16/12/2011
2 recensioni
Presi il mio cellulare, sperando che qualcuno dei ragazzi fosse ancora in giro e disposto a venirmi a prendere. Spinsi il tasto della chiamata rapida, aspettando la voce di Harry ma l’unica cosa che mi rispose fu la registrazione del mio operatore telefonico. «Siamo spiacenti, il suo credito è esaurito. Riprovi dopo aver..»
Chiusi la chiamata, sbuffando. Cominciai a camminare in fretta verso casa, ricevendo ogni tanto qualche foglia in faccia lanciata dalla brutalità del vento.
Mi fermai un attimo per prendere fiato, osservando una busta di plastica che volava nella strada, finendo dritta sul parabrezza di una macchina parcheggiata qualche metro più in là. Non so perché, ma mi venne in mente Firework – la canzone di Katy Perry – e cominciai a canticchiare, quando qualcosa di freddo mi colpì il naso. «Ma che..?» Non feci in tempo ad alzare la testa, che le nuvole sopra di me cominciarono a scaricare talmente tanta acqua che, imbottigliandola, si avrebbe potuto sfamare il Terzo Mondo.
«Perfetto. Pure la pioggia ci mancava!» urlai contro il cielo, attirando l’attenzione di una ragazza lì accanto. «Ehi» dissi impacciato, forse per farmi risultare meno pazzo di uno che urla contro il nulla.
Lei si fermò e mi guardo, girando la testa prima a destra, poi a sinistra. «Te ne sei accorto che sei fradicio e sei senza ombrello?» chiese. Annuii, passandomi una mano tra i capelli bagnati. «Anche tu non sei messa meglio di me» le dissi, osservando il cappuccio della sua felpa completamente pieno d’acqua. «Passeremo la giornata a discutere su chi dei due è più bagnato o magari vuoi venire con me in un posto più asciutto di questo?» sbottò, facendomi segno di seguirla.
Scossi la testa e camminai velocemente per raggiungerla. «Comunque mi chiamo Louis» le dissi, tenendo il suo passo. «Agathe, molto piacere» disse, accennando un sorriso.
«Posso sapere dove stiamo andando?» continuai, ma lei si fermò di scatto.
Mi indicò l’insegna che avevo davanti, mentre frugava nella sua borsa. «Starbucks? Ma è chiuso!» replicai.
«Sta’ zitto e lasciami fare» disse stizzita, facendo tintinnare un mazzo di chiavi. In un minuto eravamo seduti ad un tavolino del bar completamente deserto e illuminato solo da una luce fioca sopra di noi.
«Perché hai le chiavi di Starbucks?» le chiesi, togliendomi la giacca bagnata e appoggiandola sulla sedia accanto a me. «Lavoro qui. Facile, no?»
«Facilissimo» sussurrai ironico, soffocando una risata.
«Louis, giusto? Sappi che non sono scema, vedo che stai ridendo» disse, lasciandomi senza parole.
Si tolse il cappuccio e la felpa, lasciando libera una cascata di lunghi capelli biondi. Carina, pensai.
«Che c’è?» chiese, alzando un sopracciglio. Scossi la testa, come a negare qualunque cosa lei stesse pensando.
«Se tra 10 minuti piove ancora così forte, chiamo una mia amica e mi faccio venire a prendere, se vuoi un passaggio…» disse, sedendosi davanti a me.
Annuii, sorridendo. «Grazie, ma… non ci conosciamo neanche» le risposi, un po’ incerto.
Lei si frizionò i capelli e se li legò in una coda alta, legata alla bell’e meglio . «Mi stai simpatico. E penso di non dovermi preoccupare di una faccia come la tua. Per caso sei un criminale ricercato o qualcosa del genere?» chiese, prima di scoppiare in una rumorosa risata.
«No, direi proprio di no…» dissi, sorridendo.
«Grazie Agathe e… Lux, giusto?»
La ragazza alla guida annuì e sorrise, prima di alzare il finestrino e sfrecciare via con la sua amica.
Mi avvicinai alla porta di casa e non feci in tempo a prendere le chiavi che Harry la spalancò e mi si parò davanti, con aria preoccupata.
«Dov’eri? Perché sei in ritardo? Potevi chiamare! E, guardati, sei fradicio!»
Cominciò con la sua raffica di parole e non riuscii a fermarlo fino a quando Niall non lo trascinò via.
«Ho finito il credito, fuori pioveva e una cameriera di Starbucks mi ha portato a casa in macchina. Posso andare ora, mamma?» chiesi a Harry, prendendolo in giro.
Grugnì qualcosa e si ritirò in cucina, seguito dagli altri, tutti in preda ad una crisi di riso.
Mezz’ora dopo ero a tavola con gli altri, ma non ascoltavo per niente il solito discorso su chi dovesse lavare i piatti.
Continuavo a pensare ad Agathe, dire che era strana era dir poco, ma mi incuriosiva parecchio.
E poi quella sua amica, Lux… sembra un incrocio tra un incantesimo di Harry Potter e un Pokémon.
«Terra chiama Louis, Terra chiama Louis!» urlò Liam d’un tratto, scoppiando a ridere.
«Che c’è?» chiesi stizzito. «Stasera lavi i piatti» dissero gli altri in coro, uscendo dalla cucina in assoluta tranquillità.
Ronnie's Very Very Merry Merry Corner
buonaseeeeeeera :3
premetto che non ho idea da dove mi sia uscita questa roba, me la sto facendo sotto dalla paura perchè fuori
c'è una tempesta coi fiocchi (non di neve çç) e sono pure stanca.
comunque spero che vi piaccia, anche se come primo capitolo non dice molto.
la voglio dedicare ad Agata, ossia Egg___s, di cui la protagonista porta il nome *O*
che dire, spero che a qualcuno interessi e spero di riuscire a continuarla (cosa alquanto impossibile D:)
byeee! **