Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Faust_Lee_Gahan    13/12/2011    4 recensioni
"Cosa sei? Un'aliena? Come mai non hai visto 'Come eravamo'?"
[Sherlock/John - Accenni vaaaaghissimi di Mycroft/Lestrade]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harriet Watson, John Watson , Lestrade , Mycroft Holmes , Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Titolo: The Way We Were

Summary: «Cosa sei? Un'aliena? Come mai non hai visto 'Come eravamo'?»

Pairing: Sherlock/John ; Mycroft/Lestrade accenni

Words: 2427

Rating: Verde

Desclaimers: You wish!

Notes: Sex and the city fa male! XD Calendario dell'avvento, sempre lui! (13.12 #Cena di Natale)





The Way We Were


E infine, la regola del lasciarsi più importante di tutte.

Non conta chi ti ha spezzato il cuore,

o quanto ci vuole per guarire.

Non ce la farai mai senza le tue amiche.”

(Sex and the city)



Ventiquattro Dicembre millenovecentosettantanove.

Marcie bussò alla porta della casa, preoccupata, tenendo il piccolo Gregory per mano.

«Mamma che facciamo qui? E dov'è Lila?» chiese

Lei sospirò, si sistemò gli occhiali e si rivolse a suo figlio.

«Amore, tua sorella è con papà, non le andava di venire.» spiegò con pazienza

«Ma noi perché siamo qui?» insisté lui

Tipico di quel bambino: se non aveva chiaro il quadro della situazione non si muoveva di un dito.

«Greg, la mamma deve sistemare una faccenda importante. E poi dobbiamo rispettare la tradizione.»

La tradizione era importante. Era ora che suo figlio lo capisse.

Finalmente la porta si aprì.

«Patricia!» esclamò entrando

«Non chiamarmi, Patricia.» mormorò lei

La sua amica era proprio nelle condizioni che temeva: i capelli biondo scuro scompigliati, abbigliamento da casa, aria affranta. Chissà se...

Eccola infatti. Dora era già lì, puntuale come un orologio svizzero. O, nel suo caso, francese.

Stava seduta al tavolo con la solita aria fiera e i capelli perfetti.

«Cominciavamo a darti per dispersa, Marcie!» esclamò

«Non tutti hanno il dono della puntualità come te, Dora!» rispose senza darci peso

«Grazie per essere venuta.» disse Patty in un filo di voce. Aveva l'aria stanca. «Mi dispiace... è la sera della vigilia...»

«Non dirlo neanche! Siamo tue amiche!»

«Doveva essere una serata bella...Tutte insieme...»

«E lo sarà, vedrai! Ci siamo noi!»

«Ciao, zia Patty.» salutò Greg

«Ciao tesoro. I ragazzi sono di là, se vuoi giocare con loro.» Patricia provò a sorridere, ma non le riuscì molto bene.

Il piccolo Greg lasciò la mano della mamma e si diresse nel salotto, mentre le due donne prendevano posto accanto a Dora.

«Ma insomma, che è successo?» chiese la nuova arrivata

«Se n'è andato!» mormorò Patty. Poi scoppiò a piangere.

Dora alzò gli occhi al cielo e Marcie le strinse una mano, porgendole un fazzoletto.

«Ma così, senza avvertire?»

«Avrebbe fatto meno male, Marcie?»

«Stavo solo chiedendo, Dora.» rispose mentre la bionda si soffiava il naso.

«Mi sono svegliata stamattina.» raccontò calmandosi «Non l'ho trovato vicino a me. Sono scesa e non era da nessuna parte. I suoi vestiti spariti. In cucina ho trovato questa lettera.»

Così dicendo prese un foglio piegato in quattro e lo aprì rabbiosa. Dora lo prese, accigliata. «Mi ha lasciato per un'altra, capite? Per una sciacquetta ventiseienne. Ha lasciato tutto. Ha lasciato John e Harrieth... E' tutto il giorno che dico bugie a quei bambini! Non posso mentirgli tutta la vita!»

Si mantenne la testa, appoggiando i gomiti sul tavolo, stanca.

Dora passò il biglietto a Marcie con aria schifata e lei lo scorse veloce. Parlava di incomprensioni, di incompatibilità, di difficoltà.

«Adesso mi spieghi perché ti stai piangendo addosso?» disse Dora

«Non mi sto piangendo addosso!» esclamò Patricia guardandola male

«A me sembra di sì.»

«A me sembra solo sconvolta, Dora.» disse Marcie Lestrade, sistemandosi il caschetto nero e lasciando sul tavolo la lettera. «Non lo saresti anche tu se tuo marito ti lasciasse?»

«Non in questo modo.»

«Siamo persone diverse. Ognuno reagisce come può, quando lo schifo piove dal cielo.»

Patty annuì fissando il vuoto.

«Come vi pare. E' solo che... non sono abituata a vederla così.» disse Dora, e Patty sorrise per un attimo a quella piccola ammissione. Dora era sempre così chiusa e in apparenza fredda che a volte ci si scordava quanto sangue umano pulsasse sotto quella pelle pallida, e la si scambiava per La Signora delle Tenebre.

«Non è per lui, sapete...» disse «E' più per i bambini. Loro soffriranno.»

«Se ne faranno una ragione.»

«Già ma come faccio a dirglielo?»

Dora e Marcie si scambiarono uno sguardo. «Per ora lascia perdere.» disse quest'ultima dolcemente «E' Natale. Dirai loro la verità quando ti sentirai pronta, ok?»

«Già.» annuì cupa

Dora guardò da un'altra parte e Marcie sapeva perché. Non erano abituate a questo. Patricia Ella Mackenzie era sempre stata considerata la più forte delle tre, quella che aveva tenuto la mano alle altre nei momenti di crisi, la prima a ridere in caso di sventura, quella conosciuta tra gli hippies col nomignolo di Peppermint, come il personaggio dei Peanuts. Vederla così non era nelle loro corde.

«Sapete quello che mi fa più imbestialire? Perché lei?» Patty scosse la testa, abbattuta. «Io questo mi chiedo. Perché lei?»

«Solo una parola.» disse annuendo Marcie «Hubbell.»

La bionda alzò la testa, illuminata. «E' vero. Oddio, lui è Hubbell!»

Dora passò con lo sguardo stranito dall'una all'altra. «Chi è Hubbell?» chiese

«Robert Redford nel film Come eravamo!» esclamò Patty guardandola

«Non l'ho mai visto.» disse lei

«Non ci posso credere!»

«Cosa sei? Un'aliena? Come mai non hai visto Come eravamo

Dora si stupì del loro stupore e rispose, con un'alzata di spalle: «E' da donnette.»

Le ragazze ignorarono il lieve insulto e si guardarono. «Giusto.» disse Patty «Lei non può confondersi con noi, Marcie. Lei è francese

«E si chiama Eudora.» aggiunse con un sorrisetto lei

L'incriminata alzò gli occhi al cielo. «Per l'ultima volta, i miei genitori sono francesi, e lasciate in pace il mio nome!»

«D'accordo! Allora... Marcie, a te l'onore?»

«Dunque, Robert Redford è follemente innamorato di Barbra Streisand, ma non riesce a stare con lei perché è troppo complicata e ha un'enorme massa di capelli ricci. Così la lascia e sposa una tipa semplice, coi capelli lisci.»

«Ragazze, ho un'illuminazione!» disse Patty alzando le mani «Il mondo è diviso in due tipi di donne: le ragazze semplici e le ragazze Katie. E' chiaro che io sono una ragazza Katie!»

«E chi è Katie?»

«E' Barbra Streisand! Stai concentrata, Dora!»

«Io piango sempre all'ultima scena del film!» esclamò Marcie estasiata «Quando Katie vede Hubbell con la sua nuova moglie!»

«La ragazza semplice!»

«Lei gli toglie i capelli dalla fronte e gli dice: “La tua ragazza è adorabile, Hubbell!”»

«E poi la musica entra maestosa!»

«”Meeeeemorieeeeees...”» prese a cantare Marcie

«Che canzone stupenda!» esclamò l'altra

Era troppo stupenda per non cantarla tutta. Ed è quello che fecero. Marcie e Patty, tornata a essere Peppermint, cantavano quella canzone a squarciagola, sotto lo sguardo allibito e un po' spaventato di Dora Bouvier-Holmes.

«Vado a controllare i bambini.» mormorò alzandosi e cambiando stanza.

Le venne incontro il suo primogenito Mycroft.

«Mamma, posso stare di là con voi?» disse con le labbra all'ingiù per il broncio «Mi annoio qui! Sono tutti piccoli!»

«Non ora, Mycroft. Le zie stanno cantando.» disse rassegnata, sistemandogli i capelli castani, già perfetti.

Entrando nella stanza vide tutti i loro figli riuniti e le si presentò una scena tanto commovente che qualsiasi donnetta sarebbe andata in estasi, strillando. Ma non lei.

Mycroft aveva ripreso a leggere Il Piccolo Principe seduto su una poltrona. Adorava quel libro e non se ne separava mai.

Il piccolo Sherlock, suo secondo figlio, sembrava interessato a John, il figlio più piccolo di Patricia. Erano seduti in un angolo e il piccolo Watson sembrava impegnato a spiegargli qualcosa di serio mentre indicava delle figure su un album da colorare. Sherlock lo guardava con gli occhi azzurri spalancati e attenti a ogni sua mossa, e ogni tanto annuiva con un gran sorriso.

I più grandi, Gregory e Herrieth, giocavano con dei pupazzi e Dora scorse il figlio di Marcie lanciare ogni tanto delle occhiate al suo primogenito.

Osservando la scena, non poté fare a meno di sorridere. Le ricordava un po' loro da piccole.

«Ehi!»

La voce allegra di Patricia la distrasse. L'amica di sempre le porse un bicchiere, sorridente.

«Bisogna brindare!» esclamò versandole dello champagne.

«A cosa?»

«A noi!» disse decisa Marcie

«Alla tradizione!» aggiunse Dora

«Che possa essere continuata dai nostri marmocchi!» concluse Patty, facendo avvicinare i bicchieri.

Era la tradizione: loro tre, una bottiglia di champagne da cominciare e finire e i regali da scartare.

La tradizione era importante. Era ora che i loro figli lo capissero.






Ventiquattro Dicembre duemilaundici.

Gregory bussò alla porta del 221B, preoccupato. Mai in tutti quegli anni era stato così preoccupato.

Finalmente questa si aprì. «Mycroft!» salutò entrando.

«Ciao, Greg.» gli rispose chiudendo la porta

«Come sta?»

«Dice di stare bene. Ovviamente non è così.»

«Dice anche di non aver bisogno di noi?»

«Dice anche di non aver bisogno di noi.» confermò il maggiore degli Holmes «Ma lo dice tutti gli anni!»

Greg sorrise al suo amico, salendo le scale. Quando aprì la porta non ebbe modo di vedere nulla, perché una Harry molto entusiasta gli si buttò addosso abbracciandolo.

«Sì, Harry! Sono qui!»

«Come stai, ispettore?» chiese lasciandolo andare

«Con molti meno anni di vita grazie a te!»

«Oddio, ne è arrivato un altro!»

Sherlock, con la testa sul tavolo, aveva commentato così l'entrata in scena del DI.

Lui però non si lasciò scoraggiare. «Allora. Raccontaci cos'è successo.»

«Niente è successo!»

«Fantastico! Abbiamo fatto un passo avanti!» commentò Harry sarcastica sedendosi con loro

«Ma non avete alberi da fare, decorazioni da mettere, regali da incartare e famiglie da cui andare?» sbottò Sherlock alzando la testa

«Noi siamo una famiglia!» esclamò l'unica donna del gruppo

Gregory e Mycroft la guardarono. Sherlock sbuffò. Lei li guardò di rimando interrogativa. «Che c'è?»

«Harry hai detto una cosa...» qual era la parola? «... da John.»

Lei rimase in silenzio per qualche secondo, a fissarlo. «Oh mio dio.»

«Appunto!» sibilò Sherlock, tornato con la testa tra le braccia incrociate.

«Ma insomma, che ti ha detto?» insisté Gregory, mentre Mycroft abbassava di qualche centimetro la sua secolare copia de Il Piccolo Principe.

Sherlock decise di arrendersi al fatto che non aveva scampo e raccontò.

«Stamattina, John mi ha annunciato il suo fidanzamento ufficiale con quella

«Quella?»

«Quella … Nagiski... come diavolo si chiama!»

«Mary.» suggerì Harry

«Sì, lei.»

Greg si appoggiò allo schienale della sedia, vedendo per la prima volta le dimensioni del problema. Scambiò uno sguardo con Harry. Anche lei era contrariata, ma cosa dire? Se la conosceva bene...

«Sherlock, comprendilo. Mio fratello è un idiota.»

Appunto.

«Questo lo so, ma...» Sherlock sbuffò e voltò la testa di lato. «Non è lui. E' tutta la faccenda del matrimonio. E poi è lei. Lei!» disse ringhiando l'ultima parola e alzando le mani come se stesse strozzando l'aria, per poi ristenderle con un nuovo sbuffo.

«Perché lei?» disse rassegnato. «Io questo mi chiedo. Perché lei?»

«Solo una parola.» s'inserì a sorpresa Mycroft, senza staccare gli occhi dal suo amato libro. «Hubbell.»

«Hubbell?» fece Greg

«Oh mio dio. E' vero. Lui è Hubbell!» esclamò Harry

Sherlock guardò tutti con aria stranita. «Chi è Hubbell

«Robert Redford nel film Come eravamo!» esclamò Harry guardandolo

«Non l'ho mai visto.» disse lui

«Non ci posso credere!» esclamò Harry

«Cosa sei? Un alieno? Come mai non hai visto Come eravamo?» chiese Greg

Lui scrollò le spalle e disse: «Non è il mio campo.»

«Sherlock, questo lo conosco persino io!» commentò Mycroft, beffardo

«Sì, non interessa a nessuno, Mycroft!»

«Sherlock!» lo rimproverò Greg, ma lui alzò di nuovo le spalle.

«Dunque, ascoltami.» li interruppe Harry, sporgendosi verso di lui «Robert Redford è follemente innamorato di Barbra Streisand, ma non riesce a stare con lei perché è troppo complicata e ha un'enorme massa di capelli ricci. Così la lascia e sposa una tipa semplice, coi capelli lisci.»

«E questo che c'entra con me?»

Harry alzò gli occhi al cielo, non senza una certa soddisfazione. «Sherlock, non capisci? Tu sei come Barbra! Sei un “ragazzo Katie”!»

«Ragazzo che?» fece con aria sconvolta

«Hai anche i capelli ricci!» esclamò Mycroft

«E' vero! E' vero!» rise la Watson, ignorando l'additato mentre scuoteva la testa, tentando di ignorarli.

« E poi io adoro l'ultima scena!» aggiunse «Quando Katie vede Hubbell con la sua nuova moglie!»

«La ragazza semplice!» annuì l'ispettore

«Lei gli toglie i capelli dalla fronte e gli dice: “La tua ragazza è adorabile, Hubbell!”»

«E poi entra la musica!»

«”Meeeeemorieeeeees...”» prese a cantare Harry

«Che canzone stupenda!»

«Aspettate! Prendo lo stereo!» esclamò Harry balzando in piedi

«Oh mio dio...» commentò Sherlock, immergendo di nuovo la testa tra le mani e chiudendo gli occhi. Non era vero. Non era possibile. Tre pazzi in casa sua, che volevano costringerlo ad ascoltare la canzone di un film che lui non aveva mai neanche sentito nominare! Il tutto con l'intenzione di consolarlo.

«Mycroft, di' qualcosa tu, per favore!» sibilò tra i denti, alzando lo sguardo.

Suo fratello – venisse fulminato! - aveva un'aria tremendamente divertita. Aveva persino posato il suo venerato libro.

«Mi piace!» commentò, mentre le prime note riempivano il salotto del 221B.

E figurarsi se non era coi pazzi!

«Buona vigilia di Natale del cazzo.» mormorò Sherlock, buttandosi sul divano.

In un attimo venne il caos: Harry fece sfoggio dei suoi acuti peggiori, insieme a Greg che, invece di arrestarla per disturbo alla quiete pubblica, si unì a lei; Mycroft, che in quanto governo avrebbe potuto fare una legge sul lasciare in pace i sociopatici ad alta funzionalità, lasciò definitivamente perdere la lettura, aizzandoli a mettere di nuovo la canzone, tremendamente divertito.

Fu all'apice di quello strazio che la porta si aprì. Tutti si voltarono e ci fu un attimo di silenzio.

John si ritrovò davanti una scena alquanto bizzarra: sua sorella Harry aveva preso un cartone di eggnog e riempiva un bicchiere; Gregory cantava e manteneva il suo in attesa che fosse riempito; Mycroft si era unito al canto e aveva un braccio attorno alle spalle dell'ispettore. Quello che lo colpì però furono le note di una canzone conosciuta nell'aria.

«E' The way we were questa?»

Sua sorella strillò dalla gioia. «Bravo, fratellino! Vieni a bere!»

Gli amici gli diedero familiari pacche sulla spalla e sua sorella un bacio fugace sulla guancia. Mentre lei riempiva un bicchiere anche a lui, guardò Sherlock, immobile sul divano, che lo osservava come se fosse una strana creatura.

Si sedette sul bordo del divano, sorridente. «Che mi sono perso?» chiese

«Niente di speciale.» rispose senza cambiare espressione «Il solito di tutti gli anni.»

John sbuffò, ridendo, e guardò il suo eggnog.

«Non dovevi essere da... da...»

«Mary.»

«Sì, lei.»

Toccò a John guardarlo come se fosse una strana creatura. «La vigilia di Natale è nostra. E' la tradizione. E le tradizioni vanno rispettate, non l'hai ancora capito?»

Sherlock sorrise, e a John ricordò molto il bambino che lo fissava e annuiva ogni volta che gli spiegava qualcosa di nuovo.

«John!» lo chiamò Harry «Vieni a ballare!» e lo trascinò in piedi, abbracciandolo.

«Brindiamo?» propose Greg, porgendo dell'eggnog anche a Sherlock

«A cosa?» chiese lui

«A noi!» propose Harry

«Alla tradizione!» aggiunse Mycroft

«Che duri in eterno!» rise John

«Buon Natale, gente!» esclamò Gregory alzando i bicchieri.

Sherlock sorrise ancora e alzò il suo, con la certezza che certe tradizioni non sarebbero mai morte.




Notes, again:

Massalve! Essì, non vi libererete mai di me! MAI!

Dopo questa breve minaccia, passo a parlare. L'ispirazione è stata troppo forte e ho dovuto buttare giù questa cosa! Così, ho mandato a fanciullo l'altra cena natalizia che avevo in mente per questa cosetta qui! XD Giuro che credevo di farla più piccola!

L'unica cosa che spero è di non essere andata OOC, perché in quel caso sarei costretta a fare arakiri. (Le katane ce le ho, quindi...) Ma io penso che Myc pur di far uscire suo fratello fuori dai gangheri farebbe qualsiasi cosa!

I nomi delle ragazze sono presi dai Peanuts, il cognome e il secondo nome della mamma di John sono quelli dell'originale (epica conversazione tra me e ginnyx in cui ho deciso che era la bisnonna! A proposito, grazie caVissima! :3), il cognome della mamma di Sherlock da nubile è Bouvier come Marge Simpson. u.u

Calendario dell'avvento è qui http://sherlockfest-it.livejournal.com/10516.html. Usufruitene!

Il dialogo sulla trama, sui nomi, le somiglianze e quant'altro su Come eravamo (GUARDATELO!) sono presi dalla 2x18 di Sex and the city. (http://www.youtube.com/watch?v=kSaf_3h86LI) E le ragazze fanno riferimento a questo: http://www.youtube.com/watch?v=Qxg9qzVGpcs il finale del film ♥ La citazione è presa da http://www.youtube.com/watch?v=WiZUvTcO4zk (2xo1)

Buone feste, people!

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Faust_Lee_Gahan