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Autore: Screec_94_    15/12/2011    6 recensioni
Si, erano stati a letto insieme qualche volta, ma niente di serio, o almeno così pensava la detective.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lanie Parish | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Falling capitolo 2

Ciao a tutti! So benissimo che oggi è Giovedì e non Venerdì, ma domani avrò una giornata talmente pesante che non credo che mi connetterò, quindi ho pensato di anticipare di qualche ora la pubblicazione di questo secondo capitolo.
Dunque, ci troviamo nuovamente nel "presente",  inizia circa un'ora dopo il prologo. Cosa farà Kate? Sta a voi scoprirlo! 
Come sempre grazie a 1rebeccammadeitpossibledilpa93bice_94 kate95. Spero che anche questo capitolo vi piaccia!
Buona lettura,

Silvia ^_^

Falling

Capitolo 2


Doveva pensare. I suoi sospetti e timori erano stati confermati e ora doveva elaborare una strategia d'azione. Sapeva di avere varie possibilità, ma voleva evitare quella più drastica, che però avrebbe potuto risolvere molti dei suoi problemi, senza che nessuno se ne accorgesse. Lei però non sarebbe stata bene, non era quel tipo di persona, avrebbe vissuto il resto della sua vita con i sensi di colpa, chiedendosi cosa sarebbe successo se avesse agito in modo diverso. Il vento autunnale faceva frusciare le foglie degli alberi del piccolo parco dove stava passeggiando; non c'era molta gente lì insieme a lei, era il posto perfetto per stare in tranquillità, vi erano solo alcuni anziani che davano da mangiare a dei piccioni e uno spazzino che raggruppava le foglie che cadono dagli alberi. Lo scricchiolio delle foglie secche sotto le sue scarpe è era l'unico rumore che l'accompagnava lungo il suo percorso. Il vento iniziava a diventare più forte, quindi preferì sedersi su una panchina in un punto riparato, piuttosto che continuare a camminare e rischiare di prendersi un malanno. Tirò fuori dalla borsa la sciarpa che si portava sempre appresso e la indossò; il contatto con il tessuto le riscaldò immediatamente la gola. Il foglio che le aveva dato il medico richiamò la sua attenzione. Era stata talmente sconvolta, senza sapere bene perché, in fondo si aspettava quella notizia, che aveva ignorato tutto quello che l'uomo le aveva detto e l'aveva infilato in borsa senza neanche guardare cosa aveva scritto. Aveva un appuntamento per tre giorni dopo, tre giorni per decidere cosa fare, tre giorni per decidere sul proprio futuro, tre giorni e poi tutto sarebbe cambiato, in un modo o nell'altro. Piegò accuratamente il documento e lo ripose in una tasca esterna della borsa, fu allora che notò il suo telefono. L'aveva messo in silenzioso prima di entrare in ospedale e non aveva notato le chiamate perse, 7 da Laine, 5 da Castle e 4 da Ryan e Esposito. Non aveva voglia di richiamare i ragazzi, aveva bisogno di parlare con la sua amica, magari a cena. La chiamata durò solo qualche minuto, il tempo sufficiente a rassicurarla che stava bene, che non era in pericolo di vita e che non c'era bisogno di inviare una squadra di soccorso, promettendole di raccontarle tutto la sera stessa a casa sua. Aveva fatto bene a farle quella promessa? Voleva il parere di una persona cara, che le volesse bene, senza coinvolgere suo padre o, peggio, Castle. Chi poteva essere meglio della sua migliore amica?

Era ormai ora di pranzo e, pur non essendo per niente affamata, decise di prendere un taxi e tornare a casa, magari un bagno caldo l'avrebbe aiutata.



Era ormai sera e la patologa aspettava che la sua amica aprisse la porta; era curiosa, molto curiosa , ma anche preoccupata. Kate non si prendeva mai un giorno libero, neanche se stava male, doveva essere successo qualcosa di veramente sconvolgente per farla rimanere a casa.
Quando Kate aprì la porta, Laine le sorrise e entrò nell'appartamento.
-Ciao Laine, grazie per essere venuta.- sussurrò Kate.
-Non dirlo neanche per scherzo, tesoro. Ho sentito il tono che avevi al telefono, non stai bene e si vede, quindi ora ci sediamo, passiamo una serata insieme, beviamo un po' di vino-disse mostrando la bottiglia di rosso che aveva portato- e se ne hai voglia mi racconti tutto, non sentirti obbligata a fare niente, ok?- concluse sorridendo.
Si misero a mangiare e a guardare un film, anche se Kate aveva la testa da tutt'altra parte, infatti si stava già preparando psicologicamente a confidare tutto alla sua amica, in fondo era lì per quello e parlare con qualcuno non le avrebbe fatto male.
Quando i titoli di coda scorsero sullo schermo, la detective decise che era il momento giusto.
-Laine- disse attirando l'attenzione della sua amica- sono incinta...-. Ecco, l'aveva detto, ora non era più la sola a saperlo e questo la spaventava ancora di più, rendeva il tutto più reale. Una sensazione di panico la pervase, era tutto reale, non era un sogno, non poteva tornare indietro, non si sarebbe svegliata, no. Questa volta non era tutto frutto della sua immaginazione, era la vita vera, la realtà. Venne distolta dai suoi pensieri dalla mano di Laine posata sul suo ginocchio.
-Kate, guardami, respira e raccontami tutto,- le disse dolcemente- ma fai con calma, prenditi il tuo tempo, non sono qui per giudicarti, va bene?-
La detective sospirò e iniziò il suo racconto, omettendo le informazioni che l'amica bramava di più, il nome del padre e cosa avesse deciso di fare. Infine con un ultimo respiro profondo, rivelò tutto.
-E' di Castle...- sussurrò impercettibilmente, come se qualcun altro potesse sentire- è proprio per questo motivo che non so cosa fare. Cosa succede se non mi vuole, se crede che l'abbia ingannato, che voglia approfittare di lui? E se mi succede qualcosa? Non voglio lasciare un bambino da solo, il mio è un lavoro pericoloso e impegnativo, non ho molto tempo libero e un bambino richiede un grande dispendio di energie e non so se ce la farei, però senza questo lavoro non riuscirei a mantenerlo.- disse, quasi cercando di giustificarsi.
-Tesoro, io ti voglio bene, ma certe volte ti crei troppi problemi! Credi davvero che Castle ti lascerebbe sola?
Quell'uomo ti ama! Se potesse, adorerebbe la terra dove cammini! E ti prego non tirare fuori queste stronzate sul tuo lavoro, sai quanti agenti hanno una famiglia? E poi pensi davvero che, se anche lui non volesse avere nulla a che fare con te, rimarresti sola? Non dimenticarti di me, tuo padre e Ryan ed Esposito! Non saresti mai sola! Ora, so che questa è una tua scelta e nessuno deve intromettersi, però rispondi ad una semplice domanda: vuoi questo bambino? Ma non voglio la risposta della detective Beckett o di Kate la ribelle, ma quella di Katie.- le fece notare, guardandola negli occhi.
Kate si prese qualche secondo per riflettere, aveva ragione Laine, quella era la domanda a cui doveva rispondere prima di prendere qualsiasi decisione, ma si accorse di conoscere già la risposta, non aveva bisogno di riflettere.



   
 
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