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Autore: Taki_chan    14/12/2011    3 recensioni
Stora tra Antonio e Lovino nata tra i banchi di scuola.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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25 luglio. Bhè non c’è che dire … Vacanze! Per Lovino era giunto il momento delle vacanze estive … Niente scuola, niente compiti …. Solo lui e il suo relax … il suo amato divano e il suo amato ventilatore. Si. Questo era quello che pensava prima di venire a sapere una notizia.
                                  24 luglio.
-Toc toc- bussarono alla porta.
-Un momentido!
Lovino andò ad aprire e si ritrovò Antonio sulla soglia della porta.
-Hola Lovino? Como estas?- chiese tutto sorridente Antonio mentre giocherellava con la sua collana a forma di croce.
- Bene bastardo. Ma che ci fai qui?- chiese Lovino.
- Sono venuto per dirti una cosa.
Intanto i due si erano seduti sul divano e Lovino era sia arrabbiato, perché aveva interrotto il suo momento di relax, sia incuriosito perché voleva ascoltare cosa si era inventato stavolta quell’individuo.
-Allora… Tu quest’estate non hai niente da fare vero?- chiese Antonio.
-Perché me lo domandi?
- Ti piacerebbe venire al mare con me?.
Lovino era rimasto scioccato da quelle parole. “Al mare con questo? Perché dovrei andarci? Sto tanto bene qui da solo!”
-No! Ma neanche morto!
-E dai! Ci divertiremo molto! Nuotiamo nel mare, facciamo delle passeggiate lungo la spiaggia e poi nel posto ci sono anche delle grotte che sono belle da visitare.
-Allora? Ti prego!- chiese Antonio facendo la faccia da cane bastonato: occhioni dolci un po’ lucidi come se stessero per piangere, un piccolo broncio sulle labbra, mani poggiate sopra le ginocchia.
-Smettila di fare il broncio! Sei patetico.
-La smetto solo se dici che verrai.
Antonio fece ancora di più l’imbronciato facendo scendere anche una lacrima dal viso.
-Ok! Ci vengo! Basta che te la finisci di piagnucolare.
Lo spagnolo si mise a esultare alzando le mani. Tentò anche di abbracciare l’italiano ma questo lo rifiutò in un nano secondo facendolo cadere a terra.
                                                    27 luglio: si parte!
Le 7.30.
-Dove sono le scarpe! Maledette! Mancate solo voi ed ho finito la valigia.
Dopo aver finalmente finito di preparare la valigia, Lovino uscì di casa chiudendo, a malincuore, la porta di quest’ultima. Si diresse verso la stazione dove lo avrebbe portato a Sivilla. Là c’era Antonio che lo aspettava. Insieme avrebbero preso il treno. Scese dal taxi che aveva preso per arrivare là e vide che Antonio, ancora un po’ assonnato, che lo aspettava seduto su una panchina davanti all’entrata della stazione. Questo lo vide e, sorridendo, gli fece segno con la mano. Lovi prese la valigia a trolly e si diresse verso di lui. Quest’ultimo gli diede il buongiorno che fu seguito da un “ciao” un po’ scontroso (come sempre d’altronde) da parte del ragazzo con il trolley.
-Meglio che ci avviamo. Il treno parte tra mezz’ora.- disse Antonio.
I due si avviarono verso una lunga scalinata che portava a un piano superiore dove c’era un piccolo bar. Presero tutte e due un caffè per svegliarsi un po’ e poi attesero il treno.
Il treno arrivò e due salirono.
-Vuoi che ti aiuti con il trolley? Sembra pesante.- chiese Antonio
-Cosa? Ce la faccio benissimo da solo.
I due si sedettero,Lovino verso la parte del finestrino e Antonio da quella del corridoio. All’italiano piaceva molto guardare i panorami. Durante il tragitto Antonio fece di tutto per scherzare ma questo si arrabbiava solamente. Oramai il suo divertimento era quello: vedere Lovino arrabbiato,che dava in incandescenza diventando rosso come un pomodoro bello maturo.
Alle 11 il treno arrivò a Sivilla e i due scesero. Presero un taxi che si fermò davanti ad un enorme casa bianca circondata da palme. Lovi rimase a bocca aperta: la casa era alta tre piani, tutta verniciata di un candito bianco, le persiane erano blu e su i davanzali c’erano dei fiori rosa. Dietro la casa si intravedeva una piccola spiaggia, con degli scogli e il mare, azzurro con dei riflessi bellissimi. Per non parlare della vegetazione che c’era intorno al davanti dell’entrata della casa: delle palme che arrivavano quasi all’altezza della casa e poi molte rose rosse ornavano delle aiuole. Era il paradiso. Era tutto così stupendo. Antonio sorrise allo stupore dell’amico. Per lui era normale: suo padre girava il mondo e aveva guadagnato abbastanza soldi per comprarsi una casa così. Adesso lui era in viaggio per la Cina e aveva lasciato questo patrimonio a suo figlio, che non ci pensò due volte a trascinarsi dietro Lovino.
-Allora.. Vogliamo entrare?
I due entrarono e Antonio portò subito l’amico al piano di sopra. Li c’erano le due camere: una matrimoniale e una singola.
La matrimoniale era molto spaziosa:aveva le pareti dipinte di azzurro chiaro e una finestra vetro che dava sul mare; la singola era dipinta di giallo e aveva la vista su una pineta.
Lovino impose di pretendere quella matrimoniale e Antonio, visto che era l’ospite, gliela concesse.
 
 
Il giorno seguente i due amici si recarono in spiaggia. Lovino aveva un cappello di paglia in testa, una canottiera verde, un costume blu e degli infradito gialli; Antonio portava degli occhiali da sole molto neri, una T-shirt blu e un costume rosso (perché i pomodori sono rossi xD) . si erano portati dietro un ombrellone, una borsa con  la merenda e un pallone da spiaggia. Antonio piantò l’ombrellone nella sabbia e Lovino, posato a terra un asciugamano, si mise seduto a leggere.
-Perché ti metti a leggere?- chiede Antonio.
-Perché non ho di meglio da fare.
-Ma guarda che bel sole! Fare qualche tuffo no?.
-Non ci penso neanche- rispose Lovino
Antonio cercò di persuaderlo, ma Lovino rispose sempre negativamente. Alla fine Antonio, gli fece un piccolo scherzetto: con forza lo prese in braccio e, con Lovino sulle spalle, si diresse verso il mare buttando tutti e due, nell’acqua salata. Lovino era diventato tutto rosso , non solo bagnato. Antonio rideva come un matto.
-Visto? Che c’è di meglio di fare una nuotata!- dichiarò Antonio
-Nuotata un corno! Brutto bastardo di uno spagnolo!
Lovino cercò di raggiungere l’amico ma inciampò su un sasso che si trovava sul fondo del mare cadendo nelle braccia dello spagnolo.
-Oh.. Neanche ci reggiamo in piedi?Per fortuna c’è Antonio.
-S-s-sta zitto e lasciami!- urlò Lovino.
-si si..
I due trascorsero la giornata nuotando e giocando con la palla. Anche se non si sarebbe mai detto Lovino si divertì. Si fece tardi e Lovino voleva tornare a casa ma Antonio lo fermò:voleva guardare il tramonto.
Gli piaceva molto: tutti quei colori caldi sembravano fondersi con l’acqua creando un unico specchio, per poi,pian piano, riflettere su di esso tutte piccole luci e un blu scuro e intenso. Lovino si sedette vicino ad Antonio che era tranquillo. Non sorrideva ma era sereno, come rilassato. Lovino lo stava fissando: sembrava come se fosse incantato da quella sua serenità. Ad un tratto Antonio si girò incontrando lo sguardo di Lovino che subito si girò dall’altra parte arrossendo: l’amico arrossì a sua volta. Tra i due si era creata una strana atmosfera…  Il cuore dei due batteva all’impazzata, come se tra un momento all’altro stesse per scoppiare. Lovino abbassò lo sguardo: tremava… Cosa stava succedendo? Lovino si sentiva esplodere… Non aveva mai provato una sensazione così… sentiva caldo: “forse perché è estate ed è caldo” pensò. Si sentiva ansioso di qualcosa che non sapeva neanche lui. Girò lo sguardo e vide Antonio che guardava all’orizzonte. Esaminò ogni suo tratto: quegli occhi verdi lucenti ora stavano guardando il mare e quella bocca carnosa socchiusa appariva così morbida. Lovino voleva quelle labbra tutte per sé. La sua mano si posò su quella di Antonio che era poggiata sulla sabbia. Al contatto di quella di Lovino Antonio si girò e fu in quel momento che Lovino posò le sue labbra su le sue. Le labbra di Antonio erano morbide come una piuma e salate per via del mare. Lovino era rosso in faccia, ma era cosciente di quello che stava facendo. Antonio rimase un attimo sorpreso ma poi posò una mano su una guancia di Lovino. Non voleva che quell’attimo così intenso finisse. Le loro labbra adesso erano sigillate da un lucchetto e neanche la più sofisticata chiave poteva scioglierle. 
  
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