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Autore: roxy_xyz    17/12/2011    7 recensioni
La nostra vita è spesso caratterizzata da abitudini, gesti che compiamo in modo quasi meccanico tutti i giorni. Siamo degli animali che tendono a compiere le stesse azioni o pressoché simili e, a volte, a commettere anche gli stessi errori.
Ci sono però le eccezioni, quei rari casi in cui una persona decide di prendere una traversa, una strada non percorsa, che porta allo stesso punto, ma che prevede un cammino diverso, sconosciuto.

[Questa storia partecipa all'iniziativa Birthday-A del gruppo Facebook "Cercando chi dà la roba alla Rowling". Buon compleanno, Morgana85 e Jaybree88]
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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A Morgana85, per augurarle un felice compleanno e per dimostrarle la grande stima nei suoi confronti. Sei sempre stata abile con le parole e ci hai regalato delle storie stupende, storie che ancora ricordo come se le avessi lette ieri.
Grazie per tutte le sensazioni che ci hai fatto provare.
Grazie di cuore.





Blank



La nostra vita è spesso caratterizzata da abitudini, gesti che compiamo in modo quasi meccanico tutti i giorni. Siamo degli animali che tendono a commettere le stesse azioni o pressoché simili e, a volte anche i medesimi errori.
Ci sono però le eccezioni, quei rari casi in cui una persona decide di prendere una traversa, una strada non percorsa, che porta allo stesso punto, ma che prevede un cammino diverso, sconosciuto.
E allora succede l’imprevedibile, un evento capace di modificare anche qualcosa che il destino aveva già programmato. E chi può agire contro il fato? Nessuno. O forse…
Chi non si è mai domandato cosa sarebbe successo se non avesse accettato quel posto di lavoro, preso il taxi o una diversa linea della metropolitana? Una variante quasi minuscola, invisibile, ma capace di creare uno scossone violento in una trama perfetta, ideata da qualcuno che non ammette neanche un piccolo errore. Non una macchia in un foglio completamente bianco.
Quel giorno si era svegliato presto come tutti i lunedì, ma anziché usare la magia per recarsi a lavoro, aveva preso la linea 17 ed era sceso in una fermata lontana dalla solita entrata al Ministero.
Quel giorno, Harry James Potter decise di voler camminare, diversamente dal solito.
Da sempre, per schiarire le proprie idee aveva bisogno di fare lunghe passeggiate e la sera prima era successo qualcosa che l’aveva lasciato scontento. Certo non era la prima volta che litigava con Ginny, era una cosa normale e il suo matrimonio non era stato esente da discussioni o delusioni. Sarebbe stato uno stupido idealista se avesse pensato che lui e Ginny sarebbero rimasti quei sedicenni innamorati e ingenui. Avevano ventotto anni e, come tutte le coppie sposate, litigavano anche per le cose più banali. Solo che non avrebbe inghiottito il rospo tanto facilmente questa volta. No, avrebbe tenuto il broncio come un bambino.
La cabina telefonica, ovvero l’ingresso per il Ministero, distava solo un decina di metri, ma Harry la superò e continuò a camminare. Sarebbe stato la sua prima assenza ingiustificata in nove anni di duro lavoro. Sarebbe stata una macchia in un foglio completamente bianco.
Nessuno aveva calcolato che sarebbe successo, neanche l’autista del taxi che lo investì.
Erano le 7:55 e Harry Potter doveva essere già in ufficio.
Si sentì sollevare e cadere su qualcosa di duro. E poi non vide nulla, solo il buio.
Non vide che una persona a lui molto cara aveva visto l’incidente, né sentì le urla di avvertimento, essendo così assorto nei suoi pensieri. Né sentì il calore delle sue mani quando cercò di togliere il sangue dal suo viso.
Erano le 7:57 e Hermione Granger stava tremando per la paura di perdere il suo migliore amico.
Le avevano sempre detto che non bisognava toccare una persona ferita, perché si poteva rischiare di causare anche più danni, ma in quel momento le sue gambe si erano mosse da sole. Si erano piegate e inginocchiate verso di lui, mentre con le dita tremanti le aveva accarezzato i lineamenti del viso, per cercare di sentire se era ancora vivo.
“Harry…”


48 ore prima

Stava leggendo uno dei tanti fascicoli del caso ammucchiati sul tavolino in salotto e dubitava di riuscire a risolvere quel rompicapo entro l’indomani. Più leggeva quelle pagine e più pensava che la persona che doveva arrestare fosse un tipo maledettamente bravo. L’unico modo per poterlo prendere era entrare nella sua testa, cercare di immedesimarli in lui e nei suoi metodi; solo così sarebbe stato capace di salvare altre vite innocenti. Purtroppo, non era così facile. Non si sapeva molto sul criminale e sulla sua vita personale, sembrava quasi un fantasma.
Per questa ragione, aveva chiesto aiuto a Hermione.
Lei aveva quel particolare dono di comprendere le persone solo attraverso un’occhiata, quella speciale empatia che la portava a capire le preoccupazioni di Harry anche prima che lui stesso capisse che qualcosa lo turbava. Lei era speciale per capire gli altri. O forse, Harry non aveva calcolato che lei era speciale per lui.
Solo dopo un paio di ore la ragazza decise di alzare lo sguardo verso il suo migliore amico e di parlare. “Harry, io non capisco cosa devo cercare.”
La risposta non tardò ad arrivare e l’uomo parlò senza mai staccare gli occhi dai fogli, troppo preso e determinato nella sua ricerca. “Tutti hanno un neo, un punto debole. Noi dobbiamo trovarlo e per questo mi servi tu, sei sempre stata la più brava in queste cose.”
“Non è vero, alcuni riescono a essere spietati senza mostrare un lato debole. Insomma, pensa a Voldemort…”
“… che aveva una marea di debolezze! Hermione, dai, si vede anche nei film. Per catturare il nemico, bisogna conoscerlo e, scommetto mille galeoni che anche Peterson ne ha uno,” aveva concluso con fervore.
“E se non l’avesse?”
Harry l’aveva guardata per poi rivolgerle un sorriso allegro. “Vorrà dire che passeremo la notte insieme.”
Un tocco di malizia che rallegrò Hermione, sciogliendo un po’ i suoi nervi tesi. Abbandonando i fascicoli, decise di alzarsi dalla poltrona per unirsi a Harry sul tappeto e, una volta arrivata da lui, si accoccolò sulla sua spalla. Un gesto particolare che non aveva mai compiuto nonostante tra i due ci fosse una grande affinità. Fu proprio quello a suggerirgli che c’era qualcosa di cui Hermione volesse parlare.
“Dimmi” chiese, mentre intrecciava le sue dita alla mano della ragazza.
“Non c’è nulla, avevo solo bisogno di un po’ di affetto e sapevo che non ti saresti tirato indietro, Ultimamente sono un po’ troppo sdolcinata per i miei gusti!”
“Colpa della gravidanza, Hermione.” La mano calda di Harry raggiunse il ventre ancora piatto della donna.
“Anche Ginny era così, incinta di James?” aveva domandato con curiosità.
“No. Lei aveva solo una passione smisurata per i dolci e i frutti esotici… mi ha fatto penare per nove mesi. A volte, si svegliava con la voglia di crêpes al cioccolato e guai se ritardavo troppo nella preparazione.”
“Credo di riuscire a sentirlo!” aveva esclamato con allegria Hermione.
Harry si era girato velocemente per la sorpresa, allungando nuovamente la mano verso il ventre.
“No, mi sta parlando… lo sento! Sssh, sta dicendo una parola in continuazione.”
Sul viso del ragazzo era comparsa un’espressione di scetticismo. “Ah sì? E che dice?”
“Crêpes!”
“Al cioccolato?”
“Aspetta… No, alla marmellata. Sì, le vuole così. Gradirebbe anche dello zucchero a velo sopra.”
Era scoppiato a ridere per poi alzarsi dal pavimento, mentre allungava una mano per aiutarla ad alzarsi. “Mi fate compagnia?”
Hermione si era seduta e aveva osservato l’amico in silenzio. Harry Potter le stava preparando un dolce e la situazione le sembrava quasi irreale. Quanti anni erano passati dal loro primo incontro? Era diventato un uomo, un marito e un padre adorabile.
Poteva intravedere ancora quel buffo ragazzino, con i vestiti troppo larghi e gli occhiali rotti, anche mentre girava la crêpes sulla padella. Era cresciuto, maturato, ma c’era ancora quell’undicenne: era nel sorriso che le rivolgeva ogni giorno, nella delicatezza e sensibilità che mostrava con lei e con Ginny.
“Eccoci!” Aveva appoggiato il piatto sul tavolo e le aveva strizzato un occhiolino.
“Ehm…”
“Sì, arriva anche lo zucchero a velo.” Si era diretto verso le mensole poste in alto in cucina e aveva preso il necessario per completare la sua opera d’arte.
“Voilà e bon appetit.”
Non aveva potuto evitare di leccarsi le labbra e Harry le aveva accarezzato i capelli. Gli sembrava di vedere il proprio figlio e non la migliore amica di ventotto anni. Come faceva sempre con James, prese dal frigo un po’ di latte e lo versò in un bicchiere.
“Tieni e bevilo, altrimenti non cresci.”
Hermione gli fece un breve cenno col capo, mentre continuava imperterrita a mangiare la sua delizia. “Harry…”
“Sì?”
“Ti dichiaro ufficialmente il mio spacciatore di delizie in stato di gravidanza. Sappi che ti chiamerò tutte le volte, soprattutto dopo che ho scoperto che sai anche cucinare bene.”
“No, pietà!” aveva esclamato, colpendosi in fronte con una mano.
“Sì, sì.” Le sue labbra si erano appoggiate al bicchiere e aveva cominciato a bere il latte per placare un po’ la sete. Era una bevanda insolita, ma decise di assecondare l’amico. Di certo, anche qualcun altro avrebbe apprezzato.
La mano era ancora sospesa in aria quando sentì qualcosa. Un gelo all’altezza della nuca.
Il bicchiere finì per terra, frantumandosi in mille pezzi.
“Oh Dio, scusami. Non so neanche come ho fatto!” Si era chinata verso terra e aveva cominciato a raccogliere le schegge di vetro, nonostante le proteste di Harry.
Non si accorse nemmeno di quel frammento che le graffiò la pelle liscia della mano.
Una piccola smorfia di dolore segnalò a Harry che qualcosa non andava. Una brutta sensazione confermata dalle mani di Hermione che scattarono verso il ventre.
Piccole gocce di sangue caddero per terra macchiando il latte.
“Hermione?”


NdA: Questa storia si concluderà il 20 Dicembre per il compleanno di jaybree88.
Infine, devo ringraziare Seven che mi ha dato ottimi spunti per la stesura di questa storia. Sei una grande, Nadia e senza di te, questa storia non l’avrei mai scritta. Sei la mia musa.
Morgana… spero che questo capitolo ti sia piaciuta. In caso negativo, ti autorizzo a picchiare Lights! Ancora auguri!!!
   
 
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