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Autore: Filira    15/12/2011    7 recensioni
Heroides, dal latino "Eroine", è la mia personale raccolta delle riflessioni fatte dalle donne del manga di Toriyama, spesso trascurate nel corso della narrazione. Le ho inquadrate in alcuni momenti di vita quotidiana che le inducono a varie riflessioni.
1. Bulma - La Vittoria :"Lei le sue battaglie le aveva combattute dentro, nella sua testa e nel suo cuore."
2. Chichi - La Pazienza: “Ci voleva pazienza, solo pazienza. Aveva ormai assunto questa riflessione quasi come un karma, che nella sua testa si ripeteva ogni volta che la rabbia cominciava ad essere difficilmente contenibile"
3. C18 - La Forza: "Era una creatura terribile e malvagia, ma possedeva un fascino naturale, in grado di ammaliare le sue prede nell’attimo precedente alla loro inevitabile distruzione."
4. Videl, L'Amore :"Dappertutto disperazione e solitudine, nel suo cuore desolazione e terrore."
5. Mirai Bulma, La Speranza: "Dopo tutti quegli anni, dopo tutte quelle battaglie, il ricordo di Lui era ancora così vivo e doloroso da toglierle il fiato. "

Buona lettura. Filira
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 18, Bulma, Chichi, Videl
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Heroides - C18, La Forza
 

La durezza di alcuni è preferibile alla delicatezza di altri.
(Kahlil Gibran)

 

La stanza era pervasa unicamente dal metallico rumore del portellone della capsula che lentamente si sollevava, svelando il suo terribile contenuto. Il coperchio lasciò intravedere le forme di una figura femminile, giovane ed estremamente bella.
I capelli biondi a caschetto incorniciavano il viso bianco come la neve, e due occhi dell’azzurro più gelido fissavano vuoti il muro di fronte alla capsula. La donna,  risvegliandosi lentamente dal torpore in cui era stata confinata, cominciò a sentire la vita scorrere nei suoi arti, il cuore riprese artificialmente a battere, e i freddi circuiti del cervello cominciarono a funzionare veloci.
La vista, inizialmente assente, cominciò ad acuirsi istantaneamente. C18, al suo risveglio, vide il viso rugoso del dottor Gelo sporto verso di lei, i piccoli occhi intenti a fissare il risveglio di tale miracolo della robotica. Lentamente le sue mani si appoggiarono ai bordi della fredda bara d’acciaio, e C18 vi fuoriuscì con estrema eleganza.
Era una creatura terribile e malvagia, ma possedeva un fascino naturale, in grado di ammaliare le sue prede nell’attimo precedente alla loro inevitabile distruzione. Il respiro era regolare, le articolazioni da sgranchire e la temperatura ancora troppo bassa. Ma era viva. Viva e terribilmente infuriata. Nonostante ciò mantenne una calma di ghiaccio, consapevole che la vendetta è più piacevole quando è a lungo aspettata e preparata. Lo sguardo le cadde sul telecomando, oggetto che per lei rappresentava vita e morte.
Poteva essere attivata e disattivata all’istante premendo un semplice tasto. E questo la disturbava, immensamente.
Con un gesto tipico della sua persona la mano destra scostò una ciocca bionda dal viso portandola dietro l’orecchio.

“Buongiorno dottore, che gioia rivederla.” La voce, forzatamente acuta, fuoriuscì metallica e distante. C18 salutava la vita parlando alla sua prossima preda, ammaliandola prima di distruggerla.

Il dottore si rivolse a lei con gioia, vedendo che era perfettamente guarita. Quei cyborg erano la sua salvezza, seppure mostrassero un atteggiamento insopportabilmente ribelle.
C18 ricevette passivamente l’ordine di distruggere tale Goku, e mentalmente registrò quest’informazione, pensando che sarebbe stato divertente sfogare i suoi primordiali istinti su qualche povero essere, capitato sfortunatamente sul suo cammino. 
Osservò distrattamente la porta metallica piegarsi sotto i colpi di una qualche forza esterna. Ad un suo cenno il fratello si mosse velocemente, prendendo il telecomando al dottore, e distruggendolo immediatamente. Prima che l’anziano cyborg potesse ribellarsi la porta cedette definitivamente, svelando un gruppo variamente assortito di combattenti.
Lo sguardo gelido di C18 si soffermò brevemente su ognuno di loro, vagamente interessata all’accaduto. Improvvisamente C17 attaccò il dottor Gelo, e tutto accadde molto velocemente. La testa dello scienziato rotolò per terra, e la donna si sentì invadere dalla soddisfazione per la vendetta appena compiutasi. Lentamente si diresse verso la capsula ancora chiusa, mentre il fratello si prendeva gioco dei terrestri. Il fantomatico cyborg 16 non le sembrava particolarmente potente, eppure la riluttanza del dottor Gelo nell’aprirla l’aveva riempita di una perversa curiosità, alimentata dalla volontà di disubbidire a un ordine imposto.
L’onda energetica la colse alle spalle, ma afferrata la capsula riuscì a mettersi in salvo. Dopo averla riappoggiata a terra scagliò lontano il coperchio, e C16 tornò alla vita. Finalmente ricongiuntasi col fratello e col nuovo compagno di viaggio l’impassibile cyborg si alzò delicatamente in volo, pronta a distruggere Goku. Si sentiva estremamente forte, viva e non aspettava altro che l’occasione giusta per liberare tutto il suo potenziale inespresso.
Forte e ammaliante, il mondo era suo.

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Eccomi qui con un personaggio che reputo particolare ma tremendamente affascinante! C18 all'inizio è spietata e sanguinaria, eppure nel corso della storia subisce un cambiamento notevole. Comunque eccola qui, al suo arrivo sulla terra. Spero che gradirete questo scorcio su di lei! Per la scrittura del capitolo ringrazio infinitamente la cara 
   Xhennet, che mi ha aiutata molto nella caratterizzazione del cyborg. Alla prossima, Filira .
 

   
 
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