Fanfic su attori > Cast Glee
Segui la storia  |       
Autore: lithi    13/12/2011    3 recensioni
La storia di un'amicizia perduta e rimpianta.
Cosa sarebbe successo se Chris avesse avuto un'amica speciale ad aiutarlo durante il suo secondo anno di liceo?
E quando le parole diventano macigni e vengono travisate, è davvero facile perdonare quella persona che ci capisce con un solo sguardo?
--------------------------------------------------------------------
"Gli anni erano passati, e quello stupido litigio si era trasformato in un muro di silenzio che li aveva divisi e tenuti lontani per ben cinque anni. Cinque anni in cui prendere in mano il telefono si era fatto sempre più difficile, se non impossibile. Perché, se prima sarebbe stato facile, cosa si può dire ad un ragazzo che era riuscito a realizzare un’intera lista di sogni?"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chris Colfer, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Salve a tutti! XD
Eccomi qui, un po' in ritardo e con un nuovo capitolo della One-Shot-Che-Non-C'è...XD
A questo proposito...vi ricordate quando ho detto che i flash back sarebbero finiti col capitolo precedente? Ho mentito. XD
E' che mi sembrava di tirar via la storia, quindi ho preferito aggiungerli.
Questo (a meno che io non abbia un'improvvisa ispirazione o il capitolo sia troppo lungo) sarà il penultimo capitolo, quindi preparatevi a scoprire come andrà a finire...XD
Un bacione a tutti e grazie mille a tutti quelli che recensiscono, che leggono solo e che mettono la storia tra le preferite o tra le seguite (*-*) mi rendete davvero tanto felice!

Giulia



 

 
Dublino, Irlanda 3 Luglio 2011

 
Il cuore di Eryn correva veloce.
Le prime note di “Don’t Stop Believing” riempivano l’aria mentre il sipario si alzava per rivelare sei ragazzi che davano le spalle al pubblico, dando il ritmo al suo respiro.
Ma fu solo per pochi secondi. Perché poi Chris si voltò e allora niente ebbe più senso.
Non ebbe più senso la sua paura di trovarlo cambiato, perché lo sguardo che riusciva a leggere nei suoi occhi era lo stesso che aveva lasciato cinque anni prima. Forse più maturo, più saggio, ma sempre uguale. Forse con qualche centimetro in più, ma con le stesse fossette che si formavano ai lati della bocca quando sorrideva e le stesse orecchie da elfo sul viso di porcellana.
Non ebbero più senso tutti i dubbi e le incertezze che le avevano attanagliato la gola fino a pochi secondi prima, perché il rivederlo, anche se da lontano, le fece capire davvero quanto gli fosse mancato. Quanto si sentiva completa solo quando guardava il suo volto e cercava il lui un appiglio e un’ancora.
E non ebbe più senso nemmeno il motivo per cui avevano litigato, quello stupido orgoglio che aveva impedito loro di alzare il telefono e colmare la distanza che si era creata. Che aveva scavato nei loro cuori crateri di dolore e rimpianto, diventati cicatrici ancora troppo fresche malgrado i cinque anni trascorsi.
Non c’era spazio per le lacrime in quel momento, Eryn lo sapeva. E allora fece la cosa che le riusciva meglio quando condivideva qualcosa con Chris.
Sorrise.
 

Clovis, California, 6 Luglio 2006

 
Il silenzio rimbombava nella stanza, quasi a creare una bolla ovattata che lo teneva fuori dal mondo. Quel mondo che era tornato ad essere il palcoscenico del suo dolore e della sua amarezza.
Chris aprì gli occhi, guardando il muro di fronte al suo letto.
C’era uno squarcio bianco accecante a ricordargli i giorni appena passati, a urlargli contro che aveva sbagliato e che avrebbe dovuto alzare subito il telefono e raggiungere la sua migliore amica.
I pezzi del cartellone nero erano ancora dispersi in giro per la stanza, come foglie autunnali cadute troppo presto da cui facce sorridenti facevano capolino feroci e terribili.
Chris si girò dall’altro lato del letto e richiuse gli occhi.
 

Dublino, Irlanda, 10 Agosto 2006

 
“Tanti auguri tesoro!”
“Grazie mamma.” Eryn rivolse un sorriso sincero alla madre non appena mise piede in cucina.
Si avvicinò al padre che aveva appoggiato il giornale sul tavolo giusto dargli un bacio sulla fronte prima di dirigersi verso la macchinetta del caffè.
Simon e Amy si guardarono preoccupati come ormai facevano da più di un mese, prima di sospirare rassegnati. Qualcosa si era spento in Eryn. Potevano vederlo: la ragazza di prima avrebbe saltellato in giro per la casa durante tutta la giornata invece che trascinarsi verso la caffettiera.
“Allora, programmi per la giornata?”
“No, nessuno in particolare.”
Simon la guardò negli occhi.
“Vorresti davvero farmi credere che oggi, il giorno del tuo compleanno, tu non farai niente? Non chiederai di uscire? Eryn, andiamo! Sedici anni si compiono una volta sola!”
Eryn stava per rispondere. Stava davvero per farlo. Ma il suono del campanello le bloccò le parole in gola.
Chi mai alle otto del mattino suona a casa di qualcuno?
Chris.
Chi si presenterebbe senza preavviso?
Chris.
Senza rendersene conto era già davanti alla porta, la mano sulla maniglia.
Chris.
“Buon compleanno!”
Il suono delle trombette e le urla festose la fecero rimanere di sasso davanti alla porta mentre i suoi amici le saltavano addosso, cospargendole i ricci rossi di stelle filanti e coriandoli.
“Ehi gente! Spazio, forza! Fate largo alla migliore amica!” Holly riuscì a sbucare fuori dal groviglio di braccia che la salutavano dal pianerottolo dell’appartamento. “E tu, fila a vestirti! Abbiamo un sacco di cose da fare oggi!”
“Cose da-” Eryn non sapeva che cosa dire. Ovviamente avrebbe voluto che alla porta ci fosse Chris, ma vedere tutti i suoi amici lì, pronti a sorreggerla era davvero il regalo più bello del mondo. Si gettò tra le braccia di Holly ridendo come non faceva da un mese e stringendola forte prima di correre in camera, gridando ai suoi che stava uscendo.
Holly si diresse verso la cucina seguita dagli altri che continuavano a lanciarsi addosso coriandoli e stelle filanti. Non appena mise piede all’interno della stanza, Amy le fu subito vicino e, dopo averla guardata negli occhi, la strinse forte mormorando un flebile “Grazie”.
 

Clovis, California, 10 Agosto 2006

 
Chris si rigirava il cellulare tra le mani, continuando a torturare i tasti dell’apparecchio come se da loro dipendesse tutta la sua vita.
Alzò lo sguardo verso il calendario ancora una volta, imprimendosi bene in mente la data.
10 Agosto.
Il compleanno di Eryn.
Avrebbe dovuto chiederle scusa. Avrebbe dovuto prendere in mano il coraggio e fare l’uomo. Chiamarla, implorare il suo perdono per le cose che si era permesso anche solo di pensare, magari farle una sorpresa e presentarsi davanti a casa sua con un cartellone con su scritto “When Gryffindor acts like a jerk, Ravenclaw knows what to do” pieno di foto e pensieri e ricordi.
Come quello che lei aveva regalato a lui per il suo compleanno.
Lo stesso che lui aveva strappato davanti ai suoi occhi lacerati e che adesso brillava per la sua assenza da quel muro a cui apparteneva, rimpiazzato da una locandina di Star Wars che ritraeva Chewbacca e Han Solo e da quella di The Wiz, con le sue tinte forti e dorate, Dianna Ross in primo piano con ai piedi le scarpette argentate.
Chris si girò verso il comodino. Dalla sua furia si era salvata solo la foto che li ritraeva felici a ridere in giardino e che adesso faceva bella mostra di sé accanto al suo letto.
Perché, anche se era troppo orgoglioso per chiamarla, innumerevoli volte aveva sussurrato le sue scuse alla sua migliore amica, quando la notte scendeva e copriva la sua vergogna e le sue lacrime, sepolte fra le lenzuola.
Chris riportò lo sguardo sul cellulare.
 

Dublino, Irlanda, 10 Agosto 2006

 
Eryn riportò lo sguardo sul cellulare.
La giornata era passata tra una risata e un abbraccio insieme ai suoi amici, e sapeva di non poter meritare niente di più bello.
Ma dentro di sé, una piccola parte non poteva fare a meno di sperare che Chris la chiamasse. Che le mandasse anche solo un piccolo messaggio con scritto “Auguri” e nient’altro. Che le facesse un piccolo, banalissimo squillo, per farle capire che la pensava e che avrebbe voluto stare con lei in quel momento.
Oppure avrebbe potuto chiamarlo lei. Avrebbe potuto fare lei qualcosa invece che stare rannicchiata nel letto, un occhio sul comodino a controllare il cellulare e tra le mani la custodia di quel cd che aveva trovato davanti alla sua porta quasi un mese prima.
Lo stesso cd che girava nello stereo in quel momento e che la fece scivolare nel sonno tra una lacrima e una nota di “For Good”.
 

Clovis, California, 13 Settembre 2006

 
Chris rientrò a scuola e si rese conto di quanto le cose non fossero cambiate di una virgola. Di quanto le persone potessero continuare ad ignorarlo.
Di Eryn ce n’era una su un milione, ma non se ne era mai accorto così tanto e così profondamente.
“Ehi!” dal fondo del corridoio Jesse Smith stava camminando verso di lui, un sorriso beffardo sul volto. “Bentornato a scuola perdente. Allora, ce lo vuoi dire com’è il sesso tra ragazzi?”
I suoi amici cominciarono a ridere alle sue spalle. Che poi, per che cosa ridessero Chris non lo riusciva proprio a capire.
Ma in quel momento non gli importava. In quel momento l’unica cosa che poteva vedere guardando il faccione di Jesse, era la scena che poco più di due mesi prima gli era costata l’amicizia dell’unica persona che avesse davvero significato qualcosa per lui al di fuori della sua famiglia. L’unica cosa che sentiva era il sussurro appena accennato di Eryn che gli diceva addio senza dirlo veramente.
E non gli importava di quello che sarebbe successo dopo. Doveva fargliela pagare in qualche modo. Anche solo congelare il suo sorriso sarebbe stato sufficiente. Perciò si stampò sul viso la migliore espressione che riuscì a trovare.
“Don’t you remember?”
Ed eccolo lì il sorriso congelato insieme alle risate dei bisonti che lo seguivano.
Chris continuò a camminare, sentendosi un po’ più forte dentro.
 

Dublino, Irlanda, 7 Aprile 2007

 
Eryn fissava il telefono.
Era appena rientrata da quella che era stata senza ombra di dubbio la notte più bella della sua vita.
Lo aveva baciato. Aveva baciato Mark.
Se ci pensava riusciva ancora a sentire i suoi ricci scuri chiusi tra le sue dita, mentre gli occhi neri e profondi del ragazzo sorridevano tra le palpebre socchiuse. Sentiva il suo profumo sulle sue mani, quel profumo di menta che l’aveva fatta innamorare dal primo giorno. E si sentiva le labbra gonfie e piene, testimoni di quell’amore che stava nascendo tra i due ragazzi.
Aveva fatto una giravolta su se stessa non appena la porta si era chiusa alle sue spalle prima di salutare i suoi genitori che la guardavano divertiti e volteggiare fino alla camera da letto, buttandosi sul materasso con una risata.
Doveva assolutamente condividere questa sua felicità con qualcuno o sarebbe esplosa. O morta per autocombustione.
Prese il cellulare e senza pensarci su digitò il numero di telefono della persona che avrebbe voluto vicino a lei in quel momento.
Solo prima di far partire la chiamata si rese conto di quale numero avesse digitato.
Chris.
Eryn fissava il telefono e non sapeva cosa fare. Sarebbe bastato così poco per colmare finalmente quella distanza così profonda. Per tornare ad essere completamente felice.
Ma il destino è strano, e proprio in quel momento una chiamata in arrivo cancellò il numero che con tanta cura Eryn custodiva nel suo cuore.
“Pronto…”
“Voglio sapere tutti i particolari. E non provare a nascondermi qualcosa perché io scoprirò tutto quello che hai combinato!”la voce di Holly la travolse come un fiume in piena, e lei, lasciandosi andare ad una risata, si chiese cosa avesse fatto di così buono per meritarsi un’amica così.
 

San Francisco, California, 24 Luglio 2007

 
Chris non riusciva a crederci.
Aveva baciato un ragazzo.
Un ragazzo vero.
L’aveva baciato al termine di quella vacanza che era iniziata come un modo per passare un po’ di tempo con la sua famiglia per l’ultima volta, perché l’anno dopo sarebbe stato troppo impegnato con il trasferimento per il college per potersi godere appieno l’amore di sua madre, di suo padre e di Hannah.
E così erano partiti per una settimana verso San Francisco, la città dei tram e delle colline.
E lì aveva incontrato Dennis.
In quell’albergo in cima alle colline aveva incontrato due occhi blu quasi quanto i suoi e si era invaghito dei capelli biondi di quel ragazzo, deciso a scordarseli un secondo dopo. Perché non poteva essere possibile che qualcuno fosse attratto da lui.
Ma Dennis non era stato dello stesso avviso.
Per tutta la settimana l’aveva aspettato di fronte alla reception, invitandolo a prendere un caffè, a fare una passeggiata all’interno dei parchi verdi della città, portandolo con sé al molo, mostrando a lui e a tutta la famiglia Colfer le bellezze architettoniche di quella città che sposava perfettamente lo stile vittoriano e l’architettura moderna. Avevano camminato scherzando per Chinatown e si erano persi nella vista del Golden Gate Bridge.
E lì, tra il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli e le luci soffuse che si alzavano dalla città, Dennis si era avvicinato e aveva posato le labbra sulle sue.
Chris era rimasto immobile per qualche secondo prima di portare la mano a giocare con i ricci chiari del ragazzo più grande. E si era perso in quel primo bacio che aveva la freschezza del primo amore.
Un amore che non sarebbe durato, lo sapeva bene, ma che era perfetto in quel momento. Senza promesse, senza rimpianti, ma con solo la certezza che quel momento non sarebbe potuto essere più perfetto.
Dopo averlo riaccompagnato in albergo, Dennis era sparito nella nebbia leggera della città, diventando il ricordo più bello di quell’anno per il giovane.
E Chris, mentre saliva in ascensore con le farfalle nello stomaco e un sorriso che occupava tutto il suo viso ancora un po’ paffuto, aveva afferrato il cellulare, digitando velocemente il numero della sua migliore amica. Perché doveva dirlo a qualcuno che avrebbe capito quanto quella cosa contasse per lui.
Le porte si aprirono, svegliando il ragazzo da quella specie di trans in cui era caduto, il dito ancora sopra il tasto di avvio della chiamata.
Lei avrebbe risposto? Era ancora la stessa persona che una anno prima se n’era andata dalla sua vita, ferita e delusa dal suo atteggiamento? L’aveva perdonato? E lui, l’aveva perdonata per quella fuga che ancora ardeva prepotente nel suo cuore?
“Chris!”
Il giovane alzò gli occhi verso il viso della sorella che gli correva incontro dalla porta della stanza.
“Allora? Com’è andata?”
Chris richiuse il cellulare, donando un sorriso entusiasta ad Hannah e cominciando a raccontare.
 

Los Angeles, California, 5 Novembre 2008

 
Chris non riusciva a crederci.
Ce l’aveva fatta. Era riuscito a superare il provino, il primo della sua vita. E adesso avrebbe fatto parte di una serie televisiva.
La sua vita stava davvero cambiando, e non poteva esserne più felice.
Non appena Ryan Murphy gli aveva dato la notizia al telefono, aveva cominciato a saltare in giro per la stanza e ad abbracciare qualsiasi cosa gli capitasse sotto tiro. E i suoi genitori l’avevano trovato così, a ballare con stretto al petto il suo zaino a forma di Chewbacca, quando erano tornati dal viaggio al supermercato con Hannah.
Il giorno prima erano andati a parlare con il preside della scuola di Chris, per spiegare come mai il figlio avrebbe fatto parecchie assenze, e affermando che l’avrebbero fatto seguire da un istruttore privato per fare in modo di non perdere lezioni importanti.
Inutile dire che il preside era stato più che felice di saperlo, certo del fatto che la cosa avrebbe portato buona pubblicità alla scuola.
E così adesso stava partendo per la città degli angeli, dove avrebbe conosciuto il resto del cast.
Arrivato in aeroporto aveva individuato fin da subito una ragazza con il suo nome scritto su un cartellone che si era presentata col nome di Sophie e che gli aveva detto di essere la sua assistente personale.
Si erano diretti verso il residence dove avrebbe alloggiato prima di prendere di nuovo la macchina e andare agli studi, quegli stessi studi che qualche anno prima l’avevano visto ridere e scherzare insieme ad una ragazza dai folti capelli rossi.
Chris scacciò il pensiero ed entrò nella sala che gli stavano indicando, giusto in tempo per essere investito da un tornado coi capelli color cioccolato.
“Oddio! Scusa! T’ho fatto male?”
Chris abbassò lo sguardo sulla brunetta col naso un po’ pronunciato che lo stava guardando con le mani sulla bocca e le guance che diventavano porpora. Dall’accento sembrava venire da New York.
“No, figurati.” Il ragazzo la tranquillizzò con un sorriso. “Tu invece? Stai bene?”
La ragazza sorrise.
“Si, grazie. Comunque io sono Lea.”
Chris guardò la mano ambrata della ragazza prima di stringerla.
“Sono Chris. È un piacere conoscerti.”
 

Dublino, Irlanda, 3 Luglio 2011

 
By it’s very definition, Glee is about opening yourself up to joy.
Oh, quantoera vero. Quante volte Chris aveva ringraziato la sua buona stella per averlo accompagnato in quell’audizione che gli aveva cambiato completamente la vita. Aveva al proprio fianco persone che l’amavano per quello che era, proprio come aveva fatto lei. E come lei, nessuno gli chiedeva niente in cambio.
Era finalmente libero di essere chi voleva, senza pregiudizi, battute maligne o discriminazioni.
Opening yourself up to joy.
Appena le prime note di Don’t Stop Believing cominciarono a risuonare nell’arena, si lasciò inondare da quelle parole, riscoprendo dentro di sé quel coraggio e quella felicità che solo Eryn era riuscita a donargli.

 




Ecchice! XD
Ehm, dicevo...piccola precisazione riguardo a quello che Chris risponde a Jesse. Ovviamente viene da un'intervista (o una specie). Al NYF quell'amore di ragazzo di un Colfer ha raccontato un aneddoto, e diciamo che questa è stata la mia versione dei fatti XD...non so neanche se ho proprio capito bene come è successo, ma ho capito benissimo cosa si siano detti...XD
Per ulteriori info, eccovi il link http://www.youtube.com/watch?v=ITAnUft-AMg&feature=share 
Un bacione,

Giulia
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Glee / Vai alla pagina dell'autore: lithi