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Autore: SereILU    15/12/2011    8 recensioni
"Storia partecipante al "12 Mesi di Fanfiction" di BS, sul forum di EFP.
*
La piccola Ariana Silente è felice di poter decorare l'albero di Natale.
È felice che il suo fratellone preferito sia a casa.
Aberforth la aiuterà nel suo intento!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Titolo: Decoriamo l’albero, Ab?

Personaggi: Aberforth Silente, Ariana Silente.

Genere: Generale, Fluff

Prompt: Natale

Avvertimenti: Whay If? Missing Moment

Nda: Questa storia partecipa al “12 Mesi di FanFiction” di BS!

 

 

 

Decoriamo l’albero, Ab?

 

 

 

 

“Piano! Ti farai male!”

Una risata fece eco a quelle parole segnate dalla preoccupazione.

Una bambina dai lunghi capelli biondi scendeva le scale lentamente, tra le braccia, un’enorme scatola di cartone piena di strani oggetti scintillanti.

Aberforth corse verso di lei, afferrò lo scatolone e lo portò nel salotto della piccola casa di Godric’s Hollow.

Fuori dalle finestre, la neve continuava a cadere, creando uno spesso strato ghiacciato sulle piccole mensole di marmo. I vetri continuavano ad appannarsi, nonostante Ariana avesse tentato più volte di ripulirli per sbirciare all’esterno e godersi quell’atmosfera.

Il grande albero di Natale svettava in mezzo alla stanza. Su una poltrona, accanto al fuoco, Kendra Silente sorrideva davanti alla scena: Abelforth, in ginocchio sul pavimento, aveva aperto la scatola e ora stava tirando fuori una serie di piccoli oggetti lucenti mentre Ariana gli saltellava intorno, incapace di contenere l’eccitazione.

“Decoriamo l’albero, Ab?” chiese eccitata, gli occhi che brillavano.

Il fratello rise, alzando lo sguardo su di lei.

“Certo, intanto comincia se vuoi!”

Ariana lanciò un gridolino e afferrò la prima decorazione che riuscì a trovare: una sfera di vetro con all’interno quella che era senza dubbio una fatina profondamente addormentata.

“Mamma?” disse la bambina avvicinandosi alla grande poltrona.

Kendra estrasse la bacchetta e sfiorò il vetro; immediatamente la piccola creatura si svegliò, cominciando ad emanare una tenue luce dorata. Ariana batté le mani, rischiando, nel suo entusiasmo, di farla cadere.

Abelforth continuava a ridere, felice nel vedere la sorellina così vivace. Il fatto che lui e Albus fossero tornati a casa per le vacanze di Natale le avrebbe fatto dimenticare i suoi tanti problemi, le sue tante lacrime, e soprattutto avrebbe permesso a Kendra di respirare e di avere il cuore più leggero.

Poi Ariana prese una lunga ghirlanda argentata e se la avvolse intorno alla vita, iniziando a ballare. Kendra sentì gli occhi inumidirsi davanti a quella scena, chiedendosi poi come avrebbe fatto ad arrivare fino a giugno, o al massimo alle vacanze di Pasqua, senza la presenza di Abelforth e Albus, le luci della sua esistenza e di quella di Ariana.

La ghirlanda prese vita dopo un altro tocco di bacchetta e la bambina la sentì scivolare via dal proprio corpo e volare sull’albero ancora spoglio. Ariana, ancora una volta, batté le mani.

Abelforth si alzò dal pavimento dopo aver vuotato completamente la scatola e la spostò dentro il ripostiglio lungo il corridoio. Quindi si unì a sua sorella nella decorazione dell’albero di Natale.

Kendra accese la vecchia radio appoggiata sul un mobiletto poco lontano. Una musica leggera e adatta all’atmosfera natalizia cominciò a diffondersi nella stanza.

Altre fatine finirono appese ai rametti più alti del vecchio abete, illuminandoli di luci verdi, rosse e azzurre. Altre lunghe ghirlande si avvolsero attorno all’albero, raggiunte da altre figurine luccicanti: stelle che si illuminavano a intermittenza, neve candida per dare un’aria più natalizia e altre piccole sfere che cambiavano colore.

Ariana non riusciva a smettere di ridere e di sorridere alla madre e al fratello che, contagiato dal suo entusiasmo, si sentiva di nuovo un bambino, senza le preoccupazioni della vita da adolescente costretto a vivere senza un padre accanto.

Alla fine, dopo altre risa e dopo che un paio di fatine furono riuscite a guadagnare la libertà, l’albero fu completo.

Kendra batté le mani, sinceramente felice di quella scena di vita che poteva essere definita normale.

 

In quell’istante, Albus scese le scale, assorto nella lettura di quella che sembrava una lettera scritta su pergamena pregiata.

“Albus!” grido Ariana entusiasta. “Vieni a vedere cosa abbiamo fatto io e Ab!”

Il ragazzo sollevò appena lo sguardo, sorrise lievemente alla vista delle decorazione e poi tornò alla sua lettera, come se non fosse successo nulla.

Abelforth sospirò.

Ariana sembrò esserci rimasta un po’ male, ma poi avvertì la mano di Abelforth nella sua.

“Sei stata bravissima” le sussurrò in un orecchio. “È bellissimo.”

Lei distolse lo sguardo da Albus e sorrise.

Kendra si rilassò leggermente: non poteva certo essere tutto perfetto, ma se quella era l’imperfezione, a lei andava benissimo.

 

 

 

Writer’s Corner:

Non so come sia nata questa storia, però il risultato finale, nella sua semplicità, mi piace!

   
 
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