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Autore: Tifawow    16/12/2011    2 recensioni
"Il sangue, l'odore della terra bruciata, il fragore delle lame che si incrociavano e le grida che si alzavano dal campo di battaglia: nient'altro vedeva Germania. Quello e Roma, inginocchiato di fronte a lui, stanco ed esangue ma ancora acceso di fervore guerriero.
-Così ti sei ribellato, mi hai tradito!-.
-Questo è tuo epilogo!- urlò Germania, lasciando che la sua voce risuonasse per tutta la valle insanguinata -Oggi finisce il grande Impero Romano!-.
-Noi non siamo che cenere, Germania!- esclamò il romano con voce alta è forte -Non siamo che immagini destinate a sparire! Oggi a me... e domani toccherà a te!-."
[Raccolta sperimentale di drabble e double-drabble sulla coppia Roma/Germania Magna]
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Antica Roma, Germania Magna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tre parole'
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Titolo: Echi antichi
Autore: Tifawow
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Giallo
Genere: Generale(c'è un po' di tutto)
Avvertimenti: Shonen-ai, Yaoi, Raccolta, Drabble
Pairing: Roma Antica; Germania Magna.
Note: questa raccolta è un totale esperimento! Ho provato a chiedere ai miei amici più intimi di darmi tre parole a testa, le prime che venivano loro in mente. Le ho poi elaborate in varie drabble a seconda di quello che mi ispiravano, includendo nel testo quelle stesse parole.
Per la scelta della coppia ho passato un'odissea non indifferente: in realtà avevo già deciso da un bel pezzo per una bella Austria/Svizzera, ma considerato che sotto le feste natalizie manco di decisione ho cambiato idea almeno cinquanta volte: è diventata una Bielorussia/Liechtenstein, poi una DenNor, poi di nuovo un'Austria/Svizzera, poi una Turchia/Grecia e infine mi sono decisa per i nonnini U_U
Cesare e Lotario i nomi che ho rispettivamente dato a nonno Roma e nonno Germania. Non penso che in giro ci siano altri ad averli chiamati in questo modo ma se così dovesse essere e doveste esserne infastiditi non esitate a farmelo sapere, li cambierò subito. Non è mia intenzione copiare nessuno e, nel caso, la cosa non sarebbe di certo intenzionale.♥




Espressioni nel tempo – 150 parole
Ebete ~ Cavallo ~ Benedetti



Dalla sua nuvoletta in cielo, Lotario poteva constatare ogni giorno quanto il mondo fosse cambiato rispetto a quando era ancora in vita.
Non era più tempo per le grandi battaglie e l'onore; ora c'erano le bombe, le Unioni, i parlamenti. Le Nazioni erano mutate e così le persone, le abitudini... tutto! Persino il modo di esprimere i sentimenti!
Guardando le giovani Nazioni, intenti a scambiarsi melense smancerie, Lotario si trovava sempre a scuotere il capo con disapprovazione. Quando mai lui e Cesare si erano detti “Ti amo”, tubando come piccioncini?
Mai!
Non era da uomini!
Il loro amore era fatto di risse, corse a cavallo e notti di sesso selvaggio.
-Yu-huuu! Lotario!! Mi stavi aspettando vero?-.
Ma, guardando in sorriso ebete che Cesare continuava a rivolgergli, non poté che constare una cosa: forse era cambiato il modo di esprimerli questi benedetti sentimenti, ma di certo non quello di provarli!







Anima d'artista – 100 parole
Pennello ~ Sfumatura ~ Colore



Per Cesare, Lotario era un autentico capolavoro naturale.
Alto, biondo e bello, un corpo perfetto che pareva scolpito nel marmo, l'espressione fiera... era sicuramente la più bella opera d'arte che avesse mai visto.
E Cesare, di arte, se ne intendeva.
Così, ogni volta che il compagno dormiva o era distratto, si affrettava a tirar fuori tele e colori, lasciando che il pennello parlasse per sé, cogliendo ogni sfumatura di quel bellissimo uomo che gli dei gli avevano donato.
Non c'era modello che preferisse a lui.
E, chi vedeva i suoi quadri, capiva che non ce n'era nemmeno uno più amato.







Lasciare un segno – 200 parole
Segnalibro ~ Immagine ~ Cenere



Il sangue, l'odore della terra bruciata, il fragore delle lame che si incrociavano e le grida che si alzavano dal campo di battaglia: nient'altro vedeva Germania. Quello e Roma, inginocchiato di fronte a lui, stanco ed esangue ma ancora acceso di fervore guerriero.
-Così ti sei ribellato, mi hai tradito!-.
-Questo è tuo epilogo!- urlò Germania, lasciando che la sua voce risuonasse per tutta la valle insanguinata -Oggi finisce il grande Impero Romano!-.
-Noi non siamo che cenere, Germania!- esclamò il romano con voce alta è forte -Non siamo che immagini destinate a sparire! Oggi a me... e domani toccherà a te!-.
Un sorriso gli si disegnò sulle labbra -Se hai ragione vuol dire che presto dovrò sopportarti di nuovo..-
-Bene!- esclamò Roma, ricambiando il sorriso -Speravo di sentirtelo dire!-.
E di nuovo le armi si incrociarono, con un fragore di metallo che sarebbe risuonato nei secoli avvenire.
Forse Roma aveva ragione. Forse un giorno non sarebbero stati altro che un'immagine screpolata e antica in un vecchio volume di storia abbandonato.
Ma di una cosa era certo.
Nel bene o nel male, lui e Roma avrebbero lasciato il loro segnalibro in quel volume.
E lo avrebbero fatto insieme.
Combattendo.







Il ricordo più bello – 100 parole
Esotico ~ Algido ~ Macchia




Il ricordo più bello che Cesare aveva di Lotario era il sorriso.
Sincero, non più alto degli angoli della bocca e, sopratutto così raro rivolto alla sua persona.
Come l'acqua in estate o un animale esotico era prezioso, nascosto dal suo proprietario che, almeno nei suoi riguardi, si dimostrava sempre rigido e algido come una regina delle nevi.
Eppure a volte, quando Cesare meno se l'aspettava, quando magari silente contemplava l'orizzonte, eccolo apparire: il bellissimo sorriso che gli sarebbe sempre rimasto nel cuore.
Una sinfonia di perfezione che aveva solo una piccola ma indelebile macchia: alla fine lo aveva tradito.







Somiglianze – 150 parole
Meringata ~ Lattina ~ Forchetta



-Non trovi che siano carini i nostri nipotini?- la voce di Cesare era sognante, intenerita nel suo fluttuare.
Lotario sospirò, soffermando il suo sguardo da spirito sulla scena che gli si presentava di fronte: Italia e Germania, soli, seduti al tavolo di un bar. Il giovane Feliciano cercava di imboccare Ludwig con un pezzo di meringata infilzata in una forchetta mentre il fidanzato, rosso di vergogna, tentava di sfuggire dietro una lattina di birra.
Una scena tenera, tutto sommato.
-Assomigliano a noi quando avevamo la loro età!-.
A quella frase, Lotario si irrigidì di colpo -Non dire fesserie!- sibilò, distogliendo lo sguardo per sfuggire alle inutili smancerie di Roma.
-Hai ragione, noi non siamo mai stati carini...-.
La voce di Cesare era così seria che Lotario si voltò di colpo, stupito di trovarlo così accondiscende. Dovette subito ricredersi nel leggere il lampo di malizia nei suoi occhi.
-Noi eravamo stupendi!!!-.







Ritorno al nulla – 100 parole
Umiliazione ~ Ritorno ~ Nulla



Cesare non avrebbe mai pensato che sarebbe stata l'umiliazione a piegarlo.
Non credeva nemmeno che sarebbe potuto veramente morire, in fin dei conti. Per questo aveva tremato quando Lotario gli si era ribellato, ripudiando ogni vincolo nei suoi confronti.
Aveva combattuto valorosamente ma, alla fine, sfinito per le lotte e le ferite, non aveva potuto che chinare il capo e accettare il ritorno al nulla che spettava ad ogni Impero morente.
Ma non era quello che lo aveva umiliato davvero.
No.
Quello lo aveva fatto il capire che, nonostante tutto, non sarebbe mai riuscito ad odiare chi lo stava distruggendo.






Problemi di relazione – 150 parole
Bruto ~ Igiene ~ Coniglio



Lotario non poteva dire che la sua relazione con Roma fosse la cosa più semplice in cui si fosse abbattuto. Nonostante i suoi sforzi per andare d'accordo il romano aveva sempre qualcosa da criticargli, dalla sua cucina, al suo dire, alla sua scarsa igiene... persino dei suoi modi a letto non sembrava mai contento!
-Ecco, lo sapevo! Sei un bruto, non pensi mai alle mie esigenze!- era la frase che Cesare amava ripetergli quando litigavano, possibilmente lanciandogli dietro anatemi in latino e pezzi di arredamento vari.
E se, per chiedergli scusa, Lotario gli regalava un coniglio appena cacciato (uno bello grasso, di quelli per l'arrosto!), Cesare pareva offendersi ancora di più, urlando qualcosa sulla morte del romanticismo.
Lotario proprio non lo capiva e, allora, preferiva evitare le scuse ed altri incidenti. Non osava pensare a che cosa fosse successo se avesse provato a fargli un complimento sulle sue cosce grasse.







Lotta alla pari – 100 parole

Gioco ~ Battuta ~ Volgare



Il sesso, tra lui e Lotario, si basava sempre sul principio che uno dei due dovesse per forza opporvisi.
Cesare conosceva le regole del gioco e ci si sottometteva con piacere e con una punta di divertimento: cominciava sempre con qualche battuta allusiva, alla quale seguiva una risposta volgare; un pallido tentativo di abbraccio, uno spintone, qualche parola sarcastica.
Poi due labbra che cozzavano violentemente le une sulle altre, due corpi stretti in un groviglio che più che amore sembrava una rissa e mani che si insinuavano ovunque, senza pietà.
Era sempre una lotta.
Alla fine senza né vincitori né vinti.







Benvenuto nell'Impero – 200 parole
Violento ~ Bello ~ Sguardo



-Così questo sarebbe Germania...- dei passi, lenti e concisi, si fermarono di fronte a lui, davanti al suo corpo che, esausto e sconfitto, quasi non aveva la forza di muovere.
Germania alzò lo sguardo: di fronte a lui stava il grande Impero Romano, che lo guardava con un sorriso sarcastico e crudele.
-Non sembra spaventoso come dicono...- aggiunse subito il romano, afferrandolo per il mento e costringendolo ad alzare lo sguardo -E' più bello di quello che credevo...-.
Un modo di disgusto prese lo stomaco di Germania. Senza paura, senza una sola parola, sputò in faccia al suo nemico, fissandolo negli occhi con rabbia e rancore.
Roma si ritrasse appena con un'imprecazione -Barbaro...- sibilò -Mi piace...- e, senza nemmeno dargli il tempo di ribattere, lo afferrò per i capelli, tirandolo contro di sé e lasciando che le loro labbra collidessero in un bacio.
Un bacio violento, che sapeva di sangue e sudore, al quale lo sfinito Germania non fece in tempo ad opporsi.
Poi, violentemente come lo aveva preso, Roma lo spinse via da sé, lasciandolo cadere a terra e continuando a guardarlo con superiorità.
-Benvenuto nell'Impero...-.
Germania, da terra, lo fissò con odio.
Un giorno, giurò, lo avrebbe distrutto.






..::.Fine.::..




Sto iniziando a odiare il computer di mio fratello e la stra-dannata chiavetta usb, che ha deciso di abbandonarmi quando questa serie era già bella che finita e pronta per essere pubblicata, costringendomi a scriverla di nuovo -.- la tecnologia ce l'ha con me!!! Questa raccolta poteva essere decisamente meglio di così, ma quando sei costretto a riscrivere una cosa che avevi già scritto non viene mai come prima ç_ç

Ma, a parte questo piccolo sclero... signori e signore questa serie è ufficialmente finita! Con questa ultima raccolta si conclude il mio viaggio nelle tre parole (e finalmente, diranno in molti! Me compresa o.o).
Anche se un po' mi rattrista saper di aver finito, sono contenta di essere riuscita a portare questo lavoro a termine... mi riempie di gioia! Forse farò un extra più avanti, con tutte le coppie che ho trattato, ma per ora posso dire di aver concluso qui!♥

Per intanto vi ringrazio tutti!♥
Tutti voi che avete letto fino ad oggi e che mi avete reso una donna felice, aggiungendo le mie storie alle Seguite/Preferite/Ricordate.
Ringrazio Rota, Rukia, MorganWilde, Mattie Leland, Kaida_ _ _, _lily_luna_; Hiwashi, nena92, lampadina, BeckyPanda, bianfre, _Ohanax2_, harinezumi, Biblioteca, liecht92, Funny e basta; PureMorning e Minner_, che mi hanno sostenuta con i loro bellissimi commenti♥  
Spero di non essermi dimenticata di nessuno♥

E ovviamente un ringraziamento speciale va ai miei amici, senza i quali questa storia nemmeno esisterebbe e che mi sopportano quotidianamente. Non credo serva ricordargli che sono la mia famiglia e che li amo immensamente, dal primo all'ultimo♥

Un bacione a tutti quanti!!♥
Alla prossima♥ ♥ ♥ 
   
 
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