Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Medea__    14/12/2011    2 recensioni
Da premettere che sono una Tylorine sfegatata...ho in mente di scrivere una FF da parecchio tempo e finalmente mi sono decisa a farlo. Vi annuncio che sono una romantica,anche se un po' pessimista,perciò l'amore tra Tyler e Caroline lo vedrete costruirsi pian piano,con gli sguardi pieni di dolcezza,le farfalle nello stomaco o le mani sudate per l'imbarazzo. Spero davvero di poter trasmettere le emozioni che io stessa provo quando scrivo :) buona lettura!
Morgana
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Nuovo personaggio, Tyler Lockwood | Coppie: Caroline/Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Caroline's POV


Mi giravo e rigiravo tra le coperte,nel buio di quella stanza che era rimasta così uguale. Sembrava che il tempo non fosse trascorso,l'atmosfera che c'era mi dava l'impressione che tutto fosse semplice come quand'ero piccola,che i problemi fossero convincere mia madre a mangiare un altro quadretto di cioccolato in più o un brutto voto a scuola.

Come avrei voluto tornare indietro! Mi girai sul fianco destro e continuai a guardare l'altra parete della stanza. L'avevo sempre amata,era il lato in cui c'era la scrivania piena di fogli e matite colorate,appoggiata al muro c'era anche la libreria bianca, così piena che sembrava stesse per cedere da un momento all'altro... spostai lo sguardo sulle mensole e mi accorsi che pendeva una catenina d'argento, non avevo ancora capito di cosa si trattava...l'avevo quasi cancellato dalla memoria; ma quando mi alzai dal letto e la presi in mano tutto mi torno in mente: chi me l'aveva data, quando e perchè...


Era il mio quindicesimo compleanno,dopo tante suppliche e qualche pianto avevo finalmente convinto mia madre ad organizzare una festa in grande,proprio come la desideravo...ma ovviamente casa nostra era troppo piccola per tutte le persone che avevo deciso d'invitare, così Carol Lockwood si era offerta di organizzarla in casa sua.

La serata era ancora tiepida nonostante fossimo ai primi di Ottobre, stava calando il sole quando ero impegnata a dare gli ultimi ritocchi alle decorazioni... c'erano festoni e palloncini dappertutto, i tavoli erano pieni di fiori profumati dai colori vivaci...tutto doveva essere perfetto. Quella sera volevo sentirmi apprezzata da tutti,volevo essere quella ragazza perfetta che tanto sognavo di essere... Mentre ero persa tra i miei pensieri si avvicinò Carol

Ehi tesoro, purtroppo mi ha chiamato tua madre ed ecco.. è successa qualcosa in centrale e non sa se riesce a venire in tempo” come sempre qualcosa non doveva andare per il verso giusto! Sapevo già che quella era una stupida scusa,lei non sarebbe venuta proprio come l'anno precedente e quello ancora..

Ok, fa niente,un po' di ritardo non è la fine del mondo!” dissi sorridendole..ormai ero diventata così brava a fingere che a volte riuscivo a convincere anche me stessa.

Carol mi fece una carezza sul braccio e si allontanò. Mi sentivo nervosa...perchè mia madre non era mai in grado di trovare un po' di tempo per me? Nemmeno il giorno del mio compleanno ciò poteva essere possibile?

Ero seduta sulla panchina di casa Lockood,lì in fondo al giardino ad aspettare che si facessero le nove così almeno mi sarei distratta con l'inizio della festa..e vidi arrivare Tyler. Sapevo che lui riusciva a capire come mi sentivo,purtroppo anche lui aveva un rapporto abbastanza difficile con i suoi...seppur sotto aspetti differenti. Si avvicinava a passo spedito,con un mezzo sorrisetto, aveva indossato un paio di pantaloni neri ed una camicia bianca ma ovviamente aveva abbinato un paio di sneakers! Si sedette vicino a me e mi guardò

Mia mamma mi ha detto che probabilmente la tua non riuscirà a venire in tempo”. Mi voltai a guardarlo alzando un sopracciglio “sappiamo entrambi che ciò significa che non verrà” affermai tutto d'un fiato.

Lo so Care, ma fregatene...pensa che passerai una bella serata con i tuoi amici”.

Rimasi in silenzio a guardarmi le mani che avevo poggiato sulle gambe...così lui continuò:

Comunque, prima che arrivi tutta la confusione volevo darti il mio regalo, l'ho comprato di nascosto perchè mia mamma si era fissata col prenderti una borsa orribile perciò...questo l'ho scelto io” e mi porse uno scatolino rosso.

Ero sorpresa, di solito non faceva regali sforzandosi di scegliere qualcosa che potesse piacere al festeggiato, anzi se non fosse stato per gli altri lui avrebbe anche evitato!

Sorridendo lo presi e lo aprii. C'era una collana d'argento,con un ciondolo a forma di farfalla e.. mi piacque davvero tanto.


Ci dormivo anche la notte con quella collana,mi piaceva da impazzire.

E poi mi piaceva il significato e l'importanza che ormai aveva assunto... mi ricordava che lui mi voleva bene,anche se non me lo aveva mai detto ad alta voce...

Ma automaticamente mi ricordai anche il motivo per cui l'avevo abbandonata su quella mensola, sepolta sotto un milione di altri ricordi così da dimenticarne l'esistenza...


Allora Tyler ha scelto penitenza...perciò io dico che deve baciare o Caroline o Serena! Tyler bacia quella che trovi più bella!”

Nel giro di mezzo secondo pensai a venti modi diversi per uccidere quella non-ricordo-come-si-chiama che aveva avanzato una proposta del genere! Mi pentii anche di aver deciso di giocare!

Adesso mi trovavo di fronte un Tyler assolutamente confuso,che spostava lo sguardo da me all'altra ragazza in continuazione.

Dentro me ero certa che mi avrebbe scelta, non perchè magari mi trovasse realmente la più carina, ma perchè mi voleva bene ed un bacio non avrebbe di certo cambiato nulla..mica poteva baciare una perfetta sconosciuta che per di più era famosa per la sua..ehm.. “troiaggine”si può dire?

Ed ecco.. c'eravamo quasi, lo vidi avvicinarsi, sapevo che avrebbe scelto me, sapevo che di li a poco le nostre labbra si sarebbero toccate...ma lui voltò di poco il viso verso sinistra e baciò la ragazza che mi stava a fianco.

Avrei voluto sprofondare, non vedere come l'attirava a sé e infilava anche la lingua nella sua bocca! Lui mi trovava realmente così brutta da non poter meritare un suo bacio?Ero sua amica,non poteva farmi questo! Mi sentivo completamente in imbarazzo e fuori luogo in quella enorme stanza,mentre gli occhi di tutti erano puntati su Tyler che non smetteva di baciare quella scema che si trovava davanti.

Il suo gesto mi aveva fatta sentire interamente rifiutata,la mia autostima era andata a quel paese e mi aveva provocato un nervoso inspiegabile.

Senza dire una parola,presi la borsa che avevo poggiato in un angolo del divano e andai via da quella ridicola festicciola organizzata sul momento.

Ero a piedi,ma non m'interessava quanto tempo c'avrei messo...

Inizia a correre e sudare per il caldo afoso tipico dell'estate, mentre non facevo altro che trattenermi dal piangere “Sicuramente deve venirmi il ciclo, è impossibile tutta sta tragedia per un fatto del genere!”

Quando ero tornata a casa,come al solito vuota e desolata,con un colpo deciso mi ero strappata la collana dal collo e l'avevo gettata sulla mensola...


Era rimasta lì tutto quel tempo tra la polvere, la rigirai tra le mani e.. la rimisi. Dopotutto era un ricordo importante per me, era parte della mia vita... quella umana perlomeno. Chissà se Tyler ricordava l'esistenza di quell'oggetto...


Mi sentivo soffocare in quella stanzetta,nonostante avessi spalancato la finestra per far entrare dell'aria fresca, ma mi sentivo troppo inquieta per prendere sonno e dovevo distrarmi al più presto o nel giro di due secondi sarei finita a sfogarmi bevendo il sangue di un povero innocente..

Senza far rumore scesi al piano di sotto e presi dalla borsa una delle sacche di sangue che portavo con me, ne bevvi il contenuto in pochi instanti e la sensazione di benessere che di solito ne seguiva svanì altrettanto velocemente.

Sapevo che in quella circostanza non mi sarei sentita meglio nemmeno con tutto il sangue del mondo.

Sapevo che l'unica cosa che mi avrebbe fatto star meglio sarebbe stato lui.

Mettendo a tacere tutti pensieri che mi ronzavano in testa, chiusi gli occhi e mi concentrai sui suoni che mi circondavano, tutto era tremendamente silenzioso e dalla camera di Tyler non proveniva nessun rumore, solo quello del suo battito, più lento e regolare del solito. Si era sicuramente addormentato, così, con passo leggero,quasi trattenendo il respiro, abbassai la maniglia della porta e lentamente l'aprii.

Era disteso sulla schiena, con le braccia dietro la testa, il respiro regolare, gli occhi socchiusi... eppure i suoi muscoli mi sembravano tesi e contratti, magari era il riflesso della luce che filtrava dai vetri della finestra...

Cercando di non creare scricchiolii vari, poggiando delicatamente un piede davanti all'altro sulle assi di legno del pavimento, mi avvicinai a lui.

Sapevo che non avrei mai dovuto aprire quella porta, che non avrei mai dovuto varcarne l'ingresso... ma era come se io gravitassi attorno a lui, come se dovessi trovarmi costantemente all'interno della sua orbita per sentirmi bene ed in pace.

Volevo toccarlo, solo per un nanosecondo accarezzargli il viso e poi sparire nel buio della mia stanza; volevo non fare la figura dell'incoerente che prima lo respinge e poi va a cercarlo; volevo avere una determinazione maggiore; volevo tante cose, e mentre nella mia mente le elencavo, una dietro l'altra, la mia mano si avvicinava a lui, secondo dopo secondo la distanza si accorciava; ero così vicina che le mie dita avvertivano il calore della sua pelle...

Soltanto un secondo e basta. Solo un lieve tocco e starò rinchiusa nella mia camera per tutta la notte”

C'ero quasi, avevo quasi raggiunto il mio scopo e proprio nello stesso momento in cui credevo che avrei sfiorato la sua pelle... accadde.

Ma non come mi aspettavo.

Con uno movimento fluido e deciso, mi aveva afferrata per il polso, lasciandomi basita.

Hai fatto rumore” sussurrò con voce calda e morbida mentre mi attirava a sè e finivo addosso a lui.

Non avrei dovuto entrare, non riuscivo a parlare o a spiegargli che cosa ci facevo in quella camera o perchè allungavo la mano verso il suo volto con una lentezza esasperata, trattenendo il respiro, proprio come se stessi compiendo l'operazione chirurgica più delicata al mondo.

Mi limitavo ad osservarlo in silenzio, troppo distratta dal fatto che a breve il mio cuore sarebbe esploso dentro alla gabbia toracica, troppo distratta dal sorriso sghembo e furbo che si stava facendo strada sul suo viso.


Senza rendermene conto,nel momento in cui mi aveva attirata a lui,facendomi perdere l'equilibrio, avevo poggiato entrambe le mani sulle sue spalle; ogni volta che ispirava sentivo il suo petto sfiorare il mio seno; lo sentivo rabbrividire ad ogni contatto, senza smettere di fissare i miei occhi, senza smettere di sorridere in quel modo che mi stava mandando in blackout il cervello.


Sentii una sua mano sfiorarmi il braccio, per poi posarsi sul mio fianco e fare pressione con l'indice proprio dove la maglia si era alzata e mi lasciava scoperta un po' di pelle; sapevo che quel particolare contatto non era casuale, voleva farmi perdere ogni inibizione, farmi dimenticare ogni limite, far crollare le barriere che qualche ora prima avevo innalzato tra me e lui. Sapeva come farlo, sapeva di essere bravo nel farlo e soprattutto sapeva che quella era la cosa che in quel momento più desideravo al mondo... ma che non avrei mai ammesso, in particolar modo a me stessa.


Vidi le sue labbra dischiudersi di poco, dandomi l'impressione che stesse iniziando a parlare ma non disse nulla. Non pronunciò nemmeno una sillaba.

Anziché pronunciare parole, qualsiasi parola, strinse la presa sul mio fianco e mi sfiorò il collo con la punta del naso. Sentivo già i muscoli rilassarsi, le guance in fiamme e le mie mani avvinghiarsi sulle sue spalle.

Con un gesto calmo passò ai baci, uno dietro l'altro, bollenti, dal mio collo fino all'angolo della bocca . Sentivo le sue labbra calde ed invitanti così vicine alle mie, desideravo che le sfiorasse, sapevo che non avrei resistito a lungo, che mi sarei lasciata andare presto...

Si divertiva a torturami in quel modo, era la conclusione più logica, voleva letteralmente farmi diventare matta, perchè con una pacatezza assurda si limitava a sfiorare la punta del mio naso con il suo, a toccarmi l'orecchio con le labbra come se volesse sussurrarmi qualcosa ma poi stava in silenzio e tornava a tormentarmi il collo, mentre mi provocava un brivido dietro l'altro, facendo scorrere un dito sotto la maglia.

Ormai pensavo che avesse continuato così per ore intere, che mi avrebbe letteralmente fatta sciogliere, ero come gelatina ormai, ero completamente addosso a lui, con gli occhi socchiusi in attesa di un dannatissimo bacio che mi stava facendo desiderare come l'acqua dopo un'intera giornata nel deserto.

Improvvisamente si fermò, smise di accarezzarmi, di provocarmi i brividi tocco dopo tocco ed aprii gli occhi per guardarlo.

Stava impazzendo anche lui, torturando me andava inesorabilmente a tormentare sè stesso, aveva le labbra gonfie, gli occhi lucidi, le guance arrossate e i suoi respiri erano più profondi.

Quella situazione era interamente sbagliata, non avremmo mai risolto nulla litigando di giorno e facendo pace solo la notte, e la colpa era solo mia, ero io quella che ero entrata in camera sua e mi ero fatta beccare mentre cercavo di fargli una carezza, ero io nel torto.

Cercai di essere un po' più lucida mettendo da parte tutta l'eccitazione che mi aveva provocato, e feci per alzarmi ma lui strinse maggiormente la presa, avvolse la mia vita con un braccio mentre con l'altro attirò il mio viso al suo. E cominciò a baciarmi, a far muovere le sue labbra sulle mie con passione e trasporto, sentivo che gli ero mancata, che mi desiderava allo stesso modo in cui io volevo lui. Non riuscivo a non ricambiare quel bacio così perfetto, così pieno di amore, di dolcezza, di lacrime e pentimento. Era anche più invitante del sangue per me, era quell'unica cosa che aveva mandato via quell'inquietudine e quella malinconia. Era la mia cura. Ma era anche la mia malattia.

Senza smettere di baciarmi, senza smettere di tenermi stretta a lui, ribaltò la posizione, finendo sopra di me.

Mi venne così naturale abbracciarlo, far scorrere le mie dita lungo la sua schiena ed avvolgergli i fianchi con le mie gambe.

Nella mia mente era come se non ci fosse più nulla. Come se non avessi più un cervello. Volevo solo essere un'unica cosa con lui, sentirmi nuovamente come la prima volta che avevamo fatto l'amore. Volevo sentirmi completamente amata da lui.

Il respiro di entrambi si era fatto più corto e pesante, la pelle di lui sembrava fuoco, ogni tocco era più intenso rispetto a quello precedente, più affamato, più eccitato.

Mi tolse velocemente la maglia ed iniziò a baciarmi dappertutto, facendo scivolare man mano anche il reggiseno. Nel contempo mi stavo sbarazzando dei suoi pantaloni. Ci volevamo troppo in quel momento, ne eravamo fin troppo consapevoli ed io mi sarei lasciata andare come mai prima di allora. Ero troppo stanca di combattere costantemente contro i miei istinti, di bloccarmi, di contrastare i miei desideri, di respingere ciò che volevo.

Tyler ti prego...”suonava quasi come una richiesta disperata, che avrei sicuramente continuato se solo non avessi sentito squillare il suo cellulare sotto la mia schiena...


Tyler's POV


Ero quasi al limite, mi sentivo scoppiare, volevo farla mia in quel preciso istante, avevo sbagliato a torturarla in quel modo prima, avevo finito per portare anche la mia eccitazione alle stelle.

La sentivo così rilassata ed eccitata contro il mio corpo e mi piaceva, mi piaceva da impazzire, così tanto che ero quasi arrivato allo stremo solo vedendola in quello stato.

Per troppo tempo l'avevo desiderata anche sotto quest'aspetto per resistere ancora, non avrei permesso che nulla ci fermasse, sarebbe stata mia per tutta la notte, le avrei reso le più chiare riguardo al mio amore per lei e tutto si sarebbe risolto.

Doveva risolversi, perchè non ne potevo più di avere la mia Care così distante, di vederla perennemente malinconica.

Quando la sentii parlare, oddio con quel tono di voce, con quell'espressione sul viso...credevo di essere arrivato in un altro pianeta, in un altro mondo.

L'avrei ascoltata parlare così per giorni interi, avrei voluto dirle di finire la frase,che qualunque fosse stata la sua richiesta, io l'avrei esaudita.

Ma mi bloccai sentendo il mio cellulare squillare.

Sapevo chi era, sapevo che si sarebbe complicato tutto ancora di più, non ne facevo mai una giusta, non ero in grado di ragionare, perchè prima agivo e poi pensavo?! Perchè ero un completo cazzone?!

Non ebbi nemmeno il tempo di fermarla, aveva già il mio telefono in mano e sul volto un'espressione tra l'incredulità e la delusione.

Chi ti cerca a quest'ora? Sono le tre di notte” disse guardandomi negli occhi, ancora con le guance arrossate per i baci di poco prima.

Nessuno, lascia stare...”provai a dirle sorridendo mentre m'impegnavo a toglierle quel maledettissimo cellulare dalle mani, ma mi allontanò e rimase a fissarmi in silenzio. Non avevo scuse, non avevo come uscire da quella situazione.

Abbassò lo sguardo ed iniziò a leggere.

Ecco l'espressione che mai avrei voluto vedere sul suo volto. Era come quella di qualche ora prima. Era così delusa e ferita, era solo colpa mia. Non ero in grado di proteggere il bene più prezioso che avevo, la persona più straordinaria che la vita mi aveva posto dinanzi.


Le hai detto tutto! Le hai raccontato ogni cosa! Le hai pure detto di me!” vedevo le lacrime farsi strada nei suoi occhi, si stava trattenendo, la conoscevo troppo bene per non capirla... e il mio senso di colpa esplose nuovamente. Mai mi ero sentito una persona così orribile.

Care, ti prego... avevo bisogno di parlare con qualcuno.. io non volevo farti arrabbiare..” che altro potevo dirle se non la verità? Quanto mi stavo pentendo di aver risposto a quell' sms.

Cos'è per caso le hai pure detto che io sono un vampiro e tu un licantropo? Che siamo i personaggi principali di un'antica profezia del cavolo?” tutto quel dolore nei suoi occhi era la cosa peggiore che potessi vedere. Niente al mondo mi avrebbe causato più sofferenza di quella che provavo adesso.

Tyler, tu sei... io..ti odio! Ti odio con tutta me stessa! Sei la cosa peggiore che mi è capitata!” quelle parole mi stavano uccidendo, una dopo l'altra. Mi stavano frantumando dall'interno. Mi odiava. Era la verità, glielo si leggeva in quegli splendidi occhi azzurri.

Lei mio odiava.

Ed io l'amavo come non avevo amato nessuna.

E avevo sbagliato tutto con lei.


Si alzò di scatto, asciugandosi una lacrima sfuggita al suo controllo, mentre non sapevo cosa dirle, mentre sapevo che nemmeno tutte le scuse di questo mondo avrebbero potuto sistemare le cose.

Guai a te se non mi stai lontano, hai capito? Non mi dovrai nemmeno guardare!” e quelle furono le sue ultime parole prima di vederle fare un gesto strano con la mano ed uscire dalla stanza con la maglia, che le avevo tolto, appoggiata al seno per coprirsi. Prima che capissi cosa aveva fatto, mi arrivò addosso una collana.

No, quella non era una collana qualsiasi. Pensavo l'avesse gettata...invece la portava ancora al collo.

Quello fu il colpo di grazia. Avrei voluto sprofondare all'inferno pur di provare le sensazioni di adesso.


Sospirando e maledicendomi in ogni modo, presi il cellulare e lessi il messaggio:


Capisco tesoro, mi dispiace davvero tanto...ma questa Caroline è proprio stupida allora! Cioè sei l'incarnazione del ragazzo perfetto e lei ti respinge in questo modo? Solo perchè ci ha visti abbracciati? Ahahahah davvero poco furba! Io non mi sarei mai lasciata scappare un ragazzo come te!

Ah spero di vederti presto in giro e che questo tuo viaggio improvvisato all'ultimo secondo finisca presto.

Eve.”


Mi guardai un attimo attorno e scaraventai il cellulare contro il muro, con tutta la forza di quel momento, frantumandolo in mille pezzi.

Avevo fatto davvero un casino.


Caroline's POV


Sapevo che non dovevo fidarmi, che non dovevo lasciarmi andare.

Dio come mi sentivo delusa e tradita! Era un'emozione così forte ed orribile che mi sembrava impossibile anche da provare.

Volevo sparire dalla faccia della terra, volevo non vederlo più, non farmi ferire più da lui, così incostante e volubile...


Non mi meritavo tutta questa sofferenza, non mi meritavo di stare così male!!!

Mi asciugai le lacrime e mi sforzai di smetterla di piangere, mentre aprivo tutti i cassetti e mettevo alla rinfusa tutti i vestiti che potevo dentro una valigia.


Non volevo vederlo più. Non volevo nemmeno che lui potesse osservarmi nemmeno una volta.

Doveva imparare ad accettare le conseguenze delle sue azioni.


Nota Dell'autrice: ciao a tuttiii :D questo capitolo è arrivato in tempi buoni vero? Sinceramente mi ero stancata anche io di pubblicarne uno tipo ogni due mesi! Comunque non ho molto da dire.. solo che si.. le cose si sono complicate ancora di più,ma abbiate fede!!

Non so se riuscirò a pubblicare il capitolo successivo prima di Natale! In ogni caso tanti auguri di buone feste a tutti :D

Un bacio grande, Morgana.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Medea__