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Autore: Akane    01/08/2006    4 recensioni
Se potessi non esistere…ma per me è impossibile ormai. Sono stato creato e svanire non mi è concesso. Ma avrò la mia pace. Perché loro non sanno quello che fanno ma io si. Il tutto è da fermare alla radice. Dovrò bloccare il futuro nel presente.
Genere: Romantico, Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insolitamente insieme'
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CAPITOLO 13:
VOICE OF SOUL

/Tai/

Che palle, che rottura, non ce la faccio a starmene buono da solo in casa… ma perché mai uno come me super socievole abita da solo? In queste condizioni la solitudine è devastante per me, ho bisogno di casino, di gente sempre intorno, di qualcuno che non mi faccia mai sentire solo…
Dannazione, se me ne sto così mi deprimo, guardo il buio della stanza, ascolto il silenzio e me ne sto solo zitto!
Non ce la faccio proprio, è più forte di me, devo fare qualcosa o distruggo tutto.
È tutto troppo anche per me, sono schiacciato dal mio ruolo e da me stesso, che diavolo dovrei fare ora che sappiamo? Era meglio non sapere… sono bravo a dare coraggio agli altri ma mi servirebbe un miracolo ora per tirare tutti fuori da questo guaio.
Cazzo, me ne stavo così bene per i fatti miei, accidenti a me e a quando ho aperto la mail… chi ha mai detto che mi annoio se non mi ficco in qualche guaio? Che mi diverto a nuotarci dentro? Che è la mia linfa vitale questo rischio continuo?
Ah già… sono stato io a dirlo!
Cambio posizione per l’ennesima volta sul divano, chiudo la televisione e mi ficco in bocca l’ultimo boccone di panino, almeno la fame non riesce ad andarmi via. Mi alzo in fretta dal divano e sbuffando faccio quello che faccio sempre in queste condizioni, esco e vado da lui. È più forte di me, non gli chiedo mai nulla di particolare, nessun consiglio, solo che mi piace stare in sua compagnia, anche se non lo ammetterei facilmente. Non è che mi dà coraggio ma mi calma, mi aiuta a pensare o semplicemente ferma i miei pensieri, cosa non molto facile in certi momenti.
Ora non so perché ci vado, ne avrei così tanti di motivi che non so proprio quale scegliere, ma tanto sono tutti ottimi!
Ho bisogno di stare con qualcuno e siccome sono tutti fidanzati o sposati i miei amici, non posso far altro che andare da lui scapolo come me, anche se immagino che le avventure le abbia eccome!
Questi pensieri su di lui calmano il flusso di caos e agitazione al mio cervello già caotico di per sé senza bisogno di questo stress altisonante che mi rimbomba nelle pareti del cranio, alla fine in un modo o nell’altro mi è utile, no?
Faccio l’ultima curva rimanendo in quarta, senza diminuire la velocità giro il volante con la sinistra, con la destra spengo il cellulare istintivamente, non mi spiego il gesto, potrebbe esserci qualche notizia grave che devo sapere subito ma non voglio essere reperibile per nessuno, non stanotte… anche l’inumano Tai ha bisogno di staccare ogni tanto!
Poi la casa di Matt mi fa fare la consueta frenata che lascia tutte le gomme sull’asfalto, l’odore familiare mi fa arricciare il naso ma non importa molto in realtà.
Cerco di tenere la testa occupata per non pensare a quanto accaduto oggi, stasera e accadrà domani, quando mi chiederanno tutti cosa faremo adesso. Non voglio pensarci perché la risposta non la so.
Posso arrivare a pensare a stanotte, cosa sarà… sarà una notte come tutte quelle che passo con Matt. Tutto qua.
Salgo le scale e come mio solito entro senza bussare, è il metodo segreto che conosco solo io così per fargli una sorpresa o non scomodarlo, così mi faccio da solo gli onori di casa!
Appena entro mi accoglie un delizioso ambiente musicale dove la chitarra elettrica va ad un volume accettabile vista l’ora, la canzone è tutto sommato familiare anch’essa visto che la suona spesso, è di una malinconia allucinante. Rimango paralizzato ed ogni sproloquio mentale svanisce subito. Istintivamente rallento il passo e lo guardo in silenzio, col mio migliore amico avrei voluto mostrarmi il pagliaccio di sempre per un paio d’ore di spensieratezza, ma questo manda a quel paese tutti i miei propositi.
Divento ermeticamente serio e la tristezza della canzone si riflette sul momento in cui siamo, la situazione e i nostri stati d’animo.
Tutto sommato ogni tanto mi è capitato qualche CD dei Death fra le mani, l’ho sempre scartato perché in effetti ne hanno fatte poche di canzoni belle, quelle poche, però, sono proprio da ascoltare. Una di queste è Voice of soul, un brano interamente musicale per lo più giocato sulle chitarre elettriche ed acustiche, qualcosa di molto serio che colpisce e come la suona Matt non la fa nessuno. Potevano esserci parole ed avrebbero rovinato tutto, per questo apprezzo canzoni simili nonostante a me piacciano molto i testi; spesso in effetti non ci va inserito nulla, solo un silenzio vocale che esprime molto più di quanto non si sarebbe potuto fare aggiungendo chissà quale toccante verso. Se la musica e basta, musica metal, anzi, molto havy direi, riesce ad essere così incisiva e profonda e trasmette un interno mondo di voci di anime, allora la canzone è a dir poco riuscita!
Mi siedo a terra ai piedi del divano, è il mio posto preferito, lo faccio spesso, mi sento più me stesso qua; appoggio la schiena al sedile e guardando avanti perso nel vuoto, penso a nulla perdendomi solo in questa melodia molto triste che mi fa ricordare quei bambini che ci rimettono per colpa di un nuovo folle fissato coi propri desideri. Alla fine di questo si tratta, per quanto nobili possano essere le sue intenzioni.
Che stanchezza. Come si fa a far smettere queste ruote che non si fermano mai? Pensi di riuscire a sistemare ma poi una nuova riparte e tu ricominci da capo!
In uno stato d’animo completamente nuovo o semplicemente sincero, non mostro più l’ombra di nessun falso sorriso ma solo quel che ho dentro, una serietà profonda e pesante.
Ora la sento tutta la pesantezza che mi schiaccia, questa pressione. Devo essere un attimo sincero con me stesso.
Tutti mi credono chissà chi, capace di mille azioni grandiose, la verità è che sono solo un incosciente impulsivo, ma quando c’è poco da essere impulsivi ed incoscienti non sono nessuno.
Eccomi schiacciato sotto questa consapevolezza, impossibilitato a far altro se non lasciarmi andare in questo posto che mi ha visto altre volte così; faccio scivolare la testa all’indietro appoggiando la nuca nel cuscino morbido dove i miei capelli castani si spargono comodi. Anche Matt è appoggiato semi seduto sul bracciolo e suona la sua adorata chitarra mentre come per miracolo posso notare la camicia che ha indossato al posto delle solite maglie attillate a collo alto, è adagiata sopra e lo squadro con sguardo vago e perso, la sua immagine snella mi arriva al contrario e da un’angolazione strana.
Vorrei saper vedere il mondo da questo lato per sempre.
Perché?
Ma che ne so, forse riuscirei a cambiare quando serve e non sarei dannatamente sempre lo stesso bambino imbecille che conta solo sugli altri per risolvere tutto… facendo per di più lo sborone!
So bene come sono, so le aspettative degli altri, so anche che sono pieno di difetti ma non so cambiare. Non voglio cambiare perché in fondo tutti si aspettano questa da Tai e Tai non può deluderli!
Lo scruto ancora mentre queste considerazioni mi fanno sentire una piccola merda.
Matt è più brillante di me, è anche più bello.
Perché alla fine ho insistito tanto per comandare su tutti? Ok che sono stati anche loro a darmi il loro consenso però io ci godevo a dare ordini, specie a lui, pur io avendo le mie brave crisi per questo ruolo.
Ero solo un bambino ma crescendo non siamo stati capaci di cambiare.
Io non lo sono stato.
Sono rimasto sempre uguale e alla pressione non reggo, mi dico che sono sbagliato e servirebbe essere più come Matt, però rimango sempre Tai… finché un fulmine dal cielo non mi colpisce ed in qualche modo tutto si risolve.
Ecco cosa farò, come al solito… aspetterò la manna dal cielo.
Qualcosa succederà pure, no?
Se non la trovo io la soluzione, come è probabile, arriverà da sola ed io farò finta di averla scovata per primo, perché sono bravo in questo!
Dannato Matt, è colpa della sua canzone e quando canta è pure più figo del solito, fortuna che si limita a suonare, ora… ha un aria così sexy che se fossi gay me lo farei seduta stante!
Al pensiero alzo di colpo la testa e mi viene quasi un colpo… cazzo, cosa mi sto dicendo?
Si, perché nessuno mi impedisce di essere gay realmente. Certo, come se non ho avuto dubbi in passato, sempre a causa di questo belloccio qua!
Forse sono ubriaco ed in effetti sarebbe utile esserlo, perché l’aria malinconica che ho ora si spiegherebbe facilmente ma non ho bisogno di fingere, con lui non ne ho mai avuto e non inizierò ora.
La musica si ferma e Matt lascia il silenzio senza sostituire la sua chitarra con qualcos’altro, è pesante però. Il silenzio, dico.
Ma non solo.
Anche questo momento.
Questo periodo.
Questo stato d’animo.
Questo ruolo.
Questo sentimento.
Ho bisogno di sentirmi leggerlo e lui è l’unico che ha questo potere.
Appoggia la chitarra con cura sull’apposito aggeggio accanto all’amplificatore che spegne, poi si fa scivolare leggero, come di rito, accanto a me anche lui per terra. Appoggia la schiena al divano ed evitiamo di guardarci, non serve, conosciamo a memoria le nostre mimiche facciali in ogni momento e situazione.
Stiamo zitti per un po’, sapeva che sarei venuto infatti non ha chiuso a chiave e non era nemmeno andato a dormire. Lo sapeva.
Casa sua è il mio rifugio preferito.
Lui lo è.
Cavolo, stasera c’è un atmosfera particolare.
Molto.
Troppo.
C’è qualcosa nell’aria, stasera, che non so proprio più cosa possa essere.
Così lo chiedo a bruciapelo all’unica persona a cui posso pensare di confidarlo senza vergogna ed esitazione.
- Matt, cosa devo fare io ora? Cioè, domani quando vedremo gli altri per risolvere questa cosa e mi chiederanno istintivamente: ‘cosa si fa?’, io cosa risponderò? -

/Matt/

Qua però non posso non guardarlo, sposto tutta la testa e la giro verso di lui, fisso i miei occhi nei suoi castani, lo guardo per bene stupito e non nascondo lo stupore che sto provando, cresce a dismisura mentre vedo la sua aria convinta e seria di quel che dice.
Lui… uno come lui che non solo soffre la pressione, ma addirittura chiede a me, ma dico, PROPRIO ME, colui con cui si è sempre scontrato per il ruolo, per avere ragione, per comandare e cose simili, insomma LUI chiede a ME cosa fare?!
Ma è proprio messo male, è impazzito… insomma, non avrei mai pensato di assistere ad una scena simile, di sentirlo pronunciare quelle parole a me, raramente gli è successo ma questa volta credo superi tutte le altre!
Cosa dovrei fare?
Rido!
Ovvio che rido, la situazione sarebbe seria e lo è stata fin’ora, anche quello che ha detto e sta provando lo è ma io proprio non arrivo a non ridere. Non è che ridacchio sommessamente, mi sganascio, rido rumorosamente come penso mai ho fatto in vita mia. Rido di cuore e di gusto perché è decisamente troppo buffo e comico, non solo lui ma anche la situazione!
Grandioso!
Lui mi fissa a sua volta e non capisce proprio cosa ci sia tanto da ridere in una situazione simile, che di divertente e rilassante ha proprio poco. Lo posso immaginare…lui finalmente voleva fare la parte della persona seria e coscienziosa nonché preoccupata ed io gli rido in faccia!
Semplicemente fantastico!
- Ma che c’è? -
Mi chiede seccato, io rispondo ridendo sempre più forte e quando lui esclama offeso:
- Insomma, Matt, io sono serio e angosciato e tu ci ridi su? Ma sei proprio stronzo! -
A questo sbotto cerco di controllarmi, così a fatica smetto di ridere ma poi quando torno a guardarlo sempre con la sua solita aria imbronciata per essere stato preso per il fondoschiena, riprendo inesorabile a ridere!
Già, c’è poco da fare quando inizia così, lui allora seccatissimo rimette la testa sul sedile, gonfia le guance e guardando il soffitto incrocia le braccia sul petto… ricorda troppo un bambino!
Sto così a ridere a lungo, poi quando le energie se ne vanno decido di rispondergli e di smettere, mi riprendo a fatica, in effetti, ma ce la faccio e questo importa.
- Ma non ha senso che proprio tu venga a chiedere a me consiglio su come comportarti… tanto farai come hai sempre fatto, ovvero di testa tua! Perché sai fare solo questo e così è sempre andato bene. Tu che soffri la pressione… mi mancava la scenetta! Dai, su, non guardarmi storto, lo sai che ho ragione. Uno come te non ha bisogno di chiedere consigli a nessuno, azzecchi sempre perché non ci pensi mai e vai dritto per la strada che ti sembra meglio in quel momento. -
Mi sento molto loquace ma penso di aver parlato abbastanza, così torno al mio silenzio e torno a riporre i miei occhi azzurri su quelli scuri di lui che a sua volta hanno ripreso a guardarmi stupito per le parole che gli ho tirato fuori, forse un po’ imbarazzanti lo sono ma che ci potevo fare? Mi ha chiesto il punto di vista ed io dovevo darglielo!
Lo scruto più tranquillamente senza più rivedermi il Tai sotto pressione che chiede consiglio, un immagine che mi farebbe di nuovo ridere, lo scruto e vedo un uomo di nuovo serio colpito dalle mie parole che in un certo senso gli hanno fatto un gran piacere. Tai è speciale anche per questo, non si rende conto di esserlo, di essere così come io l’ho dipinto. Anche se è egocentrico, lo è in un modo che non contempla l’ammissione che ho fatto io.
Forse nemmeno pensava che io a mia volta pensassi queste cose, probabile in effetti, ma credo che in realtà l’abbia sempre saputo, come ha sempre saputo che quello che proviamo l’uno per l’altro è troppo stretto, qualunque cosa sia, qualunque nome abbia. È forte ed indistruttibile, profondo.
Riesco a vedere il vero Tai solo io e succede non solo perché io so vederlo, ma perché lui si mostra a me e non ha paura di snudarsi qua; lo fa e basta perché sa che non lo traviserei, non lo caccerei e nemmeno lo tratterei male. Sa come io lo tratto e cerca esattamente questo e non lo vuole da uno qualunque, lo vuole da me.
Il nostro rapporto è sempre stato un po’ conflittuale ma non è tanto questo il punto quanto che in qualunque modo finivamo per parlare, litigare o meno, poi tornavamo sempre l’uno dall’altro, inseparabili ed indispensabili. Come quella famosa nostra ultima battaglia da bambini su Digiworld. Quando io me ne ero andato e la compagnia si era sfaldata, lui era stato attaccato dal Digimon definitivo, sapeva che da solo non ce l’avrebbe fatta e sapeva anche che io sarei arrivato da lui, non è scappato ma mi ha aspettato combattendo rischiando la vita. L’ha fatto per tenere duro e continuare insieme a me, come avevamo sempre fatto, come era giusto che fosse.
Anche prima di allora, sulla terra, abbiamo avuto un disperato bisogno l’uno dell’altro, ci siamo cercati, trovati e presi senza più lasciarci e nel momento cruciale, attendendo di venir colpiti dalle frecce degli angeli digimon, nell’incognita di cosa sarebbe successo, ci è bastato prenderci per mano e sapere che saremmo semplicemente stati insieme. Solo questo. Avremmo abbattuto anche quell’ostacolo, così è stato.
Rituffandomi nei ricordi per catturare di nuovo l’immagine di Tai e la sua essenza, mi dimentico che eravamo rimasti in silenzio a fissarci studiando i nostri volti e le nostre espressioni.
Si, lo dimentico e quando me ne rendo conto scopro di aver appena catturato un nuovo tassello che compone il mosaico del nostro rapporto.
Per me lui è importante e non solo, voglio trascorrere la mia intera esistenza accanto a lui perché è l’unico col quale potrei sinceramente riuscirci, l’unico col quale non crollerei e se succederebbe poi torneremmo insieme per affrontare le parti più dure e difficili, perché la nostra forza è la nostra unione e non c’è scampo.
Il nostro massimo l’abbiamo sempre dato uniti e quando lo facevamo anche con l’anima noi eravamo indistruttibili… era una sensazione fantastica. Era qualcosa di incredibile che darei non so cosa per ripeterlo.
È qua che mi rendo conto che in realtà un modo per riprovare questo, c’è.
Lo fisso ancora ed improvvisamente non mi sembra assurdo unirci fisicamente, baciarlo… non mi sembra così orrendo ed improponibile. Perché è Tai e quindi va bene, vale la pena provarci per vedere se risento di nuovo quella sensazione pazzesca di unione ed imbattibilità.
Di amore.
Che serietà incredibile, data soprattutto dal fatto che lui non dice più nulla, forse riflette su quel che gli ho detto, sul momento difficile, sul suo attimo di debolezza e confusione che lo rendono delizioso, o magari riflette sulle stesse cose su cui sto riflettendo io. Chissà.
- Pensi davvero quelle cose di me? -
Forse il tempo è stato interminabile anche per lui e non solo per me, forse il silenzio cominciava ad imbarazzarlo e pesargli, forse il rossore che avverto sulle sue guance è immaginazione… o forse ho ragione. Anche lui ha la mia stessa opinione.
Però non potevo pensare che stesse zitto per così tanto tempo!
Non sarebbe Tai se non parlasse nel momento cruciale, uno anche piuttosto sentimentale!
Sorrido spontaneamente.
- Non mi aspettavo che questo da te… -
Può intenderlo nel modo che vuole ma sono certo mi chiederà spiegazione e continuerà a parlare per l’imbarazzo crescente. Lo capisce, lo percepisce, è nell’aria il cambiamento e la mia intenzione di rivolere quella sensazione d’unità e forza che nella mia vita ho avuto solo ed unicamente con lui!
- Cioè? Spiegati… sei tornato stitico di parole, figuriamoci! Potresti tornare loquace come prima? Ti capivo un po’ meglio anche se essendo sincero tu sei sempre stato ermetico e criptico… a parte quando litigavamo… ma poi sapevo che tornavi sempre da me ed io ti aspettavo per risolvere i casini più grossi. Che coppia, eh? -
Continua a parlare a macchinetta facendosi domande e rispondendosi da solo o magari senza nemmeno darmi tempo di rispondere. È così però ora che si è acceso, chi lo spegne? Lui lo si spegne solo con la forza ma io adesso ho voglia di quello, ho sempre più voglia di quello.
Sento che è determinante, che devo provarci, che istintivamente è giusto… dannato Tai, sta un po’ zitto!
Mi mordo il labbro chiedendomi come fare e in un secondo capisco che c’è solo un modo.
Gli metto una mano sulla bocca e lo zittisco con un secco: - Silenzio un po’! -
Lui si irrigidisce perché non se lo aspettava, così mi fissa con tanto d’occhi, i suoi adorabili occhi sexy perché profondi e penetranti. Lui non è bello ma sa avere fascino inconsapevole. O forse così appare a me e basta, ma in ogni caso chi se ne frega.
Approfitto ora che sta paralizzato e soprattutto zitto; sussurro solo:
- Devo fare una cosa… -
Non troppo lentamente mi avvicino allungandomi verso di lui, faccio scivolare via la mano posandola intorno al suo collo e delicatamente lo attiro a me intrecciando le dita alle ciocche della sua nuca spettinata. Trattiene il fiato senza capire, o forse lo fa proprio perché ha capito.
Non respinge. Del resto non vado poi così piano… voglio baciarlo e lo farò!
Poso finalmente le mie labbra sulle sue ancora aperte per parlare, stupito non si muove e forse non ricorderà mai cosa sta provando, tuttavia basta che ricordo io.
Si, avevo ragione.
Ecco qua la sensazione che sentivo solo quando stavo in perfetta comunione con lui, quando la sintonia era così alta da lasciarci spiazzati ma divinamente bene, ecco qua la sensazione del secolo che posso provare solo con lui. Solo ed esclusivamente con lui.
Accarezzo le sue labbra con le mie poi esperto, dopo averlo assaggiato superficialmente ed avergli dato il tempo per abituarsi, socchiudendo gli occhi giro la testa per aver miglior accesso, metto l’altra mano al suo fianco e lui rimane sempre immobile, imbambolato.
Lascia che io faccia.
Ed io faccio.
Passo la lingua all’interno della sua bocca, lo cerco, lo trovo e quando lo trovo prendo ancora più confidenza con lui e inizio una specie di massaggio a senso unico, è troppo shockato per reagire, lo sapevo…
Sto per mollare quando succede qualcosa, qualcosa che in effetti mi stupisce, il suo solito scoppio ritardato. Arriva con l’ultimo treno ma arriva.
Reagisce.
Approfondisce a sua volta, accoglie la mia lingua aprendo di più le labbra, si allunga anche lui verso di me e iniziando a giocare, anzi direi più lottare come è nel suo stile, iniziamo a baciarci come si deve; appena prendiamo il nostro ritmo incalzante che cresce sempre più la cosa diventa esaltante nonché bella.
È splendido avere il ritorno, la conferma, sapere che non avevi sbagliato pur il pensiero e l’azzardo erano stato assurdi e pericolosi.
Qualcosa di fugace che mi girava da un po’ nella testa, a cui finalmente ho dato retta.
Il desiderio di lui, di provare quelle cose, era troppo forte.
Solo che ora ci baciamo, lui cerca il mio corpo con le mani, attraverso i vestiti, rimane un po’ impacciato ma penso giochi molto il fatto che gli piace. Ci troviamo e stiamo insieme nel senso che ora lo siamo. Siamo insieme profondamente, intimamente… anima mente corpo.
Ora che l’ho assaggiato e capito non mi separerò più da lui. Ora sono completo, sono quel Matt che cercavo di diventare ma che non sono mai riuscito ad essere del tutto.
Ora e solo ora.

/Tai/

Ecco cosa mi mancava.
Ecco cosa cercavo.
Ecco.
Tutto torna.
Tutto è da me.
Avevo solo bisogno di lui.
Solo.
Ma non come amico, bensì come persona, come uomo, come la mia parte. Come sentimento profondo ed importante, prezioso, completo, unico, unito.
Sono solo le nostre voci dell’anima che finalmente si sono fatte sentire.
Ecco cosa mi mancava a diventare la persona che cercavo di essere e che non riusciva a tornare.
Lui unito a me in questo modo.
Lui.
Matt.
Gli voglio bene e non come amico.
Lo desidero come persona.
Come il mio uomo.
Mio.
   
 
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