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Autore: Diana924    15/12/2011    1 recensioni
Claude de Vins des Œillets, detta Claudine, cameriera di madame de Montaspam si deve recare dalla temibile Voisin di prima mattina, mentre Parigi si sveglia
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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storia classificatasi 4° al contest " Paris mon amour " di Primavere Rouge

 

Note: 1) Claude de Vins des Œillets è veramente esistita, era veramente la cameriera della marchesa di Montespam e si recava spesso dalla Voisin per eseguire le commissioni della marchesa

2) la storia si svolge nel 1671, pertanto il cavaliere di Lorena era appena tornato dall’esilio

2b) non ci sono prove che lui e il marchese d’Effiat siano veramente ricorsi alla Voisin

3) Armande Bejart era la moglie di Molière, sorella della sua amante Madeleine di 20 anni più grande della sorella, e ritenuta a torto figlia dello stesso Molière e di Madeleine

4) Therese du Pac era morta pochi anni prima in circostanze misteriose

5) So che La Voisin sembra un errore grammaticale, ma lei era conosciuta così

6) I soldi che ho messo sono cifre sparate a caso, sappiatelo XD

 

Claude quella mattina avrebbe preferito restare nella stanza di madame ad annoiarsi piuttosto che fare quella commissione. Ma Madame era stata categorica così ora stava uscendo dal Louvre. E’ appena l’alba e non si sente alcun rumore in giro. Claude si è infagottata per bene e si è messa una maschera per non farsi riconoscere. Sa bene dove deve andare ma odia farlo, se non fosse che madame la marchesa l’ha ordinato e gli ordini di madame la marchesa sono legge per lei, anche se madame è sempre più insopportabile, il successo la sta rendendo superba oltre ogni limite.

Parigi la mattina è sempre uno spettacolo unico, ne è cosciente ma sa che deve affrettarsi altrimenti rischia di trovare altri clienti da Madame Voisin e la sua padrona, la marchesa è stata chiara: lei deve avere la priorità su tutti.

Mentre sta passando davanti al Palais Royal scorge due figure che ne stanno uscendo. Si appiattisce contro la parete e le osserva.

Sono il cavaliere di Lorena, Philippe de Lorraine-Armagnac, appena tornato dall’esilio italiano, e il marchese d’Effiat, Antoin du Coffier de Reze. I due ridono sguaiatamente e le sembrano ubriachi. Devono esserlo sicuramente altrimenti non si bacerebbero sulla bocca con tutto quel trasporto.

Claude, che la marchesa chiama affettuosamente Claudine, sa che quei due depravati sono amanti, e che si dividono la stessa donna, lo sa tutta la corte questo, e che sono gli amanti di Monsieur, e questo lo sa solo la cerchia di Madame e di Monsieur. Veloce si appiattisce alla parete e loro due la superano, sempre ridendo, il marchese sorregge il cavaliere che ogni tanto lo bacia sulla bocca, con spudoratezza e in barba a tutte le leggi della Chiesa.

Veloce li supera non appena girano l’angolo e raggiunge il fiume.

La Senna scorre lenta quel giorno e Claude si ferma a rimirarla.

Ci sono momenti in cui vorrebbe mandare tutto all’aria, andare dal signor Molière, come lo chiamava sua madre, e chiedergli se ha un posto per lei. Sa però che non è possibile, ha avuto quell’opportunità e se l’è stupidamente giocata e ora è la cameriera preferita di madame la marchesa di Montespan.

Mentre costeggia il Pont Neuf si ferma ad ammirare la statua del vecchio e maestoso Enrico IV. E’ il nonno del re, e Claude sa che è il re e l’amante di madame la marchesa, hanno avuto tre figli, o forse due non ne è sicura. Ma sa anche che il re in alcune occasioni ha desiderato lei e non la sua padrona e questo ogni tanto la fa sorridere al pensiero che la marchesa non lo sappia o che debba sopportare la sua presenza ogni singolo giorno.

La statua sorride, e Claude s’immagina che le stia sorridendo, poi vede che i primi raggi del sole stanno spuntando all’orizzonte, tingendo il cielo di rosato e si affretta.

Sa che la Voisin ha lo stesso orario delle pescivendole de Les Halles ed è pronta a scommettere che quelle sfacciate sono già a lavoro. Madame è stata chiarissima, Claudine deve essere la prima a farsi ricevere dalla Voisin, costi quel che costi. Claude però detesta quando madame le dà degli ordini urlando, o perché ha mal di testa o perché teme un’infedeltà del re: così la punisce a modo suo. Infatti ha preso  la strada più lunga per arrivare in rue de Beuareagard dove la maga abita. Claude si è sempre recata in quella casa per la marchesa, solo una volta per sé e il responso non le è piaciuto.

Sente delle voci e le riconosce subito. Sono allegre, ridanciane e forse un po’ insolenti, e vogliono significare solo una cosa: le pescivendole hanno cominciato al loro giornata di lavoro. Le sente divertirsi mentre si avvicina al gigantesco mercato de Les Halles. E infatti vede le pescivendole, che tra scherzi, battute sconce e altri divertimenti si preparano a lavorare.  Si toglie la maschera, adesso apparirebbe sospetta se la portasse e madame la marchesa è stata categorica, deve confondersi con la folla.

<< Claudine? >> urla una voce. Claude si volta, sperando che non sia l’interessata perché questo le complicherebbe la giornata. << Claudine! Ma allora avevo visto giusto>> si rovinerà la giornata, è sicuro.

E’ Armande Bejart, la giovanissima moglie del signor Molière che ha sostituito nel letto del commediografo la sorella Madeleine. << Armande > > fa lei, cercando un qualsiasi pretesto per allontanarsi. <<  Come mai così presto alzata? >> le chiede Armande sorridente. Quel giorno è vestita più sobriamente del solito e Claude si sente invidiosa di lei. Invidiosa perché Armande non ha lasciato il palcoscenico, anzi ha sposato l’amante della sorella ed è sempre la prima donna. << Una commissione per madame la marchesa >> le risponde, fa la vaga anche perché non ne sa molto, madame la marchesa le ha dato solamente un foglio da consegnare alla Voisin.

<< Dalla Voisin? >> le chiede Armand, preoccupata. << Si, la mia padrona è una sua cliente, perché? >> le chiede Claude, mentre fa per avviarsi. << Non lo so, ma c’è qualcosa di strano, e la povera Therese. Ora devo andare, è stato bello vederti >> << salutami gli altri >> risponde Claude osservando Armande che si allontana.

Chissà a cosa alludeva Armande parlando della povera Therese si chiede Claude mentre supera Les Halles e sente il cicaleccio che diminuisce.

Veloce procede dritta cercando di non farsi notare mentre Parigi si sveglia. Poi sente il profumo di pane appena cotto e si avvicina. Ha con sé qualche livres, niente di che ma saranno senza dubbio sufficienti. << Quanto costa il pane oggi? >> chiede al giovane garzone. << 18 livres, Mademoiselle >> le risponde questi. << Eccole qui >> risponde lei consegnando i soldi e allontanandosi con il suo pane verso casa della Voisin in rue de Beauregard.

Percorre rapida l’ultimo tratto di strada mangiando finché non arriva alla sua destinazione.

Davanti la casa della Voisin c’è una carrozza, solo che non riesce a vederne lo stemma, un altro nobile dalla Voisin.

Poi vede la porta aprirsi e il marchese d’Effiat uscirne mentre sta parlando con qualcuno all’interno. Riesce a capire che sta ringraziando per qualcosa e sente un brivido freddo percorre la schiena, e se fosse vero quel che si dice in giro?

<< Antoin? Ti vuoi muovere?, faremo tardi! >> dice una voce da dentro la carrozza e Claude la riconosce. << Arrivo Philippe >> risponde l’altro, saltando nella carrozza tra le braccia dell’altro e facendo segno al cocchiere di partire.

Claude si spaventa, veloce si cala la maschera fino agli occhi. Sa chi è l’altro nella carrozza e spera che non la riconoscano mentre la carrozza le passa davanti. I finestrini sono abbassati e sa che è una doppia precauzione: non farsi riconoscere e avere la loro intimità, Claude non è stupida ma trova quello che fanno i due ignobile.

Veloce varca il portone e vede i soliti gatti della Voisin, ne raccoglie tantissimi, nel giardino ognuno occupato a fare qualcosa.

<< Ah!, la dama dalla doppia coda, entrate prego >> le dice la Voisin, facendola sedere nel suo studio che a Claude ricorda un antro dell’inferno.

<< Vi ho portato questo >> dice Claude, porgendole il foglietto e desiderando d’essere altrove. La maga legge veloce il messaggio poi sparisce per pochi secondi, che a Claude sembrano eterni, per tornare con un pacchettino. << Datelo alla vostra padrona, lei saprà come usarlo. Ditele anche che le mie scorte stanno per finire e che dovrà avere pazienza. Se vuole arrabbiarsi con qualcuno, beh, Mlle des Œillets, se la prenda con il cavaliere e con il marchese >> e detto questo la congeda. << Una cosa: ditele che padre Mariette la riceverà il 15 del mese venturo >>, sono le ultime parole che le dice la maga, prima che Claude esca di corsa da quella casa, con al sensazione di essere spiata.

Quella sera:

Claude stava riponendo gli abiti di madame la marchesa quando sente un rumore. << Atenais? >> riconosce quella voce che sta cercando al sua padrona. << La mia signora non è qui signor cavaliere, devo dirle che siete passato? >> chiede Claudine, cercando di rimanere padrona di sé, perché proprio quella stessa sera doveva vederlo? 

<< Niente d’importante, ringraziatela solo, lei saprà di cosa >>le risponde il cavaliere di Lorena, prima di rivolgerle un sorriso malizioso e andarsene.

Più tardi:

Da quella finestra Claude osserva Parigi, non è una città che inviti a contemplarla ma è più forte di lei. Pensa a come devono divertirsi nelle immense sale e ne ha coscienza quando apre le finestre e sente la musica e le risate. Si mette alla finestra e guarda la città, sente che a Saint Germain hanno appena finito di far suonare le campane. E’ tardi ed intuisce che tra breve la marchesa tornerà se non è riuscita a convincere Sua Maestà a giacere con lei.

Parigi è una città marcia e corrotta, a Parigi ogni vizio nasce, prospera e infine marcisce. Ma Parigi è anche una città luminosa e vivace, a Parigi risiede il re con tutta la corte. Parigi è unica. Parigi è la sua città.

   
 
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