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Autore: kresbiten    12/12/2011    8 recensioni
- Ti piace tesoro?- le chiesi carezzandole una guancia.
- E' tupendo mammina! Sono la bimba più felice del mondo!- l'abbracciamo insieme fino a quando scappò a giocare con le sue nuove cose.
- Beh, sono rimasti questi due..- sussurrò Rob.
- Non ce li eravamo scambiati già stanotte i regali?-
- Beh, stanotte erano questioni di vitale importanza, adesso..-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok...
*prende un respiro profondo*
Salve a tutte e buon inizio settimana!
Ho creato un'altra delle mie pazzie, nata durante l'ora di filosofia. Mi sono trovata con l'ispirazione a mille e con la voglia di creare una nuova one shot, così ho preso carta e penna e ho iniziato a scrivere. Probabilmente non vi interessa quello che sto dicendo, quindi passo al dunque, promettendo a chi fosse interessata, di aggiungere delle note a fine capitolo.
E' una storia natalizia. Quasi tutte, durante il periodo natalizio, creano almeno una one shot, ed eccomi anche io aggregata al gruppo.
Dedico questa storia a due importantissime persone nella mia vita, entrate così per caso grazie a questo meraviglioso sito e.. spero che non ne escano mai più: Athena (la mia migliore amica) e Giustina (la mia silver). Grazie di tutto e.. siete importantissime per me :')
Inoltre ringrazio Sofia (la mia Cherie) per aver creato questa meravigliosa copertina (un'impresa e tantissime risate per farla LOL).
Vi lascio alla one shot, anche perchè sono ansiosissima e nervosissima.
BUONA LETTURA!







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"Oh, se uno potesse già conoscere l'esito degli avvenimenti d'oggi!

Ma basterà che si concluda il giorno, e tutto si saprà."

W. Sheakspeare.




Fino ad oggi non pensavo che potessero succedere così tante cose in un giorno.

Possono avvenire milioni di incidenti, ma in zone diverse del mondo.
Milioni di donne possono scoprire di aspettare un bambino, ma in case diverse del mondo.
Centomila coppie potevano sposarsi, ma in chiese diverse.
Chissà quante bambine potevano far cadere il succo su un vestito da cerimonia, pochi minuti prima di questa, ma per diverse occasioni.
Milioni di persone possono fare milioni di cose nello stesso momento, ma pur sempre in zone diverse del mondo e con un ordine cronologico adeguato alle esigenze di chi le compiva.
Parole, parole, parole. Mille, milioni, miliardi di parole pronunciate nello stesso momento da persone diverse e con un pensiero diverso nella propria mente, forse le stesse parole ma con, pur sempre, significati personali e sfumature proprie.
Ci sono anche milioni di persone che pensano una marea di sciocchezze, eppure in questo momento forse potevo vincere il nobel come spara parole senza senso migliore del mondo.
Eppure.. non potevo evitare che la mia mente raggiungesse certi pensieri, o meglio, certi ricordi. Ricordi risalenti a ore o addirittura minuti fa, ma pur sempre degni di essere chiamati ricordi.
Ricordi potevano essere passati, presenti e anche futuri. Sogni promonitori potevano essere considerati ricordi, ma anche il futuro è destinato, nonostante tutto, a diventare un ricordo.
Ricordi.. che potevano benissimo diventare presente. Basta solo chiudere gli occhi e..


- Volio una bambola, un pupasso, un vetitino calino calino e una pianola- un sospiro, che occupava, ormai, da diversi minuti i miei polmoni, finalmente fuoriuscì dalle mie labbra.
- Tesoro, quante volte ti ho detto che non puoi chiedere tutte queste cose?- vidi il suo labbruccio arricciarsi e piegarsi verso il basso.
- Ma maaammiina!- piagnucolò ancorandosi al mio collo. Le carezzai i capelli ricci e sorrisi.
- Tu chiedigi una sola cosa, poi deciderà lui se portarti anche qualcos'altro- le spiegai alzando lo sguardo e trovando Rob poggiato allo stipite della porta che sorrideva.
- E come fa a decidele?- chiese la pizzola, alzando la testolina dal mio petto ed esponendo i suoi occhioni curiosi.
- Dipende se hai fatto la brava oppure no-
- Ma io sono blava!- scattò all'inpiedi e ancorò le mani ai fianchi. Lanciai uno sguardo di supplica all'uomo che si stava godendo lo spettacolo senza muovere un muscolo e lasciando a me l'incarico di spiegare alla bambina cose che, se avesse conosciuto la verità, l'avrebbero portata alla delusione. Eppure, mentre ci guardava, sapevo che non lo faceva per mettermi in difficicoltà e per divertirsi, ma lo faceva perchè gli piaceva farlo. Gli piaceva vedere le sue donne insieme, gli piaceva sapere che eravamo sue e che racchiudevamo tutta la sua vita. Potevo benissimo leggere tutta la dolcezza del mondo mentre ci osservava estasiato.
Scuotendo la testa avanzò lentamente senza farsi sentire, fino a trovarsi alle spalle di Allyson. Inaspettatamente l'afferrò, provocando un urletto da parte della bambina.
- Chi osa dire che la mia bambina è cattiva?- chiese con fare minaccioso, mentre faceva roteare il piccolo corpicino in aria.
- Papiiiinoo!! E' tata la mamma, è tata lei!- urlò lei puntando il suo piccolo dito verso di me, mentre rideva.
- Ah sì?! Allora adesso glie la facciamo pagare- le sussurrò all'orecchio ma riuscii a sentire anche io.
- Non provateci! Rob.. non farlo!- li avvisai allontanandomi leggermente.
- Vai Ally!- esclamò lui e, dopo nemmeno due secondi, mi ritrovai entrambi ai miei lati che mi facevano il solletico. Sentivo le grandi mani di Rob sui fianchi, mentre quelle di Allyson sotto al collo. 
- Basta! Smettetela, non ce la faccio più!- urlai tra le risa. La piccola scattò all'inpiedi e andò a raccogliee la lerrerina a terra, mentre Rob invece fermò le sue mani lungo i miei fianchi e mi si avvicinò pericolosamente.
- Ciao..- sussurrò prima di posare dolcemente le sue labbra sulle mie. Subito una scossa ci invase e fu come se quei due giorni di lontananza fossero passati da almeno un secolo. Le mie mani raggiunsero i suoi capelli scompigliati e sorrisi. Accidenti e se mi erano mancati!
- Ciao..- risposi staccandomi e guardandolo negl'occhi. Finalmente!
- Mi sei mancata signora Pattinson- sussurrò baciando l'angolo delle mie labbra.
- Oh oh oh. Sono ancora la signorina Stewart- lo richiamai sorridendo e ricevendo un suo sguardo malizioso.
- Signorina! Certo, certo. Ma ancora per poco..- morse il mio labbro inferiore e un gemito sfuggì dalle mie labbra, catturando l'attenzione di Allyson.
- Mamma! Papà ti ha patto male?- mi chiese prendendo tra le sue manine il mio volto e osservandomi. Misi il labbruccio nella speranza di non scoppiare a ridere.
- Sì, Ally! Tira i capelli a papà!- la incoraggiai e, quando le saltò addosso, scoppiai a ridere.
- Ma no, dai!! I capelli no! Smettila Ally! Kriiis, chiama tua figlia!- urlò cercando di staccare le mani della bambina dal suo viso.
- Ora è mia figlia?- chiesi alzando un sopracciglio.
- Allyson Carlie Pattinson!- urlò Rob e rubito la bambino tornò all'attenti. - Ecco, adesso va bene- si passò le mani tra i capelli, rendendoli ancora più scompigiati. Abbassai lo sguardo sul viso della piccola, leggermente rosso e con gli occhi lucidi.
- Ehi, Ally, che succede?- le chiesi abbassandomi verso di lei.
- Papa non mi vuole più bene- sorrisi sedendomi sul divano.
- Come! Tu sei la mia vita Ally, non pensare mai una cosa del genere. Sai, però, quanto i miei capelli siano ribelli e non voglio che nessuno li tocchi- disse mentre io ridevo.
- Ma la mamma te li tocca semple- osservò lei. Vidi Rob arrossire leggermente e io affondai il viso nel cuscino.
- Beh.. ehm.. la mamma è cattiva, non la pensare- rispose Rob e io scoppiai definitivamente a ridere. Oddio.
- Ok, Ally vieni e finiamo di scrivere la letterina- subito prese posto tra le mie gambe e prese la penna. La scrittura era quasi illegibile, ma aveva pur sempre tre anni e mezzo.
- L'hai scritta tu?- chiese Rob stupefatto mentre osservava la letterina. Lei, di risposta, annuì. - Brava!-
- Papiiino, ma Babbo Natale mi potta il legalo tanotte?-
- Certo amore mio, stanotte Babbo Natale ti porta un enooorme regalo- rispose Rob allargando le mani.
- Che bello, che bello. Allola io lo taluto adetto- si chinò sul foglio e, nell'arco di cinque minuti passati a guardarla, finì scrivendo l'abbreviazione del suo nome.
- Adesso vallo a mettere sotto all'albero- le suggerì, alchè si alzò e corse verso l'albero. Il suo vestitino verde cambiò colore a causa delle luci colorate dell'albero, diventando di mille colori.
- La metto qua?- 
- Va benissimo- corse verso Rob buttandosi tra le sue braccia.
- Adesso però andiamo a nanna, perchè domani è un giorno importante- disse risoluto lui, prendendo tra le braccia Ally.
- Pecchè domani..-
- Shh, non urlare o Babbo Natale non viene- le dissi portando un dito sulle sue labbra per siggillarle.
- Va bene- sussurrò a voce bassa. - Andiamo a fare la nanna- ci dirigemmo tutti e tre, Allyson tra le braccia di Rob, nella cameretta al piano di sopra. Mentre lui le sistemava il pigiama, io aggiunsi una coperta al lenzuolo e al piumone della piccola. Quella sera faceva particolarmente freddo, uno dei giorni più freddi a Londra e, nonostante i riscaldamenti accesi, temevo prendere freddo. Una volta pronta le rimboccammo le coperte e le demmo la buonanotte.
- Fa sogni d'oro amore mio- le sussurrai baciandole una guancia.
- Buonanotte amore- Rob le baciò la fronte e, dopo una sua "Buonanotte" sonnecchiata, chiudemmo un pò la porta e scendemmo al piano di sotto. Guardi l'orologio che segnava mezzanotte.
- Buon Natale- un sussurò arrivò al mio orecchio, mutando in un brivido sulla mia pelle. Piegai il collo e sentii le sue labbra pogiarsi sulla mia giugolare.
- Buon Natale- risposi, girandomi e incollando le nostre labbra. Le sue mani arrivarono ai miei fianchi e li strinsero possessivamente, mentre le mie, naturalmente, si ancorarono ai suoi capelli avvicinando maggiormente il suo volto al mio.
- Mi sei mancata Kiki- un gemito fuoriuscì dalle sue labbra nel momento in cui gli alzai leggermente la maglietta.
- Anche tu Rob, anche tu- le mie mani arrivarono alle sue spalle e impazzii. Adoravo le sue spalle; erano così forti, muscolose al punto giusto e mi facevano sentire protetta. Le afferrai tra le mani, stringendo il suo corpo al mio e affondando il viso nel suo collo beandomi della dolce fraganza.
- Kris.. lo sai che non possiamo..- mormorò mentre cercava di allontanarmi.
- Io non ce la faccio più, Rob. Ti voglio.. adesso- mi allungai afferrando il suo collo e avvicinando le nostre labbra.
- Anche io, non sai quanto. Una sola sera, una sola sera e sarai mia.- mi allontanai a malavoglia da lui, scocciata dalla promessa che ci eravamo imposti di rispettare.
- Solo perhè c'è un valido motivo- mi afferrò per i fianchi e mi fece girare, incollando la mia schiena al suo petto. Sentii le sue mani sparire per qualche secondo dalla mia pelle, per poi tornare.
- Non l'ho fatto prima, tra i miei e i tuoi impegni, Allyson e l'organizzazione non ho avuto tempo, ma voglio farlo per bene prima che sia troppo tardi- sussurrò al mio orecchio mentre rabbrividivo.
- Rob, cos..-
- Shh, fa parlare me, ti prego. Non l'ho fatto come si deve e mi sento in colpa. Ho intenzione di riparare, anche se è troppo tardi.- sospirai e mi girai verso di lui. Lo vidi inginocchiarsi ai miei piedi e per poco non svenni. Sentivo la salivazione a zero, le gambe tremare e un senso di nausea invadermi.
- Non so esattamente cosa mi spinge a compiere il passo che sto per compiere oggi. Forse le risate, i momenti passati insieme, le parole sussurrate o la sintonia. Ma probabilmente è il voler iniziare a condividere davvero qualcosa con qualcuno, il voler condividere me stesso con qualcuno, il voler imparare ad amare più di quanto non faccia già, il voler rendere veramente mia quella persona che accetta i miei difetti. Forse accade perchè è una necessità che sento di avere. O forse accade perchè deve accadere. Perchè le anime gemelle sono destinate a trovarsi, prima o poi. Perchè le anime gemelle sono destinate ad unirsi, a diventare un'unica anima per l'eternità. E io voglio farlo, voglio compiere questo importante passo perchè è, probabilmente, da sempre che la mia anima aspetta di unirsi con la tua. Ed è per questo che, adesso, la notte di Natale, ti chiedo di sposarmi Kristen Stewart. Sei pronta a compiere, con me, questo importante passo nella tua.. nostra vita?- le gambe continuavano a tremarmi, mentre gli occhi si erano inumiditi. Le sue mani aprirono un cofanetto di velluto blu e lo esposero sul palmo della sua  mano destra. Un sottile anello d'oro bianco con un ovale al centroo, composto da tanti piccoli diamanti, si mostrò ai miei occhi. Forse rimasi secondi, minuti, ore o giorni immobile dinanzi a lui ad osservare quell'anello e i suoi occhi verdi illuminati dalle sole luci di Natale. Tremante piegai prima un ginocchio e poi un altro, emozionata. Mi ritrovai così, in ginocchio di fronte a lui, a sussurrare un sicuro - Sì.- Le sue labbra si curvarono in un sorriso e le sue braccia circondarono il mio corpo, incollandolo al suo e fondendoci.
- Ti amo Kristen, ti amo e ti amerò- sussurrò prendendo la mia mano tra le sue e, lentamente, mettendomi l'anello e poi baciandolo - per sempre-
- Anche io ho un regalo per te..- sussurrai abbassando lo sguardo e lasciando scivolare le mie mani lungo i fianchi.
- Non ce n'era bisogno Kris- sussurrò carezzandomi una guancia. Un sorriso scappò dal mio controllo e scossi la testa.
- N..non è niente di chè, cioè.. non ho speso molto, quasi niente in realtà. L'ho preso in questi giorni in cui non c'eri.. e non so se.. ti piacerà..- sussurrai mentre la paura iniziava ad invadermi.
- Kris, tranquilla, sono sicuro che mi piacerà- annuii e mi sedetti sulle ginocchia, allungandomi verso l'albero e prendendo il piccolo pacchetto. Tornai di fronte a lui e glie lo porsi. Lui, sorridendo, l'afferrò lentamente e iniziò ad aprirlo. Tolse prima il fiocco, poi il nastro e tolse la carta, non strappandola eccessivamente. Si trovò tra le mani uno scatolino che avevo provveduto a colorare interamente formando un unico colore, così da rimanere nell'innominato fino all'ultimo.
- Non so perchè ma sono ansioso- mormorò sorridendo e aprendo la scatola.
- A chi lo dici- esclamai ridendo nervosa. Aprì lo scatolo e prese tra le mani l'oggetto. Se lo girò tra le mani, osservandolo bene.
- C..cos'è?- chiese continuando a studiarlo e sorrisi. Alzò lo sguardo e incatenò i suoi occhi ai miei. Aveva lo sguardo acceso, sgranati dalla sorpresa. - C..c..cos.. cioè.. tu se..sei..- stavolta toccò a me prendere la sua mano tra le mie e la portai sul mio ventre.
- Aspettiamo un bambino Rob- sussurrai e vidi mille espressioni attraversare il suo volto.
- S..sei incinta..- balbettò. - Aspettiamo un bambino- deglutì.
- R..rob t..tu non v..vuoi? Cioè, abbiamo già Allyson lo so ma.. è capitato e..- non so come ma mi ritrovai tra le sue braccia a girare in aria.
- Questo è il giorno più bello della mia vita! E' il regalo più bello che tu avresti potuto farmi, è il regalo perfetto. Il Natale perfetto. Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie- urlò roteandomi. Mi mise a terra e un capogiro, naturalmente, mi colpì facendomi traballare. Mi afferrò per i fianchi e mi avvicinò a lui. - Oddio, scusa. Stai bene Kris? Tu stai bene piccolo?- si abbassò e mi alzò la maglietta, carezzandomi la pancia piatta.
- Stiamo bene Rob, stiamo benissimo- si sollevò e si avvicinò al mio viso col suo.
- Ti amo. Te lo ripeterò fino alla morte e anche dopo. Ti amo Kristen.- una lacrima sfuggì al mio controllò e lui l'asciugò con un suo bacio sulla mia guancia.
- Ti amo anche io Robert Thomas Pattinson- posò le sue labbra sulle mie e sentii che era tutto perfetto. Avevo una figlia stupenda che dormiva beatamente al piano di sopra, avevo un figlio che stava crescendo in me pronto a nascere in una casa piena d'amore e, infine, avevo un uomo perfetto al mio fianco che mi amava incondizionatamente e che amavo incondizionatamente.
- Manca solo una cosa da fare adesso..- sussurrò posando le sue mani sui miei fianchi.
- E manca davvero poco..-
Quella notte dormii tra le braccia calde del mio fidanzato, da signorina Stewart, con un figlio in grembo grande ancora quanto un fagiolo e una bambina di tre anni nella camera accanto che dormiva beata. Non era stata una notte travagliata, insonne o avvolta dall'ansia per il giorno dopo, ma era stata una notte tranquilla in cui avevo pensato a tutto quello che mi era successo negl'ultimi anni e a quanto fosse cambiata la mia vita. Avevo trovato l'uomo della mia vita su un set cinematografico ed era stato amore a prima vista, travagliato sì, ma pur sempre amore a prima vista. Ancora oggi mi viene da ridere pensando a quanto io sia diventata incredibilmente romantica, mentre prima l'unica cosa che mi interessava era non apparire eccessivamente indossando un bel paio di converse, jeans e t-short. "Sei un maschiaccio", mi diceva sempre mia madre ma con tutto l'affetto del mondo. Eppure, in converse, jeans e t-short, avevo trovato una persona che sapesse amare anche i miei difetti, che andasse oltre all'abbigliamento e che scavasse nella mia anima. Ed è per questo che non avevo motivo di essere ansiosa o nervosa, perchè Rob era già mio, lo era sempre stato e il mio cuore racchiuso nella mia anima gli era da sempre appartenuto. Sciocco? Sì, sciocco e incredibilmente sdolcinato, ma pur sempre la verità.
Caddi in un sonno profondo, fino a quando l'incessante sveglia di nome Allyson ci svegliò alle 7 in punto. Iniziò a saltellare sul letto e a urlare.
- E' Natale, è Natale, è Natale! Mamma, papà! Vegliatevi, ci tono i legali sotto l'abbero!- continuò a saltellare fino a quando, affranti, ci alzammo dal letto. Il solito capogiro mattutino mi colpì, così come un senso di nausea che riuscii a controllare, per fortuna. Andammo in salotto e, tra le urla della piccola, ci sedemmo sotto l'albero.
- Quale è mio papino?- chiese indicando i cinque pacchi sotto l'albero. Feci un veloce calcolo mentale e constatai che c'era un pacco in più. Ma, probabilmente, ero ancora stordita.
- Sono questi tre, guarda. C'è il tuo nome Ally- Rob indicò i tre pacchi al centro, ovvero i più grandi, e la bambina ricominciò a saltellare.
- Quale aplo pel plimo?- chiese agitata ed emozionata.
- Quello che preferisci tesoro- risposi io sorridendole. Prese lo scatolo più piccolo in confronto agl'altri e, sedendosi tra me e Rob, iniziò a scartare la carta rossa. Una Barbie, accompagnata da almeno tre vestiti, un cagnolino, due borse, tre paia di scarpe e un pupazzetto la fecero scoppiare di gioia.
- Quante coteeeee!!- esclamò estasiata. - E' tutto bellittimoo- aveva gli occhi che le brillavano e, vederla così, era la cosa più bella che potessi desiderare di vedere al mondo. - Adetto aplo quetto- presi quello medio e capii che voleva conservare il più grande per ultimo. Lo scartò e ne uscirono tre meravigliosi vestiti. Li avevamo scelti con cura, tra cui uno molto simile a quello che avrebbe dovuto indossare oggi.
- Che belli!!- urlò mettendoli in fila sul divano e osservandoli. - A tia Litty piaceranno siculo- disse ridendo e la seguii a ruota immaginandola saltellare con Allyson.
- Adesso apri questo Ally- le suggerì emozionato Rob. Non vedeva l'ora di darle questo regalo, era davvero impaziente e leggevo nei suoi occhi l'emozione. La piccola prese ad aprire lo scatolo grande almeno 3 volte lei e Rob l'aiutò nell'impresa, fino a quando un mini piano (che avevamo già montato e incartato per intero) fece mostra di sè. Era una pianola ma un pò più grande e con i suoni più simili ad un pianoforte che ad una pianola. Aveva lo sgambetto su cui essere poggiata e una mini sediolina.
- Un pianofotte come quello di papàààà- urlò lei correndo ad abbracciarlo. - Papà adetto pottiamo suonale insieme, vero?- vidi Rob annuire mentre i suoi occhi brillavano. Avevamo scoperto da un anno la passione per la musica di Allyson, la stessa passione di Rob. Adorava ascoltare suo padre suonare il piano o la chitarra e quindi avevamo pensato di iniziare da un qualcosa che somigliasse al piano.
- Ti piace tesoro?- le chiesi carezzandole una guancia.
- E' tupendo mammina! Sono la bimba più felice del mondo!- l'abbracciamo insieme fino a quando scappò a giocare con le sue nuove cose.
- Beh, sono rimasti questi due..- sussurrò Rob.
- Non ce li eravamo scambiati già stanotte i regali?- 
- Beh, stanotte erano questioni di vitale importanza, adesso..- annuii e presi un pacchetto.
- Questo è tuo- glie lo porsi ansiosa che lo aprisse. Mi ero organizzata con sua madre affinchè non lo comprasse e adesso temevo che non gli piacesse; perchè se non gli fosse piaciuto allora..
Scartò la carta del piccolo pacchetto e, trovandosi davanti un'altra scatola bianca, sorrise.
- Non saranno mica le ecografie in cui mi dici che sono gemelli?- scoppiai a ridere e scossi la testa.
- No, tranquillo. Puoi dormire sonni tranquilli- lo vidi sospirare e passarsi la mano tra i capelli.
- Ok- aprì lo scatolo e dall'interno ne uscì l'elegante cravatta tendente al color oro che avevo scelto appositamente per lui e per abbinarla al mio vestito. - Ecco perchè mia madre non mi ha fatto prendere la cravatta dicendo di averci già pensato lei! E' stupenda Kris e suppongo di non poter fare domande, giusto?- mi chiese e io sorrisi alzando le spalle.
- Ancora poche ore..- sussurrai e si allungò per baciarmi le labbra. Quando si allontanò prese il pacchetto che era rimasto. Non lo avevo visto la notte prima sollo l'albero e mi accigliai.
- Beh, l'ho dovuto mettere stamattina presto..- spiegò porgendomi delicatamente lo scatolo. Sentivo un profumo fresco provenire dall'interno e la mia curiosità salì alle stelle. Uno scatolo lungo e aperto agli estremi ne uscì e un profumo di calle e orchidee mi investì le narici. Ispirai quel profumo e chiusi gli occhi beandomi di quella freschezza. Staccai il nastro adesivo che teneva attaccati i due lembi del cartone e un bellissimo bouquet mi apparve sotto al naso. Era un fascio lungo quanto mezzo braccio, pieno di orchidee e qualche calla che spuntava nello spazio che le altre lasciavano. Le lunghe foglie facevano da coda all'intero bouquet, accompagnato da un velo bianco con qualche perla ricamata vicino, mentre dei brillantini color oro ricoprivano i petali bianchi. Sfiorai col le dite i petali delle calle e sospirai per quanto era soffice.
- Indicano eleganza che si mescola a sensualità. Proprio come te, così elegante e sensibile nei tuoi modi di fare, ma sensuale come nessuna.- alzai lo sguardo e vi trovai quello di Rob fissarmi estasiato.
- E.. è stupendo Rob..- sussurrai emozionata.
- Le orchidee invece sono simbolo di amore eterno- continuò sorridendomi.
- E' assolutamente perfetto allora- commentai allungandomi verso di lui e baciandolo.
- Lo sai che adesso dobbiamo salutarci?- mi chiese lui triste e io annuii.
- A minuti arriva mia madre in compagnia delle tue dolci sorelline- sospirò e si battè una mano sulla fronte.
- Mi consolo pensando che mancano solo poche ore- gli sorrisi e gli carezzai una guancia.
- Ti amo-
- Ti amo-

E infatti, dopo nemmeno cinque minuti, avevano invaso la casa mia madre in compagnia delle sorelle di Rob. Dire che erano tutte ecitate era un eufemismo. Dopo altri cinque minuti arrivò Tom a prelevare il mio fidanzato che dovetti salutare obbligatoriamente. Lasciai Allyson tra le mani delle sorelle di Rob, sapevo che era al sicuro nonostante fossero delle pazze patentate. Subito andai a farmi una doccia, mentre mia madre sistemava il letto in camera con le lenzuola e la coperta ricamata che, da sempre, mi aveva conservato. Quando, in accappatorio, uscii, rimasi estasiata dalle coperte color panna con decori oro sul letto. La camera sembrava essere trasformata, nonostante nei giorni precedenti avevo lavato ogni minimo particolare, dalle tende ai piccoli sopramobili.
- Mamma.. è.. è stupendo- balbettai incantata.
- Davvero tesoro? Ti piace?- annuii come un ebete e avanzai fino al letto. - Bene, adesso indossa l'intimo e metti la tuta, sta arrivano Ashley per i capelli- annuii e indossai l'intimo di pizzo bianco, composto da una coulotte e da un reggiseno a balconcino senza spalline. Dopo aver indossato anche la tuta, mi sedetti sulla sedia di fronte allo specchio nel bagno grande e, dopo cinque minuti, arrivò Ashley. Iniziò a "giocare" con i miei capelli, usufruendo di spazzola, fono, piastra, qualche pezzo di carta argentata e forcine nere. Dopo un'ora dichiarò di aver finito e chiese prima il parere di mia madre che, da solita in sensibile, si fece sfuggire una lacrima. Mi alzai e andai in camera per osservare la pettinatura e ne rimasi felicissima. Non era niente di eccessivamente elaborato, solamente capelli lisci e perfetti, raccolti in alto con un fermaglio di perle bianche e piccole. Davanti scendevano solo alcune ciocche così da rendere più morbida l'acconciatura.
- E' perfetta Ash, grazie!- esclamai quando entrò in camera.
- Vieni che te la fermo con la lacca, poi dopo la sistemiamo per il meglio.- Appena finì con la lacca, arrivò l'estetisca. Come Ashley non fece niente di eccessivo, così fece anche lei. Usò solo correttore e diversi tipi di cipria, un leggero strato di grigio scruro sugl'occhi e la matita a perfezionare i lineamenti dell'occhio, accentuato dal mascara. Le chiesi di lasciarmi le labbra libere, al massimo di aggiungere solo un pò di contorno con la matita e accettò. Odiavo rossetti, lucidalabbra e cose simili, servivano solo a far attaccare capelli o cose del genere alle labbra, rovinando poi tutto il resto. E si sapeva che io e queste faccende non andavamo molto d'accordo.
Mancava un'ora alla cerimonia e l'agitazione iniziava a sentirsi nell'aria, anche della sottoscritta. Non avevo paura di star commettendo il più grand errore della mia vita o che Rob non mi volesse, ma avevo paura di inciampare o sbavare il trucco o peggio, di un intrusione da parte dei giornalisti. Avevamo chiesto l'assoluta privacy per l'evento e speravamo che l'accordo di dare in cambio una foto scelta da noi per una nessuna intrusione funzionasse. Quel giorno una parte di Londra era libera da paparazzi di qualsiasi genere.
- Kris vado a vestirmi, quando torno ti aiuto a indossare il tuo- annuii nella direzione di mia madre e mi sedetti sulla sedia a fissare la parete. Rimasi lì a guardare il nulla e a pensare nulla, fino a quando non fece ritorno mia madre.
- Pronta?- mi chiese e io annuii. Indossai prima le scarpe, semplici, chiuse e con un tacco dieci. Naturalmente, però, avevo provveduto ad acquistare un paio di comode scarpe alla Kristen Stewart bianche che avevo infilato in macchina il giorno prima. Indossai il vestito, che mia madre chiuse con il nastro di toulle sulla schiena. Mi sentivo strana eppure.. sapevo che quell'abito era perfetto, lo avevo saputo dal primo istante in cui lo avevo visto. Era semplice, stretto su tutto il corpo e con una scollatura casta e sensuale nello stesso momento, sulla vita si allargava di pochissimo portando lo strascico lungo di almeno venti centimenti; il davanti era semplice ma la gonna era raccolta più in alto con un fiore color oro, colore che si riportava in vari ritocchi dell'abito, come nelle cuciture della manica che arrivavano a metà braccio. Ashley mi aiutò ad indossare il semplice velo e solo allora decisi di potermi guardare allo specchio. Rimasi incantata ad osservare la mia figura avvolta dall'abito bianco e mi immaginai al fianco di Rob in smoking e mi sentii come volare, come impaziente di salire su quell'auto che mi stava aspettando giù e di correre in chiesa e rendere reale quella mia immaginazione. Tutto ciò che avvenne dopo, avvenne velocemente quasi senza che me ne accorgessi. Feci foto nella camera da letto, con i miei genitori, con mio fratello e anche qualcuna con le sorelle di Rob prima di scappare dal fratello. Ero talmente concentrata che solo quando vidi Allyson sulle scale ad apettarmi, mi ricordai dei miei figli. E mentre lei, con un vestitino bianco, un pellicciotto che la copriva dal freddo londinese e i boccoli liberi e semplicemente legati sul davanti, mi prendeva la mano, portai la mano destra che era occupata dal bouquet a sfiorare la mia pancia piatta.
Arrivammo in chiesa in dieci minuti e non mi resi conto di quello che stava succedendo, vivevo come avvolta da una momentanea nebiolina. Il tempo sembrava scorrere e avrei giurato che le lancette dell'orologio avevano preso a girare velocemente, fino a quando mi trovai lì, sulla soglia  della chiesetta, dopo aver osservato tutti i miei parenti, i miei amici, Stephenie, Bill, Kellan, Tom, Dakota e tutto il resto, con mio padre che mi prendeva a braccetto e mia figlia che aveva iniziato a spargere petali davanti ai miei piedi che avanzavano a ritmo della marcia nuziale, la nebiolina sparì, lasciando il sereno.
Un senso di felicità di impossessò di me quando lo vidi in smoking ad attendermi sull'altare.
Un senso di forte stima nei confronti di mio padre che mi lasciava tra le mani di un altro uomo.
Un senso di amore materno verso quella piccolina che aveva fatto sorridere tutti.
Un senso di pace quando ero arrivata lì ed avevo sfiorato la sua pelle, mentre i nostri occhi si incontravano.
E successe così, velocemente, un'ora passata a concentrarmi sulle parole da dover ricordare, sulle mosse da dover compiere, ma sopratutto sulla vita che mi aspettava. Ma era tutto così facile, spontaneo, non erano parole da dover ricordare, ma parole da dover recitare sotto dettatura del cuore; non erano mosse da dover ricordare, ma gesti che l'anima suggeriva di compiere. 
- Io, Robert Pattinson, prendo te, Kristen Stewart...-
- Come mio legittimo sposo...-
- E prometto di esserti fedele sempre...-
- Nella gioia e nel dolore...-
- Nella salute e nella malattia...-
- E di amarti e onorarti...-
- Ogni giorno della mia vita...-
E anche dopo..
Un applauso riempì la sala nel momento in cui il prete pronunciò la famosa frase "Vi dichiaro marito e moglie".
Una frase pronunziata da milioni di preti da secoli e secoli, eppure con diverso significato in ogni caso.
Una frase che indicava un annuncio, ma una vittoria per i loro soggetti.
E fu dopo quella frase che le nostre labbra si incontrarono per un casto bacio, per suggellare quella promessa di amore eterno.
- Ti amo- sussurrò staccando per un secondo le sue labbra dalle mie.
- Ti amo- risposi semplicemente. Due parole ripetute miliardi di volte, eppure ogni volta avevano un contesto e un'intensità diversa, ma, nonostante tutto, ogni volta erano le parole più vere che il mio cuore mi suggeriva di pronunciargli. Le più semplici ma le più vere.
Le prima braccia che ci assalirono furono quelle di Allyson, che si buttò praticamente su di noi, saltellando e ridendo.
- Mamma e papà ti tono posaatii- urlava contenta mentre ci abbracciava insieme.
- Ti vogliamo bene piccola- le sussurrai baciandole la guancia.
- Anche io vi voglio bene, taaanto bene- 
A seguire le braccia di mia figlia, ci furono quelle dei nostri genitori, dei miei fratelli, delle sorelle di Rob che erano in lacrime, altri parenti, amici e infine di Tom.
- Finalmente, ma dico finalmente auguri!- esclamò abbracciandoci insieme. Ricambiammo l'abbraccio in modo affettuoso ridendo. - Vi siete decisi alla fine, anche se in un giorno non proprio normale ma vi siete decisi- continuò mentre continuammo a ridere.
Di solito i riassunti si fanno quando qualcosa non ti è piaciuto, quando è stato noioso e orribile, ma non in questo caso. La giornata, praticamente, volò. Ci furono risa quando tolsi la giarrettiera, o meglio, quando Rob mi tolse la giarrettiera con i denti; ci furono lacrime durante i discorsi dei nostri genitori e urla quando Lizzy cantò per noi in compagnia di Allyson; ci fu concorrenza durante il lancio del bouquet, la quale Rob aveva provveduto a comprarne un altro identico così da poterne conservare uno; e ci fu cibo, spumante, musica, balli, abbracci, baci.
Ci fu tutto, perchè questa era la perfezione.
E ci fu anche il ballo tanto atteso, quello che temevo più di qualunque altro. Non perchè non sapessi ballare, perchè quello ormai era scontato, ma perchè lo vedevo come l'inizio di un ballo senza fine, di un qualcosa che dava l'inizio ad altre cento mila.
- Mi concedi questo ballo signora Pattinson?- mi chiese porgendomi una mano e chinandosi verso di me. Mi alzai afferrandola e iniziando a camminare verso il centro della sala.
- Adesso puoi chiamarmi così..- sussurrai avvicinandomi a lui.
- Signora Pattinson...- cantinelò artigliando le sue mani ai miei fianchi e stringendomi a sè. Posai la testa sul suo petto, fino a quando una canzone riempì l'aria, e la mia testa scattò per poter dare libertà ai miei occhi di incontrare i suoi. Un sorriso spuntò sul viso di entrambi quando le note di Turning Page ci isolarono dal mondo. Avevamo amato quella canzone fin dalla prima volta che l'avevamo ascoltata, ed era grazie ad uno dei film che ci avevano fatti stare insieme se questa canzone esistiva. Perchè ci sentivamo così, nonostante l'età, sentivamo come se avessimo dovuto aspettare anni e anni per incontrarci, come se avessimo dovuto percorrere un cammino buio e sconosciuto prima della luce.
Eppure.. era destino che ci incontrassimo.
Perchè due anime gemelle sono destinate a incontrarsi e a stare insieme per sempre.
Per sempre.. espressione da favola, eppure io ci credevo, perchè la morte non era nulla in confronto a quello che stavamo vivendo noi, non era nulla paragonata a noi due insieme.

I've waited a hundred years, but I'd wait a million more for you.

I nostri occhi si stavano fondendo l'uno nell'altro, mentre i nostri corpi erano incollati. Potevo benissimo sentire le sue mani stringermi dietro la schiena, mentre le note ci roteavano in torno, danzando con noi. Ci limitavamo a dondolarci vicini, senza giravolte o chissà quale passo di danza, semplici passettini. Ma l'importante era stare insieme, perdersi in quelle note e cancellando tutto intorno a noi, perchè non esisteva nulla al di fuori del nostro amore.

Nothing prepared me for the privilege of being yours

If I had only felt the warmth within your touch
If I had only seen how you smile when you blush
Or how you curl your lip when you concentrate enough
I would have known what
I was living for
What I’ve been living for.

Con le labbra mimava le parole della canzone, ma potevo sentirlo nelle mie orecchie come se le stesse urlando. Sentii una lacrima scivolare sul mio viso e lui la raccolse con un casto bacio, prolungandosi alle labbra. Era un qualcosa di dolce che si trasformò in passione, in voglia di amarsi ed essere per la prima volta veramente nostri, uniti, una sola anima.

Your love is my turning page

Only the sweetest words remain
Every kiss is a cursive line
Every touch is a redefining phrase.

Ed era vero, Rob era stata la mia svolta. Lui mi aveva radicalmente cambiato la vita, sempre stata semplice e normale. Ma da quando lui era con me, tutto era cambiato, a partire da me stessa. Era come se il libro della mia vita avesse cambiato carattere di scrittura e avesse imparato a inserire le virgole e le lettere maiuscole al punto giusto.
Ogni bacio, ogni tocco.. sarebbero rimasti sulla mia pelle per sempre, come tatuati in modo permanente. Perchè io ero sua e quello era un marchio che ne dava la prova.

Surrender who I’ve been for who you are

Nothing makes me stronger than your fragile heart
If I had only felt how it feels to be yours
I would have known what
I’ve been living for all along
What I’ve been living for.

Fin dal mio primo respiro nella mia vita era destinato che io adesso, in questo giorno a ques'ora, mi trovassi qui, tra le lenzuola bianche di un letto a fare l'amore con l'uomo della mia vita.
Quell'uomo che quel giorno era diventato mio marito.
Quell'uomo che tre anni e mezzo fa era diventato padre di mia figlia.
Quell'uomo che mi stava per dare un altro figlio.
Quell'uomo che cinque anni fa, ad un provino, mi aveva catturato con i suoi smeraldi verdi e mi aveva fatta sua, nel modo più semplice e impensabile: con uno sguardo.
Ed io vivevo per quello.
Per le sue carezze, per i suoi baci, per le sue parole sussurrate.

We’re tethered to the story we must tell

When I saw you well I knew we’d tell it well
With the whisper we will tame the vicious scenes
Like a feather bringing kingdoms to their knees.

Raggiungemmo l'apice abbracciati, pelle contro pelle, cuore contro cuore, nel modo più dolce del mondo. Rimanemmo così, a godere dei nostri contatti e dei nostri profumi misti insieme. Rimanemmo come era giusto che fosse, insieme, come un unico corpo, un unico cuore e un'unica anima.
Mi sentivo completa, vera, forte e imbattibile.
Mi sentivo al punto giusto della terra, come se tutti i pezzi del puzzle adesso erano messi al punto giusto.
Milioni di coppie potevano fare l'amore nello stesso momento, ma in posti diversi del mondo.
Milioni di persone potevano sussurrarsi 'ti amo' dopo l'amplesso nello stesso momento, ma con fiato diverso.
Milioni di persone potevano amarsi nello stesso periodo, ma con intensità differente.
Eppure, milioni di persone che facevano milioni di cose nello stesso momento, lo facevano diversamente. Perchè ognuno è diverso, ognuno ha un approccio diverso con l'altro, e nessuno sarà mai Robert e Kristen.
Nessuno potrà mai contenere l'amore di due persone come noi.
Nessun cuore potrà mai battere come i nostri.
Nessun'anima potrà essere dell'altra come le nostre.
Perchè noi eravamo noi e lo saremmo stati, semplicemente, per l'eternità.











*ANGOLO AUTRICE*

Beh, piaciuta? L'ho scritta in due giorni e beh, me ne sono completamente innamorata *----*
Vorrei precisare delle cose. Non so se avete notato, ma il nome completo della piccola Allyson è: Allyson Carlie Pattinson. Rob e Kris hanno voluto tenere con sè un pezzo della saga, colei che li ha fatti incontrare, aggiungendo come secondo nome alla loro figlia il secondo nome di Renesmèe *---* Non sono dolciosi? LOL!
Robsten, Natale, regali, richieste di matrimonio, Allyson, un nuovo bebè in arrivo, matrimonio.. oddio quante cose che sono successe xD Mi ci sono messa d'impegno ahahahahah u.u
Spero davvero che vi sia piaciuta e che me lo facciate sapere con, anche piccola, recensione. Mi fareste felicissima e, in fondo, a Natale siamo tutti più buoni *-------*
Anche se in anticipo di un bel pò di giorni, vi auguro che il giorno di Natale sia per voi un giorno sereno, felice e tranquillo.
Con questo concludo e vi saluto.
Vi ricordo il mio GRUPPO FACEBOOK
Un bacione enorme,
Mary.

 
   
 
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