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Autore: Mimi18    12/12/2011    9 recensioni
«Dimmi che non è vero.»
«Uzumaki stai zitto, ho sonno.»
«Nemmeno tu puoi essere così deficiente.»
«Lo è, Naruto, lo è. Rifiutare la Yamanaka?»
«Spero ti abbia mollato un cazzotto.»
«Che seccatura, pure tu Choji?»
«O un calcio all‘inguine.»
«Io spero che ti uccida.»
«Begl‘amici.»
«Ha un culo fantastico.»
«E non solo quello.»
«Dobe, ti si stanno gonfiando i pantaloni.»
«Ti ammazzo, teme!»
«Per l‘amor di Buddha,» sbottò Suigetsu prendendo per le spalle Shikamaru e scuotendolo con forza, sull’orlo della pazzia, «perché diavolo l‘hai rifiutata?!»
• ShikaIno, il Natale, Sas'ke, Naruto, Sai con l'occhio nero, una gamba rotta, vestiti succinti, vendette e stupidità.
Perché a Natale siamo tutti più buoni, ma non Ino Yamanaka. (L)
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Last Christmas I gave you my heart

(ShikaIno natalizia, perché a Natale siamo tutti più buoni.

Ad Ale, Cì e Hilly

Ale non se la meriterebbe.

Cì è praticamente il mio braccio destro - e una mente malata.

Hilly è semplicemente Hilly, che mi odia ma mi ama.)

 

 

 

 

Shikamaru infilò la mano di Ino nella tasca del proprio giaccone, ricevendo due occhi azzurri colmi di gratitudine e d’amore, unitamente ad un largo sorriso.

Con le gote ed il naso a punta arrossati dal freddo, Ino Yamanaka gli sembrava più che mai una bambina; poi però Shikamaru portava il suo sguardo oltre il viso e no, era la donna più bella che avesse mai visto, e non una bambina innocente.

«Stasera dobbiamo trovarci al bar con gli altri,» spiegò Ino roteando gli occhi, innervosita al pensiero che avrebbe dovuto rinunciare all’ennesima serata da passare sotto le coperte con il ragazzo al suo fianco per trascorrerla con dei pazzi che intonavano canzoni di Natale sconce, e si ubriacavano bevendo birra, acconciati come renne o babbi natale.

Lui rise, chinandosi sulle sue labbra. «C‘è sempre il dopo serata per fare quello che hai in mente tu, Yamanaka.»

La vide arrossire, diventare più rossa del vestito del Babbo Natale in piedi al loro fianco, che strimpellava un campanaccio dorato, ignorando palesemente le imprecazioni dei passanti a quel suono spacca timpani.

«Sei un porco,» sibilò Ino baciandolo e aggrappandosi al suo collo, mentre lui gemeva di dolore e rideva contemporaneamente.

Non si sentiva pigro in quei giorni, non sentiva nessuna pesantezza a girare con Ino per negozi, non sentiva la stanchezza - no, effettivamente si stancava da morire vedendo Ino provare tutti i possibili vestiti che sarebbero stati adattissimi alla cena di Natale. Però poi lei gli compariva di fronte con una scollatura da fare girare la testa e le gambe coperte solo dal sottile strato di collant…

«Comunque,» disse Ino prendendolo sottobraccio, «lo scorso Natale non sei stato così gentile. Anzi, mi avevi fatto davvero arrabbiare. Stupido Nara.»

Il giovane roteò gli occhi scocciato, chiedendosi perché dovesse sorbirsi i rimproveri degli anni passati, dato che al momento si stava impegnando ad essere impeccabile - o meglio, aveva davvero il ricordo ancora palpabile del suo occhio nero, l’anno passato.

Era stato un Natale molto, molto, molto violento…

 

 

Un anno prima, 23 dicembre.

«Dimmi che non è vero.»

«Uzumaki stai zitto, ho sonno.»

«Nemmeno tu puoi essere così deficiente.»

«Lo è, Naruto, lo è. Rifiutare la Yamanaka?»

«Spero ti abbia mollato un cazzotto.»

«Che seccatura, pure tu Choji?»

«O un calcio all‘inguine.»

«Io spero che ti uccida.»

«Begl‘amici.»

«Ha un culo fantastico.»

«E non solo quello.»

«Dobe, ti si stanno gonfiando i pantaloni.»

«Ti ammazzo, teme!»

«Per l‘amor di Buddha,» sbottò Suigetsu prendendo per le spalle Shikamaru e scuotendolo con forza, sull’orlo della pazzia, «perché diavolo l‘hai rifiutata?!»

Shikamaru sbuffò sonoramente, passandosi una mano sul collo. Il pensiero degli occhi azzurri di Ino che lo guardavano carichi di lacrime ed odio, e si era davvero sentito uno schifo. Uno schifoso, lurido pezzo di stronzo, ma non poteva di certo dirle che aveva cambiato idea, così improvvisamente.

«La Yamanaka è una seccatura, urla, ti picchia, ride troppo, piace troppo, è fin troppo bella, non saprei dove portarla durante un appuntamento e, soprattutto, avanti: è Ino Yamanaka. Si starà già cons…»

Choji gli fece segno di tacere, mentre Naruto si stampava un sorriso decisamente falso sul viso. Accanto a lui, Kiba Inuzuka rise sguaiatamente, seguito da un sorriso sarcastico di Sas’ke Uchiha.

«Che seccatura,» sussurrò Shikamaru voltandosi e trovandosi il ginocchio della sua amica di infanzia nell’occhio, seguito da un urlo di dolore e dal rumore dei banchi che cadevano sotto il suo peso.

Kiba rise ancora più forte, mentre Ino lo guardava con odio.

«Visto che sono così seccate, Nara, vedi di non parlare più di me, di non pensare più a me, di non respirare più la mia stessa aria e di morire presto.»

Shikamaru si rialzò coprendosi l’occhio destro pulsante, trattenendo le lacrime di dolore solo per orgoglio.

Guardandola uscire con passo di carica, pensò prima che lei fosse una pazza e solo poi che era il peggior bastardo di quella terra.

«Seriamente Shikamaru,» Choji lo tirò su di peso, dandogli una pacca dolorosa sulla schiena - ecco un altro dalla parte di Ino! «Perché diavolo l‘hai rifiutata? Le vai dietro dalla seconda elementare.»

Un numero consistente di teste volò dalla sua parte e Shikamaru pensò quale fosse il metodo più comodo per svignarsela senza che nessuno di loro lo vedesse. Sospirò pesantemente, ributtandosi a terra e cozzando con la schiena all‘armadio dell‘aula. Non aveva programmato certo una mattinata di confessione, soprattutto con quella massa di teste leggere che avevano passione che spaziavano dal ramen agli insetti.

Poco lontano da lì, Sakura Haruno aveva drizzato le orecchie - e stretto le mani a pugno, ben consapevole che qualsiasi informazione sarebbe stata utile al piano di vendetta ideato al telefono proprio da Ino, che non aveva mai detto così tante parolacce in tutta la sua vita; sospirò, riportando gli occhi verdi sui ragazzi.

Faceva freddo, da qualche ora aveva anche iniziato a nevicare, ma metà di loro se ne stava con le mezze maniche e la finestra aperta ignorando bellamente gli sguardi supplicanti delle ragazze. L’unico che era riuscito a risultare un po’ cavaliere era stato Naruto, cedendo la propria felpa scolastica a Sakura, che sembrava un palloncino talmente le stava grande.

«Quindi,» iniziò Kiba interrompendo il silenzio imbarazzante che si era venuto a creare, «sei cotto della Yamanaka ma l‘hai rifiutata.»

Choji annuì, mentre Sas’ke inarcava le sopracciglia in un modo che Shikamaru credeva impossibile.

«Datemi pure dell‘usuratonkachi, ma…»

«Usuratonkachi,» disse Sas’ke bloccandolo, un sorrisino sarcastico sul viso.

Naruto ringhiò, alzando il dito medio in sua direzione.

«Prima che il teme mi interrompesse, dicevo: ma perché l‘hai fatto?»

«L‘ho già detto prima.»

«Credo che il dobe intendesse il vero motivo, Nara.»

Sas’ke Uchiha era un tipo che, essenzialmente, tendeva a farsi gli affari propri. Più volte aveva strizzato il naso di fronte a questioni come quelle, ma non aveva mai preso la parola se non per prendere in giro il suo migliore amico (?), Uzumaki. Quindi, quando fu proprio lui ad incuriosirsi alla faccenda, persino Neji-sono-glaciale-Hyuuga ebbe l’ardire di stupirsi.

«E da quando t‘importa, Sacchan?» Suigetsu sorrise di fronte al ringhio dell’Uchiha, disegnandogli un cuoricino volante con le dita.

«Voglio solo capire.»

«Sei interessato alla Yamanaka?»

«No, dobe.»

«Allora a Shikamaru.»

«Sai, non costringermi ad ucciderti.»

«Perdonami. In effetti tutti sanno che sei innamorato di Naruto, anche se non ha il pisello.»

Shikamaru ignorò sia Sas’ke che Naruto alzarsi dalle loro postazioni per gettarsi addosso ad un Sai ancora con il sorriso stampato sulla faccia pallida, chiedendosi cos’avesse fatto di male per non poter nascere almeno dieci anni prima, così sarebbe stato sicuro di non conoscerli.

«Ignorando questi deficienti,» disse Neji senza inflessioni nella voce, «ci spiegheresti?»

«Pure tu?»

«Shikamaru, piantala e rispondi.»

Vedendo Choji così decisamente iroso - cosa del tutto strana per uno mite come lui - Shikamaru sbuffò per quella che parve l’ennesima volta.

Non era facile spiegare a metà della sua classe perché di preciso avesse rifiutato la Yamanaka; tuttavia, era chiaro quanto avesse bisogno di parlarne. Pur essendo un genio, pur essendo tutto quello che gli altri dicevano che fosse, lui in quel momento si sentiva solamente…un tipico diciottenne con più idee in testa di chiunque altro, una ragazza splendida rifiutata, amici deficienti, un paio di calzini bucati ai piedi, una madre isterica e leggermente, solo leggermente, confuso.

«Due anni fa andava dietro all‘Uchiha.»

Sas’ke si sollevò dalla rissa, ormai ridotta solamente ad una scazzottata tra lui e Naruto, mostrando un rivolo di sangue che scivolava dal labbro spaccato.

«Ma Sas‘ke è gay,» spiegò Sai con un occhio nero, venendo così riafferrato dal ragazzo citato in causa.

«Siamo seri: è passata da Sas‘ke a me, quanto ci metterà a passare da me ad un altro?»

Ed eccolo lì, in piedi con una mano sull’occhio pesto, mentre tutti si erano bloccati con le bocche spalancate.

Neji Hyuuga, impietosito, abbandonò la classe accompagnato da Kiba, che si premurò di dare a Nara dell’idiota sottovoce.

Fu per l’ennesima volta Sas’ke ad alzarsi, tenendo per la collottola Naruto, osservando Shikamaru con una pietà che fece sorridere Choji.

«Tu sei davvero un genio, Nara?»

 

 

 

Se qualcuno le avesse viste in quel momento, probabilmente avrebbe pensato ad una setta satanica.

Ino Yamanaka, l’avvenente Ino Yamanaka, era stesa sul letto supina e imprecava nominando tutte le parolacce che conoscesse, insegnatele per la metà da Naruto e Kiba quando ancora andavano alle elementari, scandalizzando così la povera Hinata, alla quale TenTen sventolava un fazzolettino bianco.

«Io propongo di ucciderlo,» disse la castana del gruppo con una scrollatina di spalle, facendo arrossire la timida Hyuuga.

La osservarono boccheggiare in cerca delle parole, sovrastata dalla voce più sicura di Karin.

«Asportiamogli l‘uccello.»

«Facciamogli fare ginnastica con Gai-sensei.»

«Squartiamolo.»

«R-r-ragazze, sono…sono sicura che Ino-chan non vorrebbe che…»

Hinata fu bloccata proprio da Ino, che si alzò in piedi di scatto ed afferrò le borse di carta per terra, dandone una ad ognuna delle ragazze.

Borbottava improperi, facendo sorridere Sakura che le aveva portato ogni singola notizia appresa durante la riunione dei ragazzi, ed ora Ino stava semplicemente odiando Shikamaru.

«Non ha le palle.»

«Probabilmente Sai direbbe nemmeno il pisello.»

«Karin!»

«Oh Hinata, ma tu come farai ad avere figli? Quel povero martire di Kiba non vede l’ora di infilarti il suo bel…»

Sakura le tappò la bocca con una mano, guadagnandosi un morso dalla rossa del gruppo. Le tirò irrimediabilmente i capelli, e TenTen sbuffò, alzandosi per dividerle.

«Ino-chan, se tu non volessi partecipare al party di Natale, domani, nessuno della classe…»

Ino la fulminò e tutte si chiesero come il suo sguardo non avesse ucciso TenTen, caduta per terra a causa dello spavento. Marciò verso di lei, arrivandole ad un centimetro dal naso.

«Ci sarò e solo Buddha sa cosa combinerò a quello stronzo di un ananas. A Natale si è tutti più buoni? Non Ino Yamanaka. Ricordatevelo: non Ino Yamanaka.»

 

 

Shikamaru guardò il numero di Ino per l’ennesima volta in cinque minuti, evidenziato sul suo cellulare e con una faccina.

Ricordava bene il giorno in cui lei si era lamentata mettendo il broncio per l’anonimità con cui lui l’aveva memorizzata, dichiarando di sentirsi poco importante per lui.

Era solo una stupida faccina, aveva pensato Shikamaru mostrandogliela, e davvero una grande cazzata, ma Ino gli era saltata tra le braccia con un urlo buttandolo per terra, mentre qualcuno rideva e altri davano loro degli idioti.

Oh, in realtà aveva adorato sentirla premuta solamente contro di sé e poterle stringere la vita. Il suo profumo gli aveva invaso le narici, e non aveva trovato per niente seccante il dolore pulsante alla nuca quando aveva cozzato contro l’armadio alle loro spalle.

Era stato solamente un giorno lontano da lei, lontano dalle sue urla e dai suoi rimproveri, e gli era mancata da morire. Aveva sbirciato il suo profilo durante le lezioni, guardato le gambe nude penzolare dal banco, assorbito ogni chiacchiera superficiale in cui si era lanciata…

Sbuffò il ragazzo, iniziando a scrivere. Di certo non voleva che lei lo odiasse, anche se l’occhio nero facesse intendere tutt’altro.

Era stato un semplice messaggio, un “Ehi, Ino” a cui lei, negli ultimi tempi, rispondeva sempre cose come “Allora mi pensi, ogni tanto”.

Quando dopo pochi secondi il cellulare sulla sua pancia vibrò, Shikamaru spalancò gli occhi. Leggendo le cinque lettere che Ino gli aveva scritto, senza smile o punteggiatura, lo fecero deglutire.

Gettò il telefono ai piedi del letto, dandosi animatamente del cretino.

Muori.”

 

 

 

*

 

 

Sempre un anno prima, 24 dicembre.

Ino si passò il rossetto rosso fuoco sulle labbra, accentuandole più di quanto già non fossero; enfatizzò un po’ i boccoli biondi con le dita, chiedendosi se Sakura avesse fatto un buon lavoro con l’arricciacapelli e lei non fosse esagerata.

In fondo, si trattava solo di una festa a cui avrebbe partecipato quello stronzo di Shikamaru, che l’amava ma l’aveva rifiutata perché, proprio lui, la credeva una fottuta superficiale.

«Lo ammazzerò.»

«Finirete per scopare.»

«Lui morirà e io non sono una necrofila.»

«Lui non morirà e tu te lo scoperai. Si sentiranno le tue urla da scrofa fino a…»

«Ehi, scrofa lo dico io, non tu!»

Ino ignorò il battibecco delle due rosse alle sue spalle, chinandosi sulla borsa di carta ai suoi piedi e frugandovi con particolare animazione. Estrasse una trousse, un ricambio per la notte - si sarebbe fermata da Hinata -, del sale, un cappello di Babbo Natale, dei cerotti, un paio di occhiali da sole, sei uova e, infine, un quaderno viola glitterato.

Rilesse attentamente tutti gli appunti che la notte prima, impossibilitata a dormire, aveva scritto per abbattere una volta per tutte “Shikamaru-sono-squallido-e-me-ne-vanto-Nara”.

Portò un dito alle labbra, facendo mostra delle unghie viola e ben curate, mentre più in là Karin aveva afferrato Sakura per i capelli e le diceva di essere una figa di legno senza curarsi del biancore di Hinata, leggermente provata dalla serie di improperi in cui le due ragazze si erano lanciate.

«Ragazze,» TenTen richiamò l’attenzione, uscendo dal bagno e facendo sfoggio di un vestito rosso e bianco decisamente succinto.

Ino sorrise evasiva, mentre Sakura e Hinata diventavano di tutti i colori.

«Ino-pig, stai scherzando.»

«I-I-Ino-chan, non credo che…»

«Il mollusco mi scoperà con violenza.»

«Scrofa, ti appendo all‘armadio.»

«…c-che sia il caso di…»

«Oh, fronte spaziosa, hai vergogna di mostrare le tue cosce da prosciutto?»

«Yamanaka, mi hai tolto le parole di bocca.»

«Troie.»

«Senti che gergo, Karin-chan.»

«Ehi, la Hyuuga qui sta collassando.»

«Di nuovo?»

«Lasciamola lì.»

«INO!»

«Oh, andiamo! Si riprenderà!»

«Io sto con la Yamanaka.»

Ino sorrise a Karin, che afferrò con particolare entusiasmo il vestito, ancheggiando poi verso il bagno e cantando a toni decisamente acuti la versione scabrosa di Jingle Bells, che comportò l’ennesimo collasso di Hinata e una secchiata sulla sua faccia da parte di TenTen.

Ino guardò l’amica castana divertita, prima di sollevarle la gonna.

«Oh-ho, qualcuno vuole divertirsi stasera. Sbaglio o quello è il completino che io e Sakura ti…»

«INO!»

«Scommetto che tu non hai nemmeno il perizoma lì sotto, scrofa.»

«Vuoi controllare?»

Sakura divenne di tutti i colori, prima di prendere il proprio pacco e seguire Karin in bagno. Seguirono una serie di strilli -  «PORCA!» e «TI AMMAZZO!» - prima che sia TenTen che Ino si voltassero verso Hinata, rossa in viso e con il suo costume tra le mani tremanti.

Aveva un paio di pantaloncini invece della gonna svolazzante di TenTen, ma la scollatura vertiginosa era perfetta per il seno abbondante di Hinata. Ci sarebbero stati un numero consistente di nasi sanguinanti quella sera, soprattutto da parte di una testa castana che, pensò Ino, non si era ancora decisa a dichiararsi.

Tossicchiò per attirare l’attenzione dell’amica, mentre TenTen le bloccava le braccia da dietro.

Un sorriso meschino ed affilato si fece largo sulle labbra piene e rosso fuoco di Ino.

«Allora, Hinata-chin,» iniziò abbassandole i jeans con un gesto secco, «mostriamo questo tuo corpo da porno-star al mondo.»

E la ragazza non ebbe nemmeno la forza di ribellarsi di fronte alla sadica risata sguaiata della bionda.

 

 

 

Shikamaru tossì quando la mano di Ino Yamanaka - quella stessa Ino Yamanaka che gli aveva augurato la morte e gli aveva mollato una ginocchiata in faccia! - strinse la sua spalla, attirando l’attenzione sul suo corpo avvenente ricoperto da…un fazzoletto. Un fazzoletto rosso fiammante, bordato da dei fili luminosi bianchi.

«Cosa diavolo…?»

«Babbo Natale non avrebbe sortito lo stesso effetto,» esordì languida, chinandosi verso di lui e mettendo in mostra il decolté che, ovviamente, avrebbe abbattuto qualsiasi uomo di qualsiasi età di qualsiasi paese, e Shikamaru deglutì. Arrossendo, sentendo terribilmente caldo e udendo il risveglio di qualcosa nelle sue mutande.

Chiuse gli occhi, e quando li riaprì Ino gli stava versando del sakè.

«Lasciamoci alle spalle quello che è successo,» gli disse con un sorriso smagliante, pulendogli la bocca con un gesto sensuale e studiato della mano, mentre dietro di lei Naruto le stava osservando il sedere. Quasi letteralmente, vista la gonna esageratamente corta dell’abito.

Shikamaru lo fulminò e Sas’ke diede un pugno sulla testa dell’Uzumaki, che ricambiò subito e gli spiaccicò un budino sulla maglietta nera.

«Sei morto, dobe.»

«Fatti sotto, teme.»

«Ed ecco una tipica frase omosessuale che mira a chiari intenti.»

Ed i pugni di Sas’ke e Naruto si piantarono sul sorriso di Sai, decisamente masochista quel Natale, che si premurò di cadere a terra e subire i calci del moro e le imprecazioni del biondo.

Ino ignorò il trio bellamente, passandosi una mano tra i capelli biondi, attirando gli occhi di Shikamaru nuovamente su di sé. Il ragazzo afferrò il bicchierino di sakè che lei gli porgeva, bevendolo tutto d’un sorso…

…e prendendosi la gola, prima di iniziare a tossire come un pazzo. La gola bruciava, la lingua stava andando a fuoco e gli occhi lacrimavano terribilmente. Vide in maniera sfuocata il sorriso soddisfatto di Ino di fronte a sé, mentre questa girava i tacchi e sollevava una bottiglietta rossa dall’aria assassina.

Lì accanto, Choji gli versò da bere e Kiba rise di gusto, seguito da Naruto e Sas’ke, che aveva lasciato cadere Sai a peso morto su un Rock Lee decisamente alticcio.

«Ben ti sta, Nara!»

«Sono d‘accordo, dobe.»

Tutti si immobilizzarono. Persino Shikamaru, rosso come un peperone, la lingua ancora bruciante e calde lacrime di disperazione (?) che gli solcavano il viso ebbe la forza di stupirsi di fronte a quell’evento.

I due ragazzi si voltarono di scatto verso Sai, che si limitava a sorridere innocentemente. Che non avesse detto nulla perché ne aveva prese abbastanza?

Il colmo arrivò quando Naruto, in preda all’aria natalizia pensò Sakura, afferrò per le spalle Sas’ke, scotendolo con forza e mostrando i grandi occhi azzurri ricolmi di gioia.

«HAI DECISO DI ACCETTARMI COME MIGLIORE AMICO?!»

Sas’ke roteò gli occhi, Shikamaru decise di tornare a bere quantità industriali di acqua e ingurgitare pane.

«Dobe, sei imbarazzante.»

«BISOGNA FESTEGGIARE!»

«Cosa, di preciso?»

«Siamo best friends!»

«Ti prendevo per il culo, dobe.»

«Beh, in effetti Sas‘ke ha l‘aria da seme, nonostante il nome.»

«Sai…»

«Teme, cantiamo una canzone!»

«USURANTOKACHI, ti stavo prendendo per il…»

«Non c‘è bisogno di ribadire il concetto, Sas‘ke. Laggiù ci sono i bagni per…»

E Naruto, troppo intento a ballare felice per qualcosa che non era realmente successo, ignorò Sas’ke alzarsi per l’ennesima volta e mollare un pugno sulla bocca di Sai, che cercò di schivare come meglio riusciva i restanti colpi del moro, ormai così abituato a prenderle da conoscerli a memoria.

Ino, poco lontano da lì, rise sguaiatamente e saltellò contenta verso il palco adibito alla loro esibizione - Jingle Bell Rock - e ignorò la gonna che si sollevava ad ogni passo.

Poco lontano da lì vedeva Sakura irritata di fronte alle moine di Kiba nei confronti di Hinata, mentre Karin era spudoratamente seduta cavalcioni su Suigetsu, e lo baciava come se dovesse divorargli la faccia.

Le mani del moll…ehm, di Suigetsu, notò Ino, erano saldamente ancorate alle natiche della rossa sotto il vestito, e sorrise pensando che di lì ad un’ora probabilmente avrebbe addirittura finito per scopare da qualche parte sotto gli occhi di tutti.

«Ehi, gnocca,» Ino si voltò di scatto, leggermente irritata per l’appellativo e la mano sfacciata che le aveva stretto il fianco. Portò i suoi grandi occhi azzurri a squadrare l’albino, sorridente e ammiccante, leccandosi le labbra.

Il suo primo pensiero fu: bel fico.

Si sedette sulle sue gambe, circondandogli il collo con un braccio.

«Dimmi pure,» cinguettò leccandosi le labbra e poggiandogli una mano sul petto.

Hidan rise, schiacciando l’occhiolino agli amici seduti al tavolo con lui - tra questi, Ino riconobbe Itachi Uchiha - e rinsaldò la presa sul fianco della ragazza.

«Lavori qui?»

Ravvivandosi i capelli biondi, il secondo pensiero di Ino fu: chissà se Shikamaru mi sta guardando?

Se solo avesse voltato il capo di poco, avrebbe notato gli occhi fulminanti di Nara sulla mando del giovane, decisamente troppo in basso per uno che voleva una semplice informazione. Shikamaru imprecò, mentre Choji al suo fianco mangiava patatine con un sorriso di scherno.

«Non lavoro qui, però se ti serve qualcosa…» Sbatté le lunghe ciglia bionde come un cerbiatto, mentre Hidan rideva sguaiato e volgare, bevendo un sorso della sua birra.

«Mmh,» sussurrò sfiorandole il collo con il naso, «il tuo culo è una favola.»

E tu sei un porco, pensò Ino comunque sorridendo, certa che Shikamaru la stesse guardando. L’aveva visto andare in bagno dopo dieci secondi che Hidan le si era avvicinato più del dovuto, e godette per un secondo nel sentirsi così apprezzata.

Arrotolò una ciocca di capelli del ragazzo intorno all’indice, cacciando una risata più contenuta del suo solito e decisamente frivola e civettuola.

«Solo quello?» Chiese ad un passo dalle sue labbra sottili, e Shikamaru passò di lì dal ritorno dal bagno.

Ino appiattì il suo petto contro quello di Hidan, lanciandogli un’occhiata di sbieco. Nara ribollì.

«In effetti, anche se non sono come quelle della Hyuuga,» iniziò lasciando che la mano scivolasse ora più in alto, «anche le tue tette non sono male.»

Porco, osa toccarle e ti stacco la mano, anche se con questo carattere devi essere di un masochismo esagerato.

Nel momento esatto in cui Shikamaru mise i piedi accanto alla sedia dove stavano seduti, Ino allungò apparentemente casuale una gamba coperta da sottili collant rossi, e il ragazzo cadde disteso con la faccia spiaccicata al parquet del ristorante.

Naruto, poco più in là, con la camicia mezza sbottonata ed abbracciato a Sas’ke, scoppiò a ridere sguaiato e ubriaco, mentre l’Uchiha tentava in ogni modo di liberarsi.

«Oh, scuuuusa, Shikamaru, non ti avevo proprio visto,» esordì sbattendo le palpebre e assumendo una falsa aria addolorata, mentre Hidan lo guardava particolarmente incazzoso. «Per farmi perdonare, anche se sto civettando con un altro come dici tu, posso versarti da bere.»

Shikamaru notò il suo sorriso smagliante. Era così falso che sentì una fitta allo stomaco, dandosi dell’idiota per aver detto delle cose che sì aveva pensato, ma era sicuro che i sentimenti che Ino provava per lui non fossero così superficiali.

In fondo, la ragazza non avrebbe mai buttato all’aria anni di amicizia per qualcosa così, e questo Shikamaru doveva dirlo ad Ino prima che finisse a scopare con quella sottospecie di Yakuza che le palpava il sedere con particolare entusiasmo - beh, come dargli torto? Lo avrebbe fatto volentieri anche lui.

«Ora, però, devo andare. Il microfono chiama!»

E ancheggiando in modo decisamente abbondante, abbandonò sia Shikamaru - a cui rivolse un’occhiata di fuoco -, che Hidan in mezzo al locale, salendo sul palco insieme alle altre ragazze.

Temari ammiccò prepotente a Shino poco più in là, decisamente scomposto e con gli occhiali storti, mentre Gaara al suo fianco veniva raggiunto da Naruto.

«Ehilà, buon Natale Gaara!»

Una pacca sulla spalla ed il the freddo del rosso finì sui suoi pantaloni.

Naruto sbiancò, afferrando un numero consistente di fazzoletti e tovaglioli, mentre Sas’ke lo raggiungeva con una faccia funerea.

«Dobe, sei un idiota.»

«Oh, guarda Naruto, anche se sei senza palle hai addirittura due uomini pronti a lottare per te.»

«Sai, non ne hai già prese abbastanza?»

Il moro sorrise a Neji, che sorseggiava sakè ammirando le gambe di TenTen.

«Non hai visto com‘è accorso Sas‘ke vedendo Naruto allontanarsi da lui? È sicuramente geloso.»

Il pugno di Sas’ke fu prontamente bloccato dalla voce squillante di Karin che, dopo aver augurato delle buone scopate a tutti ed essersi presa un pugno da Sakura, iniziò ad intonare Jingle Bell Rock.

I ragazzi fissarono le sei giovani sul palco, che si muovevano sinuosamente al ritmo della canzone natalizia, chi più audacemente delle altre, chi più timida si nascondeva fino ad arrivare ad immergersi quasi nelle tende.

«HINATA, SEI UNA MERAVIGLIA!» Strillò Kiba in quel momento e la giovane rischiò di uccidersi, inciampando nei propri piedi e lasciando cadere a terra il microfono.

Ino la coprì prontamente, saltellando su una gamba ed ammiccando come una soubrette, mentre Sakura arrossiva sotto le urla sguaiate di Naruto.

E mentre Ino schiacciava l’occhiolino, Shikamaru sentì il suo stomaco sottosopra.

«Ino è la tua ex?» Chiese Hidan alzandosi in piedi e guardando lui, mentre la ragazza in questione improvvisava un balletto decisamente sensuale con Karin. Suigetsu, sotto il palco, guardava la biancheria ad entrambe e Shikamaru l’avrebbe preso a pugni.

Soppesò la domanda del biondo, prima di distogliere lo sguardo dalle gambe di Ino e dal suo sorriso divertito. Aveva notato quante occhiate gli rivolgeva, quanto i suoi occhi azzurri finissero per cercarlo in mezzo a tutti, ed aveva capito.

«Sta per diventare la mia ragazza.»

Inarcò un sopracciglio quando Hidan scoppiò a ridere sguaiato, coprendosi gli occhi in modo da tale da bloccare le lacrime che, dispettose, dimostravano quanto ritenesse assurda l’uscita di Nara.

Quest’ultimo attese paziente, la voce di Ino nelle orecchie, a volte un po’ stonata, a volte calda, a volte stordente.

«Non dire cazzate, bamboccio. Perché mai dovrebbe fidanzarsi con te,» iniziò guardandolo con eloquenza, «quando può essere scopata fino ad urlare con me?»

E Shikamaru gli mollò un pugno.

Okay, odiava fare a botte e la mano gli faceva già un male cane. Effettivamente, quella era la prima volta che mollava un pugno a qualcuno che non fosse Naruto, e si stupì di non essersi rotto nulla.

Quando Hidan girò la faccia per poterlo guardare, non solo la musica si era improvvisamente spenta ed il vociare sparito, ma seppe che aveva appena condannato la sua vita a morte certa.

«Che seccatura, sempre colpa della Yamanaka,» disse prima di abbassarsi quando un pugno di Hidan partì alla volta della sua faccia, colpendo in pieno Kiba che si era avvicinato per fermarli.

«Figlio di put…»

Hinata corse giù dal palco ignorando per la prima volta dall’inizio della serata di essere in un abitino succinto, stringendo Kiba per le braccia e tappandogli la bocca prima che imprecasse.

Dal canto loro, Itachi Uchiha e un biondo dai capelli lunghi si erano alzati per spalleggiare Hidan.

«Dobe, dove stai andando?»

«Ad aiutare Shikamaru!»

«Non stai nemmeno in piedi.»

«Teme, lo faccio perché è mio amico!»

Sas’ke inarcò un sopracciglio, prima di sbuffare. Spintonò Naruto fino a farlo sedere su una sedia, fulminandolo quando questi minacciò di alzarsi.

«Stai fermo, non ti muovere e non respirare, altrimenti ti ammazzo.»

«Ma da solo…»

«Usuratonkachi. Non vedi che Suigetsu sta già prendendo per i capelli il biondo?»

Naruto seguì lo sguardo dell’amico e sorrise, prima di schiaffargli un pugno sulla spalla. A discapito di quel che gli aveva detto Sas’ke, si alzò e lo affiancò con un sorriso, stringendo il pugno e assumendo un’espressione seria.

«Siamo best friend, devo coprirti le spalle!»

Sas’ke roteò gli occhi, rimboccandosi le maniche della camicia nera. «Mi fai vomitare, dobe.»

Nel momento esatto in cui Sas’ke decise di prendere a pugni il suo consanguineo, Shikamaru si era beccato un calcio dritto nello stomaco da Hidan ed aveva sputato a terra, senza fiato.

Sentì il rumore dei tacchi sul parquet, prima delle imprecazioni di Ino sulle loro persone.

«Yamanaka, sappi che se vinco, voglio che mi stressi per tutto il tempo del mondo che mi resta.»

Ed Ino spalancò gli occhi, mentre Shikamaru afferrava Hidan per il colletto della camicia e, imitato dal biondo, ribaltavano sul tavolo e cadevano a terra.

Il ragazzo con la coda sentì il peso di Hidan crollare sulla sua gamba subito dopo avergli dato un pugno sulla faccia che l’aveva tramortito, ed un dolore lancinante lo percosse abbondantemente.

Sentì le lacrime pizzicargli gli occhi mentre il rumore della rissa non si era ancora affievolito.

«SHIKAMARU!»

Ino corse verso di lui, buttando con un calcio Hidan di lato e chinandosi al suo fianco. Prima che Shikamaru potesse anche solo pensare di poterle chiedere scusa - e di portarlo all’ospedale - lei lo baciò.

Pensò di poter sopportare ancora un po’ la gamba, Shikamaru, mentre Ino giocava con la sua lingua, gli succhiava le labbra, faceva cadere una mano al cavallo dei…

«INO, non davanti a tutti.»

La giovane mise un broncio, mordicchiandogli un labbro. «Andiamo a casa mia.»

«Veramente…»

«COSA, VERAMENTE COSA?!»

«Beh, ecco…»

«Ah, lo sapevo. Vuoi semplicemente che io resti tua così da potermi avere se rimarrai solo! Stronzo!»

«No, seccatura, in realtà…»

«Allora prima vuoi scoparmi e poi lasciarmi!»

«Ino.»

«Ti credevo diverso da Sas‘ke!»

Un «Ehi, Yamanaka!» arrivò al di là del tavolo, ma entrambi lo ignorarono.

«Sei stata con Sas‘ke?»

«Macché, io sono ancora vergine.»

«Oh.»

«Già, oh.»

Shikamaru sorrise intenerito - e dolorante - mentre Ino arricciava le labbra ed attendeva che dicesse qualcosa.

Sospirò pesantemente, prendendole le guance e baciandola leggero.

«Ino, fosse per me sarebbe la cosa meno seccante fare l‘amore con te adesso,» iniziò tranquillo, mentre lei ingrandiva gli occhi, «ma ho una gamba rotta.»

E seppe di aver fatto la scelta sbagliata perché non solo Ino chiamò Choji a gran voce ed accorse metà del locale, ma anche perché la ragazza prese per la collottola Hidan minacciandolo di morte: «Se non potrò scopare con Shikamaru giuro che ti ammazzerò, poi ti farò a pezzi, seppellirò il tuo corpo e nessuno ti troverà mai più!»

Rise con forza, il ragazzo, chiedendosi come avesse fatto ad essere così stupido da poter pensare che con lei sarebbe stato tutto più difficile.

 

«Ehi, dobe, che imbranato. Hai un livido sull‘occhio.»

«Tu perdi sangue, teme.»

«»

«Oh, vi state preoccupando l‘uno per l‘altro. È davvero amore.»

«Sai…»

«…ti ammazzo.»

 

 

23 dicembre, oggi.

Shikamaru fissò il profilo di Ino con un sorriso sbieco, chinandosi per baciarla.

Bloccati in mezzo alla strada, circondati dal vociare della gente e con il freddo che seccava le labbra, erano aggrappati l’uno all’altra in un abbraccio goffo a causa dei cappotti pesanti.

Il ragazzo le afferrò la vita, appiccicandosela maggiormente addosso.

«Ehi, Ino.»

La ragazza continuò a baciarlo imperterrita, ignorando il suo richiamo.

«Ino.»

«Che vuoi?»

Era scocciata dall’interruzione.

«Che ne dici di saltare il ritrovo e andare a…»

Ino si staccò di colpo da lui, il viso distorto dalla rabbia e Shikamaru si chiese cosa avesse detto di male.

«E perché siamo ancora qui, scusa?»

E Shikamaru rise. Rise forte, prendendola per mano e correndo verso casa sua. Probabilmente si sarebbero fermati senza fiato ed Ino l’avrebbe baciato fino allo sfinimento.

Si sarebbero persi Sai, Sas’ke e Naruto e il vestito succinto di Ino, ma Shikamaru, quando la baciò sdraiato sul proprio letto, pensò che quel Natale sarebbe stato fantastico, in compagnia della sua seccatura.

 

 

 

 

 

Angolo sclero: questa è la fic più stupida che abbia mai scritto, davvero, ed è nata dagli scambi sottobanco tra due menti malate (la mia e quella di Chis), che credo di aver ucciso dopo tutte queste dodici pagine.

In pillole, Sasuke e Naruto si sono mossi da soli. Shikamaru e Ino semplicemente si amano, ma lui era terrorizzato. Gli altri, soprattutto Hinata, li adoro. Tutti, questa volta, persino Kiba.

Buona Natale, Naruto. ;)

Mimi.

   
 
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