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Autore: __itsanowl    14/12/2011    7 recensioni
One-shot uscita dalla mia fervida immaginazione a mezzanotte. Buona lettura :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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More Then This.


«Mi hai riempita di fango.» urlai al bambino davanti a me.
Lui scoppiò in una sguaiata risata, insieme al suo amichetto.
«La prossima volta impari a darci una pallonata in faccia.» disse il bambino riccio, ancora ridendo.
«Siete voi che dovete fare meno le femminucce!»
I due interruppero la loro risata e mi guardarono in cagnesco. «Cosa hai detto?» sibilò il bambino con gli occhi del mare.
«Louis ad Harry femminucce, Louis ed Harry femminucce!» cominciai a cantilenare prendendoli in giro e ridendo vedendo le loro facce diventare bordeux.
«Ti faccio vedere io chi è la femminuccia.» urlò Harry, saltandomi addosso e facendomi ruzzolare per terra.
Louis scoppiò in una risata, mentre io cercavo di divincolarmi dalla presa del ragazzino.
«Hazza, io ti uccido!» urlai con quanto più fiato avessi in corpo.
Presi Harry dai capelli e ficcai la sua faccia nel fango, spalmandola per ogni centimetro di pelle, soprattutto sui capelli.
Lui si divincolò facilmente e si alzò, cominciando a cercarsi di pulire con la maglietta, anch’essa sporca.
«Mia madre mi ammazza!» piagnucolò rivolto verso di me.
Io risi di gusto.
«Femminuccia, femminuccia, femminuccia.» cantilenai di nuovo.
Lui afferrò per una spalla il suo migliore amico, dandomi le spalle, per avviarsi verso casa.
«Hai vinto la battaglia, Alexandra, non la guerra!» mi urlò Harry, avviandosi con il suo amico.
«Certo!» sussurrai con un ghigno soddisfatto dipinto sul volto.




Salì velocemente la scala di legno, sul tronco di quel grande albero, e mi fiondai dentro la casetta costruita su di esso.
Mi gettai nell’angolo più buio e incrociai le gambe al petto, con la testa dentro.
«Che ci fai qui?» un ragazzino di poco più di dodici anni mi spuntò davanti, mettendomi una mano sul ginocchio. Io lo scostai.
«Hanno litigato di nuovo, vero?» mi domandò dopo brevi minuti di silenzio, interrotto dai miei continui singhiozzi.
Io annuì un sì e alzai la testa verso di lui, prima di avventarmi nelle sue braccia.
«N-non f-fa che m-menti-ire.» singhiozzai.
Lui mi strinse di più a se, mettendomi una mano sui capelli. «Racconta, Alex.» mi incitò dolcemente.
«E’ sempre così. Torna a casa, mangia, e comincia a mentire. Ma sembra che in quella casa sono l’unica che se ne renda conto. Lui non è un padre. Lui è… è… un mostro!» gettai tutto quello che avevo dentro in quelle parole, così aspre, così amare.
Harry sospirò pesantemente. «Smettila di piangere, ti rende troppo… femmina!» mi disse con un finto disgusto, prima di sorridere.
Io alzai i miei occhi blu gonfi e rossi dal pianto verso i suoi, verdi. Mi guardavano dolcemente, come se sapesse esattamente cosa stessi passando.
«Perché voi maschi siete così dannatamente stupidi? Non fate altro che farci stare male.» dissi sbuffando, asciugandomi gli occhi.
«Sarà che siete voi a spingerci a far questo.» fece spallucce, sorridendo.
«Promettimi una cosa... Promettimi che qualunque cosa succeda, tu non mi farai mai soffrire. Neanche un po’, neanche lontanamente!» dissi di getto, afferrando le sue mani. «In undici anni che ci conosciamo il massimo che mi hai fatto è stato infilarmi la testa nel fango, ma promettimi che rimarrà tutto lì.» aggiunsi.
«Promesso!» disse sincero, sorridendomi.
«Okay, basta fare discorsi da femminuccia. Andiamo a vedere come Louis perde a pugilato contro di me!» dissi alzandomi e scendendo dalla casa sull’albero. Ma giurai per un millesimo di secondo di aver sentito Harry sussurrare ‘promesso’ una seconda volta.




«E ora rallentiamo un po’!» il dj aveva messo The man who can’t be moved dei The Script.
Io mi guardai intorno, spaesata.
In giro si erano formate tutte coppiette, che ballavano appiccicate una all’altra.
Bleah. Troppo sdolcinate.
Mi sedetti in un tavolino libero, stando attenta a non strappare il tubino nero che mia madre mi ha fatto indossare a forza. Maledetta.
Mi girai intorno per guardare la sala. Il ballo di primavera era l’evento più atteso per ogni teenager che si rispetti, perché per me non era la stessa cosa?
Sbuffai e appoggiai il gomito sul tavolino, aspettando che questo strazio finisse.
«Ehy, maschiaccio.» una voce molto profonda mi fece voltare la testa di scatto.
«Harry!» esclamai con troppo entusiasmo.
Ero contenta di vederlo, finalmente si era tolto di dosso quelle oche senza cervello.
«Balliamo, signorina?» mi chiese con finta galanteria porgendomi la mano.
Io sorrisi e allungai la mia verso di lui. «Se proprio insiste.»
Mi tirò verso di se e appoggiai le braccia intorno al suo collo e lui fece lo stesso, cingendomi la vita.
«Non è una splendida serata per ballare al chiaro di luna?» mi chiese con lo stesso accento di prima.
Io sorrisi di nuovo. «Ma se siamo in una palestra!»
Lui sbuffò. «Ah, hai rovinato tutta l’atmosfera.»
Io risi e appoggiai la testa sul suo petto, come facevamo da piccoli.
«Lo sai che Louis, per la prima volta in vita sua, ha detto che ti trova abbastanza carina questa sera?» mi chiese sorridendo.
Io alzai la testa. «Signor Styles, è un nuovo modo per fare i complimenti, questo?» ridacchiai.
Lui fece lo stesso. «La prenda come vuole, signorina Riley.»
Io sorrisi e mi appoggiai di nuovo al suo petto.
Sentivo ogni battito del suo cuore.
Bum, bum, bum.
Ma ad un tratto…
Bumbumbumbumbumbum.
«Alex?» mi sussurrò alzandomi il viso con un dito.
«Sì, Harry?»
«Posso… Posso provare una cosa?» mi chiese, esitante.
«Cosa?» chiesi confusa.
Ma prima che potessi finire di completare la parola, le sue labbra si posarono delicatamente sulle mie. Sentivo il suo respiro sulle mie guance, il suo profumo invadermi le narici e le sue morbide labbra insistevano dolcemente sulle mie. Aprimmo le labbra, per far si che le nostre lingue si accarezzassero teneramente.
Quando ci staccammo lui sorrise e si leccò leggermente le labbra.
«Non sei poi così maschiaccio come credevo!» esclamò sorridendo, stringendomi di più a se.
«Stupido Styles.» biascicai, ancora in preda all’adrenalina di quel bacio.




«Dov’è Harry?» chiesi a Niall, sorridendo.
Lui balbettò un ‘non lo so’ e chiese aiuto con lo sguardo a Liam.
«Liam?» mi girai verso di lui con fare interrogativo.
Lui scosse le spalle, guardando altrove. Quel ragazzo non sapeva mentire, per niente.
«Zayn?» mi girai verso il terzo ragazzo. Lui fece finta di parlare al telefono e uscì dalla stanza.
Mi girai verso il quarto ragazzo avvicinandomi con fare minaccioso puntandogli un dito contro.
«Louis, dimmi immediatamente dov’è Harry.»
«I-io non lo so, davvero!» rispose, in preda al panico.
«LOUIS?» urlai, incominciandomi ad arrabbiare sul serio.
Lui prese in fretta il suo cellulare e glielo passò. «Ecco, sta chiamando. Rispondi tu!»
Strappai il cellulare dalle mani del ragazzo e lo portai all’orecchio.
«Pr-»
«Indovina? Okay, non potrai mai indovinare… L’abbiamo fatto! Hai capito bene Lou, l’abbia fatto. Sto appena uscendo da casa sua. Caroline, ancora dormiva! Alex dov’è?»
Sentì il suolo mancarmi da sotto i piedi. Qualcosa nello stomaco cominciò a muoversi velocemente, io non sapevo che fare.
Lanciai il cellulare a Louis e scappai da quella casa.





«Alex, posso spiegarti!»
«Spiegarmi? Come puoi spiegarmi una cosa del genere? Ti sei fatto la Flack. Brutto… Puttana!»
Sentì Zayn e Louis sghignazzare da dietro le mie spalle, io mi girai per linciarli con lo sguardo e subito si zittirono.
«Alex… Ti prego… Smettila, io…»
«Complimenti, Harry.» biascicai ormai in lacrime.
«Alex, calmati.» provò ad avvicinarsi ma io mi scostai immediatamente.
«Non. Provare. A. Toccarmi.»
«Okay, Alex, non ti tocco. Ma calmati, ti prego!»
«Me l’avevi promesso, ricordi? Mi avevi promesso che non mi avresti mai fatto soffrire.» sentì le lacrime scorrermi sulle guance rosse per la rabbia. Serrai i pugni più stretti che potei, tanto da sentirmi le unghie conficcate nella mano.
Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime e cercò di abbracciarmi, io lo spinsi via subito.
«Grazie mille, Hazza.» sussurrai prima di dargli le spalle e incamminarmi verso casa mia.




«Ehy, Alex. Ci sono gli One Direction al telegiornale!» Effie mi chiamò dalla cucina, eccitata.
Io corsi e staccai immediatamente la televisione.
«Ehy, stavo guardando!»
«E’ tv spazzatura, lascia stare.» dissi in tono piatto, ritornando in camera mia.
Mi buttai sul letto e ripresi a leggere il mio libro.

I’m broken, do you hear me
i’m blinded, cause you are everything I see
I’m dancing, alone
I’m praying, that your heart will just turn around.


Sentì una voce cantare proprio sotto la mia finestra. La ignorai, sarà lo stesso cantante di strada che passa ogni pomeriggio.

And there’s a walk up to your door
My eye turns to face the floor
Cause I can’t look you in the eyes and say.


«A-Alex, affacciati alla finestra!» Effie entrò nella mia stanza, con uno strano sorriso ebete stampato in volto. Io corrucciai la fronte e feci come mi aveva detto.

When you open his arms
And holds you close tonight
It just won’t feel right
Cause I can’t love you more than this, yeah
When he lays you down, I’m not just dying inside
It just don’t feel right
Cause I can’t love you more than this
Can’t love you more than this.


Sentì le lacrime scorgermi lente sulle guance.
«Balliamo, signorina?» vidi Harry con un megafono sopra la loro limousine, mentre i ragazzi erano dietro a fare il coro.
«Troppo smielato, Styles.» gli urlai tra i singhiozzi.
«Insegnami ad essere un maschiaccio, allora.» mi disse di nuovo, unendosi al coro dei ragazzi.
Io scesi le scale, non curandomi del fatto che fossi in pantaloncini, canotta e pantofole. Quando lo vidi gli saltai letteralmente addosso.
Per quanto mi avesse fatto male, l’unica cosa di cui mi importava davvero era stare insieme a lui.
«Ricordati, Hazza. Hai vinto la battaglia, non la guerra.» dissi sorridendo e concedendomi un lungo bacio tra le braccia dell’unico uomo che ho mai amato.
  
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