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Autore: LoryGreyRobsten    13/12/2011    10 recensioni
"forse la paura di una nuova delusione può far sì che tu non ti affezioni alle persone...
non lasciare che rabbia e qualche vecchio rancore non facciano uscire ciò che di buono hai nel cuore.."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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cap 4 EEEEEEEEEE Buonasera!!!! :D
Tornata l'altro ieri da Roma mi son messa subito all'opera xD e son scampata per un pelo al diluvio D:
Ok, taglio corto dato che dopo mi aspetta un bel film di Stew ergo.... Buona Lettura, spero vi piaccia e grazie sempre a tutti, per tutto <3

Lory

Pov Kristen

Le nove e mezza di sera. Mezz'ora più tardi avremmo dovuto essere a quella festa a casa di Richard e io ero ancora imbambolata davanti allo specchio in reggiseno e jeans; non riuscivo a togliere lo sguardo dai lividi che avevo sulla pancia, sulle spalle e sotto il mento. Ryan come spesso accadeva era più fatto del solito, la droga lo mandava in bestia anche per sciocchezze come salutare un vecchio compagno di scuola, mi chiedevo perchè poi, dato che non gli fregava di me...io ero troppo ubriaca per avere la forza di difendermi, così per rabbia, per sfogo o per puro divertimento lui usava me; all'inizio mi feriva, più che farmi a pezzi fisicamente era il mio cuore che andava in frantumi. Ma più il tempo passava, meno effetto mi faceva, le lacrime apparivano solo per il dolore fisico, ma ora non sentivo più nemmeno quello, credevo mi mancasse lui, ma adesso ero consapevole che non mi interessava più niente, neanche di colui che avevo reputato la persona più importante della mia vita.
Apatia e insensibilità totali. A volte mi chiedevo se era un bene essere arrivata a non sentire più niente o se fosse un errore, ma subito cacciavo via la seconda possibilità ripetendomi che era l'unico modo per sopravivvere e andare avanti in questo mondo di merda.
Mi morsi il labbro inferiore per soffocare un sorriso fiero delle mie riflessioni da persona forte quale mi ritenevo ma mi pentii subito, era ancora spaccato e gonfio per via dei suoi pugni, non mi ricordavo nemmeno più di averlo così malridotto, fanculo. Lanciai un'occhiata all'orologio appoggiato sul tavolo della cucina: le dieci meno dieci, cazzo. Meglio sbrigarsi o avrei passato un'altra serata in compagnia solo di Ryan e delle sue botte.
Mi fiondai in camera sua, verso la sedia accanto al letto dove avevo buttato i pochi vestiti infilati a caso nel borsone una settimana
prima scappando per l'ennesima volta di casa e qualche acquisto fatto nei giorni successivi; sfilai i jeans per poter mettere una minigonna che sembrava più una fascia copri inguine, scelsi velocemente una camicia-body blu a maniche corte, infilai le mie Converse e mi fiondai fuori casa, dove Ryan mi aspettava col resto della sua banda; ero carica, avevo voglia di divertirmi, non pensare più di tanto e sballarmi, non succedeva da tempo; Ryan mi venne incontro e una volta davanti a me mi diede una pacca al culo con la mano destra per poi farla salire fino a sfiorarmi il livido che avevo sotto l'orecchio sinistro: mi guardò con un'espressione sprezzante e dopo la sua solita risatina mi chiese:
"Hey dolcezza, non è carino fare aspettare i miei amici, per metterti quegli straccetti addosso poi? A proposito, che cazzo hai combinato, chi ti ha pestata così?"
"Io metto quel cazzo che mi pare tesoro e si da il caso che questi" dissi indicando le macchie violacee che avevo sul corpo "me li hai fatti tu. Ora se non ti dispiace andiamo, voglio divertirmi stasera".
Fece un'altra insopportabile risatina, ma non ci feci nemmeno caso, avevo solo una cosa in mente: devastarmi fino a non capire niente, volevo abbandonare il mondo reale per una notte, agire senza riflettere.

Richard aveva una casa enorme quasi in centro, quando arrivammo era già pieno di gente e la musica si sentiva già dalla strada parallela dove lasciai la macchina, ero l'unica ancora in grado di guidare e con un cazzo di motore con quattro ruote. Ero estasiata e non vedevo l'ora di far casino.
Appena entrati, con le birre già iniziate da casa di Ryan, ci unimmo subito a Will, Mark e altri suoi amici che non conoscevo, avevano un volto familiare ma non riuscivo a ricordare dove li avessi visti...
Dopo le prime due Tennents iniziavo a essere più allegra di quanto già lo fossi di mio quella sera, ma non avevo intenzione di fermarmi, perciò buttai giù tutto di un sorso il bicchiere di sambuca che Ryan mi aveva passato, i miei muscoli iniziavano a rilassarsi, avevo voglia di bere e ballare, salii su quello che doveva essere un tavolo sfilandomi la maglia, faceva troppo caldo lì dentro, cominciavo a sudare, e iniziai a ballare con qualcuno che si trovava lì di fianco a me, Ryan di tanto in tanto mi passava un bicchiere pieno di sambuca o di rum o di qualcos'altro che finni per non capire cosa fosse, finchè non mi tirò giù, mi attirò a sè leccandomi velocemente le labbra per poi offrirmi un bicchierino di vodka mentre sul dorso della mano mi aveva versato qualcosa di bianco, a vederlo sembrava sale o zucchero, ma quando lo leccai mi resi conto che mi stavo sbagliando, era qualcosa di diverso, qualcosa che mi fece andare su di giri prima di cadere nel vuoto più totale.

Pov Robert

"Questa festa è uno schifo Tom! Dove cazzo mi hai portato, sai che non faccio più certe cose!"
"Sei diventato un perfettino del cazzo Pattz, da quando sei allergico alle feste, all'alcol e alla figa? Devo iniziare a pensare che stai diventando frocio?"
"Prima che io divento frocio ti scopi la Regina! Ma sentilo!"
"E allora non te la menare, fatti una birra e se la trovi anche qualche fighetta, un paio d'ore massimo e sloggiamo di qui, almeno non rompi le palle" disse ridendo.
Cercare di portare Tom sulla buona strada era più difficile di quanto lo sarebbe stato cavarmi dalle palle Tiffany, che ovviamente ci aveva raggiunti a casa di Richard. Ma era il mio migliore amico, le sue cazzate si limitavano a ubriacarsi ogni tanto, scoparsi qualche ragazza che gliela offriva facilmente e saltare il lavoro di tanto in tanto, in fondo non era poi così tanto grave. Io in passato avevo fatto di peggio. Ma era passato, adesso ero un altro, ero una persona responsabile, dovevo esserlo perchè nessuno poteva più badare a me, potevo contare solo su me stesso e non potevo permettermi di fare cazzate. Non avrei più passato i limiti perdendo il controllod i me stesso. Gliel'avevo promesso....
Avevo deciso di andare a quella festa per distrarmi un pò, avevo raccontato a Tom di quella ragazza per cui mi ero perso al primo sguardo; non avevo sue notizie da una settimana, nessuno l'aveva vista o aveva notizie di lei, nemmeno Marcus, il primo che l'aveva notata e me ne aveva parlato l'anno prima; ovviamente non avevo dato peso alla cosa, Marcus ne diceva tante di stronzate perciò non avevo creduto al suo "se la vedi perdi la testa, è figa ed è il tuo tipo in tutto non è come tutte le troiette che ti stanno intorno". Bravo coglione, dai poco retta agli amici eh.
Stavo letteralmente impazzendo, ero passato ogni giorno davanti a quel vialetto, ma della sua macchina e di lei nemmeno l'ombra. Perciò una serata senza pensarci, o almeno provare a non farlo, mi sarebbe servita, forse.
Presi una birra fresca dal bancone frigor che si trovava in cucina, conoscevo quella casa quanto la mia, una volta era stata la mia seconda casa anche se adesso mi sentivo un perfetto estraneo. Tiffany non mi mollava un secondo, non la sopportavo, non la reggevo più nemmeno a metri di distanza, perciò con la scusa di uscire a fumare cercai di scaricarla, mi avrebbe seguito anche al cesso quella rompicoglioni.
"Dove vai amore?"
"Vado a fumare, torno subito, tu non ti muovere di qui, anzi, fa un pò quello che vuoi ma lasciami due secondi in pace" camminai più in fretta possibile deviando verso la grande sala da pranzo anzichè nel giardino sul retro, sperando che mi avrebbe perso di vista tra tutte quelle persone e per mia fortuna fu così.
Accesi una Camel e feci il primo tiro lungo, il fumo mi bruciò quasi la gola, ma era bellissima la sensazione una volta buttato fuori, era come liberarsi da un groppo. Mi guardavo intorno in cerca di una distrazione per quella serata ma mi fermai a osservare incuriosito quello che stava succedendo di lì a pochi mentri da me.
Avevo riconosciuto Will, un tempo eravamo amici; era inginocchiato su una sedia, col busto abbassato verso il tavolo, di fianco a lui, sul lato stretto del tavolo, un altro ragazzo coi jeans sbottonati e una canotta bianca bagnata di alcol rideva di gusto e diceva qualcosa a qualcuno che non riuscivo a vedere, mi avvicinai per capire con chi stava parlando e il mio cuore si bloccò quando la vidi.
Era sdraiata su quel tavolo freddo, i capelli sciolti impastati di alcol e sudore, il viso sporco di nero per via del trucco colato, era ridotta a uno schifo, era ubriaca fradicia....ed era seminuda. Non aveva più nemmeno il reggiseno, l'unica cosa coperta da un triangolino blu molto, molto piccolo, era sotto l'ombelico. Era piena di macchie scure dalla pancia in su, sulla sua pelle così chiara e delicata sembravano dei...lividi! Chi cazzo l'aveva conciata così??
"Oh porca puttana"
Corsi verso di lei col poco controllo che mi era rimasto, volevo portarla via di lì all'istante, ma il sangue mi si gelò per quello a cui assistivo l'attimo successivo: con la mano sinistra teneva una bottiglia semivuota di Vodka, beveva e rideva come una bambina, ogni tanto si versava qualche goccia sul seno aspettando che quei due la leccassero....con la mano destra li attirava verso di sè, sfiorava le erezioni di entrambi e si toccava sfregando le dita su quel piccolo triangolo blu.
"Brava Kristen, così si fa piccola, sei uno schianto" E lei sorrideva compiaciuta. Kristen. Il suo nome era Kristen.
Il ragazzo coi jeans sbottonati la leccava ovunque mentre Will le infilava la lingua in bocca per poi darsi il cambio. Mi ci vollero due minuti buoni per capire se ero svenuto e nell'inconscio stavo avendo un incubo o ero ancora sveglio, dopodichè senza pensarci due volte mi feci largo tra quella folla assordante, afferrai Will per la spalla costringendolo a girarsi verso di me e gli piazzai un pugno in piena faccia.
"Hey pezzo di merda, che cazzo fai al mio amico? Che cazzo vuoi? Perchè non..."
Gli tappai la bocca tirando un pugno anche a lui, cadde all'istante tanto era fatto, Will nel frattempo si era sollevato da terra e mi guardava confuso, anche lui si reggeva a malapena in piedi; lo ignorai, mi girai verso di lei, ancora sdraiata sul tavolo mentre continuava a bere, a ridere e a fare moine ad altri ragazzi che la guardavano con l'eccitazione che gli usciva dagli occhi e a momenti anche da un'altra parte.
"Questa la lasci qui e ora tu fili via con me"
"Robert!!!!! Ti aspettavo lo sai? Mi chiedevo quando saresti arrivato, ce ne hai messo di tempo per trovarmi!" i suoi occhi, nonostante la fatica che facevano nel rimanere aperti, erano gioiosi, sorrideva come una ragazzina impazzita mentre diceva quelle parole così false, dettate solo dalla fantasia della sbronza..senza darle retta mi sfilai la camicia abbottonandola dopo averla infilata a lei, per fortuna arrivavava a coprirle anche il sedere. Era sudata e allo stesso tempo la sua pelle era freddissima, dovevo portarla via di lì, in un posto tranquillo, al caldo, al sicuro. L'idea balenò nella mia mente in un secondo.
Non si reggeva in piedi, perciò la afferrai dalle gambe e la sollevai per stringerla a me, sembrava una bambina in braccio al suò papà, mi avvolse il collo con le dita e continuanado a ridere sbiascicava stronzate a raffica "sei il mio eroe, speravo venissi a tirarmi fuori da sta merda, magari no stasera perchè cazzo, mi stavo divertendo da matti" La lasciavo parlare senza dire una parola o degnarla di uno sguardo, stavo cercando di tenere a bada la rabbia, la violenza e il peggio di me, o la serata sarebbe finita diversamente. Il suo umore cambiò di colpo mentre iniziava a dimenarsi e a darmi dei deboli pugni sulla schiena:
"Robert, mettimi giù, ho detto che mi stavo divertendo, lasciami in pace cazzo, non mi toccare, fammi scendere!!!" continuava a tirarmi calci nel sedere, ma erano così soffici che sembravano le pacche dolci di un bambino.
Strinsi ancora di più la presa per tenerla ferma,dopodichè la misi a sedere sul sedile della mia Mercedes SLK, chiudendola con tanto di sicura così che non sarebbe potuta scappare semmai ne avesse avuto le forze; salii in macchina e sgommai a tutto gas.
"Tu hai chiuso con sta merda hai capito? Adesso basta, è da un mese che torni dai tuoi strisciando come un verme, una notte ti ho dovuta portare io in camera tua, porca troia Kristen ma un minimo di testa lo hai???"
"Non devo nessuna spiegazione a nessuno capito? Tantomeno a un rompicoglioni come te, che cazzo fai mi segui alle feste?" sembrava stesse tornando in sè, o forse era lo sfogo tipico di chi è devastato marcio.
"No stronzetta, ci sono finito per caso, si da il caso che conosco Richard, ringrazia Dio semmai che invece ero lì o chissà che fine facevi stanotte, guardati cazzo!!!!" Si guardò a malapena e un sorriso fiero le spuntò sul viso, sembrava quasi felice di essere ridotta in quel modo; incredibile, questa ragazza era incredibile.
"Non sono affari tuoi, sono grande abbastanza e ti dico che mi stavo divertendo!"
"piena di lividi, ubriaca, seminuda e in atteggiamenti da troia? QUELLO LO CHIAMI DIVERTIRSI? Ma come cazzo sei messa, sembri una quindicenne depressa, ripigliati cazzo, ripigliati!"
" SI mi stavo divertendo prima che tu venissi a rovinare tutto!!!!!! Ma tu che cazzo ne sai, non avrò quindici anni, ma che cazzo ne sai di come sto, eh?!? Sei nella mia testa? Non puoi lontanamente immaginare cos'ho passato e cosa sto passando io, perciò tappati quel cesso che hai al posto della bocca e riportami...."
"sentiamo, dove ti riporto? A casa? o da quei bastardi che chiami amici? Dimmelo tu!"
"Lasciami anche qui in mezzo alla strada, mi arrangio da sola!"
"Scordatelo, tu cammini con me."


Scesi dalla macchina, all'ingresso dell'albergo dove ormai abitavo da mesi, caricai Kristen, che ancora blaterava, sulle spalle e mi diressi dritto verso la mia dependence a fianco alla hall.
"Mike, portami delle asciugamani, una vestaglia e qualcosa da mangiare, per favore."
"Subito Robert" Mike per me era ormai più un parente che un dipendente del mio albergo, a lui concedevo tutto, era l'unico di cui mi fidavo.
"Bene, ora mi dici che cazzo ci facciamo qui?Allora? Brutto stronzo!"
Non gli risposi, la poggiai sul mio letto dirigendomi poi verso il bagno per riempire la vasca di acqua calda, sentii un tonfo e quando tornai di corsa in camera la trovai stesa per terra le lacrime agli occhi nonostante stesse ridendo, poteva essere così bella anche in quel momento così ridicolo?....la portai in braccio fino al gabinetto, la feci sedere a terra e mentre con una mano le tenevo i capelli, con l'altra provai a infilarle due dita in gola per farla vomitare, almeno a qualcosa sarebbe servito.
"Lascia, faccio da sola, ci sono abituata"
"Kristen non vedi nemmeno bene"
"Ho detto che faccio da sola, sta' zitto per piacere"
Con disinvoltura si infilò le dita della mano destra in gola e un secondo dopo intasava il gabinetto di tutto l'alcol che aveva ingoiato fino a mezz'ora prima, sembrava soddisfatta di svuotarsi, meglio così. La lasciai fare mentre le tenevo i capelli e le accarezzavo la schiena, cosa cazzo stava succedendo a questa ragazza per ridursi così? Avevo ancora troppo chiara l'immagine della sala da pranzo a casa di Richard, le mie carezze a tratti si facevano più pesanti, mi fermava lei che mi diceva "fa piano, ho dei lividi sai?" ma come aveva fatto a conciarsi così? Avevo pensato a....ma no, cercavo di scacciare quell'immagine dalla mia mente, pensavo solo che volevo tenerla tra le mie braccia e farla addormentare accanto a me, al sicuro.
"Adesso tu fai un bel bagno e po fili a letto, sei andata via da casa tua una settimana fa e i tuoi 'amici' sono troppo fatti per preoccuparsi di cercarti, perciò tu da qui non ti muovi."
"Non ho niente da mettere, cazzo sono in perizoma! E poi non mi va di fare il  bagno, affogo se entro nella vasca..."
"Oh ce la farai, sei riuscita a dire stronzate fin'ora, capirai cos'è un bagno veloce, entra nella vasca prima che ti ci butti di forza" 
"Si ma tu non guardare, mi vergogno" le sue guance si fecero rosse, si vergognava davvero dopo quello che aveva fatto poco prima?
"Come se ormai mi resta molto altro da vedere"
"Sei uno stronzo! Esci di qui subito!" non avevo intenzione di peggiorare le cose più di quanto fossero messe male. Questa ragazza mi avrebbe fatto impazzire pensavo all'inizio, ma non immaginavo quanto....c'erano troppe cose a cui pensare, troppi casini da risolverle, eppure mi sentivo pronto, avrei fatto di tutto per lei, perchè era ciò che volevo, prendermene cura, occuparmi di lei, amarla e proteggerla. Dio quant'era bella, anche malconcia, anche se piena di lividi.....no, meglio se non ci pensavo. Accesi la TV, su MTV stavano mostrando un vecchio video di Mario, era la mia canzone preferita, ma in quel momento quelle parole arrivarono dritte al cuore come se fosse la prima volta che le ascoltavo:

"You should let me love you, let me be the one who, give you everything you want and need...baby good love and protection, make me your selection, show you the way love is supposed to be...."
"Dovresti permettermi di amarti, farmi essere l'unico che ti da ciò che vuoi e di cui hai bisogno, piccola, un amore dolce e protezione, far di me la tua scelta, mostrarti come l'amore dovrebbe essere...."
Spensi immediatamente, non era il momento quello. Dovevo pensare prima a farla riprendere. Io venivo in secondo piano, forse; forse nemmeno ci sarei stato tra i suoi piani. Mentre mi rabbuiavo considerando questa possibilità che speravo non si sarebbe avverata notaii che dal bagno non arrivava alcun suono, mi sporsi un pò e sentii il suo respiro pesante dovuto all'alcol e lento....si era addormentata. La tirai fuori dalla vasca nel modo più delicato possibile, l'avvolsi nell'accappatoio e la portai sul letto.. l'asciugai per bene, le misi la vestaglia e le rimboccai le coperte; feci tutto questo sforzandomi di non pensare al fatto che era nuda a pochi centimetri da me, non era quello il momento di fare certi pensieri, anche se il mio "amico" lì sotto non mi aiutava di certo a stare tranquillo.
Mi spogliai anche io, infilai i pantaloni della tuta mentre sopra rimasi a petto nudo, dormivo sempre così, mi misi sotto le coperte e mi avvicinai a lei avvolgendola tra le mie braccia;dormiva profondamente, adesso il suo corpo era caldo, vellutato.... le lasciai un bacio soffice tra i capelli sussurrandole "buonanotte kristen", speravo almeno che stesse sognando e che non stesse facendo degli incubi, volevo che stesse tranquilla, almeno con me lì accanto a lei.
Chiusi gli occhi e rimasi un pò così aspettando di addormentarmi, c'ero quasi quando la sentii stringersi di più a me; si accasciò completamente con tutta la testa sul mio petto e la sentii dire "Robert? Non lasciarmi da sola Robert".
Il cuore improvvisamente iniziò a battere più forte, temevo che si sarebbe svegliata per via dei battiti troppo rumorosi e veloci, le mani iniziarono a sudarmi e la mente si annebbiò.
"Non ti fare stranee idee Rob, l'ha detto inconsciamentre mentre dorme, non penserebbe mai una cosa del genere" continuavo a ripetermi nonostante fossi già convinto di questa cosa;
"Non ti lascerò piccola, te lo prometto" non l'avrebbe mai sentito, persa nel sonno com'era, ma avevo voglia di dirlo a voce, non solo tenerlo nei miei pensieri, e più sicuro che mai che d'ora in avanti mi sarei preso cura di lei, mi addormentai.


Pov Kristen

Il martellare nella mia testa non ne voleva sapere di smettere di darmi noia, tanto che mi fece svegliare, che cazzo. Aprii gli occhi molto lentamente per evitare di essere abbagliata da qualche luce, ma non fu così: solo un pò di luce soffusa veniva dall'abat jour che si trovava dall'altra parte della grande stanza, pulita, fresca ed elegante in cui mi trovavo....come ci ero arrivata fin lì? Possibile che non ricordassi nien......Robert! Oddio, avevo ricordi vaghi e mischiati tra di loro, che cazzo era successo? Feci per scendere dal letto di corsa ma dovetti aggrapparmi alla colonna del grande letto a baldacchino per evitare di cadere, evidentemente l'alcol non era ancora uscito dal mio corpo, che palle. Mi misi di nuovo seduta sul letto e dopo due secondi Robert entrò dalla porta sulla sinistra.
"Buongiorno, come va oggi?" il suo tono di voce era freddissimo, non che la cosa mi importasse dato il soggetto, ma dovevo averla combinata grossa per rendere anche lui di malumore.
"Ancora svarioni, tanta fame, ma bene, penso che posso tornare a..."
"Tu da qui non ti muovi, non per adesso, almeno."
"E tu chi sei, mio padre? Forza, passami i vestiti, io me ne vado"
"Se li avessi i vestiti, hai solo un perizoma, sporco di alcol tra l'altro" oh cazzo. Ma che era successo? Io ricordo vagamente di aver avuto una grossa camicia a quadri mentre vomitavo...ma certo, era la sua, che sciocca.
"Senti Robert, ti ringrazio per l'aiuto, davvero, dimmi quant'è il conto per questa camera che, wo, ti dev'essere costata, però ora ti prego riportami da Ryan"
"Io non ti riporto da nessuna parte, tu da quegli animali non ci torni a meno che non ti piacerebbe vedermi in galera, a casa tua non vai da una settimana e non mi sembra il caso che tu ci torni ora in questo stato e io qui ci vivo quindi non mi devi niente, ok? stai buona e per una volta ascolta me." Era serio, sul viso aveva un espressione triste, arrabbiata.....e preoccupata.
"Te lo chiedo per piacere, fammi uscire di qui, non ce la faccio a stare qua con..."
"Con me, certo. So che non mi sopporti, tranquilla, non è mia intenzione darti fastidio.  Forse avrei dovuto lasciarti nella merda stanotte, hai ragione. Ok dai, rimettiti quel perizoma, ti lascio al primo marciapiede libero un passaggio lo troverai sicuro conciata così..."
"E va bene, resto, contento? A una condizione però: lasciami in pace, parlami il meno possibile, stammi alla larga e permettimi di pagarti quando me ne andrò"
"Lo farò." il suo sguardo continuava a rimanere serio, mi infastidiva molto la cosa, quasi quasi preferivo lo sfacciato incontrato al bar. Rimossi il pensiero e cercai di capire dove sarei potuta andare...riflettendoci su però, non avevo davvero un posto in cui andare tranne casa mia; quella stanza era così accogliente, così pulita e per la prima volta dopo chissà quanto tempo mi sentivo al sicuro dal resto del mondo, sopportare Robert in cambio di quel piccolo angolo di tranquillità estraneo da tutto e tutti non sarebbe stata un'impresa così massacrante, almeno speravo; perciò accettai, certa comunque che di lì a poco me ne sarei andata.




   
 
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