mai.  Forse perché sapeva che Lavi era alla Home a bivaccare, o a leggere in biblioteca e non svanito nel nulla. È incredibile il modo in cui la preoccupazione rende tutte le cose completamente diverse.

Kanda aggrotta le sopracciglia, poi distoglie lo sguardo come se nulla fosse.

- tutto bene, ragazzi? – domanda Johnny, osservandoli incuriosito. Allen si volta verso di lui e fa un sorriso tirato.

- si, tutto ok. – gli risponde, cercando di tenere ferma la voce.

- li avete uccisi tutti? – chiede allora Johnny, con un sorriso, facendo molto delicatamente finta di niente.

- alcuni sono fuggiti – grugnisce Kanda, sedendosi con poca grazia su un sasso. Allen inarca un sopracciglio.

- non fuggirebbero, se ci fosse dell’Innocence nei dintorni – nota, grattandosi con fare perplesso una guancia. – non avrebbe senso –

- forse sono andati a chiamare un Noah – suggerisce timoroso Johnny, ed Allen arriccia il naso con disappunto.

La pioggia inizia a cadere leggera, poi sempre più fitta ma nessuno di loro dà segno di volersi muovere finché Allen non dice:

- forse è il caso di cercare un riparo. –

Johnny annuisce, si carica sulle spalle il proprio bagaglio mentre gli Esorcisti fanno lo stesso, e s’incammina, tenendosi sempre il più vicino possibile alla parete rocciosa, sperando in una sporgenza particolarmente ampia che permetta loro di ripararsi.

Sta giusto rinunciando all’idea di trovare riparo quando vede una sottospecie di grotta naturale. Fa segno ai due ragazzi dietro di sé di affrettarsi, infilandosi poi velocemente nell’apertura non troppo larga della caverna.

All’interno, lo spazio è ampio ma decisamente buio. Fortunatamente Allen ha pensato di raccogliere qualche ramo trovato a terra, quindi Johnny si mette alla ricerca dell’accendino che è sicuramente finito in fondo a tutta la loro roba.

Quando finalmente lo trova, ci vogliono una decina di tentativi prima che il fuoco faccia presa sul legno umido del bosco e in quei minuti Allen sente ancora di più la mancanza di Lavi, che avrebbe acceso il fuoco in un battibaleno – e che magari l’avrebbe abbracciato, scaldandolo ancora di più.

Allen scuote la testa e s’impone di non pensarci, portandosi le ginocchia al petto e rabbrividendo per il freddo.

Kanda è irrequieto, continua a muoversi avanti e indietro per la caverna e ad affacciarsi sull’uscita per vedere la situazione esterna.  Allen vorrebbe dirgli di smetterla, che gli sta dando fastidio, ma al contempo non ha voglia di litigare di nuovo con il giapponese. Così si limita a sospirare, nascondendo il volto contro le ginocchia ed appoggiandosi al muro.

Anche Kanda, dopo qualche ultimo passo nervoso, va a sedersi contro la parete in fondo alla grotta. Johnny sta per aprire bocca per dirgli di avvicinarsi al fuoco, altrimenti non farà altro che prendersi un malanno, ma all’improvviso Kanda scompare.

- Kanda! –

Allen balza di colpo in piedi, raggiungendo il punto dove prima c’era l’altro e scopre che sulla parete, ora, si è aperto un passaggio e che Kanda è molto elegantemente caduto al suo interno.

L’albino non riesce proprio a trattenere un risolino derisorio che si guadagna un’occhiata piena d’odio e d’istinto omicida da parte del giapponese.

Anche Johnny lo raggiunge.

- chissà dove porta – domanda sommessamente, più a sé stesso che agli altri due. Allen sorride e torna indietro ad afferrare due rami per accendere delle fiaccole, lanciandone poi una a Kanda.

- scopriamolo – suggerisce, una nota divertita nella voce. Lo scienziato gli sorride di rimando e corre a prendere i bagagli e a spegnere il fuoco; poi segue i due Esorcisti.

Stanno scendendo degli scalini ripidi e scivolosi da quella che sembra un’eternità, quando davanti a loro si apre improvvisamente un corridoio che si dirama in due direzioni.

- probabilmente siamo sotto alla parete – dice Johnny, tirandosi su gli occhiali in un gesto automatico mentre scende l’ultimo gradino stando attento a non scivolare. – quindi penso che una direzione valga l’altra. –

Kanda si avvia senza nemmeno una parola verso la sinistra, chiudendosi meglio la giacca per via del freddo che inizia a farsi sentire prepotentemente.

Allen tossicchia e nuvolette di denso vapore gli si formando intorno al volto, facendolo sorridere. Johnny, invece, batte forte i denti e si stringe di più nel proprio cappotto.

Dopo qualche minuto di cammino in cui non accade nulla d’interessante, la luce delle torce comincia ad illuminare delle cavità su entrambi i lati. All’inizio sono semplici buchi all’altezza del viso, poi si fanno sempre più grandi fino a raggiungere le dimensioni di una camera.

Le prime che incontrano sono vuote, ed Allen vi guarda dentro distrattamente, chiedendosi sorpreso a cosa mai possano servire delle stanze vuote in una galleria sotterranea, ma poi le stanze cominciano ad avere delle sbarre che impediscono l’entrata – o l’uscita – ed infine delle vere e proprie porte.

Alcune sono in legno e, nonostante siano chiuse a chiave, Kanda le abbatte con un calcio. Altre sono in metallo, così resistente che nemmeno i colpi del giapponese fanno nulla.

Ma Allen, dopo qualche ispezione, decide che preferisce che rimangano chiuse.

La prima che porta che aprono, infatti, rivela una decina di scheletri incatenati al muro esattamente di fronte alla porta.

- o.. oddio – rabbrividisce Johnny, distogliendo lo sguardo.

- è.. una sottospecie di prigione? – ipotizza Allen, mordendosi l’interno della guancia. – forse c’è qualcun altro –

Kanda gli lancia un’occhiata e Allen crede di poter capire che anche lui sta pensando quello che sta pensando lui.

La seconda contiene un lungo tavolo di legno, simile a quello che Komui ha nel suo laboratorio segreto – e Allen lo sa, perché Lavi, dopo l’ennesimo Komourin distruttore, ha deciso che serviva una spedizione punitiva. Così l’albino si era ritrovato, assieme al rosso e a Kanda, dentro uno stanzone inquietante dove l’unico grande tavolo era occupato da un’infinita marea di strani aggeggi ed altre cose poco rassicuranti che Lavi si era assicurato di lanciare accuratamente per terra con forza distruttiva.- solo che quello della stanza ha sopra un’ordinata serie di strani attrezzi che sembrano predisposti alla tortura.

La terza,  segna definitivamente la loro fine: quando Kanda distrugge la porta una dozzina di Akuma, tra cui tre livello tre, si voltano verso di loro.

Allen sente Johnny, dietro di sé, irrigidirsi e cominciare ad arretrare lentamente.

- porca miseria – impreca Kanda a denti stretti, serrando la mano destra sull’impugnatura di Mugen, pronto a sguainarla.

C’è un attimo di calma, prima che si scateni l’inferno.

Kanda non ci impiega nemmeno un attimo e alcuni Akuma non fanno nemmeno in tempo a muoversi che Mugen li ha già tagliati a metà.

I minuti che seguono sono solo confusione, esplosioni ed altra confusione ancora.

Quando agli Akuma già presenti se ne aggiungono altri arrivati da qualche meandro della grotta, i tre decidono di fuggire lungo il corridoio, sperando di trovare un’uscita.

Così, mentre Kanda corre all’indietro per affettare chiunque si avvicini troppo, Allen e Johnny s’affrettano lungo il corridoio fino ad arrivare ad un bivio.

Johnny prende di corsa il corridoio sulla destra, che sembra illuminato da una luce esterna di cui non riesce ad intuire la provenienza, ma Allen si blocca davanti all’altro corridoio, e fissa il nero fitto senza riuscire proprio a distogliere lo sguardo.

Senza quasi accorgersene avanza, facendosi luce con la fiaccola, e Kanda gli lancia un insulto mentre trafigge l’ultimo Akuma che li ha seguiti.

Ma Allen lo ignora, e la sua torcia rivela che il corridoio, in realtà, è un vicolo cieco che si chiude con una porta di metallo.

- Allen? – Johnny si affaccia sul corridoio, chiamandolo perplesso.

- Mammoletta! Che stai facendo! – ringhia Kanda, irritato.

- è Allen! – ribatte scocciato l’albino, appoggiando la mano sulla maniglia della porta e spingendo.

Si sorprende di trovarla aperta, e per qualche attimo rimane fermo, indeciso sul da farsi. Poi la socchiude e sbircia all’interno attraverso la fessura: è vuota, o almeno così gli sembra a causa del buio. Aggrotta le sopracciglia, e si sente quasi deluso per essersi fatto ingannare da una stupidissima sensazione.

Sta per chiuderla nuovamente, quando sente un mugolio sommesso, appena percettibile.

Allen s’immobilizza, poi spalanca del tutto la porta e si fionda all’interno, voltando lo sguardo in tutte le direzioni finché non trova la provenienza del suono.

Ci mette un attimo, ma alla fine riconosce la figura accasciata contro il muro.

- ..! –

 

 

NdA.

Uccidetemiii .____.

No, davvero. Come posso aver scritto una cosa simile? Ç___ç

La colpa è di Phantom_Miria e della sua frase incriminante che metterò alla fine del terzo capitolo. – perché, suvvia, è ovvio chi sarà salvato, ma noi non lo citiamo per mantenere la suspance u.u

In qualsiasi caso, questo capitolo fa schifo. Non ho voglia di andare a correggere quello che ho scritto, ma penso andrò comunque per evitare le bacchettate della mia Musa improvvisata.

Boh. Parlando d’altro.

Mi ero rotta di vivere a one-shot, quindi mi impegnerò e scriverò qualcosa di più lungo (ossia una storia di tre capitoli. Ahah, lunghissimo XD).

Il capitolo non mi piace davvero, odio i capitoli di stupida introduzione/descrizione, perché non riesco mai a scriverli è___é

In qualsiasi caso, oggi mi sono comprata un cestino e sappiate che tutti gli ortaggi che lancerete saranno raccolti ed utilizzati per scopi nobili u.u

Kanda è difficile da muovere. Perché? È___è

E Johnny non so come farlo comportare! *si dispera*

Almeno Allen si salva. (forse. No.)

E perché ho scritto al presente continuando ad utilizzare fottutissime coordinate? Non lo so.

Arriveranno mai, delle risposte, a dare un senso a questa fic? Probabilmente no.

OH, BASTA.

Andrò a vergognarmi di quello che ho scritto da qualche altra parte.

Addio *aria drammatica*

 

P.S. secondo voi esiste un sinonimo di Akuma? No, perché mi sono scoperta a scriverlo almeno trenta volte, e la cosa diventa sconcertante D:

P.P.S anche “parete rocciosa” l’ho scritto almeno quindici volte. Sono davvero molto ripetitiva D:

 

_ L a l a

 

   
 
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