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Autore: LuckyMc    16/12/2011    3 recensioni
John aprì lentamente la porta e sorrise, c’era una ragazza in intimo nella sua stanza, che si muoveva sensualmente ascoltando Elvis.
La storia di una ragazza americana che va a vivere a casa di John Lennon, semplici amici o molto di più(?)
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Pete Best , Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dear friend, what's the time?

Enya sgranò gli occhi e si scollò John da dosso che guaì contrario “Che significa che andrete ad Amburgo per un tempo indefinito?” Lennon fece spallucce e provò ad avere nuovamente un contatto corporeo che però non avvenne, la mora scese giù dal letto e prese la maglia, ma John la bloccò, l’abbracciò da dietro e le leccò la nuca facendole socchiudere gli occhi e schiudere le labbra. “John..” sussurrò appena e John le slacciò il reggiseno, ributtandola poi sul letto, si voltò ad ammararle l’addome nudo, salendo poi sul seno sodo, con due bellissimi capezzoli perfettamente turgidi “Non ti lascio andare, non questa volta” fu la chiara richiesta di John che si tolse la maglia e si stese piano sopra la ragazza che sorrise, no, non avrebbe resisto questa volta. Unì le proprie labbra con quelle del ragazzo che mugolò piacevolmente sorpreso dall’audacia della ragazza e ricambiò il bacio con maggiore intensità “Da quando hai tutta questa voglia di collaborazione?” chiese Lennon con un sorriso beffardo sulle labbra. Enya roteò gli occhi e strofinò il ginocchio sul pene, già in tiro, di John che si morse le labbra “Tu perché non stai zitto e godi?” chiese di rimando Enya prima di togliere i jeans al ragazzo che scese a marchiarle i seni di viola. Enya inarcò la schiena e gli graffiò la nuca, mentre John le mordicchiava un capezzolo, per poi succhiarlo avidamente, “J-John… Merda John non lasciarmi i segni” soffiò ansimando e Lennon rise scusandosi, le accarezzò la guancia e la baciò subito sulle labbra, era al settimo cielo diamine, aveva sotto di sé la sua ragazza americana, sorrise nel bacio e scese con le mani, portandole nei pantaloni di Enya che trattenne il fiato. John incatenò gli occhi scuri in quelli color giaccio di Enya che respirava pesantemente “E’ merito mio?” chiese beffardo sfiorando con le dita la stoffa delle mutandine della mora ormai fin troppo umide per sopportarle, evitò di rispondere e chiuse gli occhi quando John le spostò andando a toccarle apertamente il sesso bagnato, si abbandonò alle carezze del ragazzo lasciandosi andare ad ansiti sempre più forti man mano che John intensificava le carezze, salì con il dito e lo passò lentamente sul clitoride di Enya che inarcò la schiena presa alla sprovvista, si portò le mani sull’addome, fermò John spogliandosi del tutto dei pochi indumenti rimasti e allargando le gambe. Lennon rimase per un tempo indefinito con gli occhi fissi su Enya che era ormai bramosa di desiderio, lo sguardo di John mutò e divenne il solito viso strafottente e vittorioso, quello che aveva fatto impazzire Enya fino a questo punto, fino ad offrirsi spudoratamente a John. Lennon sorrise, si tolse i boxer e lasciò libero il povero pene ormai eretto, ribaciò nuovamente Enya e le fece divacare ulteriormente le gambe, prima di avvicinare la cappella all’apertura della ragazza che, con un attimo di esitazione, si tirò indietro “I-il preservativo?” chiese e Lennon sorrise, lambendole il collo con la propria saliva “Non ne ho bisogno, sono un professionista” e senza aggiungere altro, baciò Enya sulle labbra per soffocare il gemito che uscì non appena lui entrò con una sola spinta interamente dentro di lei. Rimase fermo per un po’, facendola abituare alla sua presenza e per godersi la lingua di lei che lottava desiderosa contro la propria, poi le strinse i fianchi e si staccò dalle labbra di Enya iniziando a spingere dentro di lei fino a trovare un ritmo ottimale. Enya ansimò e gli circondò la vita con le gambe versando di tanto in tanto la testa all’indietro e lasciandosi andare a suoni osceni, John era troppo, per chiunque, per qualsiasi essere vivente esistente sulla terra, nessuno rimaneva illeso dal fascino aristocratico e virile di Lennon, ed Enya se lo ripeteva – è troppo, per chiunque – gemette e aprì gli occhi guardando John che, sudato, si spingeva dentro di lei digrignando i denti. “C-credevo fossi vergine” sussurrò fra gli ansiti Lennon mentre aumentava l’intensità delle spinte facendo contorcere la mora sotto di sé che ormai godeva senza sosta “Lo ero… f-fino a pochi giorni fa” spiegò e Lennon le morse forte la gola dalla rabbia, facendola ululare appena dal dolore, odiava Pete di più ora – dovevi aspettarmi – pensò e la guardò negli occhi stramaledettamente limpidi e annebbiati dal piacere, non resisteva più. Scese con una mano e le infastidì a lungo il clitoride mentre affondava dentro di lei, la sentì venire e uscì, si prese il membro fra le mani, si masturbò fino ad eiaculare sul ventre piatto della ragazza e si stese esausto su di lei. Rimasero entrambi fermi così per una manciata di minuti finché la mano di Enya non andò ad accarezzare la schiena nuda e sudata di John che sorrise e le tolse i capelli attaccati alla fronte sempre per colpa del sudore, entrambi sorrisero e si scambiarono un ultimo bacio, dolce, lungo, bagnato e appassionato, finché la mora non lasciò furtivamente la dimora. Lennon però, corse giù dal letto e si sporse alla finestra “Enya” urlò e la ragazza guardò John a petto nudo nell’aria ghiacciata di febbraio “Domani qui, alle due” disse ed Enya sorrise, acconsentendo ed allontanandosi del tutto. Lennon chiuse la finestra e si poggiò contro essa, lasciando poi allargare le labbra in un sorriso appagato.

***

“Bhe spiega cazzo” urlò Enya mentre Pete si mordeva le labbra amareggiato “Te l’avrei detto okay?” disse dispiaciuto, ma Enya continuò a dargli contro “Quando? Rispondimi, quando?” gridò fuori di sé e il ragazzo reclinò il viso mortificato poi però aggrottò le sopraciglia “Hey aspetta tu come l’hai saputo?”. Enya fece un passo indietro e sgranò gli occhi, quale faccia tosta, era lì ad urlare contro Pete perché non le aveva detto di Amburgo e lei pochi secondi prima si era fatta ramazzare da John, senza il minimo freno, si mordicchiò il labbro ma tenne saldo il contatto visivo “Mimi” “Impossibile, Mimi non lo sa, John è un tale cacasotto” Enya sbatté più volte le palpebre e lo difese “Cosa? Mi parli tu di John? Tu? Che non hai avuto il coraggio di dirmi che andavi ad Amburgo” Pete scattò verso Enya e le prese il polso, guardandola fisso negli occhi, lui non aveva torto “Perché lo difendi, ti sta così tanto a cuore?” chiese poi la lasciò “Non sono io che sono venuto qui perché John mi aveva ferito scopando con la sua ragazza” enfatizzò le ultime parole ed Enya chinò il viso. Calò il silenzio fra entrambi prima che Pete prese nuovamente parola, con voce debole “Se sei attratta da lui, perché stai con me?” chiese ed Enya lo guardò, Pete aveva ragione, tutti s’erano accorti, Enya era sfacciatamente affascinata da John, “Perché io ti amo” disse e per un attimo si sentì male, stava mantenendo? Era solo una ragazzina di quindici anni, non sapeva nemmeno cos’era l’amore ma con Pete, lei con Pete stava benissimo. Il batterista guardò la propria ragazza negli occhi e sorrise, tirandola a sé “La mia piccina” sussurrò e le baciò la guancia “Mi perdoni?” chiese ed Enya annuì, era lei che doveva farsi perdonare, non lui.

***

Pete sospirò e uscì di casa, era stanco di dover aiutare sempre la madre e dover lasciare Enya da sola a casa, che poi sola non era e nemmeno a casa. Alle 13.30 Enya era perfettamente in tiro, si guardò allo specchio e si passò una mano fra i lunghi capelli neri, gli occhi azzurri erano contornati delicatamente di nero, le labbra era rimaste rosee, non le aveva toccate, portava un vestito blu stretto in vita che si allargava poi in un’ampia gonna. Scosse la testa e uscì di casa, arrivando poco dopo davanti quella di John che fumava una sigaretta con un piede appoggiato al muro affianco a – McCartney – pensò Enya e arricciò le labbra. John la vide arrivare e si leccò le labbra buttando la sigaretta, le mise una mano dietro la schiena e la tirò a sé per unire le due labbra, ma Enya spostò il viso facendo aggrottare le sopracciglia a John “Hey bambolina tranquilla, Paul sa tutto” disse ed Enya lo guardò torvo “Non è Paul il problema, e non chiamarmi bambolina” sbottò acida e John aggrottò le sopracciglia “Certo che voi donne con questi sbalzi d’umore..” Enya provò a ribattere ma Lennon le mise un dito sulle labbra “… e non venirmi a dire che ti sei messa tutta in tiro per dirmi che ti senti in colpa per Pete”. La mora chinò il viso e John sorrise – bingo – pensò e le accarezzò i capelli “Io tradisco Cynthia e non mi faccio tutti questi problemi, guardami bambolina” sussurrò e la mora lo guardò negli occhi “Oggi non avrai nemmeno il tempo di pensare a Pete” sorrise e Macca li raggiunse “Bhe, perché lui è con noi allora?” “Per non destare sospetti” spiegò McCartney ed Enya sorrise, camminando vicino a Paul e lontana da John. Arrivarono davanti un enorme cancello rosso ed Enya notò il cartello vietato entrare “John ma..” “Shht, stai tranquilla” disse Lennon e, salutato Macca, guardò Enya sorridendo “Scavalca” disse e la mora sgranò gli occhi “Cosa? Ma ho la gonna! E poi dove siamo?” chiese la mora e Lennon rise, la prese in braccio e la fece salire sul cancello “Nulla che non ho visto e poi siamo a Strawberry Fields, ora zitta e scavalca”. Enya roteò gli occhi ed ubbidì, sentendo lo sguardo di John bruciargli addosso, o meglio sotto le gambe, Lennon scavalcò a sua volta e la prese per mano camminando lungo il prato verde. Enya si guardò intorno e sorrise sbalordita “A New York non ci sono posti del genere” disse e poco dopo John le strinse la vita sfiorandole la nuca con le labbra “Ti piace? Avrei voluto portarti qui da subito, ma qualcuno è stata attratta dagli occhi dolci del batterista” spiegò Lennon ed Enya gli accarezzò la mano “E dai lineamenti virili e aristocratici del cantante” si voltò fra le braccia di Lennon che le mise una fra i capelli e la baciò dolcemente sulle labbra.
“Mi sei piaciuta da subito sai? Però ti facevo più facile, cioè, ho dovuto aspettare un mese e mezzo prima che me l’hai data” disse, ridendo, John e la mora arricciò le labbra “Solo perché ero in mutande in camera tua non significava che sarei venuta a letto con te, non ti conoscevo nemmeno, potevi anche non piacermi”. Lennon la guardò negli occhi poi le addentò la guancia, facendola sorridere “Sì ma per fortuna è successo il contrario” “Sì, ma io e te siamo fidanzati e dobbiamo gestire la situazione… Io non voglio lasciare Pete” John la guardò cupo poi fissò un punto per terra, perché mai? Cosa aveva Pete che lui non aveva? Era più fascinoso, più talentuoso e fottutamente più arrappante – come può arrapare uno del genere? – pensò poi riguardò Enya “Perché no?” “Perché tu non lasceresti Cynthia, o sbaglio?” Lennon la guardò negli occhi e storse le labbra, era vero, alla fine John era un vero cacasotto, non avrebbe mai lasciato Cynthia. “Sì okay, ma io non riesco a vederti durante le prove fra le braccia di quello lì” “Come io non riesco a vedere lei fra le tue braccia” John sospirò e si arrese, allungò una mano e accarezzò la pelle liscia della ragazza con il dorso della mano “Promettimi però che ci vedremo almeno una volta al giorno, tutti i giorni” Enya guardò il cielo azzurro come i suoi occhi e si sistemò meglio fra le braccia di John che la stringeva a sé “Per ora sì, mi riesce facile dato che Pete aiuta la mamma al bar… ma tanto ora partite, quindi” John le spostò i capelli e le morse la nuca facendole chiudere gli occhi “John…” “Sì lo so che ti attizza la nuca” rise il ragazzo ed Enya si voltò, guardandolo torvo in viso, gli baciò le labbra poi poggiò la testa sul petto di Lennon che le accarezzò la schiena.
“It's not the way you smile that touched my heart, it's not the way you kiss that tears me apart”canticchiò Lennon nell’orecchio di Enya che sorrise e lo baciò dolcemente, abbandonandosi a lui ancora una volta.
 


-                 Here comes the sun:
Sì, dopo tanto tempo ho finalmente postato ç_ç
Devo andare a scuola, quindi non dico nulla, tranne, scusate ç_ç <3
  
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