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Autore: Hayley Black    14/12/2011    7 recensioni
Frank/Alice | Romantico | One shot, Missing Moments
«Io volevo chiederti se… se…» eccolo, quel prurito dietro il collo, quel rossore sulle guance che gliele fa andare a fuoco: ora o mai più, Frank.
«Volevo chiederti se volevi venire ad Hogsmeade con me» dice tutto d’un fiato, serrando le palpebre e beandosi del buio pesto che gli offusca la vista. Non vede il volto di Alice rilassarsi, o il suo sorriso spensierato dopo quella richiesta tanto aspettata; semplicemente si perde negli arabeschi colorati che gli ballano davanti agli occhi, ma un rumore lo riporta immediatamente alla realtà.
Una risata.
«Sta per arrivare un due di picche?».

Questa storia ha partecipato al contest "Aspettando Pottermore!" indetto da Wynne_Sabia e Selene Lightwood sul forum di EFP.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nick Autore (Sul Forum e su EFP): Hayley Black
Titolo: You exploded into my heart.
Prompt scelto: Picche
Personaggi: Frank Paciock
Contesto (eventuale): Malandrini/ I guerra magica
Genere: Romantico, Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: One shot, Missing Moments
Introduzione: «Io volevo chiederti se… se…» eccolo, quel prurito dietro il collo, quel rossore sulle guance che gliele fa andare a fuoco: ora o mai più, Frank.
«Volevo chiederti se volevi venire ad Hogsmeade con me» dice tutto d’un fiato, serrando le palpebre e beandosi del buio pesto che gli offusca la vista. Non vede il volto di Alice rilassarsi, o il suo sorriso spensierato dopo quella richiesta tanto aspettata; semplicemente si perde negli arabeschi colorati che gli ballano davanti agli occhi, ma un rumore lo riporta immediatamente alla realtà.
Una risata.
«Sta per arrivare un due di picche?».

Eventuali NdA: Questa storia è stata piacevole da scrivere, lo ammetto. La mia prima storia su Frank Paciock, e la mia prima storia su Frank e Alice. Posso dire che sia stata un parto travagliato, perché scriverla l’ultimo giorno disponibile per le consegne è davvero… boh, non lo so D: L’ho scritta in un paio d’ore, con mio fratello che rompeva le scatole perché voleva sottrarmi il pc, e spero di non aver fatto errori orridi o di aver reso OOC i personaggi.
Non ho molto da dire *-* C’è un accenno minuscolo alla Wolfstar, non potevo non mettercelo <3, e anche alla James/Lily e alla Sirius/Mary. Ho fatto un’accozzaglia di pairing/messaggi subliminali, in questa one shot D:
Comunque, si ringraziano infinitamente quegli amori dei Dire Straits per avermi ispirata ancora, e si ringrazia la loro splendida Romeo and Juliet per il titolo.
Insomma, Frank e Alice Paciock sono così carini! *-* Li amo. Molto presto scriverò una raccolta piccolina su di loro… <3
Cos’altro dire? Niente ._. Spero tanto che la storia vi piaccia, ecco, perché l’ho scritta con amoreH.
Buona lettura! <3

 

you exploded into my heart.

 

«Non ci riuscirò mai».
Frank si lascia ricadere sul letto, affranto, abbandonando la testa sul groviglio di cuscini e lenzuola; perché, perché deve essere così dannatamente timido?
«Sì invece! Insomma, io ho strappato un sì alla Evans, la scorsa settimana!» James si prende la testa fra le mani, cercando disperatamente un modo per convincere quell’idiota del suo amico - era così difficile invitare una ragazza ad Hogsmeade?
Stavano discutendo su quell’argomento da ore, nel dormitorio dai letti ancora sfatti con la pioggia che batteva sulle finestre; l’inverno era arrivato anche ad Hogwarts, con qualche giorno d’anticipo, imbiancando la Foresta e le torri più alte.
«Esatto, Frank. Alice cade ai tuoi piedi» esclama Sirius, masticando in modo osceno una Cioccorana.
«E se mi da un due di picche? E se mi ride in faccia?» Frank nasconde la faccia sotto un cuscino, esalando un lamento soffocato.
«E se, e se, e se… Sono troppi se! Secondo te, Frank, io sarei uscito con la Evans se non glielo avessi chiesto migliaia di volte?».
Bella domanda. Il ragazzo ci riflette, dietro il buio delle palpebre serrate, quindi riemerge e si mette di nuovo a sedere. Sarà la decima volta che lo fa, ci stanno girando in tondo da quel pomeriggio: la cotta di Frank per Alice è palese, probabilmente anche i quadri se ne sono accorti, e lui si sta dannando per la  timidezza che gli impedisce di chiederle di uscire.
Ci aveva provato, però: la prima volta gli era venuto un attacco di prurito dietro il collo, e Remus l’aveva trascinato via tra i risolini di Mary; la seconda volta, in biblioteca, nell’impeto aveva rovesciato una boccetta d’inchiostro scatenando l’ira di Madama Pince; l’ultima volta, infine, era diventato così rosso per l’imbarazzo che la stessa Alice gli aveva intimato di andare in infermeria.
Ripensare a quei tragici eventi fa venire a Frank l’orticaria, tanto che vorrebbe scappare di nuovo dietro un cuscino, ma i suoi “amici” glielo impediscono bellamente trascinandolo in piedi.
«Tu, adesso, vai da lei e le chiedi di uscire con te ad Hogsmeade» il sorriso che Sirius gli rivolge è… terrificante, e lui non trova la forza neanche per rifiutare – di nuovo.
«Però se muoio vi vengo a cercare, sappiatelo».

 

Eccola. È lì.
Frank diventa rigido come un palo, bloccandosi all’entrata della Sala Grande già affollata e rumorosa.
«Emh… credo… credo di aver cambiato idea» borbotta, cercando di scappare, ma James e Sirius lo tengono fermo per le braccia.
Deglutendo, il ragazzo fa qualche passo incerto, squadrando la figura esile di Alice: è bella come sempre, i capelli lisci le scendono sinuosi sulla schiena e gli occhi le brillano, sintomi di una risata che sta contagiando anche Lily e Mary.
«Mia cara Alice!» James lo tira per un braccio verso le ragazze, maledetto traditore, interrompendo la loro conversazione, «Frank voleva parlarti in privato di una cosa molto importante» con un sorriso agghiacciante prende per un braccio anche lei, facendo intendere di andarsene, e si dilegua sghignazzando sotto i baffi – non dopo aver fatto un occhiolino a Lily, ovviamente.
«Forse un posto più… intimo sarebbe più appropriato».
Ma quel traditore di James non se n’era andato? Eccolo che sbuca dietro una colonna, palesemente divertito, e fa segno loro di trovare un luogo più appartato – ah, quando tutto quello sarà finito, Frank gliela farà pagare!
Alice tossisce, anche lei è imbarazzata, e muove qualche passo torturandosi le mani. «Cosa volevi dirmi, Frank? Spero qualcosa non riguardante il Quidditch…» esordisce, sorridendogli in un modo che gli fa ribaltare qualcosa all’altezza del petto
«Emh… ecco… io… non sono sicuro che… volevo chiederti…» balbetta lui, dandosi dello stupido – stupido, stupido Paciock! Metti da parte la timidezza, dopotutto sei un Grifondoro!
«Sì?».
«Come sono andati gli ultimi allenamenti di Quidditch?».
La ragazza ride, mettendo una mano sulla bocca, che lui scosta prontamente
«Non coprirti, è bello vederti ridere».
Silenzio.
E’ così rumoroso, il silenzio? Si sente lo sbattere furioso del vento, forse anche il suo cuore, e Frank non riesce a trovare suono più forte in quel momento. Cosa diavolo ha detto?
Idiota idiota idiota.
«Oh, davvero? Grazie» Alice sospira, allegra, arrotolando una ciocca di capelli attorno al dito, «gli ultimi allenamenti sono andati molto bene, comunque. C’era bisogno di un luogo appartato, per chiedermelo?» aggiunge, inarcando le sopracciglia.
«No, no, io… io volevo chiederti anche un’altra cosa, più importante».
Coraggio Frank, puoi farcela!
E se mi da un due di picche?
James aveva chiesto a Lily di uscire nonostante tutti gli anni passati a litigare: tra lui e Alice non ci sono mai state cattive arie, forse pensare ad un due di picche è troppo tragico…
«Io volevo chiederti se… se…» eccolo, quel prurito dietro il collo, quel rossore sulle guance che gliele fa andare a fuoco: ora o mai più, Frank.
«Volevo chiederti se volevi venire ad Hogsmeade con me» dice tutto d’un fiato, serrando le palpebre e beandosi del buio pesto che gli offusca la vista. Non vede il volto di Alice rilassarsi, o il suo sorriso spensierato dopo quella richiesta tanto aspettata; semplicemente si perde negli arabeschi colorati che gli ballano davanti agli occhi, ma un rumore lo riporta immediatamente alla realtà.
Una risata.
«Sta per arrivare un due di picche?» sussurra, tentando un sorriso tirato; lei ride di nuovo, scuotendo i capelli lunghi, e lo guarda negli occhi, come se la risposta fosse ovvia.
«Certo che vengo ad Hogsmeade con te! Mi chiedo solo perché ci hai messo tutto questo tempo» esclama, intrecciando le proprie dita con le sue, e nella mente di Frank c’è festa: gli ha detto di sì! Verrà ad Hogsmeade con lui!
Un sorriso gli si allarga sulla faccia, il cuore è più leggero: nessun due di picche, nessuna malattia, nessun prurito.
E’ andato tutto liscio come l’olio.

 

«…E allora io le ho chiesto “Come sono andati gli ultimi allenamenti di Quidditch?”, e lei mi ha risposto che sono andati molto bene!».
Frank è felice.
Frank, quando è felice, comincia a parlare come un fiume in piena senza interrompersi neanche una volta.
«Amico, ti prego, prendi fiato! Bevi un po’ d’acqua! Stai parlando ininterrottamente da dieci minuti!» il bicchiere che James gli porge, preoccupato, traballa tra le sue dita – è ancora eccitato ed emozionato per quello che è successo, non riesce a contenersi!
L’acqua scompare in pochi secondi, e la sua voce riprende a echeggiare nei dormitori. «Poi… poi, insomma, le ho chiesto “Vuoi venire ad Hogsmeade con me?”, e lei mi ha detto che sì, voleva venire! Oh ragazzi, grazie, grazie davvero. Se voi non mi aveste costretto – e sottolineo il costretto -, probabilmente adesso mi starei ancora disperando…» mormora, stringendo tra le mani un lembo di stoffa della coperta.
«Sì, siamo davvero contenti, Frank. E’ la decima volta che ci racconti com’è andata» lo cantilena Sirius con voce sgraziata, rovesciando il contenuto di una borsa «Yum, Gelatine TuttiGusti+1!».
«Sei il solito maiale, Sirius» commenta Remus, dimostrando di essere ancora vivo, alzando appena lo sguardo dal suo libro di Storia della Magia.
Frank approfitta di quella manciata di secondi per riprendere fiato – sì, parlare a ruota libera gli sta sottraendo forze -, dopodiché tossisce e, ancora, pensa a quanto sarà bello uscire con Alice, stringere la sua mano…
«Sì, è ufficialmente nel mondo dei sogni» sbotta Sirius, scartando le caramelle.
«Oh Sirius, non infrangere i suoi sogni!» lo ammonisce Remus, chiudendo di scatto il libro. «Quante volte noi abbiamo sopportato le tue fantasticherie su quanto fosse bello il fondoschiena di Mary?».
Il volto del ragazzo si ombra, mentre scarta alcune gelatine dall’odore non proprio invitante. «Okay, okay. Parla, Frank. Illuminaci ancora una volta».
Frank, come colto da un fulmine, sobbalza e si batte una mano sulla fronte
«Ma io devo prepararmi!» grida, saltando in piedi e precipitandosi ad aprire il proprio baule. «Cosa mi metto?»
«Non fare la figura della donnella, Frank!» James gli schiaffeggia le guance, togliendosi gli occhiali e fissandolo con occhio critico. «Ti ci vuole un abbigliamento incredibilmente ammaliante» sorride, rovistando tra i suoi vestiti, tirando fuori subito un maglione color glicine.
«E quello da dove spunta fuori?» Sirius scoppia a ridere, indicando l’indumento che James tiene tra le dita, e Remus gli lancia un pacchetto di Gelatine dietro la testa.
«Coraggio, Frank, non dargli retta e sbrigati: non vorrai far aspettare la tua dama?».

 

Frank scende le scale a passo veloce, rischiando di cadere e spezzarsi l’osso del collo, pensando a come sarà bella quella serata; si è premurato, da bravo gentiluomo innamorato qual è, di raccogliere un mazzolino di fiori in perfetto abbinamento col maglione – che Sirius aveva deriso per un bel po’ di tempo -.
Alice è in fondo alla gradinata, di spalle, e si dondola sulle gambe disegnando cerchietti nella neve
«Alice!» esclama, nascondendo i fiori dietro la schiena – pessima mossa? - «Sono in ritardo?»
«Sei in anticipo, invece!» sorride, lasciandogli un timido bacio sulla guancia, e cerca di sbirciare cos’ha tra le mani. «Frank…».
Lui, in una mossa da vero incantatore, le spiaccica i fiori sul viso – forse un po’ troppo impacciato, ma ha cercato di essere il più aggraziato possibile.
«Oh ma… sono per me?» gli occhi della ragazza brillano, alla vista del mazzo di viole, e afferra gli steli con mani tremanti. «Non dovevi, Frank!»
«Per te».
E’ il meglio che sai fare, Frank? Cerca di sfoderare un sorriso alla James, puoi farcela.
L’unico “sorriso” che riesce a fare è una smorfia da idiota, perso nella contemplazione della sua bellezza – insomma, è innamorato!
«Allora, andiamo? O hai paura che sia tutto un sogno e che ti darò un due di picche?» Alice ride, porgendogli il braccio. «Dove mi porti di bello?»
«Dipende: tu dove vuoi andare?».
«L’importante è stare con te».
Frank si scioglie, come le carte delle Cioccorane che buttano nel fuoco la sera; uno dei suoi più grandi desideri si è avverato, proprio quella sera, senza bisogno che una stella cadente illuminasse i firmamenti scuri del cielo.
Lasciamo i due di picche alle carte

 

Hayley's corner

Ta-daaan!
La mia prima Frank/Alice che, se non ci fosse stato il contest indetto da Wynne_Sabia e Selene Lightwood, non sarebbe mai nata.
E anche se non ha ricevuto un giudizio perchè c'è stato qualche problema con la mail, non fa niente ù-ù l'importante è che si sia chiarito l'inconveniente.
Dunque, cosa dire? Nulla D: devo anche fuggire a dormire che domani c'è l'interrogazione di algebra. Maledetta algebra. è_è *distrugge l'algebra*
Quindi niente, spero che la storia vi sia piaciuta, dopotutto è il mio primo esperimento è_é
Alla prossima! 

   
 
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