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Autore: alexus_alec    13/12/2011    5 recensioni
Una lettera ad un amico... Lettera che non manderò mai...
Forse per paura, forse perchè semplicemente non mi va.
Forse perchè la nitidezza dei miei sentimenti è a me estranea.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro amico,

non ci sentiamo da tanto… All’incirca 8 mesi…
come stai? Spero tu stia bene…
 
Inizio banale. Scuoto la testa e fisso torva le palline di carta che ormai dominano il tavolo.
Sospiro e continuo a scrivere.
 
Sai, il classico non è poi così male. Certo, i prof sono un po’ rigidi, ma in fondo sono tutti okay e molto simpatici
A te lo scientifico come va? I prof? I tuoi nuovi compagni? Sono simpatici? Hai trovato una nuova ragazza?
Ho visto le foto di Facebook sul tuo profilo, sono davvero belle, sono contenta tu sia felice.
Felice anche senza di me, ma
Invece io mi sono presa una cotta per un ragazzo che viene in chiesa con me.
Anto, dovresti vederlo, è bellissimo! E poi è dolcissimo, simpatico!
… Perché non torniamo a essere amici? Riproviamoci, no?
E anche tu lo eri, prima che rovinassi tutto. Eri il mio migliore amico, prima. La mia spalla, la mia ombra, la persona più importante della mia vita.
E ora? Mi ritrovo qui, seduta alla scrivania, che cerco di scriverti questa fottutissima lettera pur sapendo che non avrò mai il coraggio di mandartela!
Sai quando tutto è cambiato? Quando è arrivata “lei”. Sai, “lei” è innamorata di me, “lei” mi ha baciato, “lei” ci tiene moltissimo a me…
E il nostro“noi” dov’è finito? Il “tu ed io amici per la vita”?
C’era solo “lei”. Ed è giusto, ne eri innamorato ed è normale parlassi solo di lei.
Ma presto tutto è divenuto un: “lei” non vuole che stia con te perché è gelosa… “Lei” non vuole che io ti abbracci… “Lei” non vuole che noi messaggiamo… “Lei” non vuole che usciamo…
“Io” mi sono incazzata! Ma del mio parere non ti è mai interessato niente, vero?
“Io” sempre la stupida che ti perdonava, “io” sempre quella pronta ad ascoltarti sempre, “io” che ti davo tutto senza ricevere niente.
Neanche il tuo affetto.
E sai quando l’ho capito? Quando per la strada ti ho visto camminare con lei, mano nella mano, hai alzato lo sguardo, mi hai visto…
E non mi hai salutato, passandomi accanto senza degnarti di un semplice “ehi” oppure di un “wee”.
Niente.
In quel momento ho capito che non saresti più stato quello di sempre.
E me lo hai dimostrato quando hai detto chiaro e tondo che io per te non ero altro che un peso, a quanto pare volevo che tu e lei vi lasciasse, che ti volevo tutto per me…
Si, forse ero gelosa, l’ho sempre ammesso.
Ma chiediti: perché ero gelosa?
Perché passavi tutte le giornate con lei, di persona, al telefono, mandandovi messaggi, …
E a me? Forse era un miracolo che tu mi mandassi un solo messaggio.
E tu ti starai chiedendo: a che scopo hai scritto questa lettera? Per farmi sentire in colpa?
Forse… O forse voglio solo immaginarmi ancora al tuo fianco, abbracciati, a passare momenti divertenti insieme, a ridere, a prenderci in giro…
Forse voglio solo avere la tua immagine stampata nei miei ricordi.
Credimi, vederti sorridere agli altri, come se io non fossi mai esistita, come se noi due non ci fossimo mai conosciuti, mi fa provare un dolore lancinante al petto, un senso di vuoto orrendo.
 
Mi asciugo svelta la lacrima solitaria che scende sul mio volto impassibile come il ghiaccio, quando dentro di me un grido represso raschia la mia gola per essere liberato.
Continuo a scrivere.
 
Vuoi la verità?
Mi manchi… Mi manca tutto di te.
Anche quel tuo essere stronzo ogni mattina a scuola solo perché stavi morendo di sonno, sapevo che avresti preferito poltrire un altro po’ accoccolato fra le coperte.
Mi manca quella tua risata roca che mi riempiva le orecchie nei momenti più belli della nostra amicizia.
Forse sarei pronta a perdonarti, se solo tu me lo chiedessi veramente!
Ecco cosa mi fa incazzare!
Mi fanno incazzare quei tuoi squilli al cellulare come se volessi essere richiamato; quei messaggi nei quali mi chiedi scusa e poi ti tiri indietro utilizzando la classica scusa del “ho sbagliato numero”; mi fa incazzare quando mi vedi per strada, a volte mi fermi, mi chiedi scusa ma ancora una volta ti tiri indietro.
Ecco cosa mi fa incazzare.
Non so a quale parte di me dare ascolto: la parte razionale mi suggerisce di mandarti a fanculo perché ti sei comportato come uno stronzo e perdonarti significherebbe soffrire di nuovo; l’altra, quella dettata dal cuore, mi suggerisce di riaccoglierti, di darti un’altra possibilità.
Non so chi scegliere.
Tutto dipende da te.
Spero tu possa riflettere sulle mie parole e comprendere i tuoi errori.
 
Con affetto,
Alessia
 
 
Sospirando, appallottolo il foglio e mi alzo, spengo la luce della mia stanza e, camminando nel buio, mi siedo sul letto, scoppiando a piangere.
 

 
   
 
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