Film > Blues Brothers
Segui la storia  |       
Autore: Ziggie    12/12/2011    1 recensioni
It's never too late to mend, perchè non è mai troppo tardi per redimersi. Un'avventura per i fratelli Blues lunga una vita, ma al loro fianco non vi era solo la Banda, ma anche Ziggie. Recensite se vi va :) Buona lettura.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ehy! chiedo venia per il madornale ritardo con qui posto, il capitolo era già rponto da un pò e a breve lo saranno anche i prossimi, datemi il tempo di riportarli a pc. Che dire, questo è un capitolo molto sentito dalla sottoscritta e da Ziggie, spero lo sarà anche per voi... Non vi rivelo nulla, vi dico solo non temere :)
Buona Lettura!
                                       

 

                       5. La scelta di Ziggie
 


La musica è un’emozione che cresce, una passione che ti è compagna di vita e il suo sound è in grado di farti tremare le ginocchia, fino a farti scendere in pista a ballare. Se c’è una cosa che ho imparato, crescendo nei sobborghi di Chicago, è che questa gente vive con la musica; il senso del ritmo lo ha dalla nascita e non si disdegna a scendere in strada a suonare per mostrare il proprio talento: l’unica cosa che gli garantisce, a volte, un pasto caldo per vivere. La povertà alloggia da queste parti, non vi è dubbio, ma i sorrisi non mancano; si tende ad essere fratelli in piccoli luoghi comuni: la musica è uno di questi.

Quante serate passate sul palco di qualche locale a ballare e a cantare; quante risate in macchina prima di arrivare ai luoghi dei concerti. Erano ormai tre anni che facevo parte della Banda e cominciavo a credere che, Curtis aveva ragione, forse quello era davvero il mio mondo.

Quella sera suonavamo in un posto su al nord, vicino al lago, nella zona in cui sorgeva il mio primo orfanotrofio, per intenderci. Non ci fu neanche bisogno di fare il soundcheck, tutto era pronto, attivo e il pubblico aspettava solo noi, una delle band più in voga del momento: i Blues Brothers.

Cantammo e suonammo fino allo sfinimento, sarà stata la una e mezza di note quando le persone iniziarono ad abbandonare il locale. Per l’ottimo incasso, il proprietario ci offrì qualche birra, che in molti bevvero come se fosse acqua, scolandosi diverse bottiglie.

Me ne stavo in un angolo del tavolo, cappello posato su quest’ultimo e occhiali da sole in testa, mentre parlavo tranquillamente con Tom Malone e Blue Lou, anche se avrei preferito scambiare quattro chiacchiere con Elwood, ma era troppo sbronzo per riuscire a spiccicare parola e, troppo impegnato con una biondina, poco più in là del bancone. Si, l’Elwood Blues che conoscevo, in quei tre anni, l’avevo perso lentamente.

Quella notte fummo praticamente ospiti del locale, in molti si addormentarono sui tavoli, io preferii andare in macchina, ma, quando stavo per varcare la soglia, qualcuno mi prese per un polso e mi portò a sé.

- Cos è, la biondina, non ti ha saziato abbastanza? – gli rinfacciai dandogli una spinta, allontanandomi da lui: sapevo che era Elwood, ci avrei scommesso i pochi soldi che avevo in tasca. Uscii dal locale, sbattendogli la porta in faccia, non ero arrabbiata, dopotutto ero io che non avevo il coraggio di rivelarmi, ero giusto frustrata.

- Ha parlato lei che si divertiva tanto con Tom e Lou – mi rinfacciò seguendomi. Scossi il capo – Erano semplici chiacchiere tra amici, Elwood. Ma, forse, eri troppo occupato per riconoscerle, no? –

- E perché con me non parli più, Zig? Siamo amici, no? –

- Vorrei parlarti, ma che fine ha fatto l’Elwood Blues che conoscevo? Sai rispondermi a questa domanda? – gli tolsi volutamente gli occhiali per guardarlo negli occhi: occhi rossi, impregnati di alcool da smaltire, i suoi; occhi seri, ma prossimi al pianto, i miei.

- Che domande, bimba!! Ce l’hai davanti! – fece ovvio.

- Davvero?! Io non lo vedo -.

Calò il silenzio e salii in macchina dal finestrino abbassato, guardando dritto avanti a me: il volante e poi lui. Non so se quella che presi fu la scelta giusta o fu azzardata, ma quello il cuore mi portò a fare. Non volevo vederlo perdersi via come facevano tante rockstar tra alcool e donne, ma se ciò aveva scelto, prego, che lo facesse lontano da me. Uscii dalla macchina con un sospiro, a capo chino e mi avvicinai a lui.

- Credo che, tu e i ragazzi dovrete stringervi, quando tornerete – lui aggrottò la fronte, osservandomi senza capire – dovrò pur tornare a Chicago in qualche modo, no? –

- Basta che torni con noi – fece ovvio, alzando appena le spalle.

Scossi il capo – è un addio, El – gli ribadii convinta, anche se una morsa mi attanagliò il cuore.

- Ehy, Zig… come sarebbe?! – lo vidi sbiancare, la sbronza sembrava essersi prosciugata – perché? –

- La fama è fantastica, così come lavorare seguendo il sogno di una vita, ma è quando una persona dimentica sé stessa e le qualità che la fanno grande, che occorre fermarsi a riflettere – tirai su col naso e gli diedi un bacio sulla guancia – in bocca al lupo con la Banda, signor Blues e salutami gli altri -.

Gli diedi le spalle e corsi alla macchina, solitamente usata dai ragazzi, vi salii e misi in moto, facendo inversione e sgommando verso la città. Dallo specchietto, a distanza, potevo vedere Elwood ancora fermo, incredulo e, l’ultimo gesto che gli vidi compiere, fu quello di sbattere a terra il proprio cappello, imprecando.

Stavo scappando, si, lo ammetto. Scappando come una codarda, troppo timida e paurosa per fare i conti con l’amore; scappando da un sogno, che da tre anni era diventato realtà; scappando dagli amici e da Lui, accompagnata da una futile constatazione dettata dal momento, forse, o dettata dal cuore. Non sempre le parole aiutano, risolvono situazioni, spesso vengono fraintese e, sicuramente, le mie non avrebbero toccato Elwood in quelle condizioni; sicuramente, dopo quell’imprecazione ci avrebbe bevuto su e, con il tempo, si sarebbe scordato di me, facendosi una vita propria sulla scia delle star musicali, così come io mi sarei fatta una vita tranquilla, lontano dal sogno e dalla fama, che lo stava cambiando, soprattutto, nel post spettacolo.

Il mio pensiero stava correndo troppo? Forse, ma, per il momento, era la scelta più giusta da fare. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Blues Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Ziggie