Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: 1rebeccam    13/12/2011    2 recensioni
Si sveglia di soprassalto completamente sudato e con il respiro affannato, si controlla le mani, atterrito che possano essere realmente sporche di sangue, deglutisce. Si guarda attorno e si ritrova nel silenzio e nel tepore accogliente della sua camera da letto.
La cicatrice che ha al centro del torace, proprio sotto l’incavatura delle costole, è poco più di 4 cm, ma a lui sembra una voragine.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Semir & Ben: Due mattacchioni amici per la pelle!'
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...Ben lo tiene solo con una mano, Hanson capisce che non riesce ancora a muovere la spalla sinistra e ne approfitta.
Lo colpisce con una ginocchiata allo stomaco. Lui lascia la presa e resta a terra incapace di muoversi, il dolore è davvero forte ed Hanson se la da a gambe.
Il commissario lo aiuta ad alzarsi e corrono in garage. Hanson quasi li mette sotto con la sua auto e i due poliziotti partono subito all’inseguimento...


P A U R A
*
Possiamo solo Aspettare
*
7 Capitolo

    


Guidando all’impazzata, il commissario nota che Ben sta ancora piegato in due sul sedile e gli chiede se sta bene.
“No…per niente…fa un male cane…”
Prende una curva ad alta velocità e l’auto traballa.
“Ehi capo, lo sa che guida peggio di Semir?”
Lei lo guarda e sorride.
“Devo prenderlo come un complimento?! Non devo perderlo…è l’unico che può dirci dove sono…giusto?”
Hanson imbocca l’autostrada correndo e sbandando. Sono le nove e mezza di sera e la strada è trafficata, il commissario gli sta dietro e ad ogni scossone dell’auto, Ben sussulta per il dolore. La ferita interna è ormai cicatrizzata, ma il medico si è raccomandato di restare a riposo ancora per un altro mese…e ora capisce il perché!
Zigzagando tra le auto che si trova davanti, Hanson sfreccia a tutta velocità seguito a ruota da Kim Kruger che non lo molla, fa un paio di chilometri sulla corsia di emergenza, poi rientra e continua per la sua strada. Arriva ad un blocco per lavori in corso, si viaggia su una corsia ed è in trappola! Fa un testa coda e prende la corsia al contrario, con la Kruger sempre dietro.
“Quello è completamente matto, sta andando contromano!”
Esclama il commissario.
“Forse non se ne è accorta, ma anche lei sta andando contromano, capo!”
“Che c’entra…io lo sto inseguendo!”
“Ahhhh beh…allora è tutto a posto! E’ davvero sicura di non essere andata alla stessa scuola guida di Semir!?...AHIAHHH!!!”
“Invece di fare lo spiritoso, perché non si tiene stretto in modo da non sussultare troppo?”
“Non faccio lo spiritoso, sto parlando sul serio. Dovrei avere almeno sei mani per tenermi stretto e non ballare sul sedile, vorrei non dovere finire di nuovo in terapia intensiva!”
Le auto gli vengono incontro attivando gli abbaglianti e suonando il clacson, alcune si fermano in mezzo alla carreggiata e comincia un tamponamento a catena.
“Credo che a questo punto dovremo per forza chiamare i colleghi.”
“Purtroppo si…ci penso io…Cobra 11 a comando, tamponamento a catena sulla A 52 direzione Dusseldorf, occorrono ambulanze e rinforzi. Una berlina grigio metallizzata targata EE2455, sta combinando un putiferio andando contromano.”
Un furgone gli taglia la strada e Hanson è costretto a sterzare, finisce contro il guardaraille e vola giù per circa un centinaio di metri.
“Oddio…nooo…”
Urla Ben. Fanno appena in tempo a fermarsi, che l’auto su cui si trova Hanson prende fuoco durante la caduta e prima di impattare al suolo salta in aria.
Ben e il commissario si precipitano giù per la scarpata. E’ così tanta la paura di non riuscire a liberare Aida e Semir che non sente più nemmeno il dolore al petto, si avvicina all’auto il più possibile.
“Jager si fermi…non vede che è tutto un rogo?”
“Dobbiamo tirarlo fuori, maledizione è l’unico che sa dove sono.”
Ma il commissario lo trattiene per il braccio a forza.
“Jager…non c’è più niente che possiamo fare ormai…non lo vede?”
Ben si lascia cadere seduto per terra, si piega su se stesso e si porta le mani sulla testa.
Restano immobili a guardare le fiamme alzarsi al cielo come lingue ululanti, in lontananza si sentono le sirene. I vigili del fuoco scendono giù per la scarpata e cominciano a spegnere il fuoco, arrivano anche Otto e Dieter.
“Capo…Ben…ma che è successo? Cosa fate voi qui, come mai siete insieme?!”
La Kruger prende i suoi uomini da parte e li mette al corrente.
“E’ una cosa che deve restare più riservata possibile. Questo tizio correva in autostrada, forse era ubriaco e ha combinato un macello. Siccome è tutto bruciato passerà qualche giorno prima di poterne scoprire l’identità. Questa sarà la versione ufficiale, è tutto chiaro? I due annuiscono. Voglio che andiate a perquisire la casa di Hanson e quando avrete finito, appostatevi in incognito davanti alla casa di Gerkan e tenetela d’occhio. Un’altra cosa. Dite ad Hartmut di ritardare il più possibile il controllo dell’auto, per la stampa e per il procuratore ci vorranno giorni per capire di chi è il cadavere.”
I due colleghi rispondono con un cenno di assenso del capo, preoccupati per quello che la Kruger ha appena detto e guardando l’auto si rendono conto che, se non lo sapessero già, ci sarebbero voluti davvero dei giorni per capire chi ci fosse alla guida. Era già tutto carbonizzato…
Il commissario si avvicina a Ben che non ha più mosso un muscolo, gli squilla il telefono ma sembra non sentirlo.
“Ben risponda, potrebbero essere loro, lui la guarda come se non capisse la lingua in cui parla, le squilla il cellulare.”
Ben lo tira fuori dalla tasca e rimane a fissarlo.
“E’ mia moglie, cosa le dico adesso?”
“Beh…deve rispondere, o si preoccuperanno ancora di più!”
“Pronto Rebecca!?...”
“Non ti sei più fatto sentire, è tardi, siamo preoccupate. Stai bene?! Aspetta ti metto in viva voce.”
Ben risponde con voce monotona.
“Si sto bene, abbiamo scoperto chi ha commissionato le foto. Era l’assistente dell’avvocato Zorth…”
“Era?...che significa ERA?”
“E’ morto…la sua auto è saltata in aria poco fa.”
“Ed era l’unico a sapere dove li hanno nascosti…o sbaglio?”
Sussurra lei e l’assenza di risposta all’altro capo del telefono la fa rabbrividire. Andrea rompe il silenzio.
“E’ stato un incidente? Insomma è una cosa grossa?”
“Se vuoi sapere se tra un po’ sarà di dominio pubblico…si…ma faremo in modo di ritardare il riconoscimento del cadavere.”
“Che avete in mene di fare adesso?!”
“La sua morte non cambia niente, abbiamo altre tracce da controllare. Ti ho promesso che li riporto a casa…e lo farò!”
Riattacca con il cuore a pezzi, sia per il dolore vero e proprio che continua ad attanagliarlo, sia per la mezza bugia che ha appena detto ad Andrea.
“Non credevo di riuscire a mentirle così!”
“Ma non le ha mentito, risponde la Kruger, stiamo facendo di tutto per trovarli.”
“Si, ma le ho mentito dicendo che la morte di Hanson non cambia niente, perché non è così. Non abbiamo altro in mano.”
 
Intanto dentro lo scantinato Semir è preoccupatissimo per la sua bambina.
“Dov’è Aida, cosa le avete fatto? Te lo sto chiedendo per favore, è solo una bambina, ti diverte davvero tanto farle paura?”
“Beh…pare che tua figlia non abbia nessuna paura, è una dura come suo padre…”
“Dov’è!?”
“Non preoccuparti, se mi ordineranno di ucciderla la riporterò qui così tu potrai assistere, oppure preferisci morire prima di lei in modo che non ti si spezzi il cuore.”
Ride di gusto e Semir è così stanco e dolorante che non ha la forza di ribattere, ma sa che prima o poi gli metterà le mani addosso e allora lo farà ridere ancora più forte!”
 
“Pronto…avvocato Zorth, sono il commissario Kruger. Hanson è morto…senza poterci dire niente…”
Zorth resta in silenzio. E’ ancora incredulo della mala fede del suo assistente.
“Signor Zorth, lo so che è sconvolto e che è quasi notte, ma abbiamo bisogno della sua collaborazione. Vorremmo visionare l’ufficio di Hanson, naturalmente senza mandato e senza farlo sapere a nessuno…e dovremmo farlo subito, non abbiamo più molto tempo.”
“Va bene. Vi aspetto in ufficio, sarò lì tra una decina di minuti!”
 
Andrea ha ripreso a tremare, non riesce a tenere ferme le mani, anche se ci prova tenendole strette l’una intrecciata all’altra. Ormai è quasi l’una di notte e Lili ed Emma sono stranamente irrequiete…
“Sono chiuse qui dentro da ore, e poi credo sentano la nostra paura!”
“Si…lo credo anch’io. Le risponde Rebecca. E’ la prima volta che Emma piagnucola, di solito si addormenta nel lettino senza necessità di essere cullata.”
“Anche Lili…lei è più tranquilla di quanto non fosse Aida da piccola. Ricordo che ci metteva delle ore per addormentarsi. Ci sfiniva per quanto piangeva certe notti... Che altre tracce possono avere se quell’uomo è morto?”
“Ben non testimonierà se Aida e Semir non saranno a casa…”
“Lo so…e questo mi spaventa ancora di più. Tra meno di dieci anni potremmo essere in qualunque posto della città e trovarci Hoffman davanti, libero come l’aria. Sarebbe terribile!”
“A questo penseremo quando sarà il momento. Ora cerchiamo di calmare le piccole, preparo un po’ di camomilla, magari le calma e magari calma anche noi. Ne abbiamo bisogno…”
 
Nell’ufficio di Hanson non riescono a trovare niente di utile, tranne gli incartamenti legali dei casi di cui si stava occupando.
“E’ una perdita di tempo capo. Non troveremo niente, non era uno stupido! E sono sicuro che anche Otto e Dieter non troveranno niente a casa sua, MALEDIZIONE!”
Con un gesto di stizza getta tutti gli incartamenti a terra. E’ stanco, non riesce più a pensare lucidamente, si mette le mani in tasca e va verso il corridoio. A un tratto si ferma e guarda l’oggetto che si ritrova tra le mani.
“Ma che idiota…il telecomando…capo torniamo al laboratorio…”
Prima di uscire il commissario Kruger si rivolge all’avvocato.
“Signor Zorth, mi raccomando. Nessuno deve sapere della morte di Hanson, domattina lei si presenti in tribunale e non faccia trapelare nulla, soprattutto con Hoffman, se le chiedesse dov’è, gli dica che lo ha mandato a sbrigare una pratica importante per l’udienza.”
Zorth sospira e annuisce. “Non si preoccupi commissario, sarò una tomba!”

Arrivati al laboratorio Hartmut controlla il piccolo telecomando.
“E’ un trasmettitore, significa che da qualche parte c’è un apparecchio che riceve il suo segnale.”
“Questo l’avevo capito pure io, perciò te l’ho portato. Puoi localizzare il ricevitore? Dovrebbe essere nell’auto dei rapitori.”
“Certo che si può localizzare…prima o poi!”
“Quantifica prima o poi!”
“E’ un trasmettitore a onde radio, posso captare le onde che riceve e circoscrivere la zona, ma ci vorrà un po’di tempo!”
Ben alza gli occhi al cielo cercando di mantenere la calma.
“Ti rendi conto che hai appena ripetuto la stessa cosa di prima con altre parole, però non hai risposto alla mia domanda! Quanto tempo Hartmut!”
“Non lo so, non dipende da me, dipende dalla lunghezza delle onde radio, dalla capacità di ricezione, dalla lontananza. Ci vorrà parecchio tempo, sempre che il ricevitore non sia spento! E comunque se mi metti fretta la situazione non cambia!”
“Sono le quattro del mattino, tra meno di cinque ore devo essere in tribunale. Io non faccio la mia deposizione, Hoffman la fa franca per gli omicidi e magari non li liberano. A quel punto sarà troppo tardi, Hartmut sono disperato, non posso pensare ad Aida nelle mani di quella gente…io non riesco…ahhhh…”
Si piega in due per il dolore, il commissario lo aiuta a sedersi.
“Jager si calmi…cerchi di fare dei respiri profondi. Non è ancora guarito completamente, dovrebbe stare a riposo, se dovesse stare male non farebbe che peggiorare le cose. Si stenda qui sul divano, deve rilassarsi, tanto non possiamo fare altro che aspettare.”
Mentre lo aiuta a distendersi lui si piega di nuovo per il dolore, così il commissario gli solleva la maglietta. Un enorme livido fa bella mostra, proprio sotto la cicatrice dove Hanson gli ha dato la ginocchiata, ed è molto probabile che lo stesso ematoma si sia formato all’interno vicino alla ferita, per questo il dolore comincia ad aumentare.
“Dovrebbe vederla il medico, forse è meglio andare al pronto soccorso!”
“E’ solo un livido, ho bisogno di distendermi…tutto qui…”
“Già…tutto qui! Peccato che fino a qualche settimana fa aveva uno squarcio vicino al cuore!” E' seriamente preoccupata.
Si distende e fa dei respiri profondi per rilassare i muscoli dell’addome.
“Scusami per prima Hartmut, lo so che stai facendo quello puoi, che è notte fonda e che sei stanco anche tu…mi dispiace!”
Hartmut era già al lavoro. “Non scusarti, hai ragione. Dobbiamo trovarli prima, posso sempre provare ad essere più veloce del computer, non sarebbe la prima volta che lo batto, ma sono sicuro che non ti interessa sapere come ci riuscirò!”
 
Finalmente Emma e Lili si sono addormentate e anche Andrea alla fine stanca com’è ha preso sonno…
Rebecca invece non riesce a rilassarsi. Pensa ad Aida e il cuore le si stringe…ha paura per Ben perché non è ancora del tutto guarito. Guarda fuori dalla finestra come se si aspettasse che qualcuno potesse fare loro del male da un momento all’altro, teme per le bambine, nonostante sa che sul furgone scuro parcheggiato di fronte alla casa, ci sono Otto e Dieter. Lili ricomincia a piagnucolare e lei la prende subito tra le braccia.
“No tesoro…non piangere, sta buona, è tutto a posto. Lasciamo che mamma riposi ancora un po’!”
Continua a parlarle con dolcezza, le fa le coccole e la culla. La piccola la guarda con i suoi occhioni color nocciola e le sorride. Non ha nessuna intenzione di tornare a dormire, anche Rebecca le sorride e le accarezza il nasino con il dito.
“Ma quanto sei bella, lo sai che somigli tanto alla tua sorellina? Sembri la sua copia in piccolo. Ben non permetterà che succeda loro qualcosa di male, lo sai anche tu non è vero?”
Lili continua a sorriderle e a muovere le labbra come se volesse risponderle e Rebecca non riesce a ricacciare indietro le lacrime…
“Andrà tutto bene amore mio, andrà tutto bene, fra qualche ora sarà tutto finito!”
Lili si accuccia contro la sua spalla. Rebecca la stringe a sé, le dà il ciuccio e la piccola se lo tiene stretto con la manina come se si aspettasse che qualcuno potesse portarglielo via. Resta a cullarla ancora per un po’ e quando finalmente crolla, la adagia sul lettone vicino alla sua mamma. Va alla culla e mentre le lacrime le rigano ancora il viso, prende Emma delicatamente per non svegliarla, la mette accanto a Lili e si corica anche lei, senza però riuscire a prendere sonno…
 
“Tra un paio d’ore il tuo amico dovrà presentarsi in tribunale…magari è ora di mandargli un souvenir per ricordargli cosa è meglio fare…ho pensato che potrei fargli recapitare un pezzettino di tua figlia ahahah…”
Il complice gli avvicina Aida e lui prende il coltello…Semir cerca di liberarsi e urla.
“Sei un bastardo, come puoi avere il coraggio di farle del male, come riesci a dormire la notte!”
Tiene ferma la manina della bambina. “Solo un ditino…quello più piccolo…ahahahah…”
Alza il coltello…Aida urla terrorizzata…anche Semir urla… “Nooooooo!”

“NOOOOOO…”
Ben spalanca gli occhi e si ritrova improvvisamente seduto, deve avere urlato davvero forte perché Hartmut e il commissario si sono precipitati con l’aria spaventata a cercare di calamrlo..
“Era un incubo!?” Non lo sta affermando, lo sta chiedendo e Hartmut gli risponde preoccupato.
“Si…e da come hai reagito doveva essere terribile! Respira e riprendi fiato!”
“Che ore sono?”
Chiede Ben.
“Le 6.20. Non ho ancora trovato il contatto, mi spiace, però sto monitorando tutta la città…e anche i dintorni…”
“Ho dormito davvero così tanto!?”
“Beh…più che dormito si è lamentato e agitato per quasi due ore, dovrebbe stendersi ancora un po’.”
“Per sognare di nuovo che un tizio vuole tagliare un dito ad Aida per farmelo recapitare a domicilio?!”
“Ossantocielo! Sussurra Hartmut. E’ questo che stavi sognando?! E’ orribile!”
“Devo trovarli…maledetto Hoffman…devo trovarli!”

Continua...


Angolo di Rebecca:

Hanson è morto e le speranze di trovare Semir e Aida sono poche,
in più Ben sta male, non è in forma ed è attanagliato dalla paura.

Grazie a tutte e al prossimo, se vi và!


 
  
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