16/12/2011
5 recensioniPossessiveness
Si avvicina alla porta. Quella porta. Si gira, mi guarda. Spaventato, forse già sa quello che proverà, il dolore che sentirà, perchè, forse, dentro sè, i ricordi della sua vita "passata" hanno già rimesso radici.
Io ho più paura di lui. Perchè l'ho fatto? E perchè lui ha acconsentito? Per orgoglio? Forse, sapeva già che cosa stava per vedere.
Se non fosse così, però? Se io, adesso, fossi la causa della sofferenza che sta per rivivere?
Il tempo si ferma, mentre gli rispondo con uno sguardo tra l'imbarazzato, il triste e il colpevole. Adesso sono io quella con il senso di colpa.
Gira il pomello. Fa un piccolissimo passo, cerca di entrare, ma qualcosa lo ferma. Le spalle si abbassano, così come il capo. Nell'ombra, lo vedo mentre cerca, debolmente, lo spigolo, come per cercare conforto nella casa dove ha vissuto con la sua famiglia, la casa dove la sua famiglia è stata uccisa. La casa dove io l'ho portato, in preda alla delusione e alla rabbia, per averlo visto rubare e cercare di scappare via con quella specie di donna vestita di rosso.
Vorrei essere una persona migliore. Il meglio che riesco a dirgli è "I'm sorry".
É così triste e patetico da parte mia, averlo portato fin qui. Volevo tornasse a essere la persona di cui ho imparato a fidarmi, il mio migliore amico. Cosa ho ottenuto, invece? Un uomo che è di nuovo l'ombra di se stesso. Tutto per il mio egoismo, la mia gelosia.
Non oso avvicinarmi nè dirgli altro. Forse aveva ragione lui, poco fa, quando mi ha detto, tra il serio e il faceto, "Some doors are best left shut".
Di nuovo, se lui avesse già iniziato a ricordare ... non avrei mai voluto che lui affrontasse- o non affrontasse- i suoi ricordi, la sua stessa mente, senza di me.
That's how possessive I am.