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Autore: Zomi    16/12/2011    4 recensioni
Forse certe cose sono così grandi e forti da non riuscire a trattenerle dentro di noi, e necessitano spazio per essere espresse e rese libere.
L’amore è una di queste cose. È l’emozione che necessita più spazio di tutte le altre, meritandoselo e appropriandosene senza tanti complimenti...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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LOVE NEEDS SPACE
 

 

Fisso ancora la scritta arancione sul muro della palestra.
Il rossiccio dei mattoni è in gran parte ricoperto da quella frase che da questa mattina campeggia vivida e fosforescente. Mi avvicino ancora di più al muro e cerco di ripararmi dalla pioggia che cade torrenziale in questo pomeriggio.
Già al mio arrivo a scuola, questo mattino, l’avevo notata e non avevo resistito, come tutti i miei compagni d’istituto, ad avvicinarmi e leggere il graffito.
-Sarà il solito insulto verso il Prof. Lucci…- aveva mugugnato Rufy, il mio miglior amico, cercando di farsi largo tra la folla calcata.
-No… forse una caricatura del preside Jimbei…- aveva ipotizzato Usop, cercando di difendere dagli spintoni la sua ragazza Kaya.
-Secondo me è stata immortalata una delle mie super pose…-
-Meglio di no, Franky. È più probabile che abbiano calcato la mia pettinatura afro piuttosto… Yohohohohoho-ho…-
-Ragazzi vi prego… cerchiamo di raggiungere la parete della palestra e poi vedremo…- avevo aggiunto io, impiantando il gomito destro su qualche costola sconosciuta.
Con immensa fatica arrivammo davanti a tutti, dove già Sanji, Zoro e la mia migliore amica Robin, ci aspettavano.
-Buongiorno mio raggio di sole ramato!!!! Come stai oggi mia incantevole Nami?-
-Tutto bene, grazie Sanji…- gli avevo risposto evitando il suo tuffo a pesce verso di me per strapparmi un bacio.
Il biondo si era rialzato senza problemi e si era lisciato i capelli. Tutti noi ora avevamo finalmente libera visione del graffito. Robin confabulava non so che con Rufy, che ridacchiava spostando lo sguardo da me verso Zoro.
Avevo seguito i suoi occhi per posarli poi sul mio compagno di classe e grande amico. Ci conosciamo tutti da una vita, ma io e Zoro abbiamo un rapporto più stretto, speciale ed unico. Siamo sempre presenti e vicini all’altro nel momento del bisogno, ci sorreggiamo a vicenda e anche se a volte litighiamo, ci vogliamo un gran bene.
Lo osservai finché lui non volse il viso nella mia direzione. Ghignò con il suo solito sorriso semi aperto e un sopracciglio alzato.
-Allora? Emozionata?-
Non capii subito il commento, ma mi bastò un suo movimento del capo verso il muro per capirne a pieno il significato.
In lettere cubitali e ben leggibili nel loro arancione brillante, sul muro vi era scritto:

NAMI TI AMO!!!
 

Dire che ero rimasta senza parole era ridurre di molto il mio stato d’animo. Una dichiarazione. Una dichiarazione d’amore per me. Arrossii e cercai di nascondere il viso sotto la frangia rossa. Presi ad arrotolare la ciocca ribelle tra le dita e a fissare ostinata il terreno, sperando che si aprisse sotto i miei piedi e mi facesse sprofondare. Cercavo di restare indifferente, ma il mio sguardo tornava sempre alla scritta arancio del muro. Dietro di me un mormorio si alzava sempre più possente.
-Hai visto?... hi, hi… che figura…-
-Già. Venire a sapere che si ha un ammiratore così… Pessimo…-
-Un ammiratore segreto per di più…-
-Secondo me è così brutto che non ha avuto il coraggio di dichiarasi in modo decente ed ha fatto tutta questa sceneggiata…-
Altre risate e commenti maligni si aggiungevano a questi. Mi girai infastidita e guardai con occhi di brace quelle male lingue. Mi voltai di nuovo verso Zoro e lo vidi leggermente arrossito.
Arrossii anch’io, piena di vergogna. Certo mi lusinga il fatto che qualcuno mi ami, ma avrei preferito una confessione un po’ più personale e privata. Alzai gli occhi da terra e cercai la mano del mio verde preferito, come supporto. La vidi, poco lontana dalla mia. Allungai l’avambraccio ma mi fermai, notando una starna macchia sul palmo aperto.
-Zoro che hai sulla…-
Non riuscii a finire la frase che il mio compagno serrò a pugno la mano, imbronciandosi.
-Non sono affari che ti riguardano…- mi zittì con tono duro e glaciale.
-Ma Zoro, io volevo solo…-
-Che fate qui? Questa è una scuola non un ritrovo per zitelle per pettegolezzi e risatine isteriche. Tutti nelle proprie classi. SUBITO!!!-.
Alla fine, il preside Jimbei era arrivato alla palestra e aveva riportato l’ordine tra gli studenti.
Non ero riuscita a parlare con Zoro per tutta la mattina, e all’uscita, quando avevo cercato di raggiungerlo correndogli dietro nel cortile, lui si era divincolato dalla mia presa sul suo gomito, con la scusa degli allenamenti di Kendo.
Il Kendo certo. La sua passione numero uno.
Eccomi qui, quindi.
Davanti a questa parete con su scritta la mia prima dichiarazione d’amore.
La osservo attenta e cerco di trovare qualche indizio per rintracciare l’autore. Piove dalle tre, da quando in bici sono tornata a scuola per trovare una soluzione  a questo rompicapo?
Chi? Chi può mai essere stato?
Ormai sono fradicia dalla punta dei miei capelli rossi, fino alle dita dei piedi. Il cappuccio che mi copre la testa ormai si è arreso e lascia trapassare l’acquazzone. Sarebbe stato più utile un ombrello invece che lui. Sento le piccole goccie fredde d’acqua scivolarmi sul capo, correre giù lungo il collo teso verso la scritta, per poi discendere sotto la maglia della divisa scolastica.
Sospiro. Il colore della frase è sgargiante in questa giornata uggiosa. Piego la testa di lato e cerco di concentrarmi sulla scrittura. Il mio nome è immortalato a secco su questa parete di cemento.
Esamino centimetro per centimetro, la superficie colorata e cerco di trovare qualche segno identificativo. Mi soffermo ancora di più, strizzando gli occhi, sulla calligrafia: è dura, quasi che chi avesse scritto impugnasse una spada piuttosto che una bomboletta sprai.
Mi metto sulla punta dei piedi e studio la I del mio nome. Non c’è forse una specie di striscio invece che il solito puntino sopra di essa?
Mi sposto, andando a guardare meglio l’altra I del “TI AMO”, e ritrovo la stessa sbavatura.
Mi viene un colpo al cuore. Accidenti!
Esiste solo una persona al mondo, che io conosca, che invece che un semplice punto sopra le I, mette un segnaccio del genere.
Una persona a me tanto cara. Una persona che mi fa battere il cuore a mille ogni volta che la contemplo nei suoi bellissimi occhi. Una persona che da un po’ di tempo mi riempie completamente la testa e che mi sono resa conto di amare.
Sorrido entusiasta.
Emetto un piccolo urlo e salto piena di gioia. Proprio in quel momento, dall’edificio della palestra, la squadra di Kendo esce dopo aver finito gli allenamenti. Mi ridò un contegno ma mi è impossibile smettere di sorridere. Cerco con lo sguardo Zoro e lo vedo uscire assonnato dalla porta. La sacca di ginnastica su di una spalla, uno sbadiglio per niente trattenuto sul volto. Mi vede e distoglie lo sguardo.
Ridacchio e inizio a correre dalla parte opposta. Forse riesco ancora a trovare una ferramenta aperta…
 
Pedalo veloce per la strada.
Evito di investire un gatto che mi attraversa la strada e taglio di netto un incrocio ad un’auto, che strombazza il clacson incavolata.
Ormai non ho più fiato. Maledizione!!!
Possibile che proprio stamattina la sveglia non doveva suonare?
La mia povera bicicletta cigola ad ogni colpo di pedale che macino, minacciando di rompersi da un momento all’altro. Sono in ritardo pazzesco…
Arrivo nei pressi della scuola e abbandono la bici con un salto vicino al muretto. Riprendo fiato e mi dirigo veloce verso la palestra. Sono in tempo, ho annullato il mio ritardo.
Con sorriso smagliante mi preparo a farmi spazio tra la folla che sono certa di trovare davanti all’ormai famoso muro… Ma con mia grande sorpresa tutti i miei compagni sono tranquillamente dispersi per il cortile scolastico a chiacchierare indisturbati. Che succede?!?
Saluto con un segno della mano la mia combriccola e noto immediatamente che manca il mio allievo di Kendo preferito.
Lo cerco con lo sguardo in giro per il chiostro ma non lo trovo.
-Ehi ragazzi… dov’è Zoro?-
Alla mia domanda Sanji inizia a singhiozzare e Brooke cerca di consolarlo con leggere pacche sulla schiena. Rufy e Robin ridono di nascosto, mentre Franky, Usop e Kaya fanno i finti tonti.
-Sorella forse dovresti andare in palestra…- mi consiglia Franky.
Che abbiano già visto? Ma allora perché sono qui e non al muro?
Infosso le sopracciglia e mi dirigo verso l’edificio.
-Oh Nami… Mia dolce Nami perchèèèèèèèèèèèèèèèè?????????!!!!!!!!!????????’-
Mi volto verso Sanji, abbattuto a terra da Brooke, ma continuo a camminare. Che sappiano? Ma come hanno fatto?
Svolto l’angolo dell’immobile e mi fermo davanti alla parete imbrattata, o meglio la ex-parete imbrattata, perché proprio ora due operai di un’impresa di pitture la stanno ridipingendo.
-No… ma cosa fate? NOOOO!!!-
Mi vengo le lacrime agli occhi. No, no, no. La mia dichiarazione, ma soprattutto la mia risposta. Tutto cancellato. Non c’è più niente ormai. Mi salgono le lacrime agli occhi e mi viene una gran voglia di piangere. Ecco perché nessuno era davanti la palestra. Nessuno ha letto la mia frase.
Alzo lo sguardo sul muro tornato rossiccio e una lacrima mi scende sulla guancia. Inaspettato un dito la raccoglie. Mi volto stupita e mi ritrovo Zoro alle mie spalle.
-Oh… Ciao…-, mi asciugo gli occhi in fretta, -… i fumi delle vernici, mi fanno lacrimare gli occhi…-. Mi massaggio un po’ un occhio, cercando di motivare le mie lacrime. Lui resta lì con le braccia incrociate e lo sguardo fisso su di me.
Tutto un tratto ghigna e mi prende per la vita, strattonandomi verso di lui.
-Ehi… ma che modi son…-
Mi bacia. Sento perfettamente le sue ghignanti e sottili labbra contro le mie. Sento il suo respiro che solletica la mia bocca. Socchiudo le labbra, credendo di vivere uno dei miei tanti sogni notturni, e lecco appena con la punta le labbra ruvide del mio compagno. Con una mano gli accarezzo una guancia, mentre con l’altra cerco la sua. La trovo e la stringo forte.
Convinta più che mai, mi alzo sulle punte e approfondisco quel contatto. Sento la mano libera di Zoro posarsi sulla mia nuca e spingere il capo verso di lui. Le nostre lingue si incontrano per la prima volta, ma sembra quasi che si conoscano da sempre. Che abbiano atteso questo momento per tutti questi anni. Ci baciamo ancora per qualche minuto, prima che un muratore alle nostre spalle ci urli di trovarci una stanza. Ridacchiando, ci separiamo.
Siamo afoni, senza fiato.
Lo guardo stordita e non capisco bene se sto sognando o se questa è la realtà. Zoro mi prende per mano e ci avviciniamo verso il gruppetto dei nostri amici.
Sorride raggiante e mi accarezza piano con le dita la mia mano.
-Io… io non capisco…- sussurro camminando.
Lui ghigna e di sbieco mi sorride. –Bel colore quel verde smeraldo che avevi scelto… molto appariscente…-.
Arrossisco ma taccio.
-Ieri ti ho visto correre sotto la pioggia con un sorriso sul volto incredibile. Sono tornato in palestra e ho atteso il tuo ritorno nascosto negli spogliatoi. Appena ti ho visto scrivere su quel muro mi è saltato il cuore in gola. Ho aspettato impaziente che te ne andassi e sono corso a leggere il tuo messaggio: ANCH’IO TI AMO ZORO!!!...-
Ride a squarcia gola e appena raggiungiamo i nostri amici, tutti ci guardano con un enorme sorrisone.
Li guardo ammutolita e ancora confusa. –Ma loro come lo hanno saputo…? Insomma mi pare di capire che gli imbianchini fossero già al lavoro ben prima che il cancello della scuola fosse aperto… altrimenti ci sarebbero stati tutti quanti davanti a quel muro pieno di crepe…-
-Vero… ma vedi, Zoro ci ha spiegato tutto questa mattina: il suo primo graffito per sfogare tutto il suo amore e poi il tuo di ricambio. Certo, tutti noi avevamo già capito i vostri sentimenti da già un bel po’…-
La mia Robin, se non ci fosse lei bisognerebbe inventarla.
-Il preside Jimbei ha ordinato la pulitura della parete ieri pomeriggio e oggi l’impresa di pittura è arrivata a lavorare. Ce l’ha confidato il dottor Chopper dell’infermeria scolastica…Yohohoho-ho, Nami che mutandine hai oggi? Così per cambiare discorso…-
Due poderosi e fumanti pugni atterrano il mio amico anoressico.
-COME OSI? LEI È LA MIARAGAZZA, RAZZA DI PERVERTITO!!!-
-GIA’!!! COME OSI PORRE UNA DOMANDA COSI’ ALLA MIA SIRENA RAMATA CHE È ORA LA SUA…la sua… la sua… OH, CHE AMAREZZA!!!!!!!!!!-
Sanji ricomincia a piangere e inveisce conto Zoro. Io rido divertita e mi lascio abbracciare dal mio spadaccino. La campanella suona e ci dirigiamo veloci verso l’edificio scolastico.
Strattono il mio ragazzo indietro e quando si volta verso di me, lo bacio appassionatamente.
-Grazie per il gesto romantico… ma la prossima volta usa le parole in un modo più privato…-. Lo strattono per il colletto e lo bacio di nuovo. Credo che diventerà una bellissima abitudine.
-Io ho avuto paura che mi rifiutassi… e per questo che l’ho fatto. Tu comunque come l’hai capito?-
-La macchia sulla tua mano era vernice sprai, no? Arancione… E poi su un punto interriogativo c’era una sbavatura a forma di palmo di mano. In più sei l’unico che fa un segnaccio sulle I invece che un semplice puntino…-
Ghigna divertito il mio Zoro e mi bacia ancora. La seconda campanella ci richiama a scuola e corriamo verso la nostra classe. All’entrata, tutti i nostri Nikam ci guardano felici, anche Sanji.
Li osservo radiosa e sorrido mentre il Professor MihawK entra per dare inizio all’ora di Inglese. Ridacchio vedendo Zoro abbassare di già il capo sul banco e addormentarsi. Ripenso a ieri, a quella scritta, a quelle semplici parole: TI AMO.
Forse è vero. Forse certe cose sono così grandi e forti da non riuscire a trattenerle dentro di noi, e necessitano spazio per essere espresse e rese libere.
L’amore è una di queste cose. È l’emozione che necessita più spazio di tutte le altre, meritandoselo e appropriandosene senza tanti complimenti.
Ridacchio sotto i baffi, cercando di non farmi scoprire dal Prof. Mi volto verso Zoro e incontro i suoi begli occhi. Un intero muro di una vecchia palestra, tutto d’un tratto, mi sembra un po’ piccolo per il nostro amore. No, Zoro? 

   
 
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