It’s not what I feel for you. It’s what I don’t feel for anyone but you!
A discapito di quel che si pensasse, Max
osservava spesso le ragazze che lo circondavano. Ognuna di loro, con le proprie
peculiarità, era carina e profumava sempre di buono, facendolo sorridere.
Adorava le ragazze, e c’era chi sosteneva che
questo fosse dovuto al fatto che, per tanto tempo, fosse stato costretto a
vivere lontano da sua madre; per questo era tanto attaccato al genere
femminile.
Però Max pensava che tutti dovessero amarle.
Si chiedeva come gli uomini potessero vivere senza il profumo di shampoo alla
frutta sul cuscino della propria fidanzata il sabato mattina, o come potessero
non aver continuamente voglia di fare l’amore con la pelle più morbida e liscia
che avessero mai sentito.
Per esempio, Hilary era carina. Essenzialmente
più della norma e, nonostante le piacesse comandare a bacchetta ogni singolo
membro della squadra, appariva quasi sempre simpatica.
Era forte e decisa, Max si trovava bene a
parlare con lei, rideva forte e sincero, perché Hilary era brillante e
divertente; sapeva sempre come farlo sorridere nei momenti più tristi della sua
vita, e profumava di fragola.
Aveva provato più volte a chiedere a Kai che
shampoo usasse la ragazza, ma questo non aveva fatto che incrementare gli
attacchi di Dranzer durante gli scontri amichevoli, che vedevano Draciel immobile
fuori dall’arena, sugli steli d’erba.
E Max trovava bello che le ragazze fossero così
amate. E amassero così profondamente.
Gli occhi di Mao brillavano sempre quando Rei
era nei paraggi, ed era più bella che mai, con i capelli rossi lucenti e gli
occhi dorati che sembravano avessero persino qualche sfumatura ambrata - come
se il colore rosso dell’amore si fosse rintanato in quegl’occhi, a mostrare
quanto forte fosse il sentimento che provasse.
Li osservava sempre di nascosto e immaginava
che Mao dovesse avere una pelle morbidissima, perché vedeva Rei accarezzarla di
continuo e la baciava, la baciava ogni momento libero e Mao sorrideva contro i
suoi denti, illuminandosi di felicità abbagliante.
Max adorava sinceramente le ragazze.
Per esempio lo divertiva Julia con la sua esuberanza calda e invitante, o lo
inteneriva Mathilda con i suoi grandi occhi blu che guardavano sempre verso
Miguel.
Trovava Ming-Ming eccitante con quei suoi
completini attillati e avrebbe davvero voluto sistemare gli occhiali di Emily,
quando questi cadevano dispettosi lungo il suo naso sottile.
Tuttavia, pur adorandole, non amava nessuna di
loro. Non amava ridere con Hilary, non amava la luce abbagliante di Mao, né gli
occhiali di Emily, non amava nulla di tutta quella dolcezza tipicamente
femminile.
Oh no, lui aveva sbattuto contro qualcosa di
più prorompente. Con i grandi occhi verdi, i più belli che lui avesse
mai visto, Mariam gli sorrideva sempre sarcastica e non addolciva mai lo
sguardo. Nemmeno quando lui cogliendola di sorpresa lo baciava diventava più
tenera.
Se Max provava ad abbracciarla, lei gli tirava
un pugno e gli proponeva una partita a Beyblade, intimandogli di non diventare
un fottuto sentimentale o con lei avrebbe avuto vita breve.
Mariam entrava di soppiatto dalla sua finestra
quando aveva voglia di fare l’amore e lo prendeva rudemente, stesa su di lui
con gli occhi verdi impiantati in quelli blu di Max. E il ragazzo non aveva mai
visto nulla di così bello, di così spettacolare e travolgente come lei.
Guardava il suo viso stordito dal piacere,
toccava il suo corpo sudato sotto le dita, morbido e voluttuoso, sentiva il
calore prendergli ogni lembo del corpo e stordirlo.
Con le altre ragazze non era così. Non si era
mai sentito stordito di fronte al sorriso di Hilary, fino a perdere la parola.
Mentre stava con Mariam succedeva fin troppo spesso, e lei finiva per prenderlo
in giro e a sorridere accattivante e sensuale, come una gatta selvatica.
Gli occhiali di Emily non gli avevano mai
fatto venire voglia di fare l’amore violentemente, con le unghie che si
infilavano nella carne e i gemiti che riempivano la stanza. Mariam, solo
chinandosi per pulirsi una gamba, era come se gli urlasse di prenderla lì, in
mezzo ad un prato, una corsia del supermercato, sul portico di casa Kinomiya.
La luminosità di Mao quando Mariam passava di
lì si spegnava penosamente, e i capelli corvini della seconda sembravano
attrarre tutta la luce su di sé, come il suo corpo ed il suo sorriso
sarcastico, che gli facevano stringere lo stomaco in una morsa dolorosamente
piacevole.
Mariam era il suo centro. Era la sua luce. Era
la sua bramosia più peccaminosa.
Era arrivata come un tornado facendolo girare
su sé stesso come un beyblade, facendolo stupire di quanto facilmente le altre ragazze apparissero
insignificanti al suo confronto.
Aveva un sacco di difetti, a partire dalla
prepotenza fino ad arrivare al modo in cui sapeva manipolare con gli occhi
intrisi di luccicante sarcasmo, attaccando tutti i suoi punti scoperti e
facendolo divenire creta nelle sue mani solo poggiando casualmente le loro
braccia l’una contro l’altra.
Mariam era spaventosa. Non era simile a nessun’altra
ragazza che avesse mai conosciuto nella sua vita con le sue gambe lunghe ed i
seni sodi, e quando dondolava su di lui gemendo il suo nome, gli faceva credere
di poter morire da un momento all’altro.
Era strano come a lui, che aveva sempre
adorato le ragazze, tutte apparissero così insignificanti e totalmente
sostituibili da un paio di braccia magre conserte sotto il seno sodo, o da una
lingua che si leccava vogliosa le labbra sottili ma ben disegnate.
“La pianti di guardarmi?”
Era strano come lui, in quella frase, trovasse
tutto l’imbarazzo e la felicità di quella ragazza scorbutica, che a volte si addolciva
e si lasciava abbracciare dopo aver fatto l’amore, o quando nessuno li stava
guardando.
La amava così terribilmente da trovare
fantastici persino i suoi insulti, e amava le sberle che lei gli mollava dopo
averla baciata di fronte ai sorrisi degli amici.
In quei momenti lui la guardava, sentiva la
risata di Hilary, percepiva la luminosità di Mao, vedeva i vestiti succinti di
Ming-Ming, ma amava solo le gote imbarazzate di Mariam.
“Guai a te se ci riprovi”.
“Sai che lo farò”.
“Ti detesto”.
“Sei una bugiarda”.
“Stronzo”.
E un altro bacio.
Max adorava le ragazze, ma era così innamorato
di Mariam da non guardarle nemmeno più.
A Hilly,
Perché è semplicemente speciale.
E scema. <3
In pillole: io li amo. Potrei stare a parlare delle ore
sul perché Max e Mariam debbano stare insieme, davvero. E sono una delle uniche
due coppie per cui spulcio ancora questo fandom. Fortunatamente l’altra è
piuttosto quotata. (L)
Vi è piaciuta? XD