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Autore: Pleasance Carroll    12/12/2011    1 recensioni
ciao a tutti!
questa storia parla di tutti i personaggi del Ciclo ma principalmente di Murtagh che, inviato da Galbatorix a sterminare dei ribelli per ottenere degli Eldunarì, pensa di averli uccisi tutti ma...presto si ritroverà tra le mani l'unica superstite di quel popolo decisa a vendicarsi. Nessuno dei due sa però che la reciproca vicinanza è in grado di spingerli al limite...
spero vi piacerà metto il rating arancione per precauzione.
fatemi sapere che ne pensate
marty23
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 23

Volgersi al passato rischiara il futuro

Parte 2

 

Murtagh aveva impiegato giorni a trovare il coraggio di varcare di nuovo la soglia della stanza che era stata sua e che aveva condiviso con Isis, ed era la prima volta dopo la sua fuga, che lo faceva, da solo.

Da ore ormai, stava seduto sul pavimento freddo, stringendo al petto i libri che la sua Dark Angel- dopo aver scoperto che erano i preferiti di Castigo- aveva insistito per riporre negli scaffali dello studiolo, sostituendoli a quelle che erano state le armi del ragazzo prima che fosse Cavaliere.

Il dolore che Murtagh provava era insostenibile, tanto forte e vasto che aveva la sensazione che lo stesse sommergendo ogni giorno di più; tanto che gli sembrava gli si stesse solidificando attorno come un’armatura, rendendo sempre più lontana e simile ad un’eco, la presenza di Galbatorix.

Gli sembrava strano non riuscire più a percepire in maniera totalizzante l’opprimente dominio che Galbatorix aveva sempre esercitato su di lui, tuttavia, lo strazio che sentiva per la perdita di Isis era così grande da non dargli la possibilità né la voglia di curarsi del tiranno.

Dopo l’episodio dell’inseguimento della figura incappucciata, però, nel cuore di Murtagh si era sommata un’altra emozione, a quel dolore: la frustrazione.

Era tanto accanitamente convinto che quella sconosciuta fosse Isis, che non riusciva a pensare ad altro tutto il giorno, né riusciva a perdonarsi di essersela fatta scappare.

Il suo ricordo quindi, per lui mutava sempre più in un baluardo che gli permetteva di percepire in modo ogni giorno più lieve, il controllo che Galbatorix esercitava su di lui, ma la memoria del loro ultimo, fugace incontro, diventava sempre più un’ossessione.

Fortunatamente, a salvarlo dal baratro della follia- così come era sempre stato pronto a condividere il suo dolore con lui- in ogni momento, c’era Castigo, che, di tanto in tanto, squarciando l’incessante ripetizione dell’ultimo, fallimentare inseguimento di Isis, spingeva il suo Cavaliere a chiedersi, come mai avesse fatto ritorno.

 

D’un tratto, quando ormai il pomeriggio aveva preso il posto del mattino,- ed il Cavaliere era ancora lì, con i libri tra le mani- sempre solidale e premuroso nei confronti del suo amico, il drago cremisi, percependo che Murtagh era stato convocato da Galbatorix, lo esortò a presentarsi al suo cospetto, per non lasciar intendere al re che quasi non ne percepiva più la presenza nella mente.

Il figlio di Morzan, anche se di malavoglia, seguì quel saggio consiglio e si diresse nella Sala del Trono, seppur sorretto con difficoltà dalle gambe malferme.

Gli pareva di vedere e sentire tutto attraverso una massa d’acqua, a causa dello stato di distacco a cui il dolore e l’ossessione lo stavano portando. Per questo non si scompose quando udì Galbatorix urlare:

-         Ehi, ragazzino! Datti una ripulita ed una svegliata, soprattutto! Ti voglio pronto a partire subito, perché esigo che catturi il tuo fratellino, e la sua dragonessa: voglio sapere se sono interessati a piegarsi a me e ad essere gli strumenti che mi permetteranno di rifondare i Cavalieri!-

 

Murtagh stava sellando Castigo, controvoglia. Il suo drago era stato felice di ritrovare le sue guance, dopo che lui si era deciso a rasarsi, e, durante il bagno, nonostante il parere contrario del ragazzo- che mai come in quel momento sentiva di avere la capacità e la possibilità di opporsi al re-, era riuscito a convincere il suo Cavaliere a non disobbedire all’ordine di Galbatorix, poiché altrimenti- temeva- sarebbe stato chiaro agli occhi del re, che stava capitando qualcosa che non gli garantiva più il controllo totale su Murtagh.

Spiccando il volo, Castigo percepì dei venti contrari, e aria di pioggia in arrivo.

Sento profumo di tempesta, all’orizzonte…fece notare il drago al ragazzo.

Sbrighiamoci allora. Sputò, dopo aver sussultato, riconducendo quel particolare al sogno ricorrente che faceva, che aveva per protagonista Isis. Non ho voglia di bagnarmi.

 

Saphira, appollaiata in bilico sui merli delle mura del castello di Belatona, sentiva i propri muscoli tendersi, pronti ad obbedire non appena fosse balzata giù, spiccando il volo.

Era felice che lei ed il suo piccolo, dopo il felice esito della battaglia, fossero riusciti a ritagliarsi un momento così semplice, eppure tanto magico, da condividere insieme.

Riusciva a percepire il formicolio dello stomaco del suo Cavaliere,- dovuto sia alla fame, sia alla consapevolezza dell’imminente salto nel vuoto- cose se lei stessa lo stesse provando. Sorrise, ed un attimo dopo fece sì che Eragon vedesse il mondo inclinarsi, poi, dispiegando elegantemente le ali,- sentendosi sempre più viva, via via che sfidava i venti contrari ed i borbottii sempre più vicini, di un’imminente tempesta- si tuffò spensierata nel denso strato di fumo che aleggiava su Belatona, come una coltre di dolore e rabbia.

Ma il tunnel- con il suo perfetto buco nel fumo- che i due si erano creati, non vide mai il foro d’uscita, perché, avvolti da quel buio innaturale, erano come ciechi, perciò tutto ciò che Saphira ed Eragon udirono, fu il ruggito di un altro drago, che era rimasto nascosto grazie al favore di quelle strane tenebre; poi la dragonessa sentì gli artigli dell’avversario che calavano su di lei, ed entrambi, preda del panico, cedettero fosse giunta la fine, per loro.

 

  
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