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Autore: HildaGreen    12/12/2011    2 recensioni
Black Star è tormentato dal passato di suo padre ed una nuova figura gli fa nascere nuovi dubbi.
Non ne fa parola con nessuno, neanche con la sua arma che, allo stesso modo, gli nasconde qualcosa...
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Black Star, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Safe with you

 
«Non ero l’unico superstite del Clan della Stella?»
«Semplicemente non conoscevano… Me!»
«Beh allora? Che cosa vuoi?»
Fa una lunga pausa ed in seguito, sul suo volto compare un ghigno e i suoi denti scintillano alla fioca luce. «Black Star, pensi forse che i tuoi siano semplici incubi?»
Sto per alzarmi e prenderla per il colletto ma da dietro mi arriva una voce.
«Black Star!»
Quando mi volto la ragazza è scomparsa, proprio come un ninja, meglio così, non volevo che Tsubaki la vedesse.
«Cosa ci fai qui?» La anticipo, non voglio che sia lei a fare le domande.
«Come che ci faccio…» ansima. «…Non ti ho visto e…»
«Non devi preoccuparti per me.»
«Blac…»
Le metto la mano sulla testa, non lasciandola finire.
«Andiamo a casa.»
 
«Tu desideri il potere, vuoi superare gli dei?»
Si!
«Devi solo lasciar andare la tua vera natura… e tu sai bene qual è… e questo richiede dei sacrifici, tutti quelli necessari!»
Mi risveglio con la fronte imperlata di sudore, ma, per fortuna, adesso è mattina.
Come al solito, Tsubaki si è già alzata e sento il profumo che arriva dalla cucina.
Rimango ancora sul bordo del letto a pensare. Ora ho le idee più chiare e adesso so a chi appartiene la voce che ho sempre sentito nei miei sogni.
«Buongiorno!» mi sorride Tsubaki. «Ti sei alzato prima oggi, scusa ma dovrai aspettare ancora un po’, la colazione è quasi pronta!»
È insolitamente allegra stamattina…
Mi siedo e mi accuccio sul tavolino, senza dire una parola.
Il miei occhi sono vuoti, non penso neanche a cosa mi passa davanti, infatti, lei è davanti a me adesso.
«Senti Black Star… Forse per oggi è meglio se restiamo a casa.»
«Perché?» non si aspettava questa domanda.
Deglutisce, neanche io però mi aspettavo che sarebbe rimasta in silenzio, ma poi, cambia totalmente espressione e mi sorride.
«Potremmo prenderci un giorno di riposo ogni tanto. Anche un Dio ne ha bisogno!»
 
Lei cammina sempre con la solita posizione rigida, ma sembra ancora più tesa e silenziosa, nonostante continui a mostrarmi il sorriso di prima.
Una volta tanto decide lei, mi porta al parco, lo stesso di stanotte e ci sediamo su una panchina.
Guardo in alto, la luce che passa fra le foglie, mi acceca gli occhi e l’arietta fresca della mattina, mi muove i capelli.
Nel petto sento un vortice nero che gira senza sosta, ancora una volta sprofondo in questa falsa solitudine ed è così vuota ed inutile.
È uno strano dolore, non è neanche un dolore, non riesco più a distinguere alcun confine, è tutto avvolto in un manto nero e appiccicoso dal quale non riesco a liberarmi, non ci voglio neanche provare.
«Black Star.»
Poso lo sguardo su di lei.
«Appoggiati sulle mie gambe.»
Non obbietto, non ne ho alcuna voglia, né forza.
 
Mi sposta i capelli dal viso con il suo tocco delicato, delicato come una camelia. Mi sento un gattino spaventato, ma le sue carezze non riescono a dissipare questo terrore, la mia anima trema…
«Black Star… io ti ammiro, ascolti solo te stesso e credi nel tuo sogno…»
Il mio respiro è greve, ma pian piano sta andandosi ad attenuare.
«…non rinunciarci mai e sii fiero di te stesso, non hai bisogno di somigliare a nessun altro, sei perfetto così come sei. Black Star... torna da me ogni volta che vorrai, io sono sempre qui per te.»
Ma per tornare, bisogna per forza andare via…
Piano, i miei occhi si chiudono e, dopo tanto, riesco a riposare con più serenità, mentre lei non smette neanche un secondo di accarezzarmi, ora mi sento al sicuro vicino a lei.
 
C’è calma piatta a Death City, è calato un silenzio impregnato di tensione è come un assassino che osserva, sai che c’è, ma non sai quando e come colpirà…
Sento freddo e cerco di coprirmi, ma ho già le coperte fino al collo e mi tiro a sedere. L’occhio mi cade sul letto di Black Star. Vedo le coperte alzarsi ed abbassarsi, in seguito, vedo le tende muoversi e la finestra spalancata.
Mi alzo sentendo freddo alle gambe. Chiudo le ante della finestra e, voltandomi per rimettermi a letto, mi ritrovo una sagoma davanti, avvolta nel buio.
Ancora lei…
«Felice di rivedermi, eh Tsubaki?»
Stringo i pugni. «Cosa ci fai qui?»
«Ho dimenticato di dare il bacio di buonanotte a Black Star, no?» lascia scintillare le lunghe unghie alla luce argentea che arriva alle mie spalle. «Oggi qualcuno ha interferito con i miei piani… l’incantesimo che ho fatto a Black Star si è indebolito…»
Mette le mani in tasca e, con il passo felpato di un gatto, mi viene al fianco.
Senza farmi notare, trasformo la mia coda in una catena e nascondo la falcetta che tengo in mano.
La sua voce è come il sibilo di un serpente. «Ti avevo avvisato…»
Spalanco gli occhi, il dolore arriva in seguito. È stata così rapida che non mi ha dato il tempo di far nulla.
«…lascialo stare!»
Mostra il solito ghigno ed estrae le unghie dal mio ventre, lasciandomi accasciare al terreno.
Incrocio i suoi occhi verde smeraldo, somigliano tanto a quelli di Black Star…
Mi lascia ansimante a terra e, così come è arrivata, scompare.



 
Ho deciso di pubblicare il secondo capitolo adesso, dato che il primo non ha avuto l'effetto che speravo,
forse adesso vi incuriosirà di più, beh spero davvero di si
*Tsutsu*

 
  
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