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Autore: SellyLuna    16/12/2011    4 recensioni
Tutto sembra andare a meraviglia, dopo anni di dolore. Finalmente è tutto perfetto. O quasi... C'è solo una piccola cosa che manca e che può rendere finalmente felice Sakura...
"Passeggiando, Sakura si ritrovò a sedersi su una panchina. La ragazza osservava ciò che succedeva attorno a lei, una brezza leggera le accarezzò il volto, scostandole i capelli. Davanti a lei c’era una donna che giocava a palla con la sua bambina."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
- Questa storia fa parte della serie 'È perfetto il mondo dentro agli occhi tuoi'
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NON SEI SOLO… SIAMO IN DUE

Era una bella giornata di primavera. Il sole era alto nel cielo di un azzurro limpido, dove non c’era ombra di nessuna nuvola. Illuminava e scaldava tutto ciò che si trovava sotto di sé, in particolare un villaggio che si trovava nel mezzo della natura; era circondato dalla foresta e da una montagna possente. Sulla montagna erano scolpiti cinque volti austeri che vegliavano giorno e notte il villaggio e i suoi abitanti. Questi volti rappresentavano gli Hokage, i capi del villaggio che avevano governato nella storia Konoha. Venivano ricordati da tutti gli abitanti con orgoglio e presi come modelli di lealtà, coraggio e sincerità. Infatti queste personalità avevano compiuto grandi imprese nel proteggere il villaggio, dando persino la vita.
Il villaggio si trovava finalmente in un periodo di pace, lo si poteva notare dalle chiacchiere spensierate che provenivano dai vicoli oppure dalle urla gioiose di bambini che sfrecciavano tra le vie della città andando quasi a sbattere contro gli adulti indaffarati nelle loro faccende quotidiane. Si respirava nell’aria un profumo di quotidianità e questo dava sicurezza.
Tutte queste cose si ritrovò a pensarle una giovane ragazza, provocandone il suo sorriso (?). Dopo tanto dolore ci si era costruito una nuova vita, tutti si erano rialzati ed erano andati avanti. Anche lei, anche se con fatica, come aveva visto sulle facce di ogni abitante, ma ne era valsa la pena. Ora tutto andava veramente bene.
Dopo la famosa e dissacrante quarta guerra ninja tutti i nodi erano venuti al pettine. Si erano riportati alla luce sorprendenti misteri e antichi rancori. E si era cercato di risolverli. Così alla fine Sasuke era ritornato al villaggio, in un modo nell’altro Naruto aveva così mantenuto la sua promessa. Sasuke, da parte sua, aveva deciso di ritornare alla sua “prima” casa, perché non aveva altro luogo dove andare e sicuramente Konoha poteva rappresentare, nonostante con tutte le sue difficoltà, il punto di partenza per ricostruirsi una vita. E così era stato. Pian piano si era abituato di nuovo al ritmo della routine finendo per essere assorbito egli stesso, senza che se ne accorgesse.
Ovviamente certe cose non potevano cambiare, come ad esempio il suo comportamento distaccato che un po’ alla volta Sakura intuì essere una facciata, una scusa per non mostrare veramente i suoi sentimenti. Perché checché se ne dica, Sasuke ci teneva al suo villaggio e ai suoi amici. Aveva imparato, inoltre, che teneva anche a lei, alla ragazza noiosa e insopportabile spesso incline alle lacrime. Ne aveva riconosciuta la mancanza, quando lei  era assente per qualche missione e ne aveva riconosciuto il senso di vuoto conseguente, anche se le prime volte non riusciva a dare un nome alla causa. Infine gli arrivò l’illuminazione che avrebbe potuto “sopportarla” per il resto della vita,  che molto probabilmente era davvero l’unica donna che poteva riuscire nel miracolo di farlo ritornare a vivere, di infondergli speranza e gioia. Molto probabilmente l’aveva influenzato con il suo romanticismo…
E così ora erano felicemente sposati. Non erano gli unici. Anche Naruto si era deciso a fare la prima mossa con Hinata, dopo la sua memorabile dichiarazione. In quell’occasione Hinata si era dimostrata la donna giusta per Naruto, sensibile ma forte e decisa nei momenti più importanti. Una persona di cui ci si può fidare. Avevano così coronato il loro sogno d’amore e ben presto Naruto avrebbe realizzato anche l’ultimo e più grande sogno: diventare Hokage. Al momento l’incarico era ancora di Tsunade-sama, ma era già pronta ad affidarlo alla nuova generazione.
Nel corso degli anni, aiutate anche da un clima favorevole come quello della pace, erano nate diverse coppie, come quella di Neji e Tenten, Ino e Sai, Karin e Suigetsu mentre la coppia storica di Temari e Shikamaru si era consolidata nel tempo.
Passeggiando, Sakura si ritrovò a sedersi su una panchina. La ragazza osservava ciò che succedeva attorno a lei, una brezza leggera le accarezzò il volto, scostandole i capelli. Davanti a lei c’era una donna che giocava a palla con la sua bambina. La madre le lanciò gentilmente la palla e la incitò a fare un lancio, il più lontano possibile. Così la bimba prese la palla, che era più grande di lei, si concentrò  e lanciò l’oggetto con tutta la forza che aveva. La palla rotolò oltre la madre, finendo ai piedi di Sakura. La bimba, allora, corse per andarla a riprendere. Sakura la prese da terra e con un sorriso la porse alla bambina, una volta arrivata, titubante, davanti a lei. Sempre con titubanza prese la palla e poi le regalò un grande sorriso per ringraziarla della sua gentilezza. Si voltò e corse verso la madre per riprendere il loro gioco.
La kunoichi osservò ancora per un po’ quel quadretto spensierato che formavano la madre e la figlia impegnate nel loro interessante gioco e si ritrovò a sospirare.
Quell’anno era stato un anno fortunato per i bambini in arrivo. Temari ed Hinata aspettavano entrambe un bambino. Sakura era stata felice per le sue amiche, ma doveva ammettere che un po’ d’invidia la provava. Emise un altro flebile sospiro. Iniziò a pensare, che probabilmente lei non avrebbe potuto mai avere dei figli. Era già da un po’ che questa sua idea aveva preso forma. Una sera si era pure messa a piangere, dopo aver rivelato con un po’ di riluttanza le sue paure a Sas’ke. Sakura sapeva quanto dessero fastidio a Sasuke i piagnistei, ma quella volta non ce la fece proprio a trattenere le lacrime. Sasuke, vedendola così disperata, la consolò e le disse che prima o poi anche loro avrebbero avuto un figlio. Era solo questione di tempo. Lì per lì ci aveva creduto, ma ora non ne era più sicura.
Decise di alzarsi, lasciando così su quella panchina tutte le sue preoccupazioni e i tristi pensieri e si avviò alla volta del centro villaggio.
 
Una volta in centro decise di fare un salto alla fioreria degli Yamanaka, prima di tornare al suo turno di lavoro, a salutare la sua migliore amica. Giusto per essere informata sugli ultimi avvenimenti e pettegolezzi. Spesso si domandava come facesse Ino a sapere tutte quelle cose.
“ Ciao Ino” le disse, sventolando la mano in segno di saluto.
“Hey Sakura! Coma va?”le chiese la sua amica con gentilezza. Sakura le sorrise e rispose che andava tutto a meraviglia, ma Ino non parve convinta. Infatti, nonostante Sakura sorridesse, intravide lo stesso nei suoi occhi un barlume di tristezza.
“Eh no, mia cara, alla vecchia Ino non puoi mentire “le disse, sorprendendola. “Non dirmi che sei ancora fissata con quella storia!” Sakura fece una faccia di finto stupore “Quale storia?”
“ Ma dai, sai perfettamente quale storia. Ti dico io cosa devi fare. Non ci devi pensare.” le fece l’occhiolino
 “ e svagarti un po’, ne hai davvero bisogno.”
“Come se fosse facile…” si ritrovò a pensare la kunoichi dai capelli rosa. Ino la faceva troppo facile, ma lei era davvero impegnata, d’altronde era un medico ninja molto apprezzato per le sue doti. Come se le avesse letto nel pensiero  Ino le disse: “ Tranquilla, ci penso io!”
“Allora sì che c’è da preoccuparsi…” pensò.
 
Dovette ricredersi, perché dopo le uscite con Ino e le altre, almeno una volta alla settimana, le fecero proprio bene. Una di quelle sere, dedicata solamente alle amiche, Sakura fu fermata davanti alla porta d’ingresso da Sasuke. Nonostante fosse di spalle percepiva il suo sguardo indagatore che si soffermò sulla sua figura per diversi minuti prima di emettere suono.
“Sakura?” la chiamò e lei si voltò subito.  “Sì” gli disse. “Dov’è che vai?” le domandò visibilmente scocciato, come se fosse ovvio cosa volesse sapere.
“Lo sai che esco. Oggi è venerdì, il giorno che, da tempo a questa parte, dedico alle mie amiche.” Come poteva essersene dimenticato un tipo come Sasuke? Insomma era diventato un appuntamento di routine, ormai.
Iniziava a preoccuparsi. Di solito Sasuke la lasciava andare senza tanti problemi, perché quella sera era diverso?
“Sai, penso che tu stia trascurando un po’ tuo marito..” le disse con un sorriso malizioso “che ne dici di stare a casa… con me?”
Come poteva dire di no a quegli occhi neri così profondi da risucchiarti in un'altra dimensione. E in men che non si dica Sasuke le si era avvicinato, posando le sue mani sui suoi fianchi e trascinandola delicatamente ma con decisione nel cuore della casa. Sperava che le sue amiche l’avrebbero perdonata per aver dato loro buca all’ultimo secondo.
 
Un aria fresca entrava dalla finestra e spostava dei fogli su una scrivania. Sakura seduta alla scrivania stava guardando fuori dalla finestra immersa nei suoi pensieri e non si era accorta che il vento le aveva fatto cadere un foglio a terra. Stava facendo dei controlli nelle cartelle cliniche. Quel giorno la ragazza non stava dedicando tutta la sua attenzione in ciò che stava svolgendo. Aveva un problema. Non sapeva che fare. In parte era felice, dall’altra non sapeva come dirglielo, non sapeva come avrebbe reagito lui alla notizia. Tutti questi pensieri l’accompagnarono nel corso della mattinata fino all’ora di pranzo. Decise di recarsi da Ino per chiedere aiuto e coraggio. Ino, che era stata la prima a cui Sakura aveva rivelato di essere incinta pregandola di essere l’unica, ascoltò i suoi problemi  e le sue insicurezze.
“ è proprio brava a complicarsi la vita, eh?” pensò.  
Sakura attese trepidante in silenzio, mentre Ino pensava ad una soluzione “indolore”. Neanche dipendesse la sua vita da ciò che le avrebbe detto la sua amica. In quel momento Ino si sentiva come un oracolo.
 “ Preparagli una cena speciale e alla fine gli dai la bella notizia. Vedrai andrà tutto bene. “
Così Sakura speranzosa lasciò Ino per andare a fare la spesa.
 
Erano seduti a tavola a cena, come ogni sera. Tutto normale. Ma a Sakura sembrava regnasse più silenzio del solito. Sapeva che suo marito non amava le chiacchiere e parlava di sua spontanea volontà solo ed esclusivamente in casi che, a suo avviso, risultavano strettamente necessari, altrimenti stava in silenzio o rispondeva sinteticamente alle domande postegli dagli altri. Infatti era Sakura che riempiva la casa di parole e forse solo ora ne comprendeva quanto fossero fastidiose a volte. Ma non quella sera. Non era riuscita ad aprir bocca, faticava persino a mangiare e spesso guardava Sasuke  di sottecchi. Dal canto suo, Sasuke era taciturno, rilassato e imperscrutabile come sempre.
Gli aveva preparato tutti i suoi piatti preferiti; c’era quindi un abbondanza di pomodori in tutte le salse. Si era impegnata al massimo perché risultasse una cena davvero speciale…
Finito di mangiare, Sakura si alzò e in silenzio cominciò a sparecchiare. Sasuke le diede una rapida occhiata, si alzò per aiutarla. Sempre in silenzio. Finché Sasuke, trovando quel silenzio troppo snervante, decise di parlare per primo e disse: “ Sakura, si può sapere cosa c’è?”  L’altra sobbalzò alla voce di Sasuke, trovandola estranea, come se fosse la prima volta che la sentisse. “ Perché… perché dici così?” disse lei flebile e titubante. “ Beh, sai, hai preparato una cenetta speciale e non hai spiccicato nemmeno una parola. Non è normale.” Fece una pausa, osservandola con molta più attenzione per cercare di intuire cosa mai gli nascondesse. “ C’è qualcosa che ti turba?”
“ No… cioè sì!” alzò il suo viso e fece in modo che i loro occhi si incontrassero. Una continua danza circolare di verde e nero. “ Devo dirti una cosa. Io… io sono incinta.”
Sasuke non si mosse, né disse alcunché. Era immobile. Sembrava che il tempo si fosse fermato.
Sembrava fosse morto, come se il suo corpo non avesse vita, ma Sakura poté scorgere nei suoi occhi mille sensazioni, ma l’unica che riuscì a identificare fu la sorpresa. Poi i suoi occhi tornarono imperscrutabili, quasi gelidi, distaccati. Sakura non sapeva come interpretare quei segnali, magari aveva bisogno di tempo per assimilare la notizia e avrebbe , in qualche modo tutto suo, mostrato la felicità. Si stava convincendo di ciò quando si sentì dire con freddezza e con tono che non ammetteva repliche: “Abortisci.”
Ecco come rovinarle un giornata, anzi l’intera esistenza.
Quella frase l’aveva colpita dritta al cuore, spezzandolo. Voleva piangere, ma non voleva mostrarsi debole. Contro la sua volontà trattenne le lacrime. Come poteva dirle una cosa simile? Era arrabbiata e delusa profondamente.
 
“Che cosa?!?”
Un urlo assordante, che probabilmente aveva sentito tutta Konoha, proveniva da una casa in centro. E la voce inconfondibile che aveva emesso quell’urlo disumano era quella di Ino. Era indignata! Non poteva credere a quanto sentito dall’amica.
Intanto Sakura stava prendendo l’ennesimo fazzoletto per asciugarsi il volto inondato dalle lacrime.
“ Ma guarda te quell’Uchiha… chi l’avrebbe mai detto?” Ino era davvero incredula. Guardò la sua amica. Era davvero a pezzi.
“Allora, Sakura, cosa conti di fare?” Sakura la guardò perplessa. Stava sprofondando nel dolore che non se l’era nemmeno chiesto. Ma di una cosa era sicura: lei, mai, avrebbe abortito, anche se questo significava dover crescere un figlio da sola.
“ Mi rifugerò dai miei genitori. Non voglio più tornare da lui. “le disse con una nuova decisione negli occhi. “Non vuole il bambino, benissimo non mi vedrà più. Entrambi o nessuno. “
“Brava! Questa è la Sakura che conosco!” le disse Ino con un sorriso partecipe.
 
Erano passati ormai alcuni giorni da quella cenetta e Sakura non era tornata più a casa. La mattina successiva si era alzata presto per andare a lavorare senza salutarlo e poi non l’aveva più vista. Per un po’ di giorni aveva lasciato correre, credendo che da lì a poco sarebbe comparsa da quella porta. Ora si stava preoccupando. Per questo si trovava tra le vie affollate della città a domandarsi dove potesse essere la sua Sakura. Probabilmente era da Ino. Se Sakura era arrabbiata con lui, per solidarietà lo era sicuramente anche Ino. Sarebbe stato difficile anche solo vederla. Sbuffò. Ma doveva fare un tentativo. Così si diresse alla fioreria dove trovò una Ino  indaffarata che non appena lo vide cambiò espressione. Gli rivolse lo sguardo più cattivo che sapesse fare. Guai in vista.
“Yamanaka.”  disse  Sasuke con tutta l’affabilità che conosceva .
 “Uchiha” le rispose con tutta acidità la fiorista “come mai qui?”
“Dov’è Sakura?” La sua interlocutrice alzò un sopracciglio. “Perché non è a casa? Il suo turno è finito già da un po’…” le disse con beffa Ino. Sasuke strinse i pugni. Lo sapeva, che credeva quell’oca?
“ Abbiamo perso qualcosa, eh?” rincarò la dose. Di tutta risposta Sasuke la guardò torvo. “Allora, me lo vuoi dire o no?” sbottò.  “non serve a nulla arrabbiarsi… comunque non te lo dico. E adesso, scusami ma ho da fare…” si allontanò, lasciando un Sasuke furente.
 Uscì, sbattendo la porta e borbottando. Era talmente impegnato che non vide arrivargli addosso a grande velocità una macchia indistinta di un arancione e nero. Se l’avesse visto in tempo avrebbe potuto schivarla. Si scontrarono ed entrambi caddero rovinosamente a terra ai lati opposti.  “ Ma guarda te, che screanzato! Guarda dove metti i piedi, no?” urlò Sasuke esasperato. “Ah Teme, sei tu! Scusami ero di fretta! Non ti avevo visto!”  “Naruto…?!?” lo guardò sorpreso.
Naruto si alzò, si sistemò e aiutò l’amico a levarsi da terra. “Mi dispiace…” gli disse sorridendogli. “ora se non ti dispiace devo andare. Hinata mi aspetta… “ gli sorrise di nuovo e se ne andò. Naruto era davvero felice da quando aveva scoperto che sarebbe diventato padre. Anche lui sarebbe stato felice quanto Naruto? Sembrava una cosa davvero meravigliosa.
E Sasuke rimase imbambolato in mezzo alle strade di Konoha.
 
Dopo aver chiesto in lungo e in largo dove potesse essere Sakura, gli venne un’illuminazione. Se non era dalla sua amica, molto probabilmente era dai suoi genitori. Dopotutto non si dice sempre che loro sono sempre al tuo fianco per darti una mano quando ne hai bisogno? Di questo, lui non ne aveva avuto la possibilità di constatarlo. Probabilmente anche la sua famiglia si sarebbe comportata nello stesso modo, ma non credeva, nonostante potesse essere mai in una situazione davvero disperata, che si sarebbe fatto vedere sulla loro porta di casa per chiedere aiuto. No, questo mai!
S’incamminò verso l’abitazione dei genitori della sua consorte. Era una casetta in periferia non molto grande, né fatiscente e nel suo insieme rivelava quanto i suoi abitanti fossero uniti. Si percepiva il calore della famiglia.
Suonò il campanello. Attese svariati minuti  e si ritrovò il volto sorpreso della sua dolce metà. Sasuke vide che si riprese subito e gli sbattè la porta in faccia. Ma Sasuke la bloccò e disse con sarcasmo:” Dunque, è così che accogli i tuoi ospiti.” Per tutto risposta ricevette uno sbuffo. “Che vuoi?” gli domandò, facendogli intuire che non era per niente gradito e che non aveva molto tempo da perdere con lui.
“Parlare con te.” “E sia.” Sakura gli lanciò uno sguardo seccato, attendendo che lui parlasse.
“Potresti farmi entrare,come prima cosa?”le domandò Sasuke. Altro sbuffo da parte di Sakura, ma poi si spostò per lasciarlo passare e farlo accomodare.
Andarono in salotto, dove Sasuke si sedette su una poltrona, mentre Sakura rimase in piedi.
“Allora?” lo richiamò.
“Volevo dirti…” sul viso di Sasuke era percepibile una nota di insicurezza. Sakura continuava a rivolgergli uno sguardo duro e questo non lo aiutava per niente. “Sai che è difficile per me dire certe cose…” alzò lo sguardo alla ricerca dei suoi occhi. “Sakura, mi dispiace.”
Il viso di Sakura si distese, era sorpresa e in parte grata che Sasuke le avesse chiesto scusa a modo suo. Ma non bastava. Voleva sapere perché le aveva dato quell’ordine.
“Ok.” gli rivolse un sorriso debole e accenato. “ Ma dimmi una cosa:perché?” Il verde dei suoi occhi iniziava a tremare e diventare acquoso. Stava per mettersi a piangere. La ferita era ancora aperta. Solo in quel momento si rese davvero conto di ciò che aveva fatto dicendo una sola parola. E non sapeva nemmeno lui perché l’avesse detta. Molto probabilmente si era fatto assalire dalla paura… “che vigliacco…” pensò.
Abbassò lo sguardo. “Chi mai vorrebbe un padre come me?”  Sakura non poteva credere alle sue orecchie. Allora non era vero che Sasuke non lo voleva, ma aveva paura di non essere accettato da suo figlio. Sakura gli si avvicinò e lo abbracciò infondendogli tutto l’affetto e il calore che possedeva. “ è normale avere paura. E poi essere genitori è il mestiere più difficile del mondo, ma non sarai solo, ci sono io con te.” gli disse fra i suoi capelli. “Siamo in due.”
Già, Sakura aveva ragione. Erano in due e assieme avrebbero affrontato quella nuova e stimolante avventura.  
 
 
Ed eccoci alla fine. Che faticaccia, vero?!? Comunque ringrazio chi ha letto e chi vorrà recensire, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate. Accetto di tutto, sia recensioni positive che negative…e sono disponibile ad ascoltare qualsiasi consiglio..
Beh devo anche ringranziare una mia amica che mi ha spinto a postare questo scritto, che secondo me non è un granché, non so a volte risulta essere un po’ pesante…  Lo credete anche voi? Comunque sia, dato che era completa, ho pensato, in uno sprazzo di follia (xD) di postarla…
Grazie ancora!!!
A presto
Selly
 

   
 
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