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Autore: bennie_    13/12/2011    3 recensioni
“Dove andiamo?” farfugliò, nascondendo il viso nell’incavo del mio collo. Sorrisi impercettibilmente, al sentire la sua voce assonnata. Si stava addormentando.
“Vedrai” dissi soltanto, poi la sentii sbuffare infastidita e il mio sorriso si allargò.
Svoltai a destra, verso una stradina che conoscevo fin troppo bene. Sotto le mie scarpe si sentiva il rumore dei ciottoli, poi sostituiti dalla sabbia e infine dal legno.
Quando sentì il rumore dell’acqua, Effy sorrise, stringendomi la camicia e lasciandomi un leggero bacio sulla nuca.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Liam!” quando mi sentii chiamare mi voltai di scatto, cercando di mettere a fuoco le cose in quel locale incasinato. Le luci a intermittenza mi accecavano.
“Ma ciao, bel giovanotto!” la mora mi mise una mano intorno al collo, per poi lasciarsi andare a un casché molto trasandato, rischiando di cadere. Prima che potessi accorgermene l’avevo afferrata saldamente e il suo respiro affannoso era a un centimetro dal mio viso, spettinandomi i capelli.
Mi guardò negli occhi per un secondo che mi sembrò infinito, poi scoppiò a ridere, piegando la testa all’indietro.
“Sei ubriaca” attestai dal suo fiato dolce, probabilmente qualche bevanda alcolica strana. Alzai gli occhi al cielo.
“Non fare l’adulto!- sbottò, dandomi una pacca sul petto – Vieni a ballare!” mi tirò per la mano, che saldamente stringeva la sua, verso la pista da ballo. La tirai di nuovo a me. “Non stasera,- mormorai contro il suo viso, catturando il suo sguardo – e nemmeno tu, Effy. Andiamo via.”
Sciolse la stretta delle nostre mani e incrociò le braccia al petto. “Io a casa non ci torno. Non voglio parlare con Harry.” sembrava una bambina.
“Non ho mai detto ‘andiamo a casa’.” dissi risoluto, alzando le sopraciglia. Sul suo viso si allargò un sorriso, poi tese le mani verso di me. “Va bene, ma io non cammino più con questi trampoli” si riferì ai suoi tacchi, forse troppo esagerati.
Sbuffai divertito, per poi caricarla in spalla, le sue braccia intorno al mio collo e le gambe saldamente intorno al mio bacino.
Uscii da quel locale caotico, camminando per la strada principale.
Effy era leggera come una foglia, mi stupivo che fosse così magra, dato che mangiava più di Niall. Un fulmine mi colpisse se mento.
Sbarrai gli occhi, per poi alzarli verso il cielo. Sospirai di sollievo: niente fulmine, solo tante piccole stelle sullo sfondo bluastro.
“Dove andiamo?” farfugliò, nascondendo il viso nell’incavo del mio collo. Sorrisi impercettibilmente, al sentire la sua voce assonnata. Si stava addormentando.
“Vedrai” dissi soltanto, poi la sentii sbuffare infastidita e il mio sorriso si allargò.
Svoltai a destra, verso una stradina che conoscevo fin troppo bene. Sotto le mie scarpe si sentiva il rumore dei ciottoli, poi sostituiti dalla sabbia e infine dal legno.
Quando sentì il rumore dell’acqua, Effy sorrise, stringendomi la camicia e lasciandomi un leggero bacio sulla nuca.
Arrivai in fondo al pontile, poi mi fermai, facendola scendere.
“Come mai, Liam Payne, hai deciso di portarmi nel tuo nascondiglio?” chiese, sorridendomi allegramente.
Non avevo mai portato nessuno lì, tranne lei un paio di anni prima quando avevo avuto quella furiosa litigata con Zayn, per poi scoprire che fosse colpa di Harry.
Feci spallucce, sdraiandomi. “Nessuna ragione in particolare.”
Effy si sdraiò accanto a me, le nostre spalle si toccavano. “Sicuro di stare bene?” la sua voce era tormentata, non capivo perché. Scrollai le spalle. “Penso di sì.”
Sentivo il suo sguardo addosso, fin troppo insistente per non cedere.
“Non so che mi prende ultimamente. – confessai infine – Sono sempre distratto, non capisco cosa mi succede intorno, arrossisco e ho una strana nausea allo stomaco.” Feci una smorfia, disgustato.
Quando scoppiò a ridere mi voltai di scatto verso di lei. “Grazie del conforto!” sbottai, dandole una gomitata. Eppure non smetteva di ridere.
“Liam, non hai niente che non va. – farfugliò, ancora ridendo – È normale per un ragazzo stare così quando è innamorato.” Mi guardò, le sopraciglia alzate.
Schioccai la lingua, scuotendo la testa. “Ma che dici?? Innamorato, ma che… E di chi, sentiamo!?” Mi pentii di averglielo chiesto un attimo dopo che le parole fossero uscite dalla mia bocca. Mi zittii, in attesa di una sua risposta.
“Non so, dimmelo tu” fece spallucce, sempre sorridente. Le misi una mano sulla fronte, come a misurarle la febbre. “L’alcool ti dà alla testa, Dafne” la guardai serio. La sua espressione era della massima solennità. Spostò la mia mano dalla fronte, continuando a guardarmi. “Non usare il mio nome per intero” disse, con voce roca.
Scoppiai a ridere. La sua gola era stata arsa dall’alcool e quando parlava così sembrava Darth Vader, solo senza quell’accenno d’asma.
Risi per un po’, poi mi voltai a guardarla. Osservava il cielo scuro con aria sognante, poi chiuse gli occhi, ascoltando le onde del mare.
“Sono contenta che non sia nulla di grave, comunque.” sussurrò ancora ad occhi chiusi, la sua mano sfiorò la mia, per poi stringerla forte.
Rimasi interdetto per un momento, immobile quasi quanto una statua. Poi presi un respiro profondo e sciolsi la stretta con la sua mano.
Alzò la testa per guardarmi, sorpresa dal mio rifiuto, ma prima che potesse dire qualcosa, le misi un braccio sotto la testa, tirandola a me.
La strinsi tra le mie braccia, incurante del fatto che fosse troppo azzardato, forse, o che mi avrebbe anche potuto respingere.
Cosa che non fece. Poggiò la testa sul mio petto, stringendosi di più a me, se possibile.
Sospirai, felice. Quella situazione era troppo surreale per essere vera.
“Tutti abbiamo problemi, Ian. – sussurrò contro il mio petto – Bisogna solo trovare la persona giusta che te li faccia dimenticare.”
Non riuscivo a nasconderle niente, ero un libro aperto per lei. Le accarezzai la schiena. “E tu l’hai trovata?” le chiesi, sperando nel profondo che quella persona fossi io. Lei si limitò ad annuire, senza dire nulla.
“Sei il mio migliore amico.”
Riecco quella strana nausea alla bocca dello stomaco.
“Ti voglio bene, Effy.”
 
 

  
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